Un Capodanno Indimenticabile Con Mia Cugina Sara!

Stavo giocando con il fuoco. Poteva svegliarsi in un momento qualunque. Ma fu piú forte di me. Vederla su quel letto, in tutto il suo splendore, decisi comunque di toccare le tette di mia cugina assumendomi tutti i rischi. Aiutato da qualche bicchiere di vino in piú a tavola, iniziai a palpeggiarla. Nonostante la sua leggera maglietta ed il reggiseno, non potevo non percepire che lí sotto, mia cugina Sara, aveva due grandi meloni.

I suoi seni riempivano completamente le mie mani. Erano belle sode per la loro grandezza, ma allo stesso tempo morbide. Toccarle era un piacere. Sentivo il mio pisello crescere negli slip. Se si fosse svegliata, trovare una scusa per quello che stavo facendo, sarebbe stata dura. Ma erano anni che cercavo di scoparmi mia cugina, anzi, le mie due cugine. Sara aveva una sorella, Rita. La prima volta che mi avvicinai al fisico di loro due, anzi, alla loro fica, fu quando ancora frequentavo le superiori.

Era un pomeriggio che andai a trovarle a casa loro e per passare il tempo, decisi di fare uno strano gioco, dove a turno dovevamo toccare le parti intime dell'altra. In altre parole, una masturbazione reciproca. Ma questa storia forse qualcuno di voi l'ha giá letta. Per chi non l'avesse fatto o per chi semplicemente volesse rileggerla, vi rimando ad un mio racconto del passato dal titolo: “Le Mie Prime Masturbazioni”. Ma torniamo a quella sera, anzi, partiamo proprio dall'inizio, prima che entrassi nella stanza per toccare il toccabile di quel gran pezzo di fica di mia cugina.

Era la sera di un Capodanno recente, quest'anno, l'anno prima ancora, non importa il tempo. La certezza é che eravamo giá belli che adulti. Sopra gli “enta” e molto vicini agli “anta”! Come quasi tutti gli anni, a rotazione, trascorrevamo i pranzi e le cene delle festivitá in famiglia, a casa. Quell'anno andammo tutti, compresa mia cugina Sara, la sorella ed i genitori, per il cenone del 31 Dicembre, da mia nonna. Come sempre passammo la serata a tavola, tra primi, secondi, contorni e bevende a non finire.

Per poi trascorrere il tempo, in attesa della mezzanotte del nuovo anno, tra tombole, carte e bevende alcoliche varie. La serata passó velocemente e verso le tre di notte, uno alla volta, iniziammo a prendere la direzione delle nostre rispettive abitazioni. La famiglia di mia cugina, che arrivava dalla Puglia, rimase a dormire a casa di mia nonna. Mentre Sara e Rita, dato che i posti letto erano finiti, vennero rispettivamente a casa mia e di mio fratello.

Durante il tragitto in auto, notai che Sara era letteralmente distrutta, ma notai anche che aveva due gambe lunghissime ed abbronzate, tipiche delle ragazze del Sud. Anche il suo seno era bello prosperoso, la cintura di sicurezza della mia auto evidenziava le sue grandi forme, passando in mezzo allo spacco delle sue tette, divideva “in due” il seno sinistro da quello destro. Bisognava essere onesti, mia cugina era una gran topa, solo guardandola, sentivo il pisello crescere tra le mie gambe.

Ne avrá svuotate di palle, pensai. Mentre fantasticavo con la mente, Sara prese dalla sua borsa delle aspirine per il mal di testa. Durante la serata non aveva fatto altro che mangiare e bere senza freni, cosa che gli causó un fortissimo mal di testa ed una stanchezza senza limiti. Finalmente eravamo arrivati a casa e dato che mia cugina era in uno stato pietoso, cercai di dargli una mano per raggiungere la stanza degli ospiti.

