Carmen, cognata e porca sopraffina. Prima parte

All'inizio degli anni'70 erano di gran voga film e filmetti che decantavano le delizie di zie, cugime, cognate. Per me uno di questi film divenne realta'.
Questa storia contiene fatti in parte realmente accaduti.
Sono nato a Pontebba, a pochi chilonetri dal confine austriaco e a 20 anni mi
ritrovai marinaio di leva in un lontanissimo angolo di Sicilia. Mi ambientai facilmente, il posto era bello. Trovai una bella ragazza che sarebbe diventata mia moglie, ma trovai anche sua sorella Carmen.

Era un poco più giovane di me, già sposata con uno sciagurato, bella da morire. Perfetto corpo da dea, ma la cosa più straordinaria era lo sguardo, provocante, penetrante, spudorato,da vera troia che si sente sicura di se e sa di piacere. Naturalmente non ebbi il minimo contatto con lei, ma già ci piacevamo. Sentivo i suoi occhi su di me che mi incendiavano il cazzo. Passaronio lunghi mesi sempre uguali. Arrivò il giorno del congedo e poi quello del fidanzamento ufficiale.

Una grande festa piena di gente della durata di due giorni. Alla mia destra, seduto alla grande tavola, la mia fidanzata, alla sinistra la cognata Carmen. Le mie gambe sfiorano leggermente le sue. Non si ritira ne si muove. Poi urta il mio piede. Prendo forza e da sotto la lunga tovaglia le metto la mano sul ginocchio. Passano minuti, rimane sempre immobile. Poi con un movimento impercetibile mi fa capire di salire. Arrivo a toccare la coscia e a questo punto la troia stringe la mia mano fra le sue gambe.

Lunghi minuti. La mia mano brucia, poi apre un poco la presa e riesco a sfiorare gli slip, che sento essere traforati di pizzo. Fine. La festa continua con grande confusione, il mio cazzo è durissimo sono sul punto di sborrare. Altro pranzo ancora festeggiamenti. Mi ritrovo sempre nella stessa situazione. Lei sta alla mia sinistra. So cosa fare. Metto la mano sul suo ginocchio e sento che indossa le calze. Accarezzo lentamente il ginochio, sento che gradisce.

Comincia la deliziosa salita. Inprovvisamente la calza finisce e sento la pelle nuda della coscia. Sto bollendo, la zoccola si è messa il reggicalze. Dopo avere un poco indugiato in quel paradiso, ricomimcio a salire e ho una grande sorpresa. Carmen da perfetta porca è senza slip. Sento il contatto del pelo è troppo devo ritirare la mano. La serata sta per finire. Rischio, la mia mano rifà lo stesso viaggio di prima. Non chiedetemi come ci sia riuscito, ma ci sono riuscito.

Riesco a masturlarla. Prima le labbra carnose poi dentro. Sta immobile, non tradisce nessuna emozione. Trovo il grilletto, sono fuori di me. E' bagnatissima la mia mano bolle, viene come un fiume. Ritiro la mano, vado al bagno, spero che mi segua. Impossibile. Annuso a lungo la mano piena del suo succo, il mio cazzo sta esplodendo, non posso fare altro che masturbarmi. Nessuna possibilità di penetrarla, riesco più tardi a scambiare due parole intime.

Con la voce roca dalle sigarette: Vorrei mi sfondassi la fica, spacassi il culo e riempire la bocca di sborra. Passano gli anni, sposato, il lavoro, la famiglia. Dopo alcune estati la ritrovo a un matrimonio, sempre più bella, sempre più troia. Dopo mille timori ci chiudiamo in uno stanzino strettissimo. Non c'è assolutamente il tempo ne lo spazio nemmeno per una sveltina. Che fare se non un pompino, ma un pompino pazzesco, mai più niente di simile.

Dice: Ora ti farrò godere, ma sono io che conduco il gioco, quando vorrò tu sborrerai. Naturalnente non ci credevo. Pompino indimenticabile, lei abillissima grandissima esperta. Frullò la lingua, succhiò, rissucchiò, il mio povero cazzo era un palo. A un certo punto ordinò:
Sborra ora. E come un bambino ubbidii. Trattenne per un attimo l'abbondante sborrata in bocca facendola gorgogliare con le labbra socchiuse. Poi con estrema disinvoltura inghiotti e poi sospirò. Nella prossima storia vi dirò come e quando riuscimmo a scopare.

Spero mi seguirete.

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