Una calda notte d’ inverno

Una calda notte invernale
Tratto da una storia vera.
È un po' che mi sono reso conto degli sguardi che quella tipa continuava lanciarmi, è un angelo tra l' inverno, siamo tra le luci di una discoteca in zona, è sabato, e fuori piove!
Questa musica mi annoia, non è il mio genere, mi ritrovo in questo postaccio per colpa dei miei amici, stavo passando la serata su un divanetto a sorseggiare drink, non avendo niente in programma, ma dopo aver incrociati i suoi occhi, forse fu un'illusione, la serata cambiò musica; era alta, capelli corti e biondi, labbra grosse e viso del tutto innocente, neppure lei sembrava essere a suo agio in quel locale.

Aveva una gonna rossa, di poco al di sopra del ginocchio, una camicetta a mezza manica bianca, che risaltava il suo seno, cravattino nero, rigorosamente corto, che dava quel tocco di trasgressività ad una con l'aria da liceale. Mi avvicino, imbarazzato, cercando di non distogliere lo sguardo dai suoi verdi occhi, in mezzo a tutto quel casino, noi c'eravamo già compresi; le dico ciao, lei accenna un sorriso e con una leggera arroganza dice “portami da bere!”, ricambio il sorriso e vado al bancone, prendo un Sex on the Beach per lei e un Martini per me, glielo porgo e con una mano alla vita l'accompagno all'uscita, permetti che dopo sette euro di cocktail vado subito al sodo; lei sorseggia, ma prima di arrivare all'uscita poggia il bicchiere su un tavolo e mi spinge verso il bagno, lì per lì mi coglie impreparato, ho ancora il Martini in mano, le dico ” fammi almeno finire il Martini! “, lei era impaziente, me lo strappa di mano e lo beve in un sol sorso.

Comincio ad avere una visione più chiara di ciò che sta avvenendo; finisco seduto sul cesso, lei si siede a cavalcioni di fronte a me, e mi fa “piacere, Giulia,” e io molto lieto “Mr. X”, lei mi guarda, ed esclama “stronzo! ” poi mi morde le labbra; in un attimo, quella liceale si era trasformata in un demonio del sesso!
Le sfilo il cravattino, lei si attacca al mio orecchio e mi trafigge il timpano con la lingua molto calda e viscida; “Dylan”, il mio Tottem, si innalza in tutta la sua grandezza e comincia a spingere contro i tessuti del mio jeans.

Mi strappa i bottoni della camicia, Porca Troia era nuova, ma sono troppo arrapato per pensare ai soldi in questo momento; come se desiderasse altro che… Mordermi!
Le poggio le mie mani sulle sue bianche cosce, lentamente salgo le sfilo le mutandine; rosa, profumate, e della Barberry.
Mi slaccia la cintura e libera Dylan da quella “gabbia “, lo maneggia come fosse un joystick dell'Xbox, mi bacia il collo, e con la lingua scorre giù per il petto, fino a trovarsi faccia a faccia con il mio duro e incazzatissimo Dylan, lo bacia, lo lecca, lo venera e lo adora come fosse un Dio, succhia, non il mio cazzo, la mia anima, ero in preda a spasmi epilettici, sembrava che non facesse altro che quello nella sua umile vita; continuava a stantuffarmi l'uccello, la prendo per i capelli e con voce affannata le dico “Giulia, fermati! o finisce tutto troppo presto”
Si alza, a cavalcioni su di me e la penetro, completamente, spudoratamente, e lei lascia un leggero grido di pura libidine.

Le tolgo la camicetta e con estrema sicurezza le slaccio via il reggiseno, mi trovo di fronte ad un'esperienza mistica, e come un bambino mi attacco alle sue mammelle; lei si affanna, mi desidera, mi prende per i capelli e mi stringe al suo seno morbido; aumento il ritmo da farla saltellare come se stesse facendo Dresagge a equitazione; mi fermo, la faccio alzare e le sfilo anche l'ultimo straccio superstite… la gonna, la giro a 90° e do sfogo alla mia mente perversa, lei ansima “piano! fai piano! ” ma il mio orecchio è come se percepisse “di più, di più!”.

Ce l'ho davanti a pecora, ed è una gran bella pecora, ascoltavo il dolce suono dei suoi gemiti e il porco schiocco delle mie palle che sbattevano. Era finito, ma il desiderio di sfondarmela era enorme; sento bussare alla porta, me ne infischio, penso ai miei amici, ma se la caveranno, me ne sbatto anche del dolore alla schiena perché il mio unico desiderio è di farla esplodere in un commemorabile orgasmo.
Continuo a possederla! è mia! la reggo per le tette, lei era appoggiata con le mani sul gabinetto, continuo a picchiare, ma la celestiale visione del suo fantastico sedere mi manda al capolinea; ho sempre sostenuto che l'unico rapporto esistente tra madre natura e l'arte è un bel culo!
Intanto continuavo, lei era finita, io sto per venire; mi fermo di colpo, la giro, le porgo la mano dietro la testa e col sorriso sulle labbra esclamo “avevamo un conto in sospeso, ricordi?!”, mi capisce al volo, si inginocchia e riprende a succhiarmelo, è una gran pompinara, lo prende in bocca divinamente, gioca con la sua lingua sulla mia cappella, sorrideva, sembrava divertirsi come mio fratello piccolo quando giocava a nascondino con i suoi amici, anche io mi sto divertendo, e le dimostrai tutta la mia felicità in una sborrata epica, bocca, volto, seno, inondata dal mio sperma; si alza, le porgo un pacco di fazzoletti, la invito a pulirsi, lo fa, si riveste e si dirige verso lo specchio a sistemarsi trucco e capelli, infischiandosene di essere del bagno degli uomini.

Poi apre la porta, e prima di uscire mi mando un bacino, dopodiché esclama “arrivederci Mr. X”
Chissà se un giorno la incontrerò di nuovo….

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