Roberta racconta…

Non passarono mesi. Due giorni dopo, sono a letto e aspetto che Roberta mi raggiunga per spegnere la luce. Lei arriva e si sdraia sopra il lenzuolo.
“Buonanotte. ” E si volta sul fianco, offrendomi la visione del suo lato B.
“Buonanotte così, senza bacino?” La faccio voltare. Aspiro con voluttà il profumo del suo pube, mentre bacio il clitoride. Sono preoccupato, e ne approfitto per verificare la condizione del suo bocciolo, scendo lungo la fica e raggiungo il buchino.

Lei non fa niente per fermarmi. Lo bacio, lo solletico con la punta della lingua. Poi lo guardo e, dentro di me, sospiro. Tutto come sempre. Rosa, morbido, sensibile, si contrae e si rilassa mentre lo stimolo. Sembra una piccola bocca che manda bacini. Sono sollevato, quasi euforico. Mi tuffo letteralmente sulla dolce collina, la accolgo tutta in bocca, la aspiro, la lecco, succhio il clito.
“Ecco, vedi come sei? Ora mi hai fatto passare il sonno.

” Mi rimprovera scherzosamente, ma so che del sonno gliene importa meno che niente. E' molto eccitata, bevo avidamente i succhi che si mischiano alla mia saliva. Sono asprigni come un agrume, freschi, quasi dissetanti. Non ne avrebbe bisogno, ma passo velocemente al buchino, lo bagno con la mia saliva e i suoi succhi lubrificanti e, lentamente, attento ad una sua eventuale reazione di rifiuto, introduco il dito medio fino alla radice.

Poi lo piego e con il polpastrello accarezzo, attraverso il sottile canale che separa i due paradisi sulla terra, il suo punto G. Riprendo a dedicarmi alla mandorla mistica.
La sua reazione è quasi immediata. Solleva ripetutamente il bacino e gode muovendo la testa a destra e a sinistra sul cuscino.
Ora è appagata, rilassata, sorride e non mi chiede, come capita spesso, di togliere il dito. Che voglia tranquillizzarmi sulle sue condizioni? Forse sì, ne sarebbe senz'altro capace.

All' improvviso, si rialza sui gomiti:
“Senti, ma non ti è arrivato un messaggino con scritto solo Sergio?”
“Non ho visto nessun messaggino, Su che telefono dovrebbe essere arrivato? E chi sarebbe questo Sergio?”
“Sul Voda privato:”
“Ahhh,beh, quello è da prima che andassimo a Ibiza che è nel cassetto, spento. “
“Ma Sergio…chi è? E' importante? Devo guardare adesso?”
“Sergio è quello degli scogli. Dai, guarda se c'è. “
Sospiro, estraggo con calma il dito, mi alzo e frugo nel cassetto finchè lo trovo.

Lo accendo. Bisogna aspettare qualche minuto prima di sentire il bip-bip.
Visualizzo il messaggio e come previsto, appare solo la scritta “Sergio”.
“Ok, eccolo qua. – le metto il display davanti agli occhi – ora sei più tranquilla?”
“Sì” Un solo, brevissimo monosillabo, ma eloquente più di mille parole.
“Va bene, ma perchè me l' ha mandato?”
“Ma…ha detto che gli farebbe piacere incontrarti per scambiare quattro chiacchiere con te, se tu sei d' accordo.


Conoscevo già la risposta, ma volevo sentirglielo dire.
“E di che dovremmo parlare, io e questo…questo…Sergio?”
“Di me. Ha detto che puoi chiamarlo a qualunque ora, che per lui non è un problema. “
Anche della seguente domanda, conoscevo la risposta.
“E ti fa piacere se ci incontriamo per…parlare di te? E' importante?”
“Sì” Semplicemente, senza orpelli, senza sovrastrutture; senza, del resto inutili, spiegazioni.
“Bene, domani lo chiamo. Però non vorrei trovarmi impreparato, potrebbe parlarmi di qualcosa che non so e a cui non saprei rispondere.

Vuoi finire il tuo racconto, adesso?”
“Va bene, non voglio che Sergio pensi che ti nascondo qualcosa, che pensi che sei un…cornuto. “
“Ancora una cosa. Probabilmente, anzi certamente mi ecciterò e vorrò…scaricare l' eccitazione. Ma (ebbene sì.. volevo “ferirla” almeno un pò dopo aver capito quanto fosse impaziente di rivedere il…il…. Sergio) stavolta voglio farlo nel culo, visto che ti sei lamentata che ti trascuro. “
Un breve, quasi impercettibile sospiro.
“E' giusto.

