Un matrimonio pieno di sorprese.

Racconto trovato in rete su xhamster.

Il giorno in cui Alessandra mia figlia maggiore si è sposata con Alberto è stato un evento indimenticabile, voi pensereste che è naturale per la vita di un padre ma quando leggerete la storia che vi sto per raccontare scoprirete che l’avvenimento è diventato tale per una serie di eventi accidentali che si sono verificati ed hanno messo in luce le più basse inclinazioni che da sempre convivono nello spirito dell’uomo.

Gli invitati erano già arrivati, tutti vestiti elegantemente, a bordo d’auto addobbate con merletti e fiori, la gioia e l’euforia si sentivano nell'aria, sembrava quasi di toccarla, amici e parenti si prodigano in complimenti e manate sulla schiena. Dopo tutto era anche la mia festa, come papà della sposa intendo, stavo per completare il dovere di un padre, l’avevo accudita per venticinque anni e quel giorno la mia cucciola stava per spiccare il volo dal nido.

Sapevo già che nel momento in cui l’avrei affidata ad Alberto sarei stato preda di un’intensa emotività e commozione, sono un uomo sensibile e dalle lacrime facili, non m’importava della considerazione degli altri, quello che contava era la felicità di Sandra perché il giorno del suo matrimonio, sarebbe stato l’inizio di una nuova vita.
I preparativi per la celebrazione delle nozze avevano rivoluzionato la vita familiare già da parecchi mesi, le fasi della cerimonia ed il ricevimento al ristorante, gli inviti, gli addobbi della chiesa, tutto era stato disposto con meticolosità quasi maniacale.

Ho avuto anche la fortuna di vedere la scelta dell’abito da sposa, classico in bianco, formato da un corpino rigido in pizzo ricamato a mano, gonna a tulipano con numerose balze sovrapposte, quando Sandra uscì dal camerino con il vestito addosso gli occhi si bagnarono dalla commozione. Lei restò a fissarmi intensamente, cercando di capire se il vestito fosse di mio gradimento, nel momento in cui intravide l’emozione nei miei occhi bagnati capì che quel vestito era perfetto per lei.

Mia moglie Carla e mia figlia Sonia più piccola con Sandra e altre sue amiche si erano chiuse nella stanza delle ragazze a farsi aggiustare i capelli dalla parrucchiera, ormai era da molte ore che le sentivo chiacchierare e ridere, l’attesa snervante mi faceva riflettere su mille cose, ogni tanto andavo in bagno per dare un’occhiata alla cravatta, mi sembrava tutto in ordine. L’auto d’epoca attendeva la sposa davanti all'ingresso, era bianca con le cromature dorate e brillanti dei cerchi, delle maniglie e dei paraurti, molti invitati e vicini di casa curiosi erano nelle vicinanza ad aspettare l’uscita di Sandra.

Già pensavo alla mia bambina che da quel giorno in poi avrebbe affrontato la vita senza la sua famiglia, tutte le incognite ed i problemi che spesso affliggono le giovani coppie, mi auguravo con tutto il cuore che la fortuna fosse dalla parte di mia figlia e suo marito. Solo un pazzo avrebbe potuto pensare che all'orizzonte si stava avvicinando un temporale che avrebbero funestato quel clima idilliaco, eppure stava per accadere, la voce sconvolta e la mano di mia moglie che mi strattonava la spalla mi destarono da quel attimo di tranquillità.

“Giorgio!!! Abbiamo un grosso problema. ”
Era scossa, sembrava che gli fosse caduto il mondo addosso, la fissai perplesso che cosa poteva mai essere successo per farla preoccupare in quel modo?
“Che tragedia! Che tragedia! Sandra è impazzita, non vuole più sposarsi. ”
“Che cosa stai dicendo… è uno scherzo???”
“Non sto scherzando, ci ha buttati fuori dalla stanza, sembrava una belva, gridava di andare tutti al diavolo. ”
“Ma che cosa è successo?”
“Non lo so?”
“Ma cazzo eri lì, una non impazzisce all'improvviso, dev'essere successo qualcosa?”
“So solo che il suo cellulare poco prima ha suonato e ha ricevuto un mms.