Non cercó nemmeno di cambiarsi, di indossare qualcosa per la notte, si buttó sul letto non appena varcammo la soglia di casa mia. Io non stavo tanto meglio, ma trovai comunque la forza di preparare una camomilla per lei e nel frattempo di farmi una doccia. Finalmente rinfreshito e con il bicchiere in mano, andai nella stanza dove si era sdraiata Sara. Entrai piano e cercai di chiamarla con una voce soft:
– “Sara… Sara….. ti ho portato una camomilla calda!”
Ma lei sembrava non sentirmi.

– “Sara… Sara… cerca di berne un pó” Continuai a sussurrarle, mentre con una mano gli toccai una spalla nel tentativo di svegliarla.
Niente. Era completamente andata. Era in un sonno profondo. Il mix aspirina piú alcolici non era stata una buona idea. Per qualche secondo pensai che stesse poco bene, ma vedendo il suo petto fare su e giú, mi tranquillizzai. Se non altro respirava. Tornai in cucina, rovesciai la camomilla nel lavandino e spensi tutte le luci.

Mentre prendevo la direzione della mia stanza da letto, mi fermai ancora qualche secondo davanti alla porta dove dormiva mia cugina. “Che gambe. Che tette. Che fica. Me la scoperei anche cosí, nel sonno!” Pensai osservandola. Rimasi qualche secondo sulla soglia, ad ammirare le sue lunghe gambe, cercando uno spiraglio tra le sue cosce per intravedere il suo posto piú intimo. Alla fine feci l'impensabile, entrai dentro la camera con intenzioni che definirei non proprio da cavaliere.

Inizialmente la osservai solamente, poi cercai di toccarla. Stavo giocando con il fuoco. Poteva svegliarsi in un momento qualunque. Ma fu piú forte di me. Vederla su quel letto, in tutto il suo splendore, decisi comunque di toccare le tette di Sara assumendomi tutti i rischi. Aiutato da qualche bicchiere di vino in piú a tavola, iniziai a palpeggiarla. Giá carico dal tragitto in auto, il mio pisello inizió ad indurirsi quasi subito. Per fortuna gli slip lo tenevano a bada, in gabbia.

Iniziai a palpeggiarla, Sara era davvero gonfia. Che misura di reggiseno portava? Una terza? Una quarta? Non lo so. Ma le mie mie mani erano piene delle sue tette. Poi ne feci scivolare delicatamente una verso il basso, direzione fica. Infilai la mano dentro/sotto la gonna e sempre molto lentamente, mi feci strada tra le sue mutandine. Ero eccitato ed allo stesso tempo sentivo l'adrenalina/paura nel mio corpo. Giunto alla sua fica, rimasi fermo ad assaporare quel soffice posto.

Sara apparteneva alla categoria di quelle che tenevano la topa al naturale, pelosa! Il cazzo mi stava esplodendo. Non mi stavo masturbando, ma toccando mia cugina, era come se lo stessi facendo. Sentivo il mio uccello pulsare. Continuai a “massaggiare” la fica di mia cugina, ma senza forzare la mano, se avessi provato ad infilargli un dito dentro, per quanto fosse in un sonno profondo, un ditalino sarebbe stato rischioso. Poi sfilai la mano dalle sue mutandine e decisi di abbassarmi i pantaloni del pigiama.

Volevo farmi una sega su di lei, o meglio, volevo masturbarmi con una mano, mentre con l'altra avrei continuato a toccarla. Non appena avessi sentito la sborra salire lungo il mio cazzo, mi sarei fermato ed avrei preso la direzione del bagno per svuotarmi le palle. Stavo davvero rischiando alla grande, ma se si fosse svegliata, gli avrei rifilato la scusa che volevo “rivivere” il vecchio gioco che facevamo da adolescenti. Ormai a cazzo dritto e di fronte a lei, inizia a farmi una sega.

Mentre con l'altra mano gli toccai le tette, ma stavolta passando da sotto la maglietta. Ora le sentivo dal vivo, in tutta la loro morbidezza e consistenza. Porca miseria che bombe! Il mio cazzo stava per eruttare, sentivo lo sperma salire lungo l'asta. Allora tolsi la mano dalle tette di mia cugina, dovevo immediatamente correre in bagno prima di sporcare tutto con il mio sperma. Ma prima volevo che mia cugina “toccasse” il mio pisello.

