ci pensa la mamma III

La loro vita, durante il giorno andava come sempre, era cambiato solo qualcosa, la notte; la casa si trasformava in un’ alcova di peccato e di desiderio, di giochi fino ad allora brevi ed intensi.
Dapprima Paolo vedeva sua madre come la vede un figlio, la amava come tale, bellissima.
E così, il rapporto con sua sorella, normale rapporto fratello – sorella; litigate, disinteresse ed indifferenza nelle cose quotidiane; ogni tanto si incontravano per casa non nudi ma svestiti ma non si consideravano neanche, era usuale.

Anche con Fiamma, erano tutti trasparenti.
Tutto normale nella giornata, ma all’ora di andare a dormire si svegliava da quella sera dopo quel bacio la voglia di sesso e di infrangere i tabù e la moralità, non pensavano più al loro legame genetico, ma alla loro comune voglia.
La mamma pensava che Simona non sapesse, Simona invece sapeva e giustificava le proprie perversioni con quelle di sua madre, e Paolo, vittima e carnefice di tutte e due, un cerchio perfetto.

La sera successiva Paolo andò in pizzeria con gli amici del tennis e quella dopo ancora c’era la partita del torneo scolastico di pallavolo e Simona per paura di perdersi qualcosa in casa fece in modo che sua madre e suo fratello l’accompagnassero e vedessero la partita per poi riportarla a casa.
Andarono in palestra ed iniziò la partita. Paolo non guardava la partita in se stessa ma guardava le ragazze, ed una in particolare: sua sorella; aveva un fondoschiena dipinto e la sua sensualità era accentuata dai pantaloncini.

Era bello, ondeggiava a destra ed a sinistra e sotto quelle cosce tese e lisce, e la maglietta che stringeva il seno prosperoso per non farlo dondolare.
Si perdeva e fantasticava in quelle forme e l’erezione non si fece attendere, Fiamma se ne accorse, vide la patta gonfia:”Ti diverti?” disse lei mettendogli una mano sulla coscia e guardando prima l’erezione e poi lui negli occhi.
Voleva fargli capire che aveva notato e lui capì subito, ma non dissero niente.

Era il loro gioco: si facevano intendere senza dire nulla; facevano e non dicevano, era tutto più facile ed evitava imbarazzi.
Fiamma dopo quel gioco di occhi disse:”Che bella sorella che hai vero tesoro?”
“Si, è vero; me ne sono accorto anche io” rispose lui
“Ho visto” lo provocò lei
Lui tacque, solo la madre poteva parlare. Il gioco che avevano iniziato era troppo bello, sapeva che non poteva rischiare di dire qualunque cosa che potesse interromperlo; doveva prendere quello che veniva.

La partita finì e tutti e tre insieme tornarono a casa
Il giorno dopo era giovedì, il giorno del rientro settimanale. Lo avevano tutti e due nello stesso giorno, tornarono a casa nel tardo pomeriggio, una doccia per tutti e due, un po’ di relax e la cena.
Avere due stanze separate, per due fratelli è l’ideale; niente turni per tv, pc o cambiarsi, niente insomma. Ognuno aveva la sua autonomia e la sua intimità, anche mamma aveva la tv in camera; così si potava stare insieme in salotto oppure nella propria stanza.

Nessuno rinunciava mai a niente e non si discuteva mai, o quasi mai.
Quella sera alla televisione c’c’ un bel film d’azione e tutti dopo cena si spostarono in salotto per guardarlo insieme, Fiamma arrivò non appena ebbe lavato i piatti.
Finito il film Simona si alzò per prima per andare in bagno a prepararsi, si lavò i denti e dopo il bidet, diede una sciacquata anche ai piedi; le piaceva infilarsi a letto tutta pulita, sentiva le lenzuola più accoglienti.

Dopo di lei toccò al fratello che fece le stese cose tranne che per i piedi, visto che aveva fatto la doccia per ultimo prima di cena; e andò in camera sua a sdraiarsi sul letto con il portatile sulle gambe.
Fiamma spense la tv e la luce della sala, poi a sua volta entrò nel bagno grande per preparasi.
Passarono dieci minuti ed uscì con la sua giacca da camera ben allacciata e andò a dare la buonanotte a sua figlia.

