Una nuova amica

Avevo bisogno di una femmina e ne avevo bisogno ora. Da quando due mesi era finita la mia storia con la mia ragazza, avevo deciso di farla finita con le donne, mi aveva usato solamente ed io ne ero ancora innamorato.
Volevo vendicarmi di lei e di tutto il mondo femminile. Le donne per me dovevano diventare solamente oggetto di piacere e niente altro, solo sesso e godimento. Lo avevo promesso a me stesso ed ero deciso a mantenere la mia promessa.

Mi trovavo quella settimana in villeggiatura insieme a dei miei cugina nella tenuta degli zii, in una spiaggia poco lontana dalla costa amalfitana. Non mi era mai piaciuto andare dagli zii perché mi teneva lontano dalla mia lei e di conseguenza dovevo stare lontano dalle tentazioni. Ma ora era tutto diverso, vivevo di tentazioni, ed ora speravo che si tramutassero in un bel corpo da toccare.
Sul lungomare era una delizia per gli occhi, avevo il cazzo duro nei pantaloni e l’eccitazione era tanta.

Decidemmo di prendere un cocktail in un lido sulla spiaggia, mentre intanto mio cugino decise di chiamare un suo amico per invitarlo a stare con noi. Venne insieme a dei suoi amici, una comitiva composta da 2 ragazzi e 3 ragazze. Dopo le presentazioni di rito. Vicino a me si siede, Livia. Una ragazza di 21 anni, di Bergamo, in vacanza con i suoi genitori. Facciamo subito amicizia. Sembra una ragazza molto simpatica e alla mano.

Parliamo un po’ di lei, di ciò che fa nella vita, è una studentessa di biologia a Milano. Fidanzata da oltre 4 anni con Giorgio, un carabiniere di istanza a Messina. La conversazione continua ancora per molto accompagnato da una capiroska che sembra averla messa su di giri, visto che tocchiamo argomenti che vanno aldilà di una semplice conoscenza. Sembra non preoccuparsene molto di avermi appena conosciuto, mi racconta delle sue avventure a liceo, dei suoi primi amori e delle sue iniziazioni al sesso.

Del resto è di Bergamo e si sa che al nord le ragazze sono molto più aperte all’erotismo. Confesso che i suoi racconti mi avevano spiazzato piacevolmente, non era facile parlare con una ragazza di certe cose, visto che di solito sono sempre molto pudiche. Decisi di giocarmi le mie carte incalzandola e con aria da innocente le dissi:
– peccato che sei fidanzata,avrei voluto conoscerti meglio, mi sei molto simpatica. E lei
– guarda che possiamo conoscerci meglio, per me non è un problema, guarda che sono in vacanza.

Ed io
– lo so, ma hai appena detto che sei fidanzata e non credo che potremmo andare molto a fondo alla nostra conoscenza
– ma per me non è un problema, occhio non vede,cuore non duole, io ora sono qui con te e si ti sai giocare bene le tue carte chissà!!!!!
Se giocavo bene le mie carte potevo avere lei. Il suo messaggio era fin troppo chiaro. Ero deciso ad averla e per questo decisi di chiedergli:
-visto che la serata si sta concludendo posso accompagnarti a casa?
– si, guarda abito poco distante da qui e un cavaliere mi servirebbe visto che sono da sola a casa, ed ho paura a entrare da sola.

– perché i tuoi genitori dove sono?
– sono in crociera da ieri e devo aspettare domani affinchè mi raggiunga una mia collega dell’università.
– ok capisco, allora andiamo altrimenti si fa tardi.
Durante il tragitto parliamo di cose talmente ridicole, che ogni due parole scoppiamo a ridere. Sto dando spazio a tutto il mio repertorio di battute, condite con qualche doppio senso. Arrivati davanti alla porta di casa mi appresto a darle un bacio, quando mi dice di salire su da lei per una birretta prima di andare.

Forse p meglio mettere la lingua al suo posto e aspettare. Mentre saliamo le scale osservo le sue gambe, abbronzate e lucide con un sole tatuato all’estremità della caviglia, la gonne fiorita che svolazza ad ogni passo, mi toglie il respiro.
Ci sediamo sul divano e :
– grazie per avermi accompagnato, sei stato molto gentile, ma dimmi la verita perché lo hai fato??
– per non farti ritornare sola a casa.
– peccato.

