Il pescatore, una storia di ordinario esibizionism

Ciao a tutti,quest'estate ho avuto un'esperienza piuttosto strana. L'ho raccontata ad alcuni “amici” su internet e ho notato che ha fatto un certo effetto. Così ho pensato di pubblicarla. Credo che possa essere utile a dare un'idea di cosa mi piace. L'antefatto. Solitamente, per tenermi in forma alla domenica mattina vado a fare un giro in MTB. Siccome è un periodo in cui non sono particolarmente allenato, faccio solo qualche decina di chilometri in piano, nei boschi della mia zona.

Più precisamente, vista la stagione estiva, approfitto del fresco e anche del fatto che alle 7 del mattino non c'è nessuno in giro. Durante una uscita ho individuato un posticino che si adattava particolarmente bene alla mia passione, l'esibizionismo. E' una stradina di campagna in mezzo ad un boschetto che parte dal fiume e dopo un centinaio di metri sbuca sulla statale. Sul lato della statale è anche chiusa da una sbarra per evitare che le macchine entrino (anche se devo dire che non ce ne sarebbe motivo).

La sbarra è meno di una decina di metri all'interno del boschetto e fino a quando non ci si affaccia sulla statale si è coperti dagli alberi e da diversi cespugli. Quindi cosa faccio? Arrivo, scendo dalla bici, do un'occhiata attorno, poi nascondo un pò la mtb appoggiandola ad un albero. A quel punto mi spoglio completamente. Rimetto solo pantaloncini (i pantaloncini servono come eventuale scusa per dire che se ero a petto nudo era perché stavo andando al fiume a prendere il sole).

Dal boschetto posso agevolmente controllare se sulla statale arrivano macchine (che a quell'ora sono molto rare). Così aspetto il momento opportuno, qualche passo, scavalco la sbarra e, 10 metri dopo, sono sulla statale… Mi sfilo i pantaloncini e, completamente nudo e col cazzo di marmo, mi sego furiosamente. Ovviamente sono pronto a tornare a nascondermi qualora arrivasse una macchina, una moto o un ciclista. In caso di emergenza, non è indispensabile rientrare nel boschetto; all'altezza della sbarra ci sono diversi cespugli, più che sufficienti a nascondermi perfettamente (ho studiato bene la zona passandoci in macchina parecchie volte).

All'inizio mi muovo con circospezione; faccio attenzione ai rumori, raggiungo la strada coi pantaloncini e solo dopo lo sfilo; appena vedo un auto da distante mi rimetto i calzoncini e ritorno subito nel bosco. Tuttavia, dopo mezz'ora sono così eccitato che i freni inibitori sono parecchio più allentati. A quel punto, non rientro più al boschetto ma mi limito a nascondermi dietro al cespuglio accanto alla sbarra; prima di tornare a nascondermi aspetto che le auto siano molto più vicine (pur non rimanendo mai “a vista”); anche i pantaloncini non li indosso più, ma mi limito a tenerli davanti (precauzione insensata… come se il cespuglio non coprisse abbastanza 😀 ) solo durante il passaggio dell'auto, pronto a ributtarli per terra e a ritornare allo scoperto con l'uccello dritto.

Il fatto. La domenica successiva sono nuovamente li. Passando in bicicletta no resisto alla tentazione di ripetere l'esperienza della settimana prima. Lo schema, si ripete: dopo aver nascosto la bicicletta, mi spoglio completamente. Questa volta indosso anche le infradito che ho portato con me vista l'intenzione iniziale di fermarmi lungo il fiume a prendere il sole. Le infradito non aggiungono nulla se non il senso della completa nudità. Per evitare di perdere il telefono lo tolgo dai calzoncini e lo ripongo nello zainetto; al momento di rimettere i pantaloncini penso che sarebbe eccitante lasciarli li e andare al cespuglio vicino alla sbarra completamente nudo.

In fondo, non credo il gioco durerà molto visto che non sborro da diversi giorni; meglio rendere la situazione particolarmente eccitante. I pantaloncini restano sul manubrio e io mi riavvicino al cespuglio a passo veloce (per quanto lo permettano le infradito nel bosco), col cazzo fastidiosamente duro e ballonzolante e le palle ormai pronte a scoppiare. Sottolineo che le palle erano gonfie perché, toccandole, tiravano la pelle così tanto da scoprire esageratamente la cappella rendendola turgidissima.