Uscì poi dalla stanza chiudendosi la porta dietro, percorse il corridoio ed entrò in stanza da Paolo che era sdraiato schiena alla testiera con il computer davanti.
“Cosa fai ancora al pc?”
“Niente, cancellavo della roba inutile, ma ora ho finito”
“Bene, allora dai buonanotte alla mamma su”
Lei le tolse il computer ormai spento dalle gambe e lo appoggiò sul comodino, poi si risedette sul letto vicino ai fianchi di Paolo e sorridendo lo baciò tenendogli una guancia.

Dopo il bacio Fiamma arretrò una quindicina di centimetri per vedere l’espressione di suo figlio e vide che ne voleva ancora, così bagnandosi le labbra con la lingua si appoggiò di nuovo sulla sua bocca. Si baciavano a bocca aperta e le loro lingue continuavano ad abbracciarsi nelle bocche ora dell’una ora dell’altro.
Paolo intanto aveva spostato i palmi delle mani dal viso ai seni per poi cingere la vita di sua madre.

Lei si slacciò la cintura della giacca per poi aprirla e farla cadere giù come alcune sere prima, quindi si alzò e la fece scivolare silenziosamente a terra facendo godere a suo figlio lo spettacolo di vederla il reggiseno e slip.
Lui aveva gli occhi fuori dalle orbite, sbavava quasi e lo aveva duro come l’acciaio.
Inutile dire che gli occhi che guardavano Fiamma erano quattro, Simona era nascosta dietro alla porta socchiusa circondata dal buio del corridoio, era quasi impercettibile.

La luce nella stanza di Paolo era spenta, c’era solo l’abat-jour che produceva una luce soffusa, ma le pareti pesca della camera ed i mobili bianchi davano la luce giusta per esaltare il colore e le forme di quella splendida mamma.
Si mise a sedere e mentre si slacciava il reggiseno da dietro, lui le guardava dove non aveva mai avuto la possibilità di vedere: mamma portava uno slip comodo, bianco, fatto di pizzo trasparente così che lui poteva vedere il suo pelo nero che lo macchiava e tendeva ad uscire di fianco.

“Sveglia! – disse lei – queste allora non le vuoi?” appena posta la domanda Fiamma allungò le braccia verso Paolo che annuendo con la testa prese spalline e le sfilò il reggiseno, lei allargò le braccia come per offrire le tette a lui, che senza scollarle gli occhi di dosso si lasciò sfuggire un “Oh mamma…” e togliendosi la maglia del pigiama prima strinse sua madre a sé per baciarla ancora e sentire il suo seno sulla pelle e poi comiciò a toccarle come tre sere prima; massaggiandole,stringendole e leccandole e succhiandole più che poteva.

Mentre lui svolazzava nel suo paradiso, lei infilò una mano nel pigiama di suo figlio e cominciò a stringere, ad accarezzare e a lavorare dolcemente la voglia di suo figlio.
“Aspetta, togli il pigiama amore mio” e senza aspettare che lo facesse lui Fiamma prese il pigiama, e le mutande di Paolo e le fece scendere fino a toglierle via lasciandolo nudo.
“Ho fatto il figlio più bello del mondo – disse teneramente lei -e sono sicura che sei anche il più buono”
Si sedette di novo sul letto accanto a lui e ci si accoccolò sopra per baciarlo e per fargli sentire il solletico dei suoi capezzoli eccitati sulla pancia, era come se lui prendesse la scossa, aveva i brividi.

Piano Fiamma scese giù baciando e leccando con la punta della lingua dalla bocca sempre più giù zigzagando fino a prenderglielo in bocca.
Lei ne aveva una voglia folle, appena ne sentì il gusto le si triplicò la salivazione, iniziò a leccarlo ed a succhiarlo con un gusto indescrivibile.
Mentre lei lo succhiava lui vedeva la figura di sua madre accucciata sul letto che gli faceva una pompa, andando su e giù a ritmo con le tette che dondolavano battendo sulle gambe di lui ed il culo che andava avanti e indietro in sinergia con il corpo.

