con Carla 12 anni dopo

Dopo aver vissuto per tanti anni fuori, sono tornato a vivere nella mia città grazie ad una buona offerta di lavoro. Ho 30 anni ora e dopo la fugace iniziazione ad opera della mia prof. di inglese, ho avuto altre relazioni con ragazze della mia età, però ho sempre continuato ad avere un debole per le donne mature.
Un giorno ero andato a comprare uno shampoo al supermercato e mentre stavo scegliendo mi accorsi della presenza di una donna accanto a me, stava anche lei scegliendo un bagnoschiuma, guardandola in viso mi accorsi che era Carla, la mia ex prof di inglese ed ex amante.

Non era cambiata molto in 12 anni, a parte un po’ di rughe in più e i capelli più chiari ma sempre corti, indossava sempre i suoi occhiali un po’ retro e l’effetto su di me era sempre lo stesso.
“Carla. ” Dissi con un nodo in gola, lei si volse e dapprima aggrottò le sopracciglia, poi riconosciutomi spalancò gli occhi e la bocca.
“Sei tu!” l’abbraccio fu spontaneo e anche forte, eravamo entrambi sorpresi, le raccontai quello che avevo fatto, l’università eccetera mentre ci avvicinavamo alla cassa.

Parlammo a lungo, del tempo che era passato, dei miei compagni del liceo e dei professori. L’accompagnai fino a casa, visto che era vicina al supermercato, sulla soglia del portone non ce la feci più, non c’era nessuno vicino così potei confessarle che la desideravo ancora. Lei fu sorpresa e restò in silenzio mentre le parlavo.
“Non sono più un ragazzino, sono un uomo, ho avuto tante storie con ragazze della mia età, però nessuna è stata come te!” lei arrossì e abbassò la testa
“Sono vecchia ora.


“Per me sei sempre giovane e bella, ti voglio Carla, ti desidero ancora, tantissimo!” le dissi avvicinandomi un po’, lei mi prese la mano e mi tirò dentro il portone.
“Vieni su che non resisto. ” La seguii su per le scale, arrivati alla porta le ressi le buste della spesa e lei aprì la porta, appena dentro richiusi la porta e l’abbracciai da dietro facendole sentire il mio cazzo già duro e pronto per l’uso.

Presi a leccarle il collo e poi la voltai infilandole la lingua in bocca, le lingue frullavano e la saliva sbavava il suo leggero rossetto. Mi portò nella sua stanza da letto e le tolsi la maglia e lei fece sfilare la gonna mentre mi toglievo la camicia. Lei mi slacciò la cintura e abbassò i jeans, i boxer erano gonfiati dal cazzo già duro, lei li abbassò e lo prese in bocca.
“Amore!” Le dissi in estasi sentendo la sua bocca esperta sul mio membro.

Dopo alcuni minuti le alzai la faccia e la baciai ancora voglioso della sua bocca; intanto le accarezzavo il culo velato dal collant, era ingrossato dall’ultima volta e la cellulite era evidente, ma mi eccitava molto. Le sfilai il collant insieme agli slip, liberando la sua figona pelosa e la buttai sul letto, la zoccola spalancò le gambe iniziando a masturbarsi vogliosa.
Mi ci avventai con tanta voglia di bere il suo miele e la feci godere come una pazza, con la lingua scesi fino al buco del culo ricoperto da una leggera peluria mi rendeva il cazzo ancora più duro.

La prof mi tirò dai capelli per prendere in bocca il suo stesso sapore.
“sputamelo in bocca bastardo!” Mi disse infoiata come non mai. Feci quello che voleva mentre il cazzo già premeva sul suo bosco, bastò una leggera pressione e la cappellona entrò dentro, Carla gemette leggermente, non se l’aspettava, allora diedi alcuni colpi più duri e dopo tanti anni il mio cazzone rientrò nella sua tana preferita.
“mi squarti!” Gridò mentre affondavo dentro di lei, spinsi sempre più in profondo e poi iniziai a chiavarla con foga, sputandole in faccia e leccandola.

Dopo alcuni minuti la girai e la chiavai a pecorina, dandole colpi tremendi e stringendole le chiappone. Le palle mi sbattevano sulla figona e la vecchia zoccola era già fracida di umori. Le tirai i capelli dietro e le sputai in faccia.
“Chiavami porco! Dammelo tutto!” non le diedi tregua per diversi minuti e dopo lo tirai fuori duro e paonazzo.
“vieni che ti chiavo in bocca!” Le dissi, lei lo prese in bocca e le diedi uno schiaffo sulle mani, non volevo che le usasse, le strinsi la testa tra le mani e la chiavai in bocca, i suoi conati mi facevano eccitare e diverse volte eruttò bava e saliva sulle sue tettone cadenti e sul cazzo.

“Ti piace?” le dissi guardandola negli occhi mentre la fottevo.
Dopo l’ennesimo conato sconquassante si lasciò sul letto.
“Voglio che mi rompi il culo. ” Mi disse con aria da troia, con l’età si era imputtanita molto.
“Come vuoi, ma ti farà molto male…”
“non mi interessa, voglio solo il tuo cazzo, prendi l’olio che c’è nel bagno e lubrificalo bene se non entra. ”
Feci quello che mi disse, ma prima di ungerla la leccai a fondo con la lingua.

Poi con due dita infilai dentro un po’ di olio, facendola eccitare ancora di più. Avevo il cazzo di marmo e iniziai la monta, appoggiai la cappella al buco un po’ dilatato e la penetrai. Ci vollero diversi minuti per inserire la cappella e poi presi a chiavarla per fare entrare il resto ma Carla provava tanto dolore.
“Non ti fermare, lo voglio tutto dentro!” non mi fermai e spargendo olio sull’asta riuscii ad affondare un altro po’, aumentando l’andatura della chiavata.

La mia ex professoressa di 65 anni godeva e soffriva allo stesso tempo e le mie palle erano piene di sborra per lei. Con altri colpi duri affondai bene la cappella e arrivai a sentire le sue budella, facendo scorrere dietro l’asta vidi che era sporca, invece di provare schifo mi eccitai ancora di più.
“Ti faccio un bel clistere Carla!” le urlai e presi a chiavarla forsennatamente. Bastarono pochi secondi ed eruttai nella sua pancia, lunghi fiotti di sborra calda che le riempirono l’ano.

Lo tirai fuori piano piano e Carla era ormai sfatta.
“Ah che dolore! Devo andare in bagno!” mi urlò alzandosi di shitto, si posò una mano sul culo e si diresse verso il cesso, la seguii e la vidi sedersi sul water pochi attimi prima di scaricarsi.
Le presi la faccia mentre si svuotava e la baciai con passione mentre ripulivo il cazzo sulle sue mammelle.
“E questo è solo l’inizio amore.

” Le dissi, e Carla sorrise.

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