Un figlio a tutti i costi

Silvia aveva ventisei anni ed era una ragazza come tante, anche se più avvenente della media, con i suoi 176 cm di altezza, i morbidi capelli neri, lunghi e ricci, due occhi nocciola da cerbiatta e un corpo magro e molto desiderabile. Fidanzata da sei anni con Emanuele, un ragazzo di ventinove, e aveva da due iniziato a vivere con lui. Aveva inoltre un bel rapporto con la famiglia del suo ragazzo, formata dai genitori, dal fratello Matteo poco più che adolescente, e la dolcissima sorellina Virginia, di undici anni.

Dopo due anni di convivenza fecero la scelta di avere un bambino, ma lo tennero inizialmente nascosto agli altri. Avevano così iniziato i tentativi credendo che, grazie alla giovane età, non avrebbero dovuto attendere molto. Ma col susseguirsi dei fallimenti arrivarono le visite mediche, che accertarono la pigrizia degli spermatozoi di Emanuele. In sostanza, potevano continuare i tentativi ma la probabilità di una fecondazione sarebbe rimasta sempre molto bassa. E così fecero, seppur scoraggiati; i risultati però purtroppo non arrivavano.

In un pomeriggio d'estate Silvia passò a casa dei genitori di Emanuele a prendere alcune cose di lui. Le aprì Matteo, informandola che era solo in casa perché i genitori avevano accompagnato Virginia a iscriversi a un corso di nuoto in piscina. Aveva sempre avuto un bel rapporto col fratello del suo ragazzo, diventandone quasi una confidente e consigliera, specie negli ultimi anni in cui aveva smesso di essere un ragazzino e aveva iniziato ad avere a che fare con le amiche.

Così, nel rimanere un attimo a parlare con lui seduti sul divano prima di andare, si trovò a confessargli delle intenzioni che avevano lei ed Emanuele, di quanto tempo avessero passato a provarci e di quanto fossero tristi per ciò che avevano scoperto. Lui la ascoltò e, non avendo molto da consigliare, si limitò a rimanerle accanto e ad abbracciarla. Lei ricambiò il gesto con affetto, senza fare caso alla mano di lui che le scorreva sulla pelle della schiena quasi nuda, coperta solo dal filo annodato del bikini.

“Grazie comunque per avermi ascoltato…” disse lei e gli diede un bacio sulla guancia. Lui sorrise e sussurrò “figurati…” ricambiando con un fugace bacio sul collo di lei che era a portata. Lei finse sorpresa “ohi.. com'è che mi hai baciato birichino??” “Così…” e iniziò a baciarla intensamente sul collo con trasporto. Lei, condizionata dall'affetto e dalla confidenza che aveva con lui, reagì sorridendo e in atteggiamento di sfida gli sussurrò “mmm le fai impazzire le ragazze se le baci così”.

Senza rendersi conto si trovò a stuzzicarlo inarcandosi, offrendo ai baci il collo e il petto che culminava in una seducente seconda di seno, coperta dai triangolini del costume. Dopo pochi secondi le labbra di Matteo esploravano le sue spalle, la pelle del petto e sentì la sua lingua scorrere sulle curve che segnavano l'inizio dei seni. Silvia si rendeva conto che stavano esagerando ma nello stesso tempo, accompagnata da un senso di impotenza, provava una grande sensazione di eccitamento e non riusciva a muoversi.

Le dita di lui sciolsero il laccio dietro la schiena e il pezzo di sopra del bikini scivolò via. Silvia reagì d'istinto, sedendosi a cavalcioni su Matteo. Iniziò a passarle la lingua sulle tette ormai nude e libere, e a succhiare i capezzoli piccoli e sensibili, che subito diventarono turgidissimi. Le mani spaziavano sulla schiena nuda e palpavano le cosce ancora parzialmente coperte dagli short jeans. Silvia lo stringeva, gli accarezzava i capelli e aveva gli occhi chiusi; sul suo viso erano dipinte espressioni di piacere ed era chiaramente ormai sedotta.

Era talmente travolta dalla passione che in quei momenti sussurrò le parole che abbatterono le ultime inibizioni e lasciarono sbalordita lei stessa, sebbene impossibilitata a rendersene conto: “Matty.. mettimi incinta tu.. facciamo un bambino ora..”. Lui la abbracciò, si avviarono verso la sua camera, lei però si fermò e raccolse il reggiseno per non lasciarlo in giro alla vista dei suoceri se fossero rientrati.. si chiusero dentro. Lui la stese sul letto col suo peso e la baciò appassionatamente sulle labbra, le lingue si trovarono e si intrecciarono vogliosamente: “Si.. Silvia.. ti adoro.. voglio darti un bambino..” e così dicendo le sfilò i pantaloncini, scoprendo il sexy perizoma che era il pezzo di sotto del costume.

