La prof e la puttana

Quanto è noiosa la pioggia, specialmente quando sei in vacanza in un campeggio a Peschiera del Garda, aggiungeteci la compagnia di un marito, ossessionato dalla forma fisica, che non fa altro che uscire con barche, canoe, kail surf, qualunque sia la condizione atmosferica e ti lascia sola. Vista la pessima stagione di quest’anno molte delle case mobili, a fianco della nostra erano vuote. unica compagnia la pioggia e qualche libro.
la giornata era davvero plumbea, quando finalmente il silenzio cimiteriale fu rotto da un gruppo di ragazzi tedeschi, poverini si erano svegliati con le tende al centro di uno stagno e l’interno allagato.

Il gestore del camping mosso a compassione, li aveva sistemati nella casa mobile a fianco.
Erano inzuppati e sporchi di fango, e io…
Oh scusatemi non mi sono presentata, mi chiamo Eva ho trentasette anni, sono Bruna, un fisico discreto, due bei seni sodi, senza figli… e sono una odiatissima professoressa di matematica.
Come dicevo poc’anzi, vista la giornata vuota da impegni mondani, mi sentii davvero felice di riempire il vuoto pneumatico della giornata facendo del bene al prossimo collaborando con quel festoso gruppo a mettere in ordine e recuperare quei pochi vestiti che erano rimasti asciutti.

Da buona donna avvezza ai ragazzi li spedii a fare una bella doccia calda, poi puliti e profumati sarebbero tornati da me, dove avrebbero trovato del the caldo e biscotti.
Chiarisco: Il gruppo di allegri sfollati, era formato da Sei bellissimi ragazzi, molto educati, laloro età spaziava dai 22 ai 17 anni, con dei corpi veramente tonici che finito l’anno di studio , erano partiti per un mini tour dell’Italia del nord, in bicicletta.

La pioggia riprese in un crescendo impressionante, ma fu proprio il tempo a far decollare la conversazione, poi qualche allegra amenità, qualche battuta e un pochino di musica e la giornata plumbea e noiosa stava virando al bello.
Non mancai di osservarli mentre lasciavano cadere gli asciugamani per infilarsi i vestiti facendo finta di nulla.
da come eravamo ormai in confidenza sembravo la sorella maggiore.
Non so cosa mi successe, ma complice il fresco della pioggia e il calore dei corpi dei due ragazzi vicini, le loro braccia sulle mie spalle e dietro la mia schiena, ed ecco che sotto il leggero maglioncino di cotone dall’ampia scollatura, sentii i capezzoli inturgidirsi, anche i ragazzi lo notarono lo capii dalle occhiate che si scambiavano e dalle gomitate, cercai comunque di contenermi.

A rompere la bella atmosfera giunse la telefonata del mio lui, il noioso imbecille insieme ad alcuni compari di avventura si era portato lontano, era arrivato fino a Garda in kayak, li sorpreso dalla grandine aveva riparato sulla riva di Punta San Vigilio, ed era ormai pomeriggio inoltrato.
<< E cosa pensi di fare adesso, è già tardi>> gli urlai stizzita.
<< Ascolta>> mi disse << Siamo approdati in un campeggio, il gestore ci concede una sistemazione, andiamo a mangiare domani mattina ripartiamo, eventualmente ci facciamo accompagnare con un furgoncino>>.

Cosa potevo fare? Gli dissi che era la cosa migliore ,non sapevo se inviargli un vaffa o un grazie che stai fuori dai coglioni.
Era ormai ora di pensare alla cena, la pioggia non cessava, quei ragazzi erano digiuni, a parte il the e i biscotti, le loro provviste erano ormai perse, quindi perché non fare un ulteriore passo.
<< Cosa ne dite se vi preparo una pasta all’italiana?>>
Furono entusiasti, mi chiesero quali ingredienti occorrevano per la pasta alla carbonara, feci loro la lista, il solo problema era di muoversi da li e camminare nel fango, due di loro presero il coraggio a due mani e andarono li vicino in un supermercato.

Quando tornarono, notai che oltre agli ingredienti avevano comperato anche una torta e alcuni pacchettini.
Mi fecero segno di non parlare e di avvicinarmi, mi bisbigliarono che proprio quel giorno era il compleanno di Hans, il più giovane, compiva diciotto anni e come giornata di compleanno non era certo il massimo.
In cambio di quella pasta, ricevetti dei baci, brr sentivo dei brividi percorrermi tutto il corpo e una voglia irrefrenabile di abbracciare e baciare sulle labbra anzi di limonare decisamente tutti loro.

Dovevo contenermi, pensavo :<< Be Eva che stai combinando, ricomponiti prof, potrebbero essere tuoi allievi>>.
Ma già quella ragionante era la Eva professoressa altezzosa e seria, l’altra la donna sentiva un piacevolissimo calore al basso ventre.
Ma riprendiamo, mi ero cambiata per il festeggiamento, ampia maglietta con scollo enorme, di quelle insomma che lasciano sempre una spalla e mezzo seno nudi, short e zoccoli da parata, quindi terminato il festeggiamento ci sedemmo in cerchio e iniziammo il giro dei “Prosit”, conditi ognuno con un pensiero positivo e un sorso di spumante, al secondo giro la testa mi era diventata leggera, avevo caldo anzi caldissimo, “ mi misi di fronte ad Hans e feci il mio Prosit << Evviva Hans finalmente entrato nel mondo degli adulti>>.