Pensavo perché ti piacessi e volevi prenderti cura di me questa sera
– ma io voglio prendermi cura di te, credimi lo voglio veramente.
– allora avvicinati e dammi un bacio.
Mi avvicinai con foga e misi tutta la mia lingua nella sua bocca, mentre con una mano gli tenevo forte il collo e gli stringevo una ciocca di capelli.
– ehi, con calma stallone. Allora sei proprio carico. Fammi vedere cosa hai nei pantaloni.

Avevo la Torre Eiffel nei boxer, e non era difficile accorgersene. Si inginocchiò e rapidamente sbottonò i miei jeans, lo prese in bocca e cominciò a succhiare come macchina.
– oh mio dio Livia, non ti fermare succhia ancora dai
– ma quanto ti piace avermi conosciuto stasera, ti faccio vedere io che ti combino
Alternava succhiate con la bocca a seghe con la mano. Non ci stavo capendo più niente, l mio sangue circolava solamente dentro il mio pene e lei lo aveva capito.

– al liceo ero la regina dei pompini ed ora lo sai il perché, se voglio posso farti venire subito
. no. Ti prego, fammi divertire ancora un po’.
– forse non hai capito, sono io a decidere, non ti faccio venire perché sono io a volermi divertire con te.
Si alza in piedi e mi bacia appassionatamente mentre gli infilo una mano sotto la gonna, palpo il suo bel culo e questa volta sono io a inginocchiarmi davanti a lei:
– ora leccami la fica, voglio sentire la tua lingua tutta dentro di me.

Non me lo faccio ripetere due volte e mi infilo sotto la sua gonna, gli tolgo il suo perizoma rosa e comincio a leccare prima piano e poi sempre più forte fino a che le sue gambe non iniziano a tremare, lecco tutto il suo nettare che esce dalla sua fica, tutta bella rasata, finche non mi esorta a smettere dicendomi:
– basta, ora sono un lago, fammi assaggiare l’odore della mia fica.

– no. Gli rispondo. Ora girati che te lo metto tutto.
La giro bruscamente facendole mettere le mani sul tavolo, gli alzo la gonna fino alla vita e gli infilo tutto il mio cazzo dentro la fica. E così lubrificata che entra senza problemi, comincio a spingere con forza, e lei:
– si, si, dai, spingi spingi , lo voglio sentire dentro lo stomaco, fammi godere, amo il tuo cazzo.
Più spingevo e più le sue parole diventavo spinte.

Era una troia di professione, ora ne avevo la conferma. Povero il suo fidanzato, era proprio un gran cornuto.
Ora la tenevo per i capelli, mentre con una mano le avevo tolto un seno dal reggiseno e lo stringevo con forza.
– dai troia , stai godendo, preparati che ora vengo.
– si dai, però aspetta che ora vengo io.
Mentre stavo pompando sento il suo corpo irrigidirsi, capisco che sta venendo e comincio a spingere con forza, mettendogli tre dita in bocca mentre stringo forte il suo capezzolo.

Lancia un urlo strozzato dalla mia mano nella sua bocca, mentre addenta le mie dita in uno spasmo di piacere assoluto. Ora la gira verso di me, è esausta la mia troia. Il mio cazzo è ancora vispo e lo infilo tutta nella sua bocca.
– dai piccola spompina ancora un po che ora ti innaffio dai.
Mentre lo pompa con la bocca tenendomi le palle con la mano sinistra sento la sborra che sta per uscire, lo estraggo dalla sua bocca e vengo copiosamente sul suo viso.

Il primo flotto finisce dritto sulla sua frangetta castana, gli altri sulla bocca e su gli occhi.
– no, dai i capelli no, mi hai riempita tutta.
– zitta, e guarda che on hai ancora finito, succhia e basta.
Mentre mi ripulisce la mazza con un dito cerco di raccogliere tutta la sborra sul suo viso.
– bevi tutta questa sborra che hai sulla faccia, fai la brava, devi essere precisa quando fai la troia.

– si, si ,si, fammela bere tutta, ho tanta sete. Uhmm quanto è buona.
Dopo esserci ripuliti e dati una sistemata, la invito domani in spiaggia. Sembra volermi dire di no, forse è già pentita ma in realtà è perché il mattino è in aereo porto per la sua amica. Mi dice che resterà ancora due settimane qui in vacanza e che vuole conoscermi ancora meglio.

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