Comincio?”
“Aspetta che spengo la luce. “
“Ok, dove ero rimasta?”
Come potevo dimenticare il punto in cui il tipo, anzi…Sergio la schiaffeggia. Glielo ricordo, senza commenti.
“Ahhh, sì. Beh…”schiaffi”…colpetti leggeri, simbolici, dati in punta di dita, più che altro per eccitarsi. Le sculacciate di quell' altro, quello che mi stava inculando invece non sono per niente simboliche. Picchia duro, con ambo le mani. Con la destra la natica sinistra e viceversa.

Fa male, ma se serve a fargli finire alla svelta il supplizio di quella inculata, molto più dolorosa delle sculacciate, non solo le sopporto, ma agito il culo lamentandomi, sperando di farlo eccitare ancora di più. Ma niente, il tipo continua senza controllo. Non riesce a godere e ora lo fa quasi con rabbia. Entra e esce continuamente. Copro la fica con una mano, per evitare che possa penetrarla. Guardo Sergio e gli chiedo di farlo smettere.

“Ora basta, no? Mi sembra che proprio non ce la fa. “
Lui riesce lo fa fermare, ma ce l'ho ancora dentro. A quanto capisco non vuole saperne di rinunciare a godere. “Ascolta – mi dice Sergio – ce la fai a resistere ancora un paio di minuti? Proviamo l' ultima, e se non funziona lo convinco a smettere, va bene?”
“Va bene, ma digli di fare più piano. ” Sergio si fa scivolare sul materassino fino a trovarsi col cazzo a contatto con la mia fica.

Per fortuna, malgrado tutto è bagnatissima ed entra bene. Ora sono riempita da due cazzi. Sergio si rivolge al tipo con aria dura, quasi gridando. “E tu fai piano, capito? Non farmi incazzare altrimenti addio permesso, addio lavoro, te ne torni in Marocco ad inculare le pecore, ok?” Comincia a muoversi nella fica e quello dietro lo segue, ma non è più violento come prima. La presenza del cazzo nella fica aumenta l' attrito e finalmente sta per venire con un grugnito.

TOGLITI SUBITO, COGLIONE gli urla Sergio, e quello ubbidisce e si scarica. ” Finalmente è finita. Capisco che Sergio non vuol continuare a scoparmi e mi rialzo. Ora alla mia destra, leggermente dietro, c' è un nero alto, magrissimo, la testa calva, nudo con un asciugamano sulla spalla mi sorride Il suo è un sorriso amichevole, non c'è niente di lascivo. Lo guardo meglio e, in mezzo alle magrissime gambe vedo dondolare una proboscide.

Non sto esagerando. Quello non è umano, sembra un pene equino trapiantato su un uomo. A riposo come è arriva quasi al ginocchio.
“Ahhh, no, ehhh ? – dico a Sergio – quello no. “
“Tranquilla, ora tocca a me, siamo qui per questo, no?”
“Sì ma non pensavo che prima sarei stata…distrutta. “
“Hai ragione, quel bastardo di marocchino circonciso ha proprio esagerato. Vediamo un pò. “
Mi dice di mettermi a pecora, viene dietro.

Guarda, tocca ma leggermente, con molto tatto.
“Niente di grave Ci penso io. Cinque minuti e sei come nuova e pronta a…darmi il benvenuto. ” Ride
Fruga in una delle borse e prende un tubo arancione. E' Luan, lo riconosco. Apre il tubo e lo preme direttamente intorno e dentro la…caverna dolorante. E' fresco e mi fa piacere,
Ora si riposiziona per farselo nuovamente succhiare. Lo faccio, prima meccanicamente poi, mano a mano che il dolore si scioglie ci prendo gusto.

Mi dice di leccargli il culo, mentre si masturba lentamente. Vuole che gli venga duro per potermi inculare. Ora è pronto, si alza e viene dietro.
(LUI si alza e le va dietro? E io? Io ce l' ho già duro. Sono pronto e le dico di mettersi a pecora. Le dico di sospendere la narrazione. Prendo un tubo della vecchia vaselina e la ungo bene. Le dico che può riprendere il racconto e glielo infilo, lentamente ma senza soste, finchè non ne resta fuori nemmeno un centimetro.

