Padrona Sonia (Mistress Sonia) 4

Nel Dungeon

La mattina del sabato il telefono dello schiavo suonò molto presto.

– pronto, mia Signora

– ciao servo

– sei capace di costruirmi una gogna?

– Certo Padrona proverò

– Bene allora mettiti al lavoro

Lo schiavo si diresse immediatamente verso un negozio di bricolage, prese delle assi delle vite e delle cerniere robuste, aggiunse otto morse da falegname di buona durezza.

Tornato a casa si mise al lavoro nel piccolo box auto, abbinato all’appartamento; in breve aveva imbastito l’arcano, aveva optato per uno stile semplice dal momento che non era una cima come falegname, ma l’impegno profuso aveva dato un buon risultato. Lo raccolse e con non poca fatica lo portò sino all’appartamento e lo collocò al centro del dungeon, un po stanco ma soddisfatto del lavoro, prese il cellulare e comunicò alla Padrona che il lavoro era completato:

– pronto

– scusi Signora, volevo solo dirle che la gogna è finita…

– bene schiavo, stasera voglio divertirmi, dovrai essere perfetto, dovrai sopportare il dolore che ti infliggerò senza una sillaba; dormirò da te, quindi cambia i lenzuoli!!!

– Si Padrona, farò il possibile per esaudire ogni suo desiderio.

– Vai a prendere delle birre, sai te di che marca, poi voglio che prendi del formaggio tenero!!! Da ora a questa sera tu non mangerai ne berrai, io a qualche ora arrivo.

– Si Padrona, sarà tutto fatto

– Ciao – disse la Padrona chiudendo la chiamata.

Lo schiavo rimase un paio di minuti immobile, riordinando le idee, poi si diresse nella sua umile cameretta e cambiò i lenzuoli, preparò per bene il letto, dove la notte avrebbe dormito la sua Padrona, tra le lenzuola mise due buste di estratto di lavanda. Nel primo pomeriggio uscì a prendere le birre e il formaggio, di questo ne prese di vari tipologie, si permise di prese anche due bottiglie di ginger e un mazzo di rose rosse e ritornò rapido a casa.

Ritornato tirò a lucido l’appartamento, sopra al letto sparse i petali delle rose, le rimanenti le pose in un vaso che mise nel dungeon. Ormai si aspettava una telefonata ma niente, si distese sul divano ma quella chiamata non giungeva, erano ormai passate le 20. 00, e lo schiavo era agitatissimo, è successo qualcosa? Ma non osava contattarla, aveva molti dubbi, ma scelse di mettersi tranquillo ed aspettare. D’un tratto sentì un rumore dietro alla porta, un lieve rumore di tacchi, si gettò verso la porta e la aprì, dinanzi gli apparve la sua Padrona, su tacchi vertiginosissimi, un paio di pantaloni di seta bianchissimi, sopra un giubbetto corto in pelle che copriva una camicetta bianca e a tracolla una borsetta di pelle nera.

– ciao schiavo

– buona sera Padrona

– nudo ed in ginocchio in mezzo alla stanza – disse ella senza esitare

– si Padrona

lo schiavo in un attimo era nudo ed in posizione, nel mentre la donna si era tolta il giubbino e si era diretta al dungeon, osservò il nuovo attrezzo, lo aprì e chiamò il servo.

Lo schiavo si diresse senza alzarsi nel dungeon.

– mettiti dentro

– si Padrona

la Signora chiuse la gogna sui polsi e sul collo dello slave:

– stai bene li

– grazie Padrona

– hai preso la birra? E il formaggio?

– Si Padrona sono in frigo

La Padrona si diresse verso la cucina, lo schiavo pensava ai prossimi minuti, alternava dei momenti di estrema felicità a momenti di tensione.

A breve la Padrona fu di ritorno.

– allora schiavo birre e formaggio, ok. Le due bottiglie di ginger?

– Eh, eh le ho prese io

– Ah prendi iniziative

– Si, mi scusi Padrona

– Tranquillo non sono una dittatrice, sei libero di prendere iniziativa, ovviamente sarai punito ogni volta, ma la cosa mi diverte.

