calcetto 1

Mi stesi accanto a lei sul divano, fianco a fianco ci scambiammo baci teneri lascivi i suoi, più intensi carichi di desiderio ancora acceso i miei. Volevo godere anch'io e con voce suadente la stuzzicai “Bene essere ciucciata da una donna ti piace… vediamo come te la cavi a leccare!” Senza parlare mi guardò con un sorriso malizioso e calmo di chi ha il coltello dalla parte del manico.
Sempre vicine e strette come due tenere amanti lei si risveglio dal torpore dell'orgasmo e si mosse con tutto il corpo verso le fonti del mio piacere, scivolò con le mani sulla mia figa e le sue labbra si staccarono dalle mie per scendere tra le mie tette.

Mi venne l'acquolina in bocca. “Mangiami Ginevra, ti prego, fallo!”. “Mmm, tranquilla c'è tempo, sono impacciata è la prima volta che lecco una donna…” lo disse guardadomi negli occhi con lo sguardo superficiale da bambina cattiva che mi fece bollire il sangue, stringendola verso di me cercando col mio bacino la sua carne per spegnere il fuoco che rischiava di bruciarmi all'istante. Allontanò il suo corpo dal mio di poco, ma sembrava tantissimo il suo contatto mi placava la voglia la sopiva, per scendere con la lingua sulla strada che porta alla mia essenza al focolaio dell'incendio, arrivata sul monte scese lentamente padrona della situazione, pompiere sapiente che non teme il fuoco sicuro di poterlo domare e comandare a suo piacimento.

Lenta. Dal monte scese lentamente come la neve che al contatto con la pelle sublimava in piccole goccie di piacere che appannavano la mia mente inebriata, fuori dal mondo sciolta senza pensieri.
“BANG BANGGGG” Questo è il suono del campanello che risuonò nella mia testa. Un pungno in volto era il campanello “Si chi… chi è?” “Susanna”. “Un attimo e arrivo ad aprirti!” Il panico, mi rivestii con la tuta senza intimo che ficcai in tasca, mentre Ginevra quasi folgorata le dissi di sistemarsi e attendere sul divano.

Era la mia amica che come di consueto, una volta al mese, veniva a farsi la ceretta.
“Entra, accomodati sul divano con Ginevra una mia amica del calcetto, vado ad preparare la cera e torno”. Vado in bagno ad accendere lo scalda cera, tirar fuori le strisce e ritorno in salotto. Le trovo mute sul divano. “Ginevra, resti per la ceretta a Susanna?” Speravo rimanesse per poi finire quello che aveva lasciato sul più bello, anche se quella speranza era data mio desiderio.

“Massì, lo faccio tutti i giorni, dato che lavoro in un centro estetico, ma rimango e ti do una mano se Susanna mi permette, così facciamo prima”. Susanna:”Ma certo, figurati”. “Ottimo, andiamo in bagno che è tutto pronto” avevo un lettino per queste cose, ho l'hobby della cura del corpo. Mentre Susanna si stende senza pantaloni sul lettino io e Ginevra ci diamo da fare, rullo prima a me poi a lei e via, qualche ciacola tra uno strappo e l'altro e in meno di 10 minuti gambe lisce per Susanna meglio del team Ferrari.

Io sono radiosa vedo la fine del lavoro come il via libera al sesso che mi spetta, ma facendomi infastidire Ginevra disse “Susanna vuoi che facciamo anche il bikini?” esitando un po' Susanna accettò anche se aveva paura di rovinare gli slip, le dissi che glieli prestavo un paio di vecchi e che poi poteva tenerseli, ma rifiutò e propose di farlo senza se non c'erano obiezioni, e così fu. Sia io che Ginevra approfittammo per guardare come verginelle la fichetta ben curata di Susanna, che non si curò dei nostri sguardi.

Ginevra lanciandomi delle occhiate indugiava sulla fica di Susanna senza destare sospetti di voglie lesbo, per farmi fremere, spazientirmi e ci riusciva, chiedeva a Susanna se era pronta per lo strappo e intanto tirava la pelle fino a finire con le dita dentro alla vagina della mia amica. Le lasciò una striscia di peluria sopra. Molto deliziosa, mi sembrava di essere una maniaca guardavo e mi eccitava da impazzire vedere Ginevra palpare la figa di Susanna che ignara si prestava al gioco di quella piccola impertinente.

Come se dovesse darmi altro spettacolo si offrì anche la depilazione del culo e anche se non era da deontologia, la fece mettere a terra gattoni perchè così andava meglio si scusò Ginevra. Inoltre la fece divaricare in modo osceno dandomi a vedere il sesso si Susanna come non avevo mai visto e anche se non mi aveva mai eccitato ora con quella troietta che gliela menava (anche se era solo per la ceretta) mi stuzzicava all'inverosimile.

Susanna ringraziò Ginevra del servizio e me per la bravura della mia amichetta prendemmo un caffè e poi Susanna si congedò. Finalmente. Tutta quell'attesa mi aveva snervato, non volevo coccole e quasi rimpiangevo che Ginevra non fosse un uomo per sbattermi in fretta senza tanti complimenti. Il piacere interrotto prima e poi quello spettacolo quasi irritante della ceretta a Susanna mi avevano esasperato. Ma se pensava che sarei stata in balia sua si sbagliava di grosso.

Chiusa la porta la presi e la sbattei sul divano,la palpavo ovunque sparsi in un batter d'occhio feci volare la sua tuta con la mia, si incendiò con me ci stavamo strusciando con le gambe accavallate, le lingue si contorcevano in un kamasutra senza fine, mi attaccai ai suoi capezzoli che lei mi offriva senza risparmiarsi, voleva farsi ciucciare nuovamente, voleva ancora. Le presi i capelli dorati con una mano e scivolando sotto di lei mandai all'inferno tra le mie gambe, non aspettava altro sembrava un maiale, mi ficcava la lingua fin dentro alle viscere con il naso strusciava la mia clitoride con un ritmo forsennato era ingorda proprio come volevo, la spinsi ancora più forte contro la mia figa quasi soffocandola, ma la sua foga era tanta e continuava a leccare avida del mio piacere, girai gli occhi fatta di piacere e posai la testa o il mio ventre era fuori controllo, si sottraeva alla sua bocca vorace e in maniera frenetica si dava in un'alternanza folle fuori controllo che mi fece esplodere in qualcosa di insolito, le stavo pisciando in bocca godeva di questo.

Venni come un uomo, cercavo di bloccarmi ma era impossibile, non era pipì. Mi disse che aveva il mio gusto volevo assaggiare e baciandomi mi fece assaporare me stessa. Fu stupendo. Restò a dormire perchè non era ancora sazia.

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