“E poi?”
“Sandra è corsa in bagno, quando è tornata era stravolta dalla rabbia, ci ha cacciati fuori dalla stanza e si è chiusa dentro, non vuole più uscire. ”
“Ma porco diavolo. ”
La botta mi bloccò il respiro, dovevo calmarmi e far mente locale non dovevo farmi prendere dal panico perché le conseguenze di quel gesto sarebbero state molto gravi, stentavo a credere a quello che era successo, dovevo fare qualcosa per aggiustare la situazione, ma cosa?
Mi sforzai di mantenere un contegno apparentemente tranquillo per rassicurare mia moglie e gli invitati già allarmati, quindi decisi di affrontare il leone.

“Mi fate una cortesia? Tenetevi lontano il più possibile, io vado di sopra a cercare di capire che cosa è successo e magari tentare di aggiustare le cose. ”
“Va bene Giorgio, ti prego. “
“Non ti preoccupare, vedrai che tutto si aggiusterà… spero. ”
Dopo aver salito le scale raggiunsi la porta della camera da letto della ragazze, Sonia era ancora lì che cercava di convincere la sorella ad uscire e di finirla con quella pagliacciata, la voce di Sandra usciva ovattata e sconvolta dal pianto.

“Stronza!!! Proprio tu parli che sei la causa di tutto. ”
Sonia appena mi scorse fissò i miei occhi con imbarazzo, poi mi fece una smorfia come dire che non sapeva di cosa stesse parlando.
“Senti ora vai giù. ”
“Ok papà. ”
“Tesoro… sono papà… ti prego aprì la porta”
“No!!! Ho detto che non voglio più sposarmi!”
“Ma diavolo maledetto si può conoscere almeno il motivo??? Non puoi mandare all'aria un matrimonio proprio alla vigilia, fammi capire che cazzo è successo.


“Chiedilo a quella puttana di Sonia. ”
Era la seconda volta che accusava la sorella di essere la responsabile di quella situazione.
“Tesoro, ti prego, se devo mandare a monte il tuo matrimonio almeno fammi capire il motivo. ”
“Voglio restare da sola cazzo, come debbo dirvelo. ”
“Tesoro facciamo così, tu mi apri e racconti quello che è successo, se Sonia ha fatto una cazzata ne dovrà pagare le conseguenze, te lo prometto, ti voglio aiutare, fammi entrare.


Sandra aprì la porta, entrai velocemente dentro la stanza, la trovai allungata sul letto, si era tolto il vestito da sposa, appena la scorsi mi venne un colpo, nonostante la gravità della situazione non potei fare a meno di osservare affascinato la scena che si stava presentando sotto i miei occhi. Lei era adagiata su un fianco con la faccia ficcata nel cuscino, il corpo era nella tipica posizione fetale ma la cosa sconvolgente era che in quel momento indossava calze bianche di nailon e reggicalze bianche con merletto, le mutandine erano ridotta ad un succinto tanga bianco che si perdevano tra le natiche rotonde e ben tornite.

Il busto era coperto da un corpetto di rigido a cui erano attaccate le reggicalze, le tette erano completamente esposte e sostenute dal corpetto, Sandra in quelle condizioni appariva in tutta la sua giovane e conturbante bellezza, una bomba sexy che mi suscitò un attacco di libidine mirabolante. Era girata di spalle altrimenti avrebbe notato l’espressione allupata dei miei occhi, la stavano letteralmente mangiando centimetro per centimetro il mio cazzo somatizzò immediatamente quel senso di eccitazione ingrossandosi nei pantaloni in un modo osceno.