Afferrai la sua mano “morta” e la guidai lungo il mio cazzo. Che stupenda sensazione, quella sua mano cosí fredda! Ma non appena la misi sul mio uccello, quel semplice tocco cosí leggero, mi provocó un immeddiata sborrata che non fui in grado di controllare. Una lunga schizzata partí verso Sara, finendo sulle sue gambe. In una frazione di secondo mollai la sua mano, cercavo un modo per fermare quelle sborrate, prima di innaffiare completamente mia cugina con una pioggia di sperma! Afferrai con entrambe le mani il mio cazzo dritto che eruttava e velocemente portai la pelle dello stesso sopra la mia cappella, per cercare di “chiudere” il buco che sputava sperma.

Ce l'avevo fatta. Ma comunque, in quel brevissimo lasso di tempo, una seconda schizzata era partita verso mia cugina. Di nuovo sulle sue gambe. Ora si riusciva ad intravedere nella penombra una colata di sborra che scendeva lungo l'interno della sua coscia. Che macello! Accadde tutto in pochi nano secondi. Intanto mi allontanai da lei, con il mio cazzo che continuava a sborrare e stringendo con forza la pelle che avevo “riportato” sopra la mia cappella.

Ora lo sperma si stava accumulando in una “bolla”. Arrivai in pochissimi secondi al bagno, alzai la tazza del water, mollai la presa del mio pisello e lasciai che una “palla” di sborra finisse dentro di essa. Che liberazione! Ora il mio pisello “esalava” le ultime schizzate dentro quella tazza del cesso. Infine, dopo essermi svuotato le palle e lavato il mio uccello, era ora di ripulire tutto quel casino. Tornai nella stanza di Sara con un tovagliolo di carta, cercai di togliere alla meglio la sborra che io stesso le avevo schizzato sulle cosce ed infine andai anch'io a dormire.

Il giorno dopo mi alzai molto tardi, ma ricordavo alla perfezione quello che accadde la sera prima. E tra una reazione spontanea mattutina di noi appartenenti al sesso maschile, ed il pensiero di mia cugina nell'altra stanza, guardandomi tra le gambe, notai il mio cazzo in una evidente erezione! Andai in cucina a preparare il caffé e dopo pochi minuti ero di fronte alla camere di Sara portando con me un bicchiere di latte macchiato.

– “Sara… Sara, sei sveglia? Ti ho portato la colazione!” Dissi sussurrando.
– “Si… Si, entra pure Chase!” Rispose.
Aprendo la porta, con le prime luci del giorno che entravano nella stanza, notai che mia cugina non era come l'avevo lasciata la sera prima, cioé vestita! Ora era coperta, se cosí si puó dire, da uno slip microscopico ed un reggiseno altrettanto piccolo per quelle forme cosí abbondanti!
-“Se….

Se vuoi torno dopo, appena ti rivesti” Dissi con un finto imbarazzo.
– “Andiamo, non fare il finto timido. Mi hai visto piú di una volta in costume, cosí non é poi tanto diverso. Non potevo dormire con i vestiti, cosí… e poi dopo ieri sera…..” Rispose Sara non terminando la frase.
Entrai nella stanza e vederla in biancheria intima, non era come lei sosteneva. Era piú eccitante che osservarla in costume.

Intanto il mio pisello non ne voleva sapere di afflosciarsi, ma d'atronde, con quello spettacolo, la vedevo difficile! Mi misi seduto vicino a lei e gli diedi il bicchiere con il latte.
– “Sei sempre in splendida forma Sara. Ma….. ma che intendevi dire con: e poi dopo ieri sera?” Cercai di indagare.
– “Forza Chase! Credi davvero che non mi sia accorta di niente ieri? Ero si stanca e forse un pó brilla, ma non cosí tanto da non accorgermi che ti stavi masturbando su di me!” Rispose lei sorridendo.