E in quella situazione anche camminare speditamente non è facile perché il cazzo mi sbatte a destra e sinistra. Quindi, arrivato alla sbarra, inizio a massaggiarmi il cazzo, alternando i brevi momenti al riparo del cespuglio agli exploit sulla statale e ai segoni a cavallo della sbarra (stare seduti su una sbarra mette il cazzo in una posizione per cui la sega diventa particolarmente goduriosa). E poi…, non avere nulla con cui rivestirsi rende la situazione particolarmente eccitante, seppur non particolarmente azzardata data l'assoluta improbabilità che qualcuno passi su una strada cieca, in un bosco, alle 7 del mattino della domenica.

Così continuo “tranquillo”. Sono assolutamente eccitatissimo. Continuo a toccarmi la cappella, le palle e mi metto perfino un dito nel culo. Insomma, si fanno le 7:30 e verso le 8 il traffico inizia ad intensificarsi. Quindi resta poco per giocare e poi devo sborrare. Sono sul ciglio della statale, vedo arrivare un paio di auto, ma vanno piano, sono distanti e per loro sono ancora invisibile. So che mi restano ancora una manciata di secondi prima di dover tornare dietro al cespuglio; mi stringo un po’ le palle con una mano e con l'altra mi sego e mi gusto questo momento di inteso godimento.

Poi via, mi giro e a passo svelto vado verso il cespuglio, in attesa, dopo qualche momento, di ritornare all'aperto. E qui arriva la sorpresa!Al fondo della stradina (nel boschetto, vicino al fiume) c'è un uomo che cammina lentamente verso di me. Ha già percorso una ventina di metri, quindi è già un po' che è li. In quel momento, il primo pensiero è dove nascondermi. Sicuramente mi ha visto ma l'istinto è quello di nascondermi comunque.

Il secondo pensiero sono una serie di maledizioni per non aver fatto più attenzione. Avessi fatto un sopraluogo fino al fiume mi sarei accorto che c'era una persona; invece mi sono fidato del fatto che a quell'ora non ci fosse nessuno in giro. La situazione è particolarmente complessa visto che non ho nulla da vestirmi. I vestiti sono tutti sulla bicicletta, compresi i pantaloncini. Anche il cespuglio non mi può aiutare molto; è ideale per nascondermi da quelli che passano sulla statale, ma non da qualcuno che arriva da dietro, dal fiume.

Quindi è inevitabile: quando il tizio sarà 5-10 metri mi vedrà. Sicuramente mi ha già visto, ma a quel punto sarà palese. Oltretutto non ci sono alternative: correre verso la mtb significa corrergli in contro (con le prevedibili reazioni). A ripensarci, probabilmente il tizio camminava piano proprio perché anche lui non sapeva cosa fare. Così decido di accucciarmi, almeno copro un po’ la vista del cazzo. Lui cammina con calma. Un po’ mi guarda, po’ fa finta di niente (forse sarebbe stato meglio fosse passato velocemente…).

Io comunque ostento indifferenza facendo finta di non vederlo. Anche lui. Mi passa davanti. È un anziano, media altezza e corporatura e con lo sguardo rotondo, simpatico, ma non troppo sveglio. Scavalca la sbarra e, solo a quel punto, mi osserva apertamente per qualche istante. Io sono imbarazzatissimo. Poi lui prosegue fino al ciglio della statale. E qui ce ne sarebbe già abbastanza: ho il cuore che batte all'impazzata. Da dietro al cespuglio lo controllo.

Guarda ripetutamente a destra e a sinistra come se dovesse attraversare. Si volta anche, ma io ormai sono nascosto. Devo solo aspettare che attraversi la strada e che si allontani, e poi correre rapidamente verso la bicicletta. Sennonché, invece di attraversare, si gira e con la sua canna da pesca torna lentamente indietro. “Questo viene a rimproverarmi… !!” penso. Viene verso di me, scavalca la sbarra e mi passa nuovamente davanti. Al primo passaggio aveva fatto quasi finta di niente, questa volta invece mi cerca con lo sguardo.

Ha uno sguardo tra l'incredulo e l'indifferente. Quando mi passa davanti e io abbozzo un sorriso imbarazzato. Poi, mentre scavalca la sbarra, mi dice “fa caldo eh”. Io, impietrito, annuisco. Devo ammettere che, al posto suo, non so se avrei avuto la lucidità per inventarmi una frase del genere!Prosegue verso il bosco per qualche metro voltandosi ripetutamente. Poi si ferma e guarda attentamente tra gli alberi; evidentemente vuole vedere se c'è qualcun'altro. Ora da quella posizione ha la vista completa.

