Viva la rivoluzione

Ciao avete conosciuto le mie storie scritte solo da mio marito, questa volta sarò vicino al tastierista per dare un qualcosa in più alla musica , sono Lucia, pensate di me quello che volete, ma come le pornostar non rinnego quello che sono stata, sono stata sessualmente molto attiva e lui mi ha sempre facilitato le cose.
Ciò che segue è la conseguenza di un grosso litigio. Era una bel sabato di inizio estate, ma la al campeggio l’atmosfera non era delle migliori, Francesca convocò un consiglio di guerra, era incazzatissima, : “Ragazze sono stufa di stare qui … Lea mi ha accusata di volergli rubare il compagno … ma se sono stata io a presentarglielo … e l’altra Marisa la troia del campeggio … adesso che non è più la star, è tornata una verginella … dice che parlo in maniera volgare e non può farsi presentare alla famiglia di lui come una che va in giro nuda … basta ipocrite”, “Quest’anno andiamo in vacanza noi sei ma voglio una vacanza diversa ”.

Lucia e Luciana annuivano :”Si dai una cosa diversa … più familiare … niente eccessi”
Non capivo bene cosa intendesse Lucia, niente uomini extra, impossibile non era lei, a trentadue anni forse la sua spinta sessuale era finita? Però tanto valeva tentare : “Ragazze ho visto una pubblicità in bacheca … ause boat … in Francia … sei otto posti … castelli campagna cantine … vino e buon cibo … Ma non so quanto costa”.

Francesca mi fissò poi : “Per i soldi ci sono io … Voi tre uomini però avete il compito di non rompere i coglioni … guai a criticare vestiti e proposte … adesso noi tre organizziamo poi vi diciamo”.
Bella mossa la mia, ma l’ organizzazione delle tre Marie era imprevedibile e lo si leggeva nelle loro facce.
L’appuntamento era per il mese successivo A casa di Francesca a Torino le tre volpine si prepararono poi via alla stazione ferroviaria.

Volevano metterci alla prova, e come sempre ci stupirono ma al contrario, comodi camicioni legati morbidamente in vita occhialoni tipo vedova Onassis e tre parrucche bionde. La cosa mi insospettì ancora di più troppo vestite troppo tranquille, troppo signore quelle trentenni, e avevamo ragione.
Eravamo nella carrozza dell’ elettrotreno che ci portava all’ultima stazione, sul fondo della carrozza vi erano oltre a noi solo quattro studenti universitari. Mancavano solo una decina di minuti prima dell’ arrivo, le tre arpie sfilarono i lunghi vestiti rivelando il sotto, Gonnelline bianche con spacco laterale top aderentissimo uno per colore della bandiera francese, e propostina : “Questa sera dopo aver preso la barca cena al Blanchè de Castille , qulche opposizione?“.

Se fossi stato zitto avrei fatto un affare :”Con voi tre vestite da clown … meglio nude che in queste condizioni … anzi“.
Francesca non mii lasciò finire la frase : “Vestite da clown ma sei scemo … Ragazze avete visto hanno voglia di scassare … meglio nude dice lui … va bene piano B uno due tre tette fuori”.
Abbassarono i top elastici rimanendo immobili con le tette dondolanti al ritmo del treno, ero imbarazzatissimo, preso alla sprovvista gli studenti le guardavano indicando e ridendo.

Lucia : “Meglio nude vero? Cosa dicevi … eccoti servito … se non dite di si scendiamo così, anzi togliamo pure gli slip “.
Gli studenti in fondo alla carrozza risero e alzarono i pollici in segno di OK.
non riuscivamo a convincerle a ricoprirsi la stazione era arrivata e ci persuasero.
Quel gesto però fatto così in un luogo diverso dal solito eccitò tutte e tre lo si vedeva dai capezzoli appuntiti e molto stretti e rugosi.

Era iniziata veramente una vacanza diversa? Avevo qualche dubbio non avevamo sposato delle donne normali, che stranamente avevano espresso la voglia di non fare conquiste extra gruppo, mentre tutto intorno però imperversava la pazzesca settimana della festa della rivoluzione francese, costumi dell’ epoca coccarde belle francesine dai seni sporgenti.
Partimmo tranquilli al secondo degli ormeggi era prevista la visita al castello e assaggi di vino alla locale cantina.