In quei momenti non era riuscito a dire neanche una parola, aveva solo goduto, cercava invano di infilare una mano tra le gambe di sua madre per sentire quanto era bagnata ma in quella posizione non ci riusciva.
Ora sua madre dava le spalle alla porta, Simona si fece vedere da suo fratello. Lei era in mutandine, quelle dell’altro pomeriggio, ed aveva una mano che ci giocava dentro. Guardava sua madre che seduceva suo fratello e si masturbava.

Per Paolo quel quadretto fu sufficiente per venire in bocca alla mamma, cercò di andare indietro con il bacino ma Fiamma lo prese per i fianchi e bevve tutto.
Si sollevò e fece una carezza al figlio in estasi.
“Ti è piaciuto tesoro?”disse Fiamma sorridendo dolcemente
“Cavolo se mi è piaciuto, è troppo bello. Ma come fai…”
“E’ solo l’amore che provo per mio figlio, farei qualunque cosa per i miei bambini”
Dopo aver percorso i loro sentieri proibiti, la madre amava parlargli sempre in maniera dolce.

“Però adesso dimmi, come è stato?Racconta, cosa sentivi? Cosa pensavi?”
Lui dopo un minuto di nebbia totale rispose
“Che strano, sono venuto ma con la bocca mi piace di più”
“Perché?”
“Non lo so, forse perché mentre stavo…” tentennò
“Venendo? Si dice così, dicono tutti così; dillo pure che non mi scandalizzo”scherzò
Paolo era sempre rimasto fino a quel momento verbalmente molto educato.
“Allora va bene, mentre stavo venendo godevo di più; forse perché mentre me lo succhiavi… mi stavi anche facendo… una sega, cercavo di toccarti lì per sentire quanto eri bagnata ma non ci sono arrivato ,poi…niente”
Si morse la lingua perché nell’enfasi del raccontare a sua madre tutte quelle cose, gli stava scappando che vedere sua sorella vergine con una mano nelle mutande che se la toccava, lo aveva fatto venire all’istante.

Per fortuna non gli scappò nulla.
“Ah, mi volevi toccare proprio lì? Ormai sei partito in quarta eh? – disse lei ironicamente – veramente l’altro giorno ti avevo detto che te la potevi scordare. ”
“Si è vero mamma, però eri bagnata quando l‘ hai detto”
“E tu ce l’ avevi duro signorino”
“Beh, sì. Comunque a te è piaciuto? Volevo togliermi quando stavo venendo ma tu non ha voluto…”
“Te l’ho detto prima, volevo sentire se eri il figlio più buono del mondo… e lo sei tesoro.

Mi sei piaciuto tanto” rispose Fiamma con tremenda soddisfazione di Paolo.
Si guardavano negli occhi con complicità e lei poi abbassando lo sguardo vide che che l’uccello di Paolo era sensibile a quei discorsi.
“Alzati in piedi”sussurrò Fiamma
Lui si alzò mentre lei si sedette sul bordo del letto, inclinò la schiena indietro reggendosi con le mani e sollevo leggermente il bacino: “Dai, sfilami gli slip”
Paolo si inginocchiò per essere il più vicino possibile e prese quelle mutandine per l’elastico con la punta delle dita ed iniziò a toglierle, lentamente; era un momento sensualissimo e voleva durasse il più possibile.

“Non guardarmi così – disse – mi imbarazzi!” scherzò Fiamma, aveva le gambe aperte e nella penombra il pizzo della mutanda faceva vedere solo l’ombra nera del pelo, e sotto si vedeva solo il gonfiore delle labbra segnato da una bella macchia umida di voglia.
Quando lui afferrò gli slip lei strinse un po’ le gambe per permettergli di sfilarli, appena li ebbe tolti lei le allargò nuovamente aiutata da Paolo, mostrandogli tutto il suo sesso.

“Com‘è, ti piace?” disse lei sistemandosi i peli per poi allargarsi la fica con le dita in modo da fargliela vedere meglio.
“Si, certo che mi piace” rispose ipnotizzato lui, sua madre era così bagnata che lui sentiva perfino l’odore.
“Allora vieni qui dai, assaggiala”
Lui si trovava inginocchiato davanti a lei, che gli mise una mano dietro la testa e dolcemente lo avvicino al suo ventre.
Quello che facevano era vergognosamente immorale, ma farlo con quella dolcezza faceva sentire Fiamma meno in colpa; in fondo amava suo figlio.