Non riuscivo a dire un sola frase, ero completamente incantato ad ammirare il suo magnifico corpo esibito in una posizione erotica incredibile, ad un certo punto mi accorsi che nelle mani stringeva il suo ipod.
“Sandra… allora??? Mi dici che cosa è successo?”
“Toh guarda con i tuoi occhi. ”
Dopo aver pigiato un tasto mi porse il cellulare, sullo schermo comparve la classica clessidra che voleva significare che stava caricando un filmato, dopo un po’ apparve una persona, era Alberto.

“Cazzo! Chiudi sto cellulare, lo sai che non mi piace essere ripreso. ”
Quella frase venne seguita da una risata di donna.
“Brutto porco lo so che ti piace riprendere. ”
“Okay troietta, dammi qui che ti riprendo mentre mi fai un pompino. ”
Il cellulare passò di mano e dopo un po’ inquadrò il volto della ragazza, appena lo vidi mi venne un colpo, era quello di Sonia che rideva follemente mentre apriva la patta dei pantaloni e tirò fuori il cazzo duro di Alberto, con le mani cominciò a stimolarlo facendo scivolare la pelle tesa sulla massa dura, il movimento era lento ma costante.

“Dai brutta troia, succhiamelo. ”
Sonia aprì la bocca ed inghiottì l’intero cazzo di Alberto, vedere mia figlia Sonia impegnata a succhiare il cazzo di Alberto mi dette una sensazione di libidine che mi fece esplodere il cazzo nelle mutande, mi ero maledettamente eccitato da quelle immagini sconvolgenti, per me era troppo, la mente sembrava che si stesse sciogliendo come il burro, sentivo le vene del cazzo che pulsavano al ritmo impazzito del cuore, chiusi il cellulare e lo buttai sul letto.

“Hai visto?”
“Si. ”
“Chi avrebbe immaginato una cosa del genere, cazzo mia sorella, ti rendi conto?”
“Già… chi ti ha mandato quel video?”
“Il numero è sconosciuto ma credo che mi conoscesse bene. ”
Non riuscivo a togliere lo sguardo dal culo di Sandra, era li distesa su un fianco con le natiche in bella vista e le mutandine che si perdevano nello scoscio da cui si intravedeva la protuberanza della figa.

Mi sedetti sul bordo del letto, Sandra non si era mossa se ne stava ferma con il suo borioso culo a pochi centimetri dal mio cazzo, allungai un braccio e lo posai su un fianco, la mano sfiorò la pelle nuda liscia come il velluto, appena la toccai sentì una scarica di adrenalina che percosse tutta la schiena.
“Sandra… non so cosa dire… quel video ha sconvolto anche me. ”
“Io dovrei sposare quello stronzo? Ti rendi conto che si scopa mia sorella?”
“Nella vita succedono tante cose… a volte terribili, ma poi bisogna affrontarle e superarle.


“Cosa dovrei fare secondo te? Far finta che non sia successo nulla?”
“Non dico questo, un matrimonio è una cosa seria, col tempo certe cose si aggiustano. ”
“Stai scherzando? Mi stai dicendo di accettare il tradimento di Sonia ed Alberto?”
Ero maledettamente eccitato e non riuscivo più a ragionare. In quel momento avrei voluta saltarle addosso e succhiarle le tette, la mano intanto si muoveva sulla pelle morbida dei glutei, lei dalla rabbia non aveva colto le intenzioni morbose che si celavano dietro quel gesto.

Il mio corpo fremeva dall'eccitazione, dovevo fare qualcosa altrimenti sarei impazzito, così seguendo il mio istinto mi aprì la cerniera lampo e dopo aver armeggiato dentro mi tirai fuori il cazzo. Lei non lo poteva vedere perché mi girava la schiena, era difficile restare inerti di fronte a tante grazia, il mio cervello era andato completamente in tilt, mentre mi masturbavo allungai la mano ad afferrale un seno, appena lo ebbi nella mano cominciai ad impastarlo come se fosse plastilina.