Le piccole pesti si vestirono come tre belle francesine, gonne corte e pieghettate bustini legati sul davanti come sempre uno per colore della bandiera, cappellini bianchi di pizzo da rivoluzionarie, occhiali e rigorosamente niente intimo (Sans culotte). Più che a una gita culturale sembravano a caccia grossa. Non le risparmiammo i commenti, ma eravamo in vacanza erano belle attraenti, la promessa era niente divieti cretini.
Se di solito ero io a spingerla oltre, questa volta le cose vennero da sole.

Attraversando il mercato il vento sollevava le gonne, e loro si guardarono bene dal tenere ferme, anzi aumentavano l’effetto chinandosi fingendo di vedere le cose da vicino e più erano basse meglio era , si ma era anche da nervi saldi vederle comportarsi così.
Come mi disse lei, Quel sentirsi guardata e il vento caldo fra le gambe la eccitava, io comunque non perdevo occasione per foto speciali e Claudio provava la sua nuova telecamera.

Naturalmente mentre gli uomini locali gradivano e alcune signore ci sorridevano annuendo e mostrando che anche loro avevano abolito i mutandoni, altre ci rivolgevano occhiate malevole e commenti quali (votre dame, des vaches, des putes, moins éhontée que vous pourriez mettre sa culotte )tradotto “ le vostre donne, vacche, puttane, svergognate almeno le mutande potevano metterle”. Ma che importava, noi ce la ridevamo felici.
Per la mattinata sarebbe bastato ma la fortuna alle volte esagera, sulla balconata del castello vestite come una bandiera davano forse l’impressione di hostess della locale proloco e scambiandole per tali, una comitiva di bei ragazzoni tedeschi chiese delle informazioni.

Francesca era abilissima nel mandare a memoria interi discorsi e avendo letto i depliantes, fece da cicerone, sbracciandosi e ogni tanto salendo più in alto mostrando le grazie, che più di tanto non si potevano coprire, poi dopo le descrizioni i ragazzi chiesero le immancabili foto di gruppo con francesina.
Bei ragazzi ventenni da abbracciare troppa grazia per lucia noi fingendosi estranei ci offrirono di fare gli operatori fotografici.
Fecero la classica foto di gruppo, ma prese da uno strano impulso dopo uno sguardo di intesa tra le tre furbone, Francesca chiese se per pochi franchi volevano delle foto speciali.

Hai noi stavano per combinare qualcosa di imprevedibile. Si spostarono in una zona laterale dove un arco di pietra dava su una balconata con vista sulle sottostanti campagne si disposero come una squadra di calcio ma poco prima del classico Ceese, ecco che tutte e tre slacciarono in parte il bustino lasciando che i capezzoli schizzassero fuori. Anzi Luciana portatrice sana di una quarta sollevò la parte anteriore della gonna, dando alla foto una maggiore espressività.

Quindi titolo dell’ opera foto di gruppo con francesina nuda.
Potete immaginare appena il gruppo se ne accorse mi portarono le macchine fotografiche a per avere il ricordo personale.
Era tre pazze, una situazione diversa dal solito, il luogo aperto e non l’intimità dei luoghi preposti, le persone sconosciute non i soliti amici, il contesto così casuale e non cercato.
Questa è la descrizione personale di lucia :
Mi sentivo una ragazzina al primo incontro lo stomaco mi tremava di piacere.

In più ci si mise Tony che non pago della situazione che fingendosi un turista tedesco” Damen 500 Franken würde eine Pose mehr provokativ …“
Tradotto : “Signore per cinquecento franchi fareste una posa più provocante … ” quando uno cerca la rissa va a finire che la trova, ormai il bob era lanciato lungo la pista di ghiaccio, cambiarono poco di posa sempre disposte come in una squadra di calcio ma i due ragazzi in piedi al fianco delle donne dovevano reggere i seni.