E mentre diceva quelle parole, poggió il bicchiere sul comodino alla sua destra e poi fece scivolare la mano sui mie pantaloni. Lentamente salí verso l'alto fino ad afferrare il mio cazzo duro con tutto il pigiama.
– “Non mi dirai che questo bel pisello dritto é solo frutto di una erezione mattutina? Continuó lei.
– “Sara… io, veramente…”
Non mi fece finire di parlare, con la mano sinistra mi chiuse delicatamente la bocca e con la destra molló la presa del mio uccello, per cercare di liberarlo dalla morsa dei miei slip che lo tenevano prigioniero.

Tiró indietro l'elastico dei pantalancini, poi quello dello slip ed il mio cazzo spuntó fuori come una molla. Dritto e duro come un palo di ferro. Sara lo accarezzó dolcemente, poi lo prese interamente in mano ed inizió a farmi una sega. Mentre mi masturbava, mi guardava dritta negli occhi, come per dire “lo só che ti piace da morire cugino mio”! Ed era cosí. Giá dopo sette, otto movimenti della sua mano lungo l'asta del mio pisello, sentivo la sborra “fermentare” dentro le mie palle.

Allora mi piego verso di lei, decido di prendere tra le mie mani la testa di Sara, l'avvicino alla mia, ed inizio a baciarla. Con la lingua esploro ogni angolo della sua bocca, mentre la sua mano non molla la presa del mio uccello. Quindi mi alzo, sfilo il mio pisello dalla sua morsa ed invito anche lei ad alzarsi. Siamo in piedi, uno di fronte all'altro. Ci baciamo ancora, mentre il mio cazzo in perenne erezione, trova spazio tra le sue gambe, strusciando sotto i suoi slip.

Sara lo sente e mentre continua a baciarmi, stringe leggermente le sue cosce ed inizia leggermente a muoverle. Cerca di farmi una sega con le sue gambe. Poi prende lei la situazione in mano, anzi…in bocca! Si abbassa, cerca di inginocchiarsi e mentre lo fa, le sue mani scivolano sui miei fianchi abbassandomi i pantaloni del pigiama. Adesso sono mezzo nudo ed il suo viso é di fronte al mio pisello. Afferra con entrambe le mani il mio culo ed avvicina la sua bocca al mio pisello.

Glielo metto tutto dentro, sento la sua lingua muoversi sotto la mia cappella. Diversi spasmi del mio uccello mi fanno capire che lo sperma inizia a salire lungo l'asta del mio cazzo. Gli prendo la testa e sfilo il mio cazzo dalle sue labbra. Non era il momento di sborrare, volevo, dovevo venire dentro la sua fica. Riempirla di sperma fino a farla esplodere. Lei si mette di nuovo in piedi ed intanto mi sfila anche la magliettina.

Ora sono completamenete nudo! É il momento che lo sia anche lei! Parto dal basso, inginocchiandomi gli sfilo le mutandine. Rimango qualche secondo ad ammirare quel bosco nero, quel posto oscuro che Sara ha in mezzo alle gambe! Mi ha sempre fatto impazzire la topa pelosa. Metto la testa in mezzo alla sua fica, respiro lentamente immerso in quell'esagerazione di peli neri. Strofino la punta del naso in cerca delle sua grandi labbra. Sento la sua pelle, sento la sua pelle “viva”, umida.

bagnata! Ci sono. Lo muovo in mezzo allo spacco della sua fica. Con le mani afferro il suo bel sederino e cerco di spingermi ancora piú dentro. Qualche suono esce dalla bocca di mia cugina, forse ha un principio di orgasmo. Continuo a muovermi in cerca del suo buchetto. Quel gioco, quella piccola masturbazione, doveva piacergli. Assaporato la sua fica, mi metto di nuovo in piedi. La bacio e contemporaneamente gli slaccio il reggiseno.