– Si Padrona

La donna aprì una delle bottiglie di gingerino, se ne versò un bicchiere, lo bevette mentre osservava lo schiavo, il quale sembrava voler intuire le idee della Signora. Finito di bere raccolse dall’armadio un frustino, e iniziò a colpire il sedere dello schiavo, con estrema durezza, lo schiavo cercava di res****re e di non emettere suoni.

– ti piace schiavo

– si Padrona, grazie

– allora conta

– 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7 – … 25 – 26 – 28

– dall’inizio!!! Concentrato!!!

– 1 – 2 – 3 – 4 – … 30 – 31 – 33 – 34 – 37

– dall’inizio!!!

– 1 – 2 – 3 – 4 – … 36 – 37 – 38 – 39 – 40 – 42

– allora schiavo!!! Concentrato!!! Dall’inizio!!!

– 1 – 2 – 3 – 4-… 45 – 46 – 47 – 48 – 49 – 50

– oho, finalmente

– scusi Padrona

– il tuo culo è bello rosso, aha ahaaha

– lo immagino Padrona, grazie

la Mistress prese dall’armadio due grosse candele, le accese entrambe.

– ora ricopriamo il tuo sedere per bene

– grazie Padrona

le gocce dell’incandescente liquido cadevano sulle natiche dello schiavo, poi in mezzo, facendo ulteriormente arrossare la pelle dell’oggetto.

– ti piace eh? Ahahaaha

– si Padrona

– la tua Sonia ti sta usando a suo piacere

– grazie So.. Padrona

– aha ahaah guarda come sei rosso.

– È un piacere soffrire per Lei

– Ahhaa, che dolce il mio cuginetto

La Padrona lasciò le candele accese sul tavolino e si accomodò sul trono, osservando lo schiavo.

– guardami!!!

Lo schiavo sollevò la testa ed osservò la Padrona in tutta la sua bellezza, accennò un sorriso.

– sei felice vero?

– Si Padrona molto

– Bene bene, voglio divertirmi io, ma voglio anche la tua felicità

– Grazie Padrona

– Vedi, queste sono sessioni di prova, se sarai all’altezza ti concederò anche dei consigli ed esaudirò i tuoi desideri, immagino le tue bottiglie…

– Grazie Padrona, per me sono importanti

– Lo so.. ahahha..

– Ah ah – lo schiavo fece un dolce sorriso

La Padrona si alzò e liberò lo schiavo dalla gogna.

– mettiti vassoio e vai in cucina e prendi 4 birre, e un bicchiere, le tue ciotole dove sono?

– Si Padrona, le ciotole sono in salotto

– Prendile, vai

– Si Padrona

Lo schiavo si diresse in cucina col vassoio ai capezzoli, raccolse tutto quello ordinato dalla Signora e ritornò al cospetto della Divina.

– metti le ciotole ai piedi del trono

– si Padrona

– aprimi e porgimi una birra, le altre mettile sul tavolino

– si Padrona

– via il vassoio

– subito Signora

– avvicinati e in ginocchio

la Padrona appoggiò la birra sul palmo della mano dello schiavo, gli strizzòi capezzoli e aplicò due morsetti in ferro, con dei minuscoli dentini, gli strinse per bene, si rimpossessò della birra, e a piccoli sorsi la gustò.

– buona l’Heineken

– si Padrona, mi fa tornare in mente molti ricordi

– haa aha sapevo io, però ci sei rimasto male quando a 13 anni bevevo gia birra…

– si ma è un momento che mi è rimasto impresso, ci penso spesso

– aha ahaaa ti sei anche eccitato

– scusi mia Signora

– prendi la bottiglia di ginger piena

– si Padrona, eccola

la Signora legò strettamente le palle dello schiavo e ci applicò la bottiglia, la sollevò e la fece ricadere pesantemente.

La Padrona si risedette sul proprio trono, raccolse la lattina e la vuoto.

– schiaccia la lattina e mettila sul tavolo.

– Si Padrona

– Cammina e saltella per il dungeon schiavo.

– Si Padrona

Lo schiavo eseguì senza esitare, la bottiglia saltellava tra le gambe, strappando e tirando i testicoli, il dolore era molto forte, ma lo schiavo continuava senza una esitazione, tanto da far meravigliare la Padrona, che lo spronava a saltellare più in alto.