“Ma che cazzo stai facendo papà?”
“Dio quanto sei bella. ”
Nello stesso istante si girò mettendosi supina sul letto, quando vide il cazzo duro e palpitante che serravo nella mano lanciò un urlo.
“DIIIOOOOO papà ma che cazzo stai facendo? Ti stai sparando una sega?”
“Siiiii non c’è la faccio più ti desidero. ”
Ormai ero completamente partito di testa in preda alla bramosia più estrema e schiavo della più bassa depravazione sessuale, non riuscivo più a controllare la situazione così mi allungai sopra di lei e le afferrai le tette con entrambe le mani, poi mi incollai con la bocca sulle mammelle ed iniziai succhiare quei meravigliosi capezzoli.

“Papà??? Sei impazzito??? Papà??? Sono tua figlia!!!”
“Lo so, lo so ma sei anche un gran pezzo di figa e io non ce la faccio più a res****re. ”
“Papà fermati!!!”
“Dai lasciami fare… mmm che belle tette che hai figlia mia. ”
“Noooo!!! Papà ti prego???”
Era completamente sconvolta da quella situazione assurda, la sua voce era stravolta, implorante di fronte a quella imprevista aggressione ma tuttavia la sua reazione mi era del tutto indifferente, ero insensibile alle suppliche e proseguii nel mio scopo senza alcuna remora morale.

Con forza le spalancai le gambe ponendomi in mezzo, preso dalla follia del desiderio sessuale le spostai il tanga di lato esponendo una figa imberbe completamente rasata, era bellissima, le labbra esterne scure e grosse divise da quelle interne nere e frastagliate, il tutto sormontato da un clitoride rosa ed invitante. Le spinsi le gambe verso il materasso per avere una visuale completa dello scoscio, Sandra sembrava una bambola di pezza, la manovravo come meglio volevo, era completamente soggiogata dal mio impeto bestiale, in quella posizione iniziai a sollecitare la figa ficcando alcune dita nelle carne viva.

“Papà è sbagliato, NNNOOO non voglio cosa fai???”
Nonostante fosse in preda alla disperazione a causa di quella aggressione inaudita, il tono della voce tradiva una velata eccitazione.
“Dai lasciami fare, è quello che si merita quello stronzo di Alberto. ”
Dopo aver incalzato il clitoride e le pieghe della figa allargai le piccole labbra e come un disperato in preda alla fame mi tuffai con la bocca in quella fonte di piacere.

“HHHOOO papà che stai facendo NNNOOO fermati. ”
Sandra alla fine sfinita smise di opporre resistenza restandosene ferma con le gambe completamente flesse verso il materasso, lasciava che le stimolassi la figa in ogni dove, indomita continuava ad inveire con frasi senza senso, intanto manteneva le cosce completamene spalancate per permettermi di penetrare più a fondo con la lingua.
“Oddio papà sto godendo mmmmm. ”
“Lo sapevo che in fondo era quello che volevi, vieni ora voglio provare la tua bocca.


Mi alzai sulle ginocchia e le misi davanti agli occhi il cazzo duro, Sandra si mise a pecorina sul letto con il volto verso il mio cazzo, lo afferrò con una mano menandolo e proseguendo cominciò a succhiarlo, Sandra alla fine si era lasciata trascinare e non opponeva più alcuna resistenza, la follia dei sensi aveva acceso anche lei. La sua bocca stava ingoiando il cazzo paterno fino in fondo alla gola, era un piacere vedere le labbra che scivolavano veloci lungo l’asta, ogni tanto la lingua seguiva i contorni del glande levigando la pelle fino ai coglioni, ad un tratto la fermai.

“Voglio scoparti. ”
“Si, lo voglio anche io, alla faccia di quello stronzo di Alberto. ”
Si adagiò con la schiena sul letto e spalancò le gambe, quella posizione era meravigliosa, le tette spuntavano dal corpetto dritte come la punta di due pere, la sua figa bagnata aspettava trepidante di essere penetrata e il tanga era ancora spostato di lato. Mi piegai sopra di lei tenendo il cazzo puntato contro la figa, iniziai a spingere verso il basso fino a quando non vide il cazzo sparire completamene dentro quella figa incandescente.