Vedevo durante s**tti Lucia fare delle smorfie con la bocca, in particolare la vidi aprire la bocca e aprire gli occhi in segno di meraviglia, e vi passo la sua personale descrizione
Quello alla mia destra ebbe il coraggio di osare, scese dolcemente e scoprendo che ero senza mutande arrivò alle labbra, cominciai subito a bagnarmi, invece di protestare allargai meglio le gambe e lo lasciai salire con le dita nella vulva, aprii la bocca e sospirai di piacere era bellissimo, i minuti passavano e avrei voluto non finissero mai, quello alla mia sinistra si accorse di ciò che succedeva, per non perdere l’occasione dopo aver bagnato con il liquido vaginale mi penetro con un dito lo sfintere, con quel dito che si insinuava nel culo non venni ma un fiotto di liquido caldissimo mi colò sulle gambe, baciai sulla bocca quel improvvisato amante che finiti gli s**tti mi ringraziò in un francese tedesco :”Grazie bella signora francese “.

Le tre improvvisate rivoluzionarie si ricomposero li accompagnarono al pullman. Da buone hostess si allinearono davanti alla porta, e mentre uno ad uno salivano li baciarono sulla bocca, loro dedicarono una ola e mentre si allontanavano inviavano dei baci.
A lucia le gambe tremavano e la visita alla locale cantina non migliorò la situazione, e non fece dimenticare all’ affarista Franci i cinquecento franchi, che Tony a malincuore dovette sborsare.

Più il bisogno di tante coccole per farle addormentare quella notte.
Ma si sa i guai vengono sempre in fila, e quella calma vacanza stava cambiando aspetto.
Proseguimmo la navigazione l’atmosfera di festa era travolgente chi ci salutava chi ci lanciava fiori dai ponti, noi uomini vedendole così allegre ce la spassavano un mondo anzi lei sfidavano a esagerare. Non sarebbe stato necessario e nei giorni successivi perso ormai quel poco di pudore e di buon senso navigavamo con le tre volpi completamente nude.

Poi tanto per essere coerenti quando scendevano ai mercati o ai ristoranti si truccavamo e vestivano come delle bellissime puttanone, forse solo la Gendarmerie le avrebbe fatto des****re.
Quella vacanza le stava liberando e rilassando, non un pensiero negativo solo voglia di vivere.
Era la sera del 18 Luglio la sera della festa, costumi fuochi artificiali balli in piazza. Ormeggiammo in un canale laterale, un pochino defilato dal paese ma un oasi attrezzata, quatto grossi tavoloni circondati da panche, una zona barbecue una fontana per l’acqua potabile, diversi alberi, tutt’intorno coltivazioni di girasoli e poco distante un ponticello di pietra.

Era quasi il tramonto, per uniformarsi allo scenario scesero abbigliate con pochissimo, bandiere tricolori in vita, Francesca e Luciana con dei copri capezzoli coccarde incollate al seno e lucia approfittando dei fori del piercing applicò ai capezzoli delle coccarde vere con spilla, come tutte le donne del luogo rigorosissima giarrettiera alla coscia sinistra e zoccolini.
Mentre l’acqua bolliva per il classico spaghetto attraccarono quattro bei ragazzoni uno moretto e gli altri biondi probabilmente atleti, erano completamente depilati indossavano i pantaloncini bianchi il giacchino e la berretta dei rivoluzionari.

Naturalmente Claudio dovette dire la sua battuta : “Scommetto che adesso vorrete dimostrare che anche voi siete delle sans… culotte “.
Tony che fino ad allora era stato il più tranquillo : ” ma … dici … vedrai entro queste sera … ci sanno dire …. “, e sospese la frase , intervenne la volpe rossa :” Dai abbi il coraggio di dirlo … prima di sera … sappiamo quanti centimetri di cazzo hanno nelle mutande … vedi di non tentarmi … è festa e potrei anche fare indigestione di sborra succhiandoli tutti ”.

Intervenne Lucia : “E cosa vuoi fare … non ha digerito quei cinquecento franchi … adesso siamo considerate delle puttane da sti tre … e pure siamo serissime donne sposate … ”. Non ci credeva neanche lei all’ultima affermazione, ma continuammo a provocarle volevamo vedere esplodere la loro voglia di vita, a noi piacevano così disinibite e femmine e poi erano bellissime sembravano molto più giovani della loro età, ma non volevamo che si offrissero senza stile, dovevamo creare una situazione eccitante e casuale.

