Sesso e numeri pt.1

La conobbi una sera d'estate. Era una compagna di classe della ragazza di un mio amico. Escii con lui quella sera e decidemmo di andare a trovare la sua ragazza e l'amica -G. – in un quartiere centrale di Roma. La nostar visita non era attesa, quindi quando arrivammo sotto casa di S. , la ragazza del mio amico dovemmo aspettare che le due ragazze si preparassero. L'attea fù premiata. S. , due tetteeneormi e sode uscì dal portone con ai piedi un paio di infradito di cuoi con dei sonagli, una gonna aperta ai lati ed una conottiera bianca dalla quale si vedevano queste tette enormi pronte ad esolodere per esser ciucciate e toccare.

S. era di carnagione scura, le sue origine sarde si notavano. Capelli neri, occhi scuri come un il fondo di un pozzo e due labbra carnose. Non nascondo che molte molte mi sono fatto le seghe pensando a lei. Pensando a quelle labbre e quelle tette pronte ad accogliere i miei fiotti di sborra calda.
G. uscì dal portone dopo un paio di secondi, come volendo farsi attendere. Anfibi neri, calzettoni sporitivi corti.

A coprirle il corpo solo un vestitino; di quelli che usano le ragazze hippie, ma più sexy. La gonna arrivava a mezza coscia, stretto sui fianchi e perfetto sul suo seno. Le sue mammelle erano più piccole di quelle di S. ma comunque sopra la media. Rimasi a bocca aperta. Il mio cazzo già stuzzicato dalla vista di S. ebbe un sussulto e diventò rigido all'istante. Già mi vedevo con la mano sotto quella gonellina, sotto le sue mutandine, che non vedevo, ma immagginavo coloratissime e accoglienti.

La mia mano alzava l'elastico e si piazzava tra il cotone degli splip ed il pelo morbido e giovane. Attirate dal calore e dall'umido le mie dita iniziano a scivolare sulla sua fica e farsi spazio ed entrare. Lei si inarca…le piace…. poi R. il mio amico, mi da una botta col gomito e con la mente ritorno sotto casa di S. Decidamo di andare in pub e bere qualcosa insieme.
La serata andò avanti con allegria.

Il feeling tra me e G. era alto. Scoprimmo di avere alcuni interessi in comune e di abitare a pochi solati di distanza, ma sopratutto scopriì che aveva difficoltà in in matematica e che le sarebbero servite delle ripetizioni. Io ero al mio primo anno di università e avendo scelto una facoltà scientifica, non avevo problemi con numeri e affini. Mi proposi per vederci un paio di