Sonia ed il fidanzato con un trans

Quando ho visto su un sito porno dei trans che si inculavano e si spompinavano a vicenda, il mio cazzo ha avuto subito una reazione incredibile,quasi volesse esplodere.
Mi sono eccitato così tanto che, con appena due toccate, mi stavo sborrando nelle mutande. Sarebbe stata una situazione imbarazzante, il computer acceso era quello della società per cui lavoravo. Così, dopo qualche secondo, mi sono affrettato a cancellare la cronologia.
Di quella mia “evasione visiva” non ne è rimasta traccia.

Ma il mio cervello iniziò a rimuginare alle donne avute sino ad allora ed alle loro prestazioni anche se i bocchini che mi avevano fatto sino a quel momento non avevano la stessa carica erotica di quello che quegli scherzi della natura si facevano a vicenda.
Sebbene abbia conosciuto Sonia, da me soprannominata per la sua abilità nel settore specifico, “la Marchesa del Pompino”, nessuna donna mi aveva fatto eccitare in quel modo.

Forse neanche lei, sì neanche la Sonia del liceo così educata e troia, che leccava la nerchia come una fottuta cagna e ingoiava “sfaccimma” come un uomo nel deserto, assetato e avido di acqua.
Qualche volta, pranzando a casa sua, ho pensato che nella mia sborra ci fossero più proteine, vitamine ed ormoni che in quella di altri, perciò lei veniva a rifornirsi da me anzichè andare in farmacia o in qualche negozio di articoli sportivi a comprare integratori.

Sonia, come vuole l' upper class napoletana, a tavola mangiava come un uccellino per mantenere la sua splendida taglia 42, per il resto beveva da me tutto il resto.
Un giorno estivo le chiesi perchè addirittura le piacesse leccare il mio sudore, la risposta è stata semplice per lei: le piaceva il mio odore e la mia “acqua”. Non so se nel sesso esista un confine al di là del quale si finisca per essere degli a****li.

Dopo aver frequentato quella ragazza non me lo sono più chiesto.
Se in questi anni si parla di donne oggetto, da parte di femministe rompicoglioni, sposate con uomini fuffa e gay, che si potrebbero chiavare soltanto un indigeno maori, per quanto brutte e rinsecchite, io posso dire di essere stato, per una decina di anni, l' “uomo oggetto” di una donna di classe, e dal fascino eccezionale, come Sonia, una miliardaria con villa a Posillipo, attiva a letto come la più lercia e lurida delle troie.

Nonostante, intorno ai trenta anni, avessi questo tipo di “impegni” con lei, spesso fantasticavo. Chi fantastica sogna e chi sogna desidera.
Un assioma rigorosamente dimostrato nei secoli da generazioni di uomini e da tutte le donne che, con le loro fantasie erotiche, si lavorano gli uomini e si trombano le amichette lesbiche.
Vedere quegli scherzi della natura che avevano un fisico snello e longilineo, movenze femminili, maniere dolci ed accoglienti mi aveva sempre destato curiosità.

L'insolito è il vero afrodisiaco altro che viagra, cialis, levitra o altre pillole da super-eroi del porno. Ogni porno attore mi ha sempre fatto ridere perchè diventava un uomini meschini rispetto a quegli esseri superdotati che hanno attraversato le barriere del sesso, non solo con i loro enormi falli, ma soprattutto perchè sembravano una punizione di Madre Natura.
Dopo un paio di millenni di cultura occidentale fallocratica, maschilista e pseudo-cattolica, i trans erano e sono il trionfo della negazione e del diverso, l'abolizione di ogni super-omismo, con buona pace dei filosofi nichilisti.

Un uomo che si incula un altro uomo e lo costringe in una posizione di schiavitù e di minorità. Se si legge la vita, come spesso sarebbe oppurtuno fare, con il linguaggio che i nostri sensi ci rimandano, i trans, i gay, le lesbiche, i bisessuali sono il trionfo-castigo “divino” delle culture occidentali. E' come se un Dio, geloso e cattivo, ci costringesse a confrontarci con la parte “femminile” del nostro Ego iperbolico, un sussurro che arriva dall'inconscio e ci racconta della nostra inferiorità sessuale.

