La mia sborra nella tua fica

Lucia è una mia collega di pochi anni più grande di me, vicina ai 40.
Capelli biondi lisci, occhi azzurri, viso da bambolina.
Fisicamente formosa, sicuramente non grassa ma neppure magra, una bella quarta che fa fatica a nascondere.

Sì, Lucia cerca di nascondere ciò che può attrarre di lei, è sposata, madre di tre figli, troverebbe inconcepibile il pensiero di tradire il marito.
Però è bella, ed è donna, e anche se cerca di nasconderlo, le brillano gli occhi quando le fai un complimento o la guardi con ammirazione.

Entriamo in confidenza, parliamo di tutto, lei mette subito il paletto dell'amicizia. Più volte ribadisce il concetto, anche se con garbo e senza mai ostentare troppa sicurezza nei confronti della mia evidente attrazione.
Non si veste mai in modo sensuale, ma talvolta, soprattutto quando indossa maglie più leggere, i capezzoli le diventano duri, tradendo l'eccitazione repressa nel cogliere i miei sguardi rapiti.

Mi racconta dei figli, del marito, una vita normalissima con problemi normalissimi.

Pranziamo insieme un paio di volte. Mi invita da lei per una pausa pranzo, mi vuol far provare alcune specialità biologiche. Giocare in casa le dà sicurezza, non verrebbe mai da me per non rischiare che io esterni la mia attrazione. Da lei ci sono foto dei figli e del marito ovunque, luce piena che cancella ogni possibile atmosfera, nessun contatto tra di noi. Il pranzo purtroppo è davvero solo un pranzo, non c'è occasione di provarci.

A fine pranzo mi porta un dolce, si avvicina, si piega verso di me per servirmi… e rischio l'infarto quando noto che la lieve scollatura, nel piegamento, rivela le sue splendide tette. Bianche, morbide, irresistibili. E' questione di pochi secondi, lei si rialza e torna al suo posto. Sorride. E' rossa in volta, le guance tradiscono il sottile piacere di essersi spinta oltre ogni limite, di essersi fatta desiderare.

Sicuramente si pente anche un pò per ciò che ha fatto, è molto sbrigativa, fa in modo da ripartire per l'ufficio senza dar spazio a mie iniziative.

Cambia di atteggiamento e questo mi conferma che lei sa, sa che il mio cazzo è di marmo, sa di essere stata troia, per una volta, di aver rischiato. Ce ne andiamo, e io non faccio niente per nascondere il mio cazzo duro che si intuisce dai pantaloni.

Ci saranno altri due pranzi molto simili, uno con maglione senza reggiseno che fa immaginare il paradiso, l'altro con lungo piegamento verso il cestino che grazie a pantaloni bianchi rivela un culetto niente male.

A seguire il solito distacco, sbrigativo, per evitare ogni mio eventuale tentativo. Gode nel sapermi eccitato ma non vuole altro.

Merita una punizione.

Al quarto pranzo vado per conto mio, con la mia auto, con la scusa di dover finire un ultima cosa. Ti raggiungo in 5 minuti, tranquilla, così fai in tempo a farmi trovare tutto pronto. Lei sorride.
Parto praticamente subito dopo di lei. Arrivo sotto casa sua e mi fermo sotto un albero lontano dalle altre auto.

Tiro fuori il cazzo e mi masturbo furiosamente. Un attimo prima di venire mi fermo. Aspetto un minuto e ricomincio. Mi fermo ancora prima di sborrare. E così una terza volta. Non vengo, mi rimetto il cazzo duro nei pantaloni e salgo da lei rapidamente. Ho ancora dubbi, ma cadono tutti quando lei mi apre con la stessa maglia del lavoro ma con i capezzoloni duri in bella mostra sotto di essa. Ho il sospetto che si sia tolta il reggiseno per attirare ancora i miei sguardi.

So che non potrò averla, è evidente che non vuole altro che la mia ammirazione per sentirsi desiderata. So quindi cosa fare. Le chiedo di andare a lavarmi le mani in bagno. Chiudo la porta, apro il tappo del suo detergente intimo, tiro fuori il cazzo e sborro nella mia mano. Ne esce tanta. La faccio colare dalla mano nel detergente intimo. Mescolo bene, più volte. L'odore non si sente, il profumo del detergente lo copre.

La consistenza è la stessa, dopo l'amalgama. Mi lavo le mani e vado a pranzare.

Quella sera, dopo la giornata di lavoro, quando ormai non penserà più ai miei sguardi o forse li ricorderà con ancora più eccitazione, Lucia si sederà sul suo bidè, prenderà il suo sapone intimo e delicatamente spingerà la mia sborra nella sua fica. Finalmente.

P. S. : Ovviamente è pura fantasia, non fatelo davvero ;-).

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