Silvia era sdraiata sul letto ormai abbandonata al desiderio, e Matteo le baciò le cosce, entrambi gli inguini, per poi non resistere e sfilarle anche il perizoma. La vagina di Silvia era profumata, calda e con pochissimi peletti molto ben curati. Lasciò che Matteo gliela leccasse avidamente, succhiando intensamente i bordi e il clitoride e insinuando la lingua all'interno, e godendosi ogni brivido di piacere sessuale, lasciandosi andare a sospiri erotici. Lui si tolse velocemente il costume boxer e non lasciò passare molto tempo da un gemito di Silvia dovuto alla sua lingua e il successivo, dovuto ad altro: si sdraiò tra le sue cosce, e lei le spalancò vogliosa.

Il petto magro e giovane di lui premette sulle dolci tette di Silvia, e guidandolo con la mano, affondò il membro durissimo in lei. Cominciò a muoversi subito con passionale intensità e lei perse lentamente il controllo dei suoi gemiti, godendo ad ogni spinta, ansimando, con le labbra spalancate e gli occhi chiusi. Il giovane sesso di Matteo strofinava le pareti della sua figa umidissima e lampi di piacere le comparivano sotto le palpebre al ritmo delle sue spinte, come una luce stroboscopica da discoteca.

Mentre si concedeva completamente, nuda sotto di lui, pensieri caldi le percorrevano la mente. La eccitava fare l'amore, dopo tanti anni, con qualcuno che non fosse Emanuele. La eccitava che fosse con un ragazzo così giovane e che uno così giovane fosse già capace di farla godere terribilmente. La eccitava il brivido che dava la situazione pericolosa, per quanto fossero chiusi dentro e la fiducia della famiglia era tale che, anche se qualcuno fosse rientrato, avrebbero potuto rivestirsi in tranquillità prima di aprire.

La eccitava il fatto che, nonostante il seme di Matteo fosse probabilmente sano, era difficile pensare di riuscire a far centro la prima volta, e già pregustava le volte successive che lui l'avrebbe posseduta, magari sotto la doccia, o fugacemente nella cabina di famiglia al mare, o in qualsiasi altro posto avessero voluto. Infine, con un sospirò più forte, Matteo affondò completamente dentro, fermandosi, e il suo seme caldo inondò completamente il profondo della vagina di lei.

Si pulirono lentamente, senza fretta. Si abbracciarono, completamente nudi ed esausti, sul letto. Quel giorno nessuno si accorse di nulla.

Nei mesi successivi, come Silvia aveva previsto, furono travolti spesso dalla passione e dal desiderio di lui di fecondarla, e lei di essere fecondata. In quelle occasioni, lei ebbe spesso modo di sentire tra le labbra quel membro così giovane e così appetitoso, come non era accaduto la prima volta, e lui potè possederla in tante altre posizioni e in luoghi vari ed eccitanti, perché la loro fantasia in quei momenti non aveva inibizioni.

Lo cavalcò fugacemente nel bagno di un ristorante a un pranzo di famiglia, mentre si erano assentati per lavarsi le mani prima di mangiare. La prima pecorina fu proprio nella loro cabina durante una giornata al mare, dopo essersi sfilati convulsamente i costumi. E, un giorno, il test fu positivo.

Ovviamente con Emanuele aveva continuato i tentativi e, di conseguenza, non ebbe mai la certezza che il padre fosse lui o il giovane amante che così tanto aveva risvegliato la sua libido.

Con la lenta crescita della sua pancia, aveva deciso di essere più prudente e se i momenti intimi con Emanuele erano meno frequenti, con Matteo erano cessati, e lui capiva e rispettava.

Un anno e mezzo dopo, cioè nove mesi dopo la nascita del piccolo Davide, si ritrovarono di nuovo soli su quel divano, per caso. Non c'era mai stato un vero e proprio momento in cui avesse potuto dare una conclusione a ciò che con Matteo era rimasto in qualche modo in sospeso.

Si sorrisero, e lei lo ringraziò di tutto. Lui le diede un bacio sulla guancia. Il corpo di lei era sempre molto desiderabile, solo leggermente arrotondato dalla gravidanza. E fu una terza, non più una seconda, che cinque minuti dopo Matteo avidamente succhiava, un seno che aveva sentito la mancanza di quella bocca. E anche la sua vagina liscia e sempre profumatissima, scoprì lei dopo quindici minuti sentendola umida come non mai, era felice di essere di nuovo violata dal quel membro.

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