Festa di nozze

Sara aveva molto molto caldo. Non si capacitava che qualcuno avesse organizzato un matrimomio proprio il 3 luglio. In piena estate! Almeno gli sposi avrebbero dovuto celebrarlo al pomeriggio. Per decenza! No, invece. Un classico matrimonio celebrato alle 10. 00 e con pranzo infinito a partire dalle 13. 00. Un vero suicidio: come lessare 150 invitati in una saletta in cui l'unico refrigerio era dato da una decina di ventilatori che timidamente muovevano l'afosità dell'aria.

Sara guardò Ruggero, suo marito. Le venne da ridere. Era un uomo eroico. Vestiva elegantemente giacca e cravatta, sebbene imperlato di sudore. Ruggero diceva che era una questione di principio, o, almeno, di rispetto verso gli sposi. Qualunque ragione avesse, Ruggero era l'ultimo invitato maschio che era ancora in giacca e cravatta.
– Ma toglitela! Fa un caldo – disse Sara
– Mai! Devo svenire per il caldo, così gli sposi capiranno che cavolata hanno fatto ad organizzare le nozze in piena estate.

Come se non sapessero che l'Emilia è una fornace – replicò con sarcasmo Ruggero
– Peccato! Il cibo è ottimo, ma proprio non ho voglia di finire questo arrosto.
– Hai ragione, Sara! Mi sembra di mangiare carne di invitato arrosto. Adesso cosa ci sarà ancora?
– Pare il sorbetto
Ruggero guardò atterrito Sara, e disse:
– Gli sposi devono ancora fare le foto!!! No!!! Adesso staremo qui un'ora col sorbetto in attesa della torta
– Temo tu abbia ragione, Ruggero.

Guarda, la gente si alza ed esce nel parco.
– Andiamocene anche noi! Questa villa è celebre per il parco naturale che si estende per tutta la collina. Potremmo far perdere le nostre tracce e fuggire da questo forno infernale!
Sara replicò: – il bosco sarà sicuramente più fresco!

Si alzarono. D'altra parte non conoscevano praticamente nessuno. Ruggero era un amico dello sposo: si erano conosciuti al militare e di tutti i ragazzi a naja, fu l'unico a mantenere una certa amicizia.

Fu pertanto punito in quanto invitato al matrimonio estivo. Il prato antistante la villa era eccezionalmente verde, segno di una continua e dispendiosa irrigazione. C'erano due piscine: qualche invitata ne approfittava per bagnare i piedi roventi. Le cicale frinivano aumentando il senso di afa. Sara e Ruggero presero uno dei tanti sentierini che qualche nobile secoli fa fece tracciare nel bosco. Si diceva che un certo conte Gasparo Ferniani amava percorrere i sentieri, attentando alle virtù delle cameriere della villa.

Ancora oggi i vecchi nelle osterie cantavano canzoni oscene in suo onore. Sara e Ruggero conoscevano bene quelle canzoni: un tempo canzonacce da ubriaconi, oggi erano valutate come antica saggezza popolare. E c'era gente che scriveva libri su quelle melodie da osteria. Ruggero iniziò a canterne alcuni versi, mentre Sara rideva. Si raccontava del giovane conte che ad ogni ora del giorno impalmava una cameriera dietro l'altra e la canzone si divertiva ad elencare tutti gli amplessi, posizione dopo posizione, come fosse un Kamasutra emiliano.

Sara ascoltava, rideva e si eccitava. Pensava alle varie posizioni e sentiva caldo. Ma non era il sole. Anzi, il clima sotto gli alberi secolari era ben fresco. L'aria viziata del ristorante era uno spiacevole ricordo. Le venne in mente che voleva far sesso col suo Ruggero. Nel bosco secolare.

Disse:
– O mio conte: non oserà certo attentare alla mia verginità, vero?
Ruggero intuì la scena e rispose con esagerata teatralità: – nemmeno per sogno, mia piccola cameriera! So bene che non è vergine!
– Come non son vergine? E chi ebbe l'ardire della deflorazione?
– Ma non ti ricordi, mia pulzella? Più e più volte il mio nobil uccello prese a penetrare la tua sacra caverna del piacere
– O mio conte, proprio non ricordo.