Volevo vedere cosa era capace di inventare e lanciai l’ultima provocazione : “ Ascolta lucy amore mio bello”, stavo preparando il salto senza il paracadute, “ se prima della mezza notte riesci a farti inculare dal morettino ti regalo quel anello che volevi”.
Mi guardò con un sorriso assassino, guardò le altre due e sottovoce : “Siete testimoni avete sentito … becco e pure pirla … bravo vuoi che faccia la puttana pagata … bene … ma adesso sono cazzi tuoi … anzi rilancio … se mi incula per almeno venti minuti … anche la collanina …”
Non ci perdonò nemmeno la Franci :” Non ho capito cosa avete in testa voi tre, mi sa che al posto della berretta da rivoluzionari preferite un bel cappello da jolly”.

Non capivo la battuta : “Franci cosa centra il cappello da jolly”
Riprese : “ma come per le corna che vi state regalando … così tanto per mascherarle un po’… pensa tè invece di volerci scopare voi lo fate fare agli altri”
Altro che battute quelle l’avevano presa di petto la questione.
Questa è la descrizione di lucia :
L’atmosfera campestre e di festa mi aveva fatto impazzire, ero una donna di trenta anni, madre di due figli, ma mi sentivo emozionata come a quindici al mio primo incontro sessuale.

Sentivo uno strano richiamo anche verso al mio uomo che ,mi incitava a essere esuberante, sposata, ma libera nei momenti giusti. E rispettata nella vita di tutti i giorni, con le altre due concordammo la strategia, avrebbe sorpreso ma sarebbe stata vincente.
Luciana sembrava una diciottenne con la treccia e quel suo visino dolce, e dopo averli abbordati con la scusa della festa, fu lei a trovare la scusa per far sembrare quello un atto casuale, inutile dire che il vino e ilò fatto che le donne sembrassero poco più che coetanee avevano fatto il loro compito rendendo i ragazzi più malleabili.

All’ora stabilita festeggiammo la rivoluzione, nel buio della piazzola iniziarono i fuochi, luciana aveva sapientemente agitato una bottiglia di vino bianco frizzate, e quando il ragazzo al suo fianco la aprì uno schizzo la inondò, bagnata fradicia e fintamente brilla con la scusa si tolse la bandiera zuppa, e si fece asciugare con un tovagliolo poi andò alla fontana a farsi risciacquare, quindi nuda salì sul tavolo a ballare si abbassò e baciò prima il suo uomo poi mise un seno in bocca a uno dei biondini, il quale non rifiutò.

Da li in poi fu molto più facile, se una era nuda le altre sfiguravano vestite e le bandiere caddero, un secondo biondo invitato raggiunse e la volpe rossa lei si sdraiò sul lato corto del tavolo e uno in quella favorevole posizione iniziò il suo duro lavoro, Francesca non fu da meno e prese i due rimanenti.
Ero stupito Lucia quella che di solito aveva il maggior numero di rapporti sola? La raggiunsi : “ Visto scommessa persa … e adesso ti restiamo solo noi come riserve … belle amiche che hai” , mi squadrò con sufficienza mentre spalmava nelle parti intime della crema : “Voi uomini … sempre di premura … mai un attimo di romanticismo … ma lasciate fare a noi … è solo l’inizio, bello mio aspetta … ci prendi per sceme … e già io me lo faccio mettere in culo subito, così in cinque minuti è già finita … adesso devi soffrire anche tu ma vedrai”
La bacia sulla bocca e la abbracciai.

Uno dei ragazzi nelle mani di esperte di Francesca aveva finito il primo round in meno di cinque minuti, quindi indicò al morettino, dotato di un bel cazzone da almeno ventidue centimetri, quello che doveva fare a lucia, lui la guardò un pochino basito ma lei lo spronò, mentre pomiciavo la mia consorte, due mani forti le presero le anche, ma per la descrizione vi passo Lucia.
Mi sentivo bagnata tutta, mi infilò piano la cappella enorme e poi tutto il resto fino in fondo, mi ritrovai sulle punte dei piedi, lo aveva durissimo mi fece appoggiare su una gamba e mi alzò l’altra, poi cominciò ad incularmi, dolcemente mentre Franco mi massaggiava il clitoride.