Appoggiò le labbra sul triangolo nero di sua madre, respirò con il naso per riempirsi i polmoni del suo odore, poi lo baciò; inizio a scendere e dopo pochi centimetro senti il clitoride che pulsava. Fiamma respirava più affannosamente “Oh sì, leccami lì giraci intorno con la lingua tesoro. ”
Godeva da morire ma lo faceva in silenzio.
Lui scese un po’ più in giù ed arrivò finalmente sulla sua carne, che tanto aveva sognato: era un lago di umori.

Sentendo lei godere l’eccitemento di Paolo raggiunse un livello da pazzia, infilò la lingua, tutta quella che poteva dentro la mamma leccandola, penetrandola e lavandosi la faccia con quel fiume di libidine.
“Si bravo infilala tutta dentro” sussurrava Fiamma
Aveva la faccia tra le sue cosce, che lei teneva sulle sue spalle.
Ogni tanto lui apriva gli occhi per guardarla sdraiata sul letto, per vederla godere, lei aveva una mano sul seno e l’altra sulla testa di lui schiacciandoselo tra le gambe, e poco dopo si lasciò andare in un orgasmo intenso, ma silenzioso e bagnato da morire.

“Ah, che bello amore mio. Come sei bravo, mi hai fatto godere come una pazza”
Lui si era messo accanto a lei e le accarezzava il seno guardandola con adorazione.
“Sono contento, ho goduto anche io mentre te la leccavo, ho preso tutto quello che sono riuscito – confessò innocentemente – ci sono dei momenti che mi sembra di scoppiare”
Avrebbe anche voluto dirle che sia lei che sua sorella avevano lo stesso sapore nella fica, che mentre la leccava avrebbe voluto leccarle anche l’altro buco ma non ne ebbe il coraggio, non voleva esagerare.

Sua madre aveva il potere di trasformarlo in un demonio del sesso.
“E’ normale tesoro – riprese lei – specialmente alla tua età in cui gli ormoni sono tripli e dettano legge, infatti guardati, si è acceso di nuovo” disse lei accarezzandoglielo
“E allora?” chiese lui speranzoso
“E allora… non cosa si possa fare, però… credo che a questo punto… tua sorella possa entrare no?”
Fiamma si girò verso la porta sorridendo e invitò con il dito a Simona di entrare.

Il gelo.
Paolo non sapeva cosa dire, aveva paura di cosa sarebbe successo.
Simona non potè far altro che entrare e tacere aspettando che mamma parlasse.
“Quando decidi di spiare qualcuno al buio la prossima volta, togli gli orecchini amore; riflettevano l’ abat-jour, brillavano e li ho visti riflessi sul vetro della finestra. Però mi piaceva sapere che guardavi…”
“Perchè?” chiese la figlia, che dopo le parole della madre si tranquillizzò
“Perché… questo gioco in fondo è anche una lezione, o viceversa; e credo che ne possa imparare qualcosa anche tu sai?”
“Cosa vuoi dire?”
“Che ti può essere utile amore, dai, avvicinati, siediti sul letto”
Mentre le parlava, Fiamma era nuda e seduta sulla parte opposta del letto e con un fazzoletto si era dovuta asciugare perché era bagnata e il suo umore le colava lungo le gambe e fino al buco proibito.

Fino a quando nella stanza si trovavano solo Fiamma e Paolo l’atmosfera era bollente ed erotica ma la sensazione si assopì all’entrata di Simona per dare spazio all’imbarazzo del momento.
Ma ci pensò Fiamma ad accendere di nuovo dolcemente come sapeva fare lei, la miccia.
“E’ buffo, tu sembri imbarazzata… e sei vestita , invece io e tuo fratello non siamo imbarazzati…e siamo nudi. Il fatto curioso è che tuo fratellino dovrebbe vergognarsi almeno un po’ di farsi vedere così da te ma non lo fa.

E’ strano non trovi? Sembra quasi che tu l’abbia già visto così…e viceversa” Fiamma si stava divertendo a giocare con loro accusandoli in modo sottile e amorevole, ma aveva ragione.
Loro tacquero entrambi stupiti dall’intuito della mamma.
“Dai vieni a sederti sul letto” ripetè Fiamma indicando il letto e Simona si sedette, era in mutandine e canottiera, era ancora un po’ in difficoltà ma il fatto che fosse così poco vestita non c’entrava niente.