Ora anche lei é completamente nuda! Finalmente posso ammirare in tutto loro splendore quelle enormi tette di Sara. Le afferro dal basso sollevandole, mi attacco con le labbra ai suoi enormi capezzoli come farebbe un bambino piccolo in cerca del suo latte. Le succhio, le mordo, le stringo tra le mie mani. Poi mi stacco, osservo le sue grandi areole per qualche secondo e torno a baciarla sulla bocca. Adesso é mia cugina a condurre il gioco.

Si distacca da me di qualche centimetro, mi mette una mano sul petto e delicatamente, ma decisa, mi spinge sul letto. Sdraiato ed a cazzo dritto, vedo Sara raggiungermi. Come un equilibrista, rimane in piedi sopra di me. La osservo dal basso verso l'alto, cosí sembra piú alta quanto giá non fosse. Mentre il mio sguardo si concentra sulla sua fica ed ansioso di mettere il mio cazzo lá dentro, mia cugina inizia a giocare con il mio pisello.

Poggia la pianta del suo piede sulle mie palle ed inizia a schiacciarle, a muoverle, a “stirarle” verso il basso. Sento il mio cazzo gonfiarsi sempre di piú e sento anche la sborra cercare una via d'uscita. Sara continua a masturbarmi con i suoi piedi, fino a quando, facendo scivolare il suo pollice lungo tutta l'asta, vede le prime gocce di sperma uscire dalla punta della mia cappella. Allora smette. E mentre si abbassa, mentre avvicina la sua fica al mio cazzo, io allungo le mie mani verso le sue tette.

Lentamente si inginocchia. É vicina al mio pisello. Ci siamo. Sara si siede sul mio uccello. Glielo infilo tutto dentro, fino all'ultimo centimetro. Mollo la presa dei suoi enormi seni e posiziono le mie mani lungo il suo fondo schiena. Spingo fino in fondo il mio cazzo. Mi cugina poggia le mani sul letto, poco dietro le sue spalle e spinge anche lei la sua fica verso mio uccello. Si muove sopra di me senza fermarsi.

Sento che stó pervenire, percepisco gli spasmi del mio cazzo. La sborra inizia a salire. Sara ansima, grida, mi precede con un primo orgasmo. La sua fica pulsa attorno al mio cazzo. La tiro verso di me, spingo sempre piú, lo sperma sale… ci sono… ecco… arriva la prima sborrata… sento chiaramente quella crema calda avvolgere la mia cappella… vengo di nuovo… schizzo ancora e ancora dentro la fica di mia cugina… lei continua ad ansimare… urla, grida… io continuo a schizzare senza limiti… a sborrare non só quante volte… godo! Finalmente mi svuoto.

Sara rimane ancora qualche secondo con il mio cazzo dentro di lei, poi sfila la sua fica ed afferra il mio pisello con una mano. Lo stringe con forza, lo strizza con vigore e tirando su la pelle del mio cazzo, un'ultima schizzata riesce a rubarmela. Adesso avevo…aveva davvero svuotato le mie palle! Dieci minuti dopo eravamo entrambi sotto la doccia e pronti per il pranzo di Capodanno da mia nonna!
Quel pomeriggio stesso incontrai, ovviamente, anche la sorella di Sara, Rita.

Sapevo che erano molto unite e quello mi disse dopo, me ne diede la conferma. In un momento in cui nella sala da pranzo non c'era nessuno e forse con un pizzico di incoscenza, Rita si avvicinó a me, dicendomi:
– “Sara mi ha detto che vi siete divertiti stanotte. Guarda che sono gelosa!”
E contemporaneamente a quelle parole, toccó la tuta all'altezza del mio pisello, stringendolo per qualche secondo. Poi, con un sorriso malizioso, si allontanó per raggiungere gli altri in cucina.

E cosí Sara aveva giá condiviso il nostro piccolo segreto. Ora non mi restava che regalare il mio pisello anche a Rita, appena ne avessi avuto l'occasione.
Ma questa ve la racconto un'altra volta!.

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