lucia 11 – la vicina di casa

Una mattina mi svegliai nel letto di Lucia, lei non c’era, dopo un po’ sentii la sua voce venire dal salotto, c’era anche un’altra persona con lei, mi alzai dal letto e senza fare rumore andai in bagno, poi, dalla porta, cercai di sbirciare per vedere chi fosse, era la signora Egle, la vicina di casa di Lucia e sua cara amica, Egle ha circa 70 anni, capelli bianchi, corti, con un corpo ormai abbandonato a sé stesso ma che da giovane doveva essere una gran figa.

“lo so che sono vecchia, però ho ancora tante voglie!” esclamò Egle, le sue parole mi incuriosirono e stetti a sentire con attenzione.
“è normale, non devi sentirti imbarazzata. ”
“anche tu ogni tanto…”
“ma sì, certo, gli anni passano ma le voglie restano e poi siamo entrambe vedove, capisco cosa ti manca…”
“mi vergogno a parlarne, però tu sei la mia migliore amica e con te posso confidarmi, ogni sera a letto prima di addormentarmi devo accarezzarmi in mezzo alle gambe, è più forte di me!”
“capisco, anche a me succede.

” Rispose Lucia, in realtà Lucia ogni sera si beccava il mio bastone e mezzo litro di sborra.
“infilo le dita dentro, come quando ero una ragazzina…” aggiunse Egle sospirando, stava per piangere, era tutta rossa dalla vergogna.
“non devi fare così, è normale, devi colmare quello che ti manca, lo faccio pure io cara!” Lucia cercava di consolarla, a me tutta la scena fece irrigidire il cazzo.
“a volte vorrei andare in un negozio di quelli proibiti, a luce rossa, so che lì vendono dei cosi di plastica che sembrano veri, ma come faccio alla mia età?” chiese Egle rattristata.

“sei ancora una bella donna, puoi trovare un uomo con cui farlo. ”
“ma mi prendi in giro? chi ci verrebbe con me? Lo vedi come sono vecchia?” si alzò in piedi e si alzò l’orlo del vestito e quello della sottana fino alla vita.
“guarda le mie gambe, guarda la cellulite che ho sulle cosce!” portava dei bellissimi collant neri che le fasciavano le gambe e il cazzo diventava sempre più duro.

“e le tette, guarda che tette!” disse togliendo del tutto il vestito, dalla scollatura della sottana di raso nero tirò fuori due grosse tette bianche cadenti, con due enormi capezzoli; abbassai i boxer e presi a smanettarmi il cazzo con foga.
“ma non ti devi abbattere, si sa che a questa età si diventa vecchi!”
“beata te che sei ancora così bella! Sembri una ragazzina!” disse Egle guardando Lucia.
“ma che dici Egle, sono anch’io vecchia.


“negli ultimi tempi sembri ringiovanita, dimostri trent’anni in meno, dimmi come hai fatto, dimmi che cura hai usato!” una cura di cazzo, stavo per dire mentre mi tiravo una superba sega in onore di quelle tette e quelle cosce.
“non ho fatto nessuna cura, è solo che cerco di non abbattermi e di trascurarmi. ”
“mi aiuti tu a trovare un uomo, ma non un vecchio che non ce la fa neanche a baciarmi che gli prende un infarto, voglio uno più giovane, sono disposta anche a pagare, ho la pensione di mio marito e la spenderei anche tutta per un bel gigolo.


“Ma che dici, quale gigolo, vedrai che non ce ne sarà bisogno. Basta che ti curi un po’, ti aiuto io, ti farò ringiovanire, vedrai. ” La signora Egle si consolò, rimise il vestito e disse che andava a casa a cucinare, salutò Lucia ed andò via, io uscii dal bagno stavo ancora sparandomi la sega, Lucia era andata in cucina stava lavando le tazzine del caffè nel lavabo ed era di spalle, mi fiondai su di lei, le alzai la vestaglia rossa e la sottana, sotto non portava niente, e le schiaffai il cazzo nella figa in un sol colpo.

“buongiorno. ” Disse lei lasciando cadere le tazzine e reggendosi al bordo del lavabo.
“stamattina due troie in calore mi hanno svegliato con i loro discorsi e mi hanno fatto arrapare, ti dispiace se per sfogarmi mi svuoto i coglioni nella tua figa?”
“ci hai sentito parlare?”
“Sì, molto interessante. ”
“ti sei eccitato eh? Ti piacevano le gambe di Egle e le sue tettone vero?”
“sì, un gran tocco di donna la tua vicina.

” Le avevo preso le tette in mano e continuavo con il mio andamento ritmico, lento ma costante.
“e adesso vuoi scopartela. ”
“certo, è lei che lo vuole, non hai sentito? Vuole la tua stessa cura, e come puoi vedere il mio cazzo è pronto. Sei gelosa?”
“no, io ed Egle siamo amiche da tanti anni e mi dispiace vederla così, e poi tu già mi metti le corna con la signora del negozio di intimo.

“allora è deciso. Adesso pensiamo a noi. ” Chiavai Lucia ancora per un po’, poi insieme venimmo copiosamente, io nel suo utero, lei sul mio cazzo.

Come programmato, l’indomani Lucia fece venire a casa Egle, era il primo pomeriggio e le due donne stavano bevendo il caffè sedute sul divano del salotto, io le ascoltavo di nascosto.
“allora Egle, che uomo vuoi?”
“Uno qualsiasi, non posso mica mettermi a mercanteggiare, basta che voglia fare sesso con me.


