Il Maschio Alfa

“L’occasione si presentò appena arrivati…”
Nell’estate 2014 abbiamo deciso di trascorrere le nostre vacanze in Sardegna, precisamente a Stintino.
Durante quei quindici giorni di permanenza, mio marito aveva pianificato tutte le visite e le escursioni da fare, in particolare ne aveva prevista una all’arcipelago della Maddalena. L’occasione si presentò appena arrivati. Mentre giravamo per le stradine del villaggio, notammo la presenza di un’agenzia che proponeva l’escursione che ci interessava, così senza pensarci sopra più di tanto, entrammo e prenotammo.

Il giorno stabilito partimmo di buon ora per arrivare al porticciolo dove ci attendeva la motonave che ci avrebbe portato a fare il giro delle isolette.
Giunti sulla motonave, andai a cercare un posto dove sederci e capitammo di fronte a due coppie di napoletani. Socializzammo subito, quello che mi stava di fronte, un uomo sulla sessantina con i capelli brizzolati e dal fisico atletico e ben curato, non perse tempo a farsi avanti, non mi toglieva mai gli occhi di dosso, disse che ci aveva notati le sere precedenti nel villaggio e al ristorante e che io e mio marito eravamo veramente una bella coppia.

Nel frattempo, Bruno preso dalla sua passione per la fotografia stava immortalando tutto quello che gli stava intorno.
Nelle varie soste che facemmo devo dire che il professore non perdeva mai l’occasione per stare con noi per farci da cicerone, nonostante le esortazioni della moglie a lasciarci in pace, a non tediarci con il suo sapere, che eravamo giovani e sicuramente volevamo stare da soli.
Persino quando ci fermammo in un’isoletta per una sosta con bagno di quasi un’ora, si trattenne con noi, ci portò lungo un sentiero da dove si potevano osservare tutte le spiagge dell’isola.

Lungo il tragitto, più volte dovette aiutarmi ad arrampicarmi su per il sentiero con mio marito e devo dire che ogni volta che mi cingeva per i fianchi, lo faceva in modo deciso, provocandomi dei brividi lungo la schiena, ma anche lui aveva della reazioni, si notava dal rigonfiamento del suo costume a slip e la cosa non passò inosservata nemmeno al mio caro Bruno che ebbe anch’egli la sua bella erezione. Insomma fu subito chiara a tutti e tre come stavano le cose, il vecchio marpione aveva ottenuto il suo scopo, aveva capito che tipo di coppia eravamo e di esperienze del genere ne aveva e tanta, come avremmo scoperto da li a breve.

Infatti, due giorni dopo, in spiaggia come sempre, il professore non perdeva mai l’occasione per farci stare in compagnia sua e del suo clan, o meglio per fare in modo di avermi sempre vicina e studiarmi bene.
Dopo la splendida giornata trascorsa in loro compagnia, io e Bruno facemmo una bella nuotata ristoratrice del gran caldo e ritorno al nostro ombrellone dove, mentre eravamo sdraiati sui nostri lettini, cominciammo a parlare del professore, a fare osservazioni, Bruno era molto attento a tutti i movimenti di quell’uomo, aveva notato che le sue attenzioni mi piacevano e come se mi piacevano, quel maschio maturo cosi colto, ma allo stesso tempo deciso e tanto sicuro di se, era veramente irresistibile.

Mentre parlavamo tra noi, vedemmo una sagoma sopra le nostre teste, era lui che con fare molto sfacciato e mettendosi in modo sicuramente provocatorio con le mani nei fianchi e le gambe leggermente divaricate alle mie spalle, sopra la mia testa, quasi a farmi ombra con il suo uccello, ci chiese cosa avevamo intenzione di fare nei giorni a seguire, se volevamo fare altre escursioni e così trovò il pretesto per stare nuovamente con noi.

Si erano fatte quasi le diciotto e la moglie con la coppia loro amica manifestarono l’intenzione di ritornare al villaggio, ma lui disse che sarebbe rimasto ancora in spiaggia in nostra compagnia.
Una volta soli, lo invitai a sedersi sul lettino dove ero sdraiata, seduto ai miei piedi continuammo a parlare per un po’ di luoghi da visitare ma poi, con molta abilità, l’argomento non so come finì per riguardare la famiglia, le coppie che si fanno le corna, le coppie aperte e cose del genere.