Bisognerà controllare!
Detto questo, Sara si sdraiò tra le foglie secche di alcune querce. Alzò la veste e sfilò le mutandine. Il conte… ops… scusate, Ruggero vide un maestoso panorama. Nonostante tutti gli anni di matrimonio, era ancora sorpreso nel vedere le labbra vaginali di Sara che sembravano invitarlo alla penetrazione. Si chinò ed iniziò un lavoro di lingua lento e meticoloso, leccando con pazienza tutti i millimetri della fessura pelosa di sua moglie.

Succhiava quelle labbra che ormai considerava sue amiche, prendendole con le labbra e tirandole leggermente finchè non sentiva Sara mugolare per il leggero dolore. Mise poi di colpo due dita nella fessura, ed iniziò a muoverle con estrema velocità. Sara godeva! Emetteva umori dalla vagina che bagnavano in modo inverosimile le dita di Ruggero e che poi colavano a terra dove irrigavano il suolo. Acqua di vita, di amore e di sesso. Ruggero fu lesto a spogliarsi.

In piedi, ergendosi di fronte a sua moglie, il cazzo duro e diritto. Eccitatissimo. Una leggera brezza boschiva contribuiva a rendere felice Ruggero. Sara si mise in ginocchio: Ruggero le ficcò il cazzo in bocca, fino alla base. Sara non respirava, ma voleva sentire il suo uomo comportarsi in maniera indegna, come un conte del Settecento avrebbe trattato una giovane cameriera qualsiasi. La saliva colava dalle labbra, Sara mugolava per lo sforzo di tenere dentro la gola quel cazzo immenso e duro.

Ruggero iniziò a muoversi e a penetrare la sua bocca senza alcun riguardo, come volesse godere soltanto lui di quel pompino magnifico. Sara si sentiva riempita completamente, usata come un oggetto di piacere. Guardava da sotto il viso di Ruggero. Lo amava così tanto. Ruggero vide le pupille lacrimanti di Sara: come la amava!
Sara in breve fu completamente nuda. Allargò le gambe ed invitò Ruggero a penetrarla. Lo fece molto lentamente. Il pene entrò nella vagina in maniera così dolce che sambrava un'altra persona rispetto a poco prima.

Ruggero la penetrò molto molto lentamente. Sara sentiva il cazzo allargare più volte il canale vaginale, aiutato dai suoi umori.

Patrizia e Mirko erano finalmente sposi! Che sfortuna, però! Tutta la loro lunga preparazione non aveva previsto questo gran caldo. Il fotografo fu chiaro: l'unica possibilità di far foto decenti è nel bosco. E così eccoli girare nel bosco con il fotografo al seguito. Baciala! Solleva il velo! Adesso camminate insieme! Sorridile! Sembrava un set, non un matrimonio.

Percorrevano il sentiero. Ma, dove era finito il fotografo? Sparito! Tornarono sui loro passi. Che ci faceva il fotografo là in fondo, in mezzo a quegli arbusti? Cosa fotografava? Mirko fece cenno a Patrizia di stare ferma e lentamente andò verso il punto osservato dal fotografo. E vide Sara e Ruggero far sesso!

Ruggero stava scopando Sara lentamente. Mirko vedeva chiaramente il cazzo entrare nella vagina di Sara, mentre il fotografo, nascosto, faceva foto.

Patrizia si accostò a Mirko. Stava per emettere un grido, ma Mirko la bloccò in tempo. Sara si mise a novanta, mentre Ruggero da dietro prese a leccarle l'ano e la vagina. Il profumo di sesso inebriava l'olfatto di Ruggero. Prese il cazzo. Patrizia conosceva bene il pene di Mirko, ma il cazzo di Ruggero era un'asta meravigliosa. Si eccitò alla vista. Ruggero mise il cazzo nella vagina di Sara e prese a pomparla ritmicamente.

Gli uccellini cantavano gioiosi. Patrizia liberò il pene di Mirko ed iniziò a succhiarlo avidamente. Ruggero stava scopando Sara tenendola per le natiche. Sara sentiva il cazzo di Ruggero entrarle profondamente nelle carni e godeva della libertà di scopare nella natura. Il fotografo si accorse che i due sposini erano vicini e che Patrizia stava facendo un pompino eccellente allo sposo. Iniziò a fare fotografie. Fotografava Patrizia e Mirko e fotografava Sara e Ruggero.

