La principessa Maria Cristina

Il frustino di raso nero. E' stata la prima cosa che ho visto in macchina e ho sorriso. Che tu fossi matta io l'ho sempre saputo, ma continui a stupirmi ogni volta. “Amore… questa notte mi sono superata… e se tu fossi un uomo sano di mente non mi porteresti in giro stanotte…”. “Ma tu lo sai che io di sano ho molto poco tesoro!”, ti rispondo, guardando quel tuo sorriso complice e malizioso che mi fa impazzire.

“Dimmi che sei curioso di sapere com'è il mio abito di carnevale. Lo sai, sono una bambina, mi piace stuzzicarti!”. Sorrido e acconsento. Del resto so che stai morendo dalla voglia di mostrarmi il tuo travestimento da Marchesa De Sade. Ti togli il cappottino nero. Il mio cervello non riesce a pensare altro. Me lo sento già duro e la voglia di sbatterti sul cofano dell'auto m'invade il cervello. Se non fosse febbraio ti scoperei adesso, sull'auto.

Mi entri nel sangue tu. Ogni volta è così. Ogni volta che usciamo per le nostre feste, tu mi ecciti da morire. No, a essere onesto non mi ecciti, me lo fai diventare di marmo. Ogni volta mi chiedo che cosa mi trattenga dallo scoparti così di fretta, come ti piace tanto. Poi ci penso. So che alla festa sarai al centro d'ogni attenzione perché è come se tu camminassi circondata da un alone strano… come se l'odore del sesso fosse parte della tua pelle.

Sfacciata, sinuosa, ti muovi tra le persone come se dicessi Eccomi… sono qui… potreste scoparmi… e so che lo volete… almeno quanto lo voglio io. Tu e il tuo corpo. Tu e le sue curve morbide. Tu e i tuoi occhi scuri. Tu e la tua anima. Il posto è carino, un hotel chiuso in inverno, aperto solo per noi e per gli altri invitati alla festa. Fiaccole per terra, toni chiari e beige per tende e divani.

Alcuni ospiti sono già arrivati e si guardano intorno incuriositi dal posto. Nella penombra ci sei tu, vestita di nero, con la mascherina sul volto. I nostri anfitrioni ti guardano… Lui ti ha già notato in una festa precedente. Lo so. Questa volta ti cercherà, attirato dal tuo odore. Impazzirò nel vedere il tuo corpo fra le sue mani… Per la prima volta vorrei che fossi mia e basta. Ma non è il nostro gioco… niente cuore tra noi, solo corpi e anima.

La festa si è animata già da un pezzo. Vederti ballare sulle note di Shakira mi accende… ti avvicini, mi sfiori, sollevando il tuo viso sul mio… il calore del tuo respiro sul mio collo… ti prego toccami… toccami… ma perché siamo venuti qua… vorrei essere nel tuo letto adesso, farti urlare e provocarti come fai tu con me. Sento il tuo seno che scivola sulla mia camicia… stronza mi fai morire così… Basta! Ti porto al bar e subito lui ci raggiunge.

Ti sorride e iniziamo a scambiare due chiacchiere. E' simpatico, distinto e nonostante sia molto più grande di noi riesce a farmi sentire rilassato. I caffè arrivano, ma tu non ci sei. I capelli raccolti in boccoli maliziosi, il bustier nero stile ‘700, la gonna lunga nera di seta e i guanti col frustino… ecco la mia marchesa. Il tuo seno sobbalza dolcemente ogni volta che respiri e ogni tuo respiro è un colpo alla mia astinenza.

Le labbra disegnate e morbide, carnose e dolci, quegli occhi curiosi e quell'espressione di finta noia. Seduta sul bordo del biliardo spingi le braccia e la testa all'indietro mentre ciondoli con le gambe facendo intravedere la balza di pizzo delle tue calze. Apri leggermente le gambe e ci sorridi; ti passi la lingua sulle labbra e sorridi; ci chiami col movimento del bacino e sorridi; ti guardiamo incerti… io ti scoperei anche lì ora, adesso, subito.

Ma non riesco a muovermi. Lui sì. Ti raggiunge; vedo le sue mani sul tuo bustino e le sue labbra sul tuo collo. Ti accarezza col respiro; tu socchiudi gli occhi e divarichi le gambe. Le mani scivolano lungo il profilo delle tue cosce, mentre lo vedo giocare con il pizzo delle tue calze. La sua testa scorre sul tuo seno, lo vedo leccarti, scivolare su e giù sulla tua pelle. Ti vuole scopare, lo so.

Lo vorrei fare io.
Sei un a****le da caccia, lo hai fiutato, attirato lentamente a te e adesso lasci che sia la presa dei tuoi sensi…La festa intorno impazza. La musica è ammiccante, sensuale. E tu lì… State scopando… lo vedo. Lo vede anche il ragazzo del bar che non può distaccare lo sguardo dal tuo corpo. Un corpo che si muove e sussulta. Vedo come si muove lentamente dentro di te, mentre i pantaloni ormai abbassati rivelano un corpo muscoloso che, lo so, ti eccita da morire.

A ogni sua spinta tu inarchi la schiena, diventi rossa in volto, vorresti gemere per farmelo sentire. Ti scopa adagio, entra ed esce da te, ha capito come farti godere; sembra che lo sappia fare piuttosto bene, come io non ti ho mai scopato. Le tue mani si aggrappano al biliardo, forse vorresti che lui attutisse i colpi che senti e che vuoi ancora più penetranti… Sei una troia… gli stringi le gambe per tenerlo dentro ancora più profondamente.

Il tuo respiro si fa convulso mentre, leccandoti il capezzolo, mi guardi per farmi eccitare. Sto per avvicinarmi ma vedo che lui si stacca e con forza ti fa scendere dal biliardo. Il bastardo ti gira e ti solleva la gonna. Tu sorridi e ti pieghi… gli rendi il gioco facile. Così ti penetra, di forza, tirandoti i capelli. Soffochi un urlo che diventa gemito e poi incitamento a continuare. Lui non si ferma e continua con colpi sempre più forti.

Ti viene dentro, mentre tu urli il tuo piacere guardandomi…Ti voglio. Adesso tocca a me scoparti. Me lo devi. Un gruppo di uomini guarda la scena. Tu li osservi… e sorridi.

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