Era emozionata solo perché non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere.
Appena seduta, Fiamma le accarezzò i seni girando con la mano intorno ad uno poi a quell’altro: “Dai, toglila, fai vedere alla mamma quanto sei bella” disse riferendosi alla canottiera, le parlava con un tono dolce, rilassante ma con un retrogusto di desiderio.
E la figlia, che stava iniziando a sciogliersi accolse l’invito e si sfilò la maglietta tirando fuori due tette giovani e perfette, che attirarono di nuovo le mani di sua madre:”Si, sei proprio bella tesoro”
“Sono uguale a te mamma, guardami” mentre le diceva così aveva messo le mani sotto il seno e lo alzava esibendolo a sua madre che dopo averlo delicatamente toccato, dal mezzo scivolò lentamente la mano lungo la pancia fino sulle mutandine che sentì caldissime e bagnate di voglia.

Paolo si era seduto dalla parte opposta su cui si era seduta Simona mentre Fiamma era pochi centimetri più in giù seduta anche lei, ma in direzione della porta. Lui era stato zitto a godersi lo spettacolo che per qualche istante gli avevano offerto le sue due femmine. Era eccitato. Sua madre disse: “Guarda tuo fratello come è caldo e pensare che credevo di averlo calmato prima…- sorrise – ma sento che anche tu figlia mia sei calda” le teneva sempre la mano sopra lo slip e la massaggiava; Simona stava godendo.

“Dai, toglile su” e le tirò l’elastico, Simona in silenzio infilò le mani ai fianchi e si tolse le mutandine, rimase nuda anche lei, Fiamma le allargò le gambe e le guardò la fica.
“Anche lì siamo uguali vero amore mio?” Disse parlando al figlio che era su un altro pianeta
“Siete uguali e stupende tutte e due, avete anche lo stesso odore”osò rispose lui
“Ed il gusto? E’ uguale anche quello?” indagò Fiamma
“Non lo so mamma, ho conosco da poco solo il tuo”
“E non vorresti assaggiare magari anche quello di tua sorella?”
“Beh…magari”
Sua madre incalzò:”Cosa dici tesoro hai voglia di farla assaggiare a tuo fratello? Vedrai che è bello”
Simona non disse niente, tirò le gambe sul letto, le piegò e le allargò in direzione di Paolo si alzò dal letto per inginocchiarsi sul tappeto tirò a se il bacino di sua sorella che si teneva dietro ed avvicinò la faccia all’inguine di sua sorella.

Trascurò subito i peli e si dedicò subito al clitoride gonfio,Non appena lo toccò con la lingua Simona ebbe un sussulto di piacere, sua madre l’aveva preparata bene con la mano; poi passò giù a leccare la fica che sembrava una cashita.
“Attento – disse Fiamma – non le infilare la lingua dentro, è vergine…vero?” chiese poi a lei
“Vero” rispose Simona ansimando
Allora lui continuò a leccargliela diciamo in superficie e La mamma le toccava le tette ed i capezzoli che erano diventati durissimi, indice di un imminente orgasmo, che arrivò dopo pochi istanti.

“Aaah, sì continua Paolo lecca più veloce” disse mentre veniva
Dopo essere venuta, si lasciò cadere soddisfatta sul cuscino facendo una carezza sulla testa di suo fratello.
Fiamma si alzò in piedi per cedere il posto a Paolo che si sedette, poi si inginocchiò in mezzo alle sue gambe e glielo ,prese in bocca e cominciò a succhiarglielo senza usare le mani; solo con la bocca e la lingua. Lo teneva per i fianchi e faceva su e giù, ogni tanto la lingua spuntava dalla bocca per rendere perfetta quella pompa meravigliosa.

“Che spettacolo di madre” pensava mentre godeva
Simona intanto si era seduta con le gambe incrociate che si godeva la vista del lavoro della mamma, avrebbe voluto sentire sua pelle, toccarle il seno che pendeva e oscillava a ritmo della testa, voleva passarle le mani sulla pancia fino al pelo umido della figa che si era asciugata poco prima; prenderla dietro e giocare con il suo sedere. Ma restò seduta a guardare, normalmente sarebbe stata sazia, ma vedere la madre che lo succhiava a suo fratello non poteva che eccitarla; guardava loro due e senza accorgersene si stava toccando di nuovo.