Io quel punto mi alzo, con un gesto di arrendevolezza. Lui guarda silenzioso e poi dice un banale “Allora?”. Io sto immobile come dire “allora… niente…”. Insiste. Lui: “Allora vediamo…”Io sto sempre in silenzio, in forte imbarazzo. Notare che ho ancora il cazzo duro come il marmo. Lui: “Cosa facevi?”. Io: “… niente”. Continua con uno sconclusionato “allora adesso ‘fai'”. Cmq Io rispondo con un timidissimo “… forse è meglio di no”Lui insiste con un “ehh… ho visto”.

Non so che fare: la situazione è delicata; aspetto qualche secondo poi mi tocco un pò il cazzo. Lui guarda nervosamente nel bosco e sulla strada. Non mi sembra pericoloso, ma non capisco con esattezza dova voglia arrivare. Lui, dopo altri eterni secondi, ripete “dai, cosa stavi facendo?”. Mi accarezzo ancora il cazzo lentamente. A quel punto se è interessato si avvicina, se non lo è si allontana o, al massimo, si incazza. Ma lui non si muove.

Probabilmente è imbarazzato anche lui. Vi assicuro che non so più che fare (scappare non posso). A quel punto vado avanti. È quasi una sfida con me stesso. Non possiamo stare così tutta la mattina. E poi la situazione è palese. Immagino che se fossi un anziano che si trova una scena del genere davanti, un pò di timore e curiosità l'avrei avuti anche io. Forse è per quello che è tornato indietro. Quando gli ricapitava una perversione del genere?Per fortuna, ad un certo punto fa un gesto con la mano del tipo “dai muoviti”.

In effetti continua a guardarsi nervosamente attorno. A quel punto prendo un po’ di irresponsabile coraggio e penso “peggio di così non può andare”; poi a me piacciono queste situazioni un po’ al limite. In fondo, come ripeto, la situazione era palese. Quindi riprendo a masturbarmi lentamente e, di conseguenza, dopo un po’ ricomincio anche a godere. Un po’ per enfatizzare la cosa (e un po’ per non doverlo guardare) socchiudo anche gli occhi.

Quando li riapro vedo che mi sta facendo un altro gesto con la mano, tipo “girati” o “sposati”. Non avendo capito, gli chiedo sottovoce di ripetere. Lui non lo fa, forse perché questa volta è lui a non capire. Forse vuole guardarmi il culo. Agli anziani piace. Mi giro e mi chino una po’ in avanti. E lui fa una mossa come dire “accipicchia!”. A quel punto è chiaro che è sicuramente curioso. E, probabilmente, è “innocuo”.

Così provo ad improvvisare. Per fargli vedere meglio il culo, mi sposto vicino alla sbarra e, dopo essermi assicurato che non arrivino macchine, mi chino in avanti aiutandomi con una mano; con l'altra spingo verso il basso il cazzo, in modo che si veda bene da dietro. Lui, a quel punto, esclama “Madonna che porco” (faccio notare che è una delle poche frasi che pronuncia). Cmq anche in questo caso il tono della voce non chiarisce se lo dica per disprezzo o per approvazione.

Io confido sul fatto che se non gli piace se ne sarebbe già andato. Probabilmente è solo curioso di vedere dove si va a parare. Arriva una macchina e quindi vado a ripararmi dietro al cespuglio. Anche lui si nasconde all'interno del boschetto. Le macchine passano e io riesco lentamente allo scoperto. Anche lui. Per stemperare un po’ la tensione e creare un po’ di confidenza, approfitto della situazione e gli sorrido dicendo qualcosa del tipo “bisogna fare attenzione”.

Una frase assolutamente sciocca, ma assume un significato se pronunciata da uno nudo, in infradito e col cazzo duro. Io proseguo nel gioco. Cavalco sulla sbarra e mi chino leggermente in dietro in modo da fargli vedere il cazzo dritto. Poi me lo scappello e me lo masturbo con solo due dita, in modo che la mano non lo nasconda. Lui annuisce ancora, come dire “mamma mia che roba”. Abbiamo proseguito con questo gioco per una decina di minuti in cui gli ho anche fatto vedere che andavo sulla strada nudo; mi sono messo a pecora davanti a lui, seduto a gambe larghe… e poi non ho più resistito ed ho sborrato.

Lui lentamente si è allontanato dopo avermi salutato con un “va bene, allora buona domenica”.

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