Lei stringe il cuscino fra i pugni ma non dice niente, non si lamenta. Comincio a scoparle il culo, con metodo, freddamente, non cedo alla passione…ancora)
Lo infila, piano, piano. Non è nè lungo nè grosso, e neppure durissimo, ma entra senza trovare resistenza. Il Luan sta facendo il suo effetto anestetizzante, Sento solo un lieve fastidio. Ma il dolore è scomparso.
“E lui vogliamo lasciarlo a bocca asciutta?”
“Dai, Giacomo, mettiti lì, che la mia troia non ha mai succhiato un cazzo come il tuo.


“Ok, ma glielo succhio solo. “
“Ma sì, d' accordo. Lui è cristiano, non è circonciso, vedrai che non ci metti molto”
“Ma tu guarda quello stronzo, con un culo come il tuo, alla sua età sarei venuto dieci volte. “
“Ora fammi vedere come glielo succhi bene. “
Il nero si è messo davanti a me, semisdraiato. Lo prendo in mano. E'…strano, diverso. E' morbido, poco consistente. Lo alzo e glielo appoggio sulla pancia.

Sorpassa l' ombelico di almeno cinque dita. Comincio a leccargli le palle e risalgo su lungo la proboscide Ha un buon profumo e un buon sapore. Assomiglia un pò a certo tabacco da pipa. Intanto Sergio mi sta inculando bene, il cazzo si sta intostando. Mi tocca la fica, mi carezza il clitoride.
“Sei proprio una gran troia. Una bella troia e con la mia guida diventerai la regina delle troie. Ora inculati da sola, dai, inculati da sola.


Lui si ferma e io mi muovo per fare quello che mi ha detto. Mentre succhio quel gigantesco cazzo, che non è duro, e sono sicura che non lo diventerà mai. mi inculo col cazzo di Sergio. Avanti e indietro, avanti e indietro. Succhio e mi inculo, succhio e mi inculo. Sono in trance, assente, quasi non sento che Sergio mi sta masturbando ma di colpo sto per avere un orgasmo. Eccolo che arriva, mi manca il repiro, stringo i muscoli pelvici, stringo anche il buchino e:
“Sculacciami, gli dico, sculacciami e dimmi che sono una zoccola.


(Anche io sto per venire dentro i suoi visceri, ma mi trattengo, voglio farlo dopo di lui)
“Mi sculaccia e viene gridando, come se stesse male. Schizza due, forse tre volte ma non sento quasi niente. “
“Sculacciami, ora, sculacciami, amore. “
Dice a me? Sì, ne sono sicuro, e lo faccio, lo faccio come lo faceva quel bastardo. Chiappa destra mano sinistra chiappa sinistra mano destra. Lo faccio e anche io godo dentro quella capanna dell' amore nero, dentro il nido del corvo, del corvaccio.

Mi sdraio accanto a lei, ansimando.
“Non vuoi sapere come va a finire col nero?”
“Ahhh, già, il nero…dì, ma non è che anche lui…”.
Ride
“No, macchè. Mentre godevo avevo la sua cappella in bocca, e ho sentito colare lo sperma. “
Mi sono tolta, gli ho rovesciato il pene sulla pancia e ho lasciato che spargesse lì il nettare.
Sergio sembra distrutto, Apre il frigo e prende due bottigliette d' acqua, Me ne dà una e svuota l' altra senza mai staccare la bocca.

“Mi riposo due minuti e ti accompagno indietro. “
“Stai pure, torno da sola. “
Lui si fa serio.
“No, da sola no. Meglio non correre rischi”
Ho voglia di rinfrescarmi.
“Vado a nuoto. Stai tranquillo. “
“Va bene, ma se avessi problemi urla forte e noi arriviamo. “
A quel punto mi dice che ti vorrebbe parlare e io gli do il numero del telefonino. Poi mi bacia, mi accarezza il sedere.

“Voglio rivederti presto, troia. “
Mi tuffo in quell' acqua meravigliosamente fresca e nuoto con forza. Non vedo l' ora di vederti, amore.

Il resto lo sai.

Keine Kommentare vorhanden


Deine E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind markiert *

*
*

(c) 2023 sexracconto.com