“HHHOOO papà siiiii scopami, fottimi, ti prego. ”
“Sei bellissima cazzo, sei strettissima. ”
“Papà come lo sentono mmm è bellissimo. ”
Avrei voluto che qualcuno mi avesse dato un calcio nei coglioni, mia figlia Sandra era sotto di me che fremeva dal godimento datogli dal mio cazzo che scompariva velocemente dentro la sua calda ed accogliente figa, ogni affondo era una sinfonia, poi il lamento si trasformò in un canto costante, una nenia che usciva dalla sua bocca ed accompagnava gli affondi del mio cazzo dentro di lei.

Dopo alcuni minuti la girai a pecorina, la afferrai per i fianchi e cominciai a martellarla, sentivo le pareti della sua figa che si contorceva dall'orgasmo, Sandra stava urlando di piacere e mi lasciai andare in una sborrata dentro il suo caldissimo utero.
“TOH diavolo di una figlia. ”
“Siiiii godo papà. ”
In quei frangenti lei si era distesa sul letto con il ventre in giù, io da dietro continuavo a muovermi dentro la sua bollente figa fino a quando i moti diventarono più lenti, alla fine ci fermammo completamente mentre il mio cazzo si afflosciava soddisfatto dentro di lei.

“Ho papà, sei stato magnifico. ”
“Piccola, ora faccio venire la mamma e Sonia così tu ti rivesti e poi ti sposi. ”
“Ma!!!”
“Nessun ma, come dicevano gli antichi, occhio per occhio… credo che tu gli abbia reso pan per focaccia NO!”
“Hai ragione papà… e con Sonia come la mettiamo?”
“A quella ci penso io, dopo quello che ho visto penso che le farò un discorso. ”
Sandra si lasciò vestire dalla madre e da sua sorella verso cui aveva seppellito l’ascia di guerra, scese le scale con un sorriso smagliante, mia moglie sussurrando in uno orecchio mi chiese che cosa avessi fatto per convincerla, gli dissi una cazzata qualunque.

Mentre osservavo Sandra scendere le scale spostai lo sguardo su Sonia, in quel momento la seguiva insieme alle damigelle, mi soffermai ad ammirare il vestitino nero completamente scoperto nelle spalle e corto abbastanza da lasciare intravede le gambe belle sode e dritte. Durante la cerimonia non ebbi occhi per Sandra, la festa è stata bellissima, tutti gli inviati si sono divertiti, il pranzo, i balli, le risate, gli scherzi, si sono succeduti l’uno all'altro in una magnifica atmosfera idilliaca.

Alla fine della giornata ci trovammo tutti nel cortile dell’albergo ristorante a dare il saluto agli sposi, a bordo dell’auto addobbata per la circostanza con le scritte e con la coda delle lattine fuggivano via per iniziare il viaggio di nozze da favola e la loro vita assieme. Quando la macchina scomparve all'orizzonte la gente iniziò a salutare, quindi, dopo aver espresso i ringraziamenti di commiato verso tutti gli ospiti ed i parenti stanchi ma felici, rientrammo a casa, il basculante del garage si schiuse alla nostre spalle e mia moglie scese dall'auto.

“Sonia, rimani li io e te dobbiamo fare una chiacchierata. ”
Mia moglie aveva intuito che la crisi isterica di Sandra era stata causata in qualche modo da Sonia per questo mi disse.
“Giorgio, ti prego non essere troppo severo in fin dei conti è andato tutto bene. ”
“Non ti preoccupare, ti raggiungiamo tra poco. ”
Mia moglie prima di lasciare il garage si rivolse a Sonia e disse.
“Non so che cosa tu abbia fatto a tua sorella, qualunque cosa fosse sappi che poteva causare una tragedia, per fortuna tuo padre l'ha evitata, io non voglio sapere di cosa si tratta, chiarisciti con tuo padre e mi auguro che finisca qui in questo garage.