Ritorniamo così, tutti, facilmente all'androginia di cui parla Platone nei suoi dialoghi amorosi.
Imbevuto di tanta pretensiosa formazione etero-imposta da un percorso formativo segnato dall'antropocentrismo e dall' umanesimo trionfante avevo allucinazioni e deliri da serial killer.
I primi venti anni della mia vita infranti da Jessica? Da un ragazzo che avevo visto crescere e adesso, faceva rosicare le ragazze più belle della facoltà di Scienze Politiche a Napoli e che si prostituiva, ogni sera a via Santa Brigida per venti miserabili euro ? Non poteva essere possibile.

Ci volle il simpatico Piero Lorenzoni, incontrato a Venezia ad una Mostra del Cinema a spiegarmi che nell'eros ci attira molto più l'insolito del solito. E Jessica, con i suoi diciotto anni, le sue gambe ed il suo culo meraviglioso era l' “insolito”.
Neanche la mia fantasia era stata molto abituata alle cose solite…..sino ad allora. Il mio desiderio divenne subito quello di avvicinare un trans.
Non mi eccitava l'idea di sperimentare una corporeità diversa ma la mia mente fantasticava su altre cose.

Poter toccare quelle lunghe gambe e quei fianchi così stretti, atletici e nervosi, rispetto al morbido finco della donna mi creavano il desiderio di legare quella sorta di donna/uomo e frustarla per poi farmi fare una pompa e pisciarle addosso.
Questo desiderio aveva in sè qualcosa di distruttivo. Avrei voluto uccidere quell' individuo e, forse dopo avergli inflitto delle ferite con un coltello lo avrei crocifisso e, mentre esalava gli ultimi respiri, avrei urinato sulle sue gocce di sangue.

Ho visto film realizzati da famosi registi in cui spesso la sessualità veniva associata al sangue.
L'amore è spesso asociato alla morte, alla fine ma in quei sogni o deliri non c'era morte ma la resurrezione della riscoperta dell'androginia primitiva.
Quella stessa notte feci un sogno erotico con una trans che mi inculava e io che gli sborravo sulle tette!
Mi svegliai di colpo e mi accorsi di essere venuto veramente! Incominciai a guardare sempre più film porno di trans, mi capitava pure di scoparmi Sonia pensando ad un culo di un trans e ritornando a casa riuscivo a vedere un film porno di trans per farmi proprio delle seghe esplosive.

Insomma ero proprio attratto da quei corpi magnifici.
Volevo sapere, curiosare e per questo obbiettivo , dopo aver raccontato tutto a Sonia, riuscii a coinvolgere il suo fidanzato ufficiale, Francesco. Lui avrebbe dovuto essere il mezzo che avrei usato per esplorare il mondo dei travestiti. Non mi ci volle molto a coinvolgere Francesco grazie alle sue millantate capacità amatorie e alle virtuose cavalcate olimpioniche che faceva con Sonia. Li avrei inserito nel trio che immaginavo.

Cercai in Internet i locali frequentati da trans e i posti dove loro battevano ma ogni volta che passavo vicino preso dalla paura scappavo.
Un giorno, sbirciando su internet, vidi un annuncio di una trans mulatta con una quinta di seno e un bel culo sodo; la chiamai subito e le dissi che Francesco non era mai stato da una trans ma che ne era attratto tantissimo, lei mi disse di farmi trovare sotto il suo palazzo e di chiamarla.

Il tempo di avvisare Francesco e con Sonia, due giorni dopo presi la decisione di andarci e, quando fui sotto casa sua, la chiamai e le domendai cosa dovevamo fare. Eravamo in quattro, la più felice sembrava essere Sonia pensando che quello che le potesse capitare era di beccare tre cazzi al volo contemporaneamente.
Lei ci disse di aspettare fermi nel parcheggio e che ci stava guardando. Dopo circa trenta minuti vidi venire verso di me una figa pazzesca in jeans corti, con una t-shirt che esplodeva dalle tette!
Era lei ed avevo il cuore a 1000! Mi chiese il nome e si presentò anche a Francesco e Sonia.