Che servizio avrebbe fatto. Slacciò i suoi pantaloni e prese a masturbarsi. Aveva un pene piccolo, che scompariva se si osservava l'imponente pancia dell'uomo. Ma il suo cazzo era comunque eccitato. La mano scivolava sulla pelle, mentre osservava Ruggero chinarsi su Sara per spingerle dentro il pene il più possibile. Venne velocemente. Lo sperma spruzzò i fiori del cespuglio. Patrizia leccava l'asta di Mirko dal basso verso l'alto, dal basso verso l'alto. Poi, stando col viso sopra la punta del pene, fece scendere una grossa goccia di saliva.

La mano iniziò a masturbare il novello marito, scivolando con facilità lungo l'asta piena di saliva. Girò la testa e vide Ruggero uscire da Sara e sdraiarsi. Sara iniziò a cavalcare con ritmo veloce il pene del marito, senza risparmiare gemiti e gridolini di gioia sessuale. Stava per avere un orgasmo molto coinvolgente. Patrizia iniziò a succhiare il cazzo di Mirko. Non ce la faceva più. Mirko le venne in bocca. Non poteva però sporcare l'abito.

Patrizia ingoiò tutto lo sperma e, leccando, ripulì ben bene il pene del suo amato. Si ricomposero e ripresero la via verso la villa. Il fotografo era poco distante. Impacciato disse qualcosa di poco chiaro. Mirko si avvicinò e al suo orecchio bisbigliò qualcosa. Il fotografo fece una faccia dapprima spaventata e poi molto pensierosa. Si avviarono alla villa.

Sara cavalcava Ruggero con gioia. Il pene entrava ed usciva dalla vagina. L'asta bagnata allargava le labbra vaginali.

Voleva il suo sperma dentro di sè. Si sdraiò ed invitò Ruggero a scoparla. Il pene si infilò nella fessura bagnatissima di Sara. Ruggero si sdraiò su Sara e la abbracciò. Le gambe di Sara abbracciarono il bacino di suo marito. Il pene si muoveva molto lentamente, non soltanto per l'impaccio della posizione, ma anche perchè Ruggero voleva far sentire tutti i centrimenti del suo pene. Si irrigidì. Il cazzo era furiosamente duro. Una roccia.

Un'asta d'acciaio. Venne. Uno spruzzo forte e duraturo che inondò la vagina di Sara. Lo sperma colava lungo le gambe. Sara leccò il pene, asciugandolo con la lingua ed ingoiando quel poco sperma che non fu inserito nel suo corpo.

Stettero abbracciati. Si rivestirono.
– Signor conte come le è sembrato?
– Signorina cameriera, direi che è stato molto gaudioso. Vorrebbe essere mia moglie e contessa? Sarà erede di tutti i miei possessi e potrà goderne come e quando vorrà
– No, signor conte.

Mi lasci umilmente alle mie mansioni. Sono sicura che il principale suo possesso sarà nelle mie mani e tra le mie gambe come e quando voglio
Ruggero rise di gusto. Tornarono in villa.

Non ci potevano credere. Saranno stati via oltre un'ora e gli sposi erano appena tornati! Ma quante foto avranno fatto! Questi son matti, pensò tra sè Ruggero. Mangiarono stancamente la torta e appena ebbero l'occasione Ruggero e Sara andarono a salutare gli sposi.

– Scusate, ma dobbiamo lasciarvi. E' stata una bellissima festa!
Mirko guardò Sara e Ruggero con intensità. Ruggero si domandò che cosa avesse. Patrizia sorrise a loro e disse:
– Questo DVD di foto è soltanto per voi. Ci sono tutte le foto del matrimonio. Dico: tutte!
Ruggero si chiedeva cosa volesse dire Patrizia. Mirko aggiunse:
– E se credete che le foto siano particolamente venute bene, allora, un giorno di questi, che ne dite se ci vediamo per una cena insieme? Potremmo commentare le foto e giocare insieme a rifarle!
E se ne andò.

Ruggero e Sara si misero in auto domandandosi che razza di scherzo fosse. L'avrebbe presto capito e condiviso con Patrizia e Mirko la gioia della loro scoperta.

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