Sonia non aveva la forza di parlare, la vedevo abbattuta e costernata con le spalle reclinate e le mani incrociate e posate sul grembo, appena sentii la porta interna del garage che sbatteva mi volsi verso Sonia.
“Non hai niente da dirmi in proposito?”
“Papà, ti giuro che non so che cosa le sia preso a Sandra. ”
“Cazzo che faccia tosta, lo sai che sei una bugiarda?”
Il tono forte della voce la fece sussultare, le sue mani si muovevano nervose.

“Papà, se mi devi fare la solita ramanzina sbrigati sono stanca e ho voglia di andarmene in camera. ”
Tirai fuori dalla tasca l’ipod di Sandra e lo mostrai a Sonia.
“Lo riconosci questo. ”
“Si papà è l’ipod di Sandra, allora???”
Pigiai il tasto menu e dopo aver individuato il file lo selezionai.
“TOH! Guarda che performance… una ottima prestazione non c’è che dire. ”
Sonia guardò le scene che si susseguivano sul piccolo schermo, un silenzio tombale calò nell'auto, il suo respiro divenne subito affannoso, ad un tratto spense l’ipod e lo gettò sul sedile al suo fianco e mise una mano sulla maniglia.

“Questa è una vigliaccata!!!”
Velocemente andai fuori dall'auto bloccandola nel momenti in cui stava per uscire.
“Dove credi di andare? Io e te non abbiamo ancora finito. ”
Io ero in piedi di fronte alla portiera posteriore aperta, le aveva precluso ogni possibilità di fuga, sembrava un tigre in gabbia.
“Mi dici che cazzo vuoi da me??? Ora sai tutto… allora???”
“Allora!!! Ho deciso che meriti una punizione, non puoi farla franca dopo quello che hai combinato a tua sorella Sandra.


“Cosa devo aspettarmi? Dieci frustate? Digiuno per una settimana? Mi sospendi la paghetta? Papà sei ridicolo. ”
“Nulla di tutto questo. ”
Lei mi fissò perplessa con atteggiamento di sfida attendeva di vedere le conseguenze delle mia parole, il suo atteggiamento spregiudicato mi infondeva un desiderio inaudito, bella e disinibita un alchimia sempre apprezzata dall'uomo, mi voleva sfidare ora vedrà. La fissai intensamente negli occhi, improvvisamente mi sbottonai i pantaloni e dopo avere aperta la zip mi tirai fuori il cazzo duro come una pietra, appena lei lo vide gli occhi stralunarono quasi a voler uscire dalle orbite, assunse una espressione sconcertata, non si aspettava quella azione scellerata.

“Visto che ti piace succhiare il cazzo e lo fai molto bene, ora se permetti vorrei sperimentare di persona le tue grandiose capacità… SUCCHIA!!!”
Alle parole feci seguire l’azione, la afferrai per i capelli puntando la cappella dura contro le sue labbra, spinsi e la cappella impattò contro la sua bacca chiusa.
“APRI STA CAZZO DI BOCCA E SUCCHIA!!!”
Dopo un momento di tensione finalmente qualcosa si mosse, le labbra si aprirono permettendo alla cappella di entrare in bocca, appena dentro con entrambi le mani la tenni ferma dalla testa ed iniziai a chiavarla freneticamente in bocca, ogni tanto mi fermavo per permetterle di sputare i conati di vomito e saliva, nonostante fossi io a muovermi dentro la sua bocca, percepivo comunque una parziale partecipazione al pompino.

“Senti… mi piacerebbe se continuassi da sola. ”
Non esprimeva alcuna reazione ma si limitò a fissarlo, sospirando lo afferrò con entrambe le mani e incominciò a menarmelo, il tocco delle mani era delicato, dopo alcuni colpi di sega si fermò e riprese a succhiarmi il cazzo, si muoveva lentamente su tutta la lunghezza dell’asta.
“Cazzo… sei bravissima. ”
Stimolato da quel piacevole pompino iniziai ad accarezzarle le spalle, la schiena, afferrai la cima del vestito e lo spinsi giù fino al costato esponendo le sue meravigliose tette.