Ci invitò a salire e dopo aver chiarito che la persona interessata era Francesco lo baciò con tutta la lingua nella sua bocca. Sentiva il cazzo del ragazzo esplodere e cosi gli tolse i vestiti, lo buttò sul divano e cominciò a spompinarlo. Si aggiunse subito Sonia che leccò tutto finchè Francesco non le venne sulla bocca. Sonia e Consuelo bevvero tutto.

Dopo questi preliminari Francesco inizia a capire che cosa può volere Consuelo per meritarsi i 500 euro concordati.

Infatti portò il ragazzo in camera sua e lo convinse a rimanere perchè gli aveva riservato un trattamento speciale.
Lei prese dal bagno un rasoio e un asciugamano che gli mise sotto il culo e inizia a depilargli la parte sotto i testicoli e vicino al buchino vergine con abilità e precisione. Dopo aver posato tutto in bagno, Consuelo torna con del gel e dei preservativi, quindi gli alza le gambe e comincia a leccare il buchino e ad infilarci la lingua dentro.

Sonia a quella vista era completamente bagnata, riuscii con scaltrezza a sentirla sottola gonna ma Francesco era diventata la troietta di Consuelo. Faceva di lui quello che voleva ed infatti si tolse il perizoma e si girò di s**tto in un 69 forzato e puntando sopra la sua bocca il suo enorme cazzo mulatto. Il cazzo era duro ed equino e Francesco lo subì tutto.
Mentre Francesco veniva fottuto io nel frattempo in un'altra stanza prendevo da dietro Sonia, inculandola in una allegra cavalcata: Francesco ci ha raccontato dopo che era impegnato a non soffocare col cazzo di Consuelo di cui sentiva l'odore e beveva il seme.

Il frocetto si era già abituato a Consuelo che aveva in mano (non so come avesse fatto a prenderlo ) un vibratore e così, dopo una leggera lubrificazione, iniziò la penetrazione. Così il Don Giovanni dei quartieri alti di Napoli veniva inculato da un vibratore che gli causava un dolore atroce al culo.
Consuelo, in un'occhiata aveva capito l'intesa che esisteva da tempo tra me e Sonia e quasi, reggendo il gioco dei nostri piccoli tradimenti, si accanisce contro Francesco e gli fa tenere il vibratore con le sue stesse mani nel suo culo che ormai non lo espelleva più.

Al Don Giovanni del Vomero quel giochino iniziava a piacere ma Consuelo si era già infilata un preservativo e gli sussurava, con voce sensuale che voleva infilarsi nel culetto sgarrato di Francesco finchè non avrebbe goduto anche lei.
Alla vista di un arnese da 25 centimetri il ragazzo prova a dire di no ma la travona gli toglie rapidamente il vibratore dal culo in un colpo secco e doloroso e lo giro a pecorina, Dopo aver sputato un paio di volte nel buco del culo, che iniziava leggermente a sanguinare, di quel marchettaro degli ambienti snob che era Francesco vi infila la sua nerchia nera.

Si trattava di nerchia più morbida del vibratore ma più grossa e lungo che , ad ogni pompata veniva spinta, con destrezza sempre più dentro. Ad un certo punto Don Giovanni rivela la sua vera natura di frocio latente ed inizia ad urlare con Sonia ad un passo, era dentro tutto, voleva essere trombato come la sua troietta.
Francesco era eccitatissimo e non voleva smettere, sborrò un paio di volte e si bevve pure tutto lo sperma della travestita.

Alla fine dopo quasi tre ore di giostra Francesco non riusciva a credere all'idea di aver tradito la sua fidanzata con un trans ed che ero ufficialmente passato dal ruolo di “sciupafemmine” della Napoli dei baroni e dei principi a quella di una squallida troietta drogata vogliosa di prenderlo.
Sonia chiese a me di essere riaccompagnata a casa, Francesco avrebbe preso un taxi.
Da quell'avventura di cui fui testimone non ho più visto Sonia, ma ho saputo che per volere dei suoi genitori era stata quasi costretta a sposarsi con Francesco, dal quale aveva divorziato dopo un paio di anni.

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