“ti andrebbe bene anche un ragazzo con meno di trent’anni?”
“Un ragazzo? Ma dove lo trovo un ragazzo che ci stia? Andiamo su non prendermi in giro. ”
“che ne pensi del ragazzo a cui ho affittato la camera?”
“ma sei matta, figurati se quello ha in testa di fare sesso con una vecchia di 70 anni!”
“potrei chiederglielo, chissà. ”
“ma dai Lucia, sono venuto qui a chiederti aiuto e tu invece mi prendi per il culo, bella amica che sei!”
“fidati di me, vedrai che se glie lo dico io non dirà di no.

” Lucia mi chiamò ad alta voce, io feci finta di chiudere la porta della mia stanza e andai in salotto.
“buon giorno signora Egle, come sta?”
“Non c’è male caro…” disse Egle con imbarazzo.
“aveva bisogno di me signora Lucia?”
“sì, volevo sapere che ne pensavi della mia amica Egle. Lei pensa che non è più bella e volevamo un parere maschile. ”
“io penso che lei sia molto bella, non deve svalutarsi.


“ti ringrazio. ” Rispose Egle senza aggiungere altro.
“ma tu, con una donna come Egle faresti l’amore?” chiese quella troia di Lucia reggendo bene il gioco.
“Ma cosa dici Lucia! Oh che vergogna!” esclamò Egle mettendosi le mani sulla faccia.
“Beh sì, come ho detto la signora Egle è molto bella. Sarei felice di fare con l’amore con lei. ” Dissi, Egle per un attimo trattenne il fiato, non credeva alle sue orecchie, tolse le mani dal viso e guardò prima me, poi Lucia con sguardo incredulo.

“perché non rendi i tuoi omaggi ad Egle, credo che a lei piacerebbe. ” Mi inginocchiai davanti ad Egle e con molta devozione le baciai i piedi, indossava delle ciabatte di sughero alte sul tallone, addosso aveva un paio di collant neri, le strinsi i polpacci e le leccai le gambe con voluttà, la vecchia ebbe quasi un mancamento, stava provando sensazioni che non sentiva da anni.
Le scoprii le cosce, erano enormi, molto più grandi di quelle di Lucia o di Eva, le leccai indugiando con la lingua sul nylon che comprimeva la cellulite; andai più in alto, e vidi che Egle indossava una guaina nera sopra i collant.

La leccai e poi glie la abbassai, togliendogliela.
“Basta basta, che vuoi farmi?” disse Egle cercando di trattenermi mentre le toglievo la guaina.
“Rilassati, stai calma, ci penserò io a te. ” Le risposi, anche Lucia si avvicinò posando una mano sulla testa dell’amica.
“non ti preoccupare, lui sa cosa fare. ”
“sei stupenda Egle, sei una donna meravigliosa, voglio farti godere, ti amerò e ti prenderò per farti provare sensazioni che non hai mai provato con nessuno prima.

” Riuscii a calmarla, odorai la guaina che portava e leccai nel mezzo per catturare i sapori della figona di Egle.
“Che buon sapore, non vedo l’ora di farti venire e bere i tuoi succhi Egle. ”
La facemmo alzare e le togliemmo il vestito che portava, poi le abbassammo i collant e le mutande di cotone bianche fino alle cosce e la facemmo risedere, le spalancai le gambe e mi infilai in mezzo, la sua figa era enorme e pelosa, le labbra gonfie e serrate, le toccai e le accarezzai, Egle buttò la testa indietro in preda ad uno spasimo di piacere.

Divaricai le labbra e mi gettai a leccare l’interno, era molto sensibile, erano anni che non sentiva il contatto di un uomo. La donna era in estasi, con la coda dell’occhio vidi Lucia che sorrideva compiaciuta, non era per niente gelosa. Dopo un po’ che leccavo la sorcona di Egle, mi tolsi dalle sue gambe e le feci togliere i collant e le mutandine che portava.
“vai a prendere il regalo per Egle.

” Dissi a Lucia che andò nella sua stanza da letto e tornò poco dopo con un paio di collant ancora imbustati.
“Li abbiamo comprati ieri, apposta per te. ” Disse Lucia aprendo la confezione e porgendomeli, erano un paio di collant lucidi trasparenti, facemmo alzare Egle e l’aiutammo ad infilarseli.
“Guarda come sei bella così!” disse Lucia, i collant fasciavano perfettamente le gambe, le cosce e il ventre di Egle ricoperto dalla cellulite, la sua figona nera appariva luccicante sotto il nylon.

Non ce la feci più, feci sedere di nuovo Egle, tirai fuori il cazzo e lo puntai sulle labbrone della figa.
“Rilassati Egle, così aiuti la penetrazione. ” Strofinai il cazzo già balzotto sul nylon sporcandolo tutto, poi con i denti feci un buco all’altezza della sua figa, divaricando un po’ l’apertura nei collant.
“Ma erano nuovi. ” Disse Egle un po’ contrariata.
“Non ti preoccupare, così sono più pratici.

” Disse Lucia ormai esperta in materia.
“Te ne compreremo altri. ” Aggiunsi. Entrai piano piano mentre Egle gemeva dal godimento, riuscii a far entrare tutto il bastone, e poi iniziai a pompare; chiavavo con forza la vecchietta facendole ballare le tette e la pancia, le alzai le gambe accarezzandole le coscione coperte dal nylon.
I miei colpi si fecero sempre più intensi, finché avvertii Egle che stavo per venire. Venni in un urlo riempiendo di sborra calda la sorcona di Egle, restai dentro di lei per un po’ per essere sicuro di svuotarmi per bene e poi estrassi il cazzo pulendolo sul collant.

Egle era distrutta da quella cavalcata ma felice.
“mi hai fatto contenta, davvero!” disse Egle, quasi singhiozzante dalla gioia, Lucia si avvicinò ad accarezzarle la testa mentre io mi chinai e la baciai con passione cercando la sua lingua con la mia.

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