“Dai fammi una sega con le tette. ”
Sembrava un automa telecomandato, non riuscivo ancora a capire se fosse coinvolta o no, i suoi movimenti erano quelli di una che si ci stava non c’era dubbio, afferrò il cazzo e se lo ficcò in mezzo alle tette, lo serrò dentro, in quella situazione man mano che muoveva le tette il glande spuntava da sopra e lei lo aspettava con la bocca aperta per accoglierlo tra le sue labbra.

“Stenditi sul sedile, ho voglio di leccarti la figa. ”
Eseguì l’ordine come un perfetto soldatino, si distese su un fianco alzando una gamba in aria, si vedevano le mutandine nere che si perdevano tra i glutei, entrai subito nell'auto inginocchiandomi tra le sue meravigliose cosce spalancate, le spostai di lato le mutandine e vidi una figa pelosa, il folto pelo nero copriva il monte di venere e parte delle labbra grosse, le piccole labbra spuntava appena ma la cosa che più mi colpì fu il grosso buco che si intravedeva in mezzo.

“Cribbio, hai una figa da paura, non ti piace depilarti?”
“NO, agli uomini piace così. ”
“Ti decidi a leccarmi la figa o vuoi continuare a parlare???”
L’invito andava soddisfatto, cominciai a stimolarle il clitoride e a frizionare la parte interna delle labbra, misi dentro due dita e con un movimento lento e costante gli feci un ditalino.
“Papà continua mi così piace. ”
Alla fine affondai la bocca in mezzo a quel pelo nero e morbido, l’odore forte della figa di mia figlia mi inebriò le narici, Sonia era adagiata sul sedile con la figa pelosa esposta e le gambe spalancate che spiccavano in alto fino a toccare il soffitto dell’auto.

“Ora scopami papà. ”
Mi piegai sopra di lei e puntai la grossa cappella tra le piccole labbra, non incontrai nessuna resistenza e in solo colpo affondai dentro la sua figa.
“Sii papà mi piace. ”
Non era molto stretta ma era comunque calda ed accogliente in quella posizione era rannicchiata sotto di me con i polpacci appoggiate alle spalle, io continuavo a scoparla con veemenza, in pochi secondi vidi il cazzo impregnasi di una sostanza biancastra che cominciò a espandersi sul pelo pubico e sui coglioni.

“Godo godo godo. ”
Cazzo se godeva, in effetti ogni affondo era devastante perché era favorito dal peso del mio corpo massiccio, l’avevo ridotta a stare in un piccolo spazio angusto sul sedile posteriore, da sopra le stavo sconquassando la figa e le pareti vaginali si contorcevano dagli orgasmi accompagnato da un lamento di piacere. Cominciai ad aumentare il ritmo degli affondi, ormai stavo per sborrare, il mio cazzo scivolava dentro la figa di Sonia con un frenesia, nonostante l’angusto spazio Sonia si muoveva come un diavolo cercando di trarre da quel rapporto il massimo piacere possibile, gridava e godeva con tutta l’anima.

“Vieni dentro prendo la pillola godo papà. ”
L’ultimo colpo poi tenendo il cazzo dentro la figa di Sonia svuotai i coglioni fino all'ultima goccia di sborra, uscii da lei solo quando il mio cazzo si stava afflosciando.
“Credo che la punizione sia stata adeguata!!! Severa, ma adeguata!!!”
“Sei un porco papà. ”
Le nozze di Sandra sono state meravigliose, la giornata si è chiusa magnificamente non c’era dubbio, la scoperta di avere in casa una troia del livello di Sonia per me ha significato la possibilità di conciliare in una perfetta simbiosi l’amore sacro e l’amore profano, come padre mi sentivo pienamente orgoglioso delle mie figliole, il futuro si prospettava roseo ed emozionante.

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