Era alla seconda quindi doveva durare, in quella posizione scomoda però ebbe un attimo di calo, me ne accorsi lo portai alla panca, con un breve pompino si riprese, mi misi a cavalcioni della panca e lui me lo riinfilò in culo e continuò il suo lavoro con forza e ritmo sempre più incalzante.
cercò inutilmente per due volte di venire accelerando il ritmo e spingendo facendomi godere come una pazza poi finalmente con un ritmo velocissimo per almeno cinque minuti e facendo sbattere le palle sulla mia fighetta venne, strizzandomi i seni e poi baciandomi la schiena.

Quello che Lucia non sapeva e che le altre due si erano accordate e quella serata non l’avrebbe scordata.
Era persa ma ancora vibrante, senza che se lo aspettasse anche il morettino la prese una mano la accompagnò su uno dei loro asciugamani, si stese supina per avere più piacere, ed ebbe la seconda favolosa inculata, ansimava chiedendo “Ancor ancor mon cher, plus fort” , era bello vederla godere quando anche lui trovò il ritmo e tenendole forte le gambe venne, lei lo schizzo coni un getto enorme di liquido agitandosi in preda al piacere e ci volle un po’ perché gli spasmi cessassero.

Non riusciva ancora ad alzarsi si mise a quatto zampe e li le amiche spronarono i due restanti a prenderla assieme. Leggermente ubriachi non esitarono un attimo, uno la scopò da dietro e l’altro si fece fare un pompino spingendoglielo nella gola.
Era al settimo cielo ma frastornata, I ragazzi dopo essere venuti la baciarono su tutto il corpo lei fremeva, poi salutarono con educazione ringraziando, e ciondolanti sia per il vino che per le prestazioni con le braghe al collo raggiunsero la loro barca.

La presi dolcemente la baciai e la portai al tavolo per il meritato caffè solubile.
Lucia guardò seria le altre due :” maledette bastarde … ma che cazzo vi è venuto in mente … e cosa sono diventata una bambola gonfiabile, potevate aiutarmi”
Luciana : “ Bambina bella le bambole non parlano ma tu ragliavi come un asina mentre ti inculavano , la scommessa era tua … hai o no vinto … noi ti abbiamo aiutato a spomparli un po’ dopo sono stati cazzi tuo i… poi eri così bellina … meno male c’erano i fuochi e la banda … abbiamo voluto farti finire in bellezza ”
Lucia: “Si si brave solo una mano mi avete dato … io il resto vero … ma adesso sono sfinita chi ci pensa al mio amore”
Francesca sorridendo come uno squalo.

“Il mio amore … cara lei anima dolce … prima le corna poi il rimorso … e noi cosa siamo nanetti da giardino, abbiamo le tette come tè e la stessa sala giochi … quindi … ti riposi e stai a guardare bella di mamma … a te i ragazzini a noi gli adulti ”
Lucia: “e dovrei ringraziarti … ti rendi conto di come me lo hanno ridotto … mi piace usarlo ma non farmelo rompere“
Quando si mordevano erano spettacolari, i fendenti si sprecavano, il linguaggio diventava veramente pesante e greve.

Francesca: ”Ma va la … per romperti il culo non basterebbe un cavallo … diciamo che questa notte ti ricambio i favori che mi facevi al campeggio con Claudio”, e qui fece il segno delle corna “Sai franci tuo marito è un porco mi ha scopato nel letto con mio marito di fianco … poi pensaci cinquecento franchi, anello, collanina, il culo non te lo sei fatto per niente”.
Lucia: “ Si ma la scopata e il pompino cosa centravano con l’offerta iniziale… e poi avevamo detto niente eccessi”
Francesca ridendo :” Eccessi quali eccessi abbiamo fatto anche di peggio non ti ricordi il record del campeggio in Corsica … la scommessa del gancio da traino della ford di Massimo e i guardoni delle Betulle.

Ho capito va bene ci rimetto io come al solito domani sera a cena ostriche e champagne dolcezza”
E li si scambiarono un bacio saffico. Quasi fosse una sfilata presero le bandiere, tenendole sulla testa e ballando risalirono sulla barca cinguettando dolcemente :” Dai ragazzi è il vostro turno non lasciateci raffreddare”.
Ma se pensate che Lucia rimase ferma a guardare vi sbagliate, quando era in forma non era possibile abbatterla, forse rimase ferma dieci minuti ma poi fu ancora parte di quel trio di donne meravigliose, profumate, cariche al massimo , in breve fatalmente femmine e che femmine.

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