– bravo schiavo

– grazie Padrona

– ora ti faccio riposare, mettiti alla gogna

– si Padrona

– chiudiamo bene, io vado in bagno.

– Va bene Padrona

La Padrona si diresse verso la cucina, prese una caraffa dalla credenza e si diresse in bagno, nella caraffa fece della pipi, completo il resto nel water, e si pulì per bene; si lavò le candide manine e si diresse verso il dungeon con la caraffa e la carta igenica.

– rieccomi servo, ho qualcosa per te…

– grazie Padrona

– apri la bocca

– si Padrona

la padrona spinse il fagotto di carta igenica, sporca non solo di pipi, nella bocca dello schiavo.

– ti piace Silvio

– mhmsm – in fine fece segno di si con la testa

– ahaha ahaha, poi ti darò anche da bere

la Padrona prese un frustino bello duro, e iniziò a colpire le natiche ancora rosse dal trattamento frusta-cera, colpi durissimi in rapida successione, facevano staccare la cera.

Lo schiavo chiudeva gli occhi e digrignava i denti nel tentativo di res****re al dolore, e la Padrona rincarava la dose.

– ti ho tolto tutta la cera schiavo, ahaah ahaaha

– gmmhm

– ma non l’hai ancor mangiato quel fagotto? Ahahaa

– apri la bocca e lascialo cadere

– grazie Padrona

la Padrona liberò lo schiavo dalla gogna e lo fece alzare, lo osservò a lungo girandogli attorno, sorridendo nel vedere il corpo marturiato.

Poi si sedette sul trono.

– prendi la caraffa riempi un bicchiere e passamelo

– si Padrona

– bene, apri la bocca

la Padrona versò il contenuto del bicchiere nella gola dello schiavo, che bevette gustandosi il nettare della sua Signora.

– buono?

– Si Padrona

– bene servo io vado a dormire in camera tua, come detto.

Tu vuota la caraffa, rimetti tutto in ordine, quando hai finito puoi toglierti tutto.

– Si Padrona

– Domani mattina svegliami alle 8:00 con una buona colazione.

– Si Padrona

La donna non aggiunse altro e si inviò verso la cameretta dello schiavo, dove questa notte Lei avrebbe dormito.

Giunta nella stanza notò subito i petali di rosa sul letto, le rose in un vaso sul comodino con affianco una bottiglia d’acqua. Mhmh pensò la Padrona, avvolte mi sorprende.

Lo schiavo invece ripulì il dungeon per bene nel minimo dettaglio, risettando tutti gli attrezzi nell’armadio. Poi ci coricò per terra e cercò di dormire, ma immerso in mille pensieri alle sei di mattina era gia sveglio. Pensò a lungo alla sua Padrona, poi si alzò e si diresse in cucina, preparando la moka, anche se era ancora prestissimo.

Tra se e se pensò che una brioche e un aranciata possa essere gradita alla Signora. Uscì di corsa e si diresse, verso un vicino bar, prese una brioche e una lattina di fanta. Rientrato in casa, attese un po per accendere il fuoco sotto la moka, e iniziò a preparare il vassoio con un bicchiere di aranciata, la brioche riscaldata, lo zucchero e una tazzina. Alle otto meno cinque il profumo di caffè inondava la cucina, pose la moka sul vassoio e si diresse verso la cameretta, bussò: avanti… Lei era gia sveglia, in piedi con soli mutandine e reggiseno, lo schiavo ebbe una esitazione nel vedere la Padrona.

– entra, entra

– si Padrona, ecco la colazione

– bene schiavo, appoggia il vassoio sul comò e vattene.

– Si padrona

Lo schiavo usci di corsa dalla stanza, e attese in cucina. Dopo circa un quarto d’ora la Padrona usciva dalla stanza gia vestita e tirata a lucido.

– bravo schiavo, ottima colazione

– grazie Padrona

– ti stai comportando bene, continua così e mi farai felice.

– Si Padrona

– Ci sentiremo in settimana, salutami per bene…

– Si Padrona – lo schiavo si inginocchiò e baciò entrambi i piedi della Padrona, con estrema dolcezza.

– Bene ciao schiavo

– Buona giornata Padrona.

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