Colpa del vino e del profumo della sua pelle ma sentii un brivido caldo dalle guance alle caviglie, dalla scollatura estrassi una retta con il capezzolo che sembrava un proiettile, spalmandoglielo sulle labbra, fino quando lui si decise e iniziò a succhiarlo, era fatta tolsi la maglia e a quel punto le mie tette circondarono la faccia di Hans quasi soffocandolo, presi le sue mani mi feci afferrare i seni e fummo labbra sulle labbra.

Ero impazzita probabilmente, ma era la prima volta che mi sentivo tanto bene, mi alzai al centro di quel cerchio e mi sfilai gli short accorgendomi che erano bagnati, alzai le braccia per farmi ammirare, girai su me stessa più volte, mi chinai per mostrare bene il mio lato B e con le mani allergai le chiappe.
Scrosciò un applauso, ero eccitata, io nuda tra loro e loro ancora vestiti, misi i miei capezzoli nella bocca di ognuno, che bello.

Prof o puttana ma chi se ne fregava più.
Si strinsero attorno a me qualcuno mi alzo una gamba, mente un secondo infilava delicatamente le dita nella vagina caldissima e bagnata, altri mi baciavano i seni la pancia le gambe la bocca
Era una sinfonia di sensazioni, mi ripresi un attimo e mi irrigidii li guardai severa e loro si fermarono. <<Scusaci Eva noi pensavamo che tu … >>Sorrisi loro <<si ragazzi però non si fa così>> mi guardarono preoccupati, ripresi << il festeggiato è Hans a lui la precedenza >>, Misi il ragazzo contro la parete, e feci quello che stupidamente il mio compagno non voleva, piano piano appoggiai la lingua e poi le labbra sulla sua cappella e feci scivolare il suo uccello nella mia bocca, e poi via su e giù, che sapore quell’uccello , mi piaceva, non durò molto era troppo eccitato mi accorsi che stava venendo, mi fermai un attimo, ultima lleccatina alla cappella ed ecco il suo nettare caldo nella mia bocca, e quel sapore intenso.

Ero accaldata felicissima, allora feci un altra di quelle cose che una prof non fa, uscii nuda sotto la pioggia.
Al rientro bagnatissima i ragazzi mi porsero un asciugamano e mi aiutarono ad asciugarmi, poi sempre con calma e dolcezza ricominciarono a baciarmi dappertutto, la bocca, la vulva, le gambe, uno fece un tour completo dei miei seni, stavo esplodendo.
Allora era quello il piacere di abbandonarsi lasciarsi trasportare senza peso.

Fra l’altro devo dire che erano tutti ben dotati, una selezione decisamente felice.
Uno di loro si stese a terra mi invitò a salire, non mi feci pregare, il suo cazzo sparì in me e sentii che mi stuzzicava la cervice, un altro con estrema delicatezza e dopo avermi baciato me lo infilò in bocca, nella bocca, quando poi un terzo mi umettò il culo, e con piccoli colpi mi sfonda il culo, si sfondare è il termine giusto, aveva un cazzo davvero notevole, Le sensazioni esplosero.

Ero circondata di dolcezza, stavo sperimentando l en plein, con anche le mani impegnate, tante erano le sensazioni che pensai di perdere i sensi pareva un sogno le immagini sembravano al rallentatore, ma no no era la realtà.
mi rigirarono più volte, erano padroni del mio corpo e io mi abbandonai tra loro, iniziai a venire una, due tre volte, le gambe mi tremavano incontrollabili, ripreso il controllo poi furono i ragazzi a venire, prima un fiotto caldissimo nella vagina, poi in bocca, e gli ultimi tre in sequenza nel mio culo.

Come pensate che mi sentissi, voi direte come una puttana, in colpa, ma manco per idea ero felicissima, affanculo la prof.
La prof riemerse solo per mettere i cinque ragazzi seduti da un lato per tenere una lezione, fece stendere Hans a pancia sopra, e massaggiandogli la cappella con le labbra ravvivo il suo cazzo, un oggetto di discrete dimensioni su una pancia a tartaruga favolosa.
Mi sedetti su di lui e infilai lentamente il cazzo in culo, e via a galoppare, facendo sbattere le chiappe su di lui, presi varie posizioni, sempre a favore della vista degli allievi, poi lui sopra, mi afferrò i seni e con una foga atletica mi martello il culo per dieci minuti, nei quali venni due volte schizzando per la prima volta nella mia vita, mi godetti fino in fondo quella meravigliosa inculata godendo senza interruzione per alcuni minuti mentre lui veniva.

Era ormai ero soddisfatta, dovevo fare la doccia e lavarmi, il campeggio era semibuio, feci l’ultima a zio ne per sfogarmi di quella vita matematica e ingessata, uscii completamente nuda per andare con i ragazzi alla doccia, sentivo sotto i piedi il fango, dato che ancora pioveva, mi rotolai nella pozza di fango come una bambina mi sporcai il più possibile di fango. fatta la doccia rientrai nella mia casetta e mi buttai su uno dei sacco a pelo e dormii tutta la notte come un angelo in mezzo ai miei giovani avanti, al mattino mi svegliarono con la colazione, e a tre per volta mi salutarono, immaginate come…
Ho ancora i loro indirizzi, penso proprio che andrò in Germania per un corso di aggiornamento.

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