Si erano fatte quasi le otto di sera ed eravamo rimasti solo noi in spiaggia, erano andati via anche quelli del lido e il professore, per tutto il tempo della conversazione, non aveva mai smesso di togliermi lo sguardo dal seno che, stando sdraiata di lato, era un po’ uscito dal costume lasciando intravedere l’areola.
Quasi inaspettatamente e senza che ce ne rendessimo conto, il vecchio marpione prese il nostro completo controllo, prese la mano di Bruno e se la posò sull’uccello dicendo di sentire come glielo faceva tirare quella vacca della moglie, mentre con l’altra mano mi palpava pesantemente la coscia e il culo.

Poi allontanò mio marito, tirò giù lo slip lasciando libero e mostrando fiero il suo uccellone duro e nodoso che avvicinò subito alle mie labbra e quasi mi costrinse a prenderglielo in bocca mentre ero sdraiata.
Rivolto a Bruno poi, in modo autoritario, gli ordinò di sfilarmi le braghe e prepararmi la figa per il suo cazzo. Continuava a insultarlo mentre mi scopava letteralmente in bocca. Ero quasi sfinita quando me lo tolse dalla bocca e mi penetrò con un colpo secco facendomi urlare dal dolore ma anche dall’improvviso piacere, mi possedeva con foga mentre Bruno, seduto sul lettino a fianco, si era tirato giù il costume e si masturbava come un ossesso a quella scena, non resistetti molto prima di avere i miei primi violentissimi orgasmi.

Il vecchio maiale ci sapeva proprio fare con le coppiette cuckold, si vedeva e come che ne aveva una grossa esperienza. Infatti, di li a poco, uscì dalla mia figa con mio grosso dispiacere, ne avevo ancora voglia e dopo aver fatto stendere mio marito sul lettino e avermi fatta mettere a pecorina con la figa sulla faccia di Bruno, gli ordinò di leccarmela, di leccare quella vacca della moglie, che gli avrebbe fatto vedere molto da vicino come un vero maschio fotteva una puttana come me.

Bruno era eccitatissimo e si agitava, si muoveva in continuazione stringendosi i testicoli con le gambe cercando di darsi piacere, visto che il prof. gli aveva proibito di masturbarsi e di pensare solo a ripulire la vagina di quella vacca di sua moglie.
Era bellissimo sentire la sua lingua tra le cosce, avevo una gran voglia di essere presa ancora ma il porco mi aveva negato questo piacere, allora allungai la mano sul cazzo di mio marito e cominciai a segarlo, subito sentii la sua lingua che diventava più veloce e vogliosa, roteavo il bacino e lo spingevo verso il basso per sentirmi penetrata.

Il prof continuava a inveire contro il cornuto e a ordinargli di leccare meglio. Godevo di quel doppio piacere quando ho sentito la sua mano sculacciare pesantemente le mie natiche, quei colpi improvvisi e inaspettati mi procurarono un ulteriore orgasmo che non passò inosservato. Avvertii, mentre continuava a darmi della vacca, a mortificarmi, le sue dita dentro di me insieme alla lingua di Bruno, mi eccitava essere usata in quel modo selvaggio, dita che, improvvisamente, hanno penetrato il mio forellino.

Mi ero quasi abituata a sentirle dentro di me quando le sfilò per fare posto al suo cazzo, sentii il calore della sua cappellona sul buchetto e la pressione che faceva per penetrarmi, ebbi l’ennesimo orgasmo in un attimo pensando a quello stallone dentro di me e a mio marito che mi leccava da sotto e vedeva quel grosso uccello mentre mi profanava il secondo canale.
Mi scopò il culo con decisione, facendomi anche male per la troppa irruenza dettata dalla forte eccitazione.

Sono stata posseduta per un tempo interminabile e quando lo sentii irrigidirsi dentro di me e avvertii il suo sperma che mi riempiva la pancia, urlai il mio piacere venendo nuovamente in bocca a mio marito che non aveva mai smesso di leccarmi la figa e le palle a quel magnifico stallone, nel contempo anche il mio dolce cornuto mi aveva imbrattata tutta la mano del suo sperma.
Rimase dentro di me quasi un minuto, si sentivano solo i nostri respiri affannosi che si univano alle onde del mare dopo il piacere raggiunto, poi avvertii il suo cazzo che lentamente usciva dal mio ano aperto da quella monta selvaggia e la mia pancia sgonfiarsi mentre si liberava della sua abbondante sborrata che mi colava lungo le cosce.

Sperma che mio marito prontamente ripulì con la lingua come gli aveva ordinato il professore.
Quel vecchio depravato voleva stabilire la sua autorità, il suo essere maschio dominante, il maschio alfa.

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