Fiamma si divertì un po’, leccando e pompando il figlio poi iniziò a masturbarlo con le mani, prima di venire Paolo iniziava a vibrare a shitti; memore di questo lei capì che c’era quasi e fece una carezza sulla coscia di sua figlia per attirarne l’attenzione.
Simona rivolse lo sguardo verso la mamma che le allungò la mano come per dire:”Vieni qui”
Capì all’istante, si tolse la mano dalla fica e si avvicino all’uccello di suo fratello che sua madre le porgeva continuando a maneggiarlo.

Simona sorrise compiaciuta e se lo mise in bocca come aveva già fatto ed inizio a spompinare il fratello con un gusto dettato dalla voglia che si era risvegliata guardando sua madre che faceva la stessa cosa.
Le bastò poco più di un minuto, Fiamma aveva gia fatto un ottimo lavoro di preparazione:” Non ne hai sprecata neanche una goccia – disse la mamma a sua figlia che era ancora in ginocchio con l’uccello di Paolo in mano – non sembra neanche la prima volta, voi due non me la raccontate giusta” continuò con un sorriso malizioso.

I due si guardarono, poi guardarono la mamma con lo stesso sorriso e lei capì che aveva ragione.
“Penso che poi dobbiate dirmi qualcosa signorini, e tu guardati come sei bagnata! Da qua che ci penso io” Fiamma pose le mani su quel culetto splendido e leccò la fica della figlia fino ad asciugarla quasi, facendola gemere:” Mamma che bello aaah, ancora ti prego”
Non se lo fece ripetere, continuò a leccare la fica ed il culo alla figlia in un modo magistrale, come sa fare una donna.

Solleticava il suo clitoride poi entrava nel taglio fino al punto giusto,lo leccava tutto intorno ed usciva per scendere giù fino all’ altro buco, che non riusciva ancora a penetrare, era ancora presto per quello.
Allora tornò su quella fighetta deliziosa e con pochi tocchi nel modo giusto la fece venire e contrarre come un’ indemoniata.
Il quadretto familiare era perfetto: Paolo era sdraiato sul letto ubriaco di sesso, Simona inginocchiata in mezzo alle sue gambe e con la testa sulla sua pancia e Fiamma, tronfia del piacere che aveva regalato ai figli, che dopo essersi alzata in piedi si passò una mano sulla figa per essere certa di non gocciolare e poi infilò la giacca da camera:
“Dai su, per questa sera direi che potete andare a letto contenti no? – disse con potere di madre, Fiamma – E poi mi dovete delle spiegazioni cari miei!”
Dal tono capirono che stava scherzando, era incredibile quanto l’amavano, e quanto lei li amasse.

“Va bene mamma, io vado prima in bagno poi a nanna” Simona si alzò, diede un bacio sulla bocca a sua madre, che la strinse ancora sulla sua pelle e le diede un buffetto sul sedere dicendole:”Buonanotte belle Chiappette!” La figlia sorrise poi salutò Paolo con un bacio ed un sorriso complice ed uscì dalla stanza.
“Buonanotte mamma” disse poi Paolo guardando il soffitto con un sorriso soddisfatto.
“Buonanotte amore – rispose dopo aver dato un bacio anche a lui – questa sera lo abbiamo fatto lavorare eh? aggiunse accarezzandoglielo.

“Si e sono contento, sto vivendo un sogno. Voglio viverlo ancora…”
“E’ bello anche per me tesoro, ma sai bene che non può durare per sempre…”
Lui non avrebbe mai voluto sentire quelle parole, ma sapeva che andavano dette prima o poi.
“Lo so mamma, ma sei così bella, così perfetta ed io non me ne ero mai accorto; io ti amo”
“E ti amo anche io, e ti amerò sempre; vieni qui” lo strinse in un abbraccio e lo baciò con una passione che fece capire a Paolo che sarebbe finito tutto, ma sperava che non fosse proprio quella sera.

Poi si alzò ed anche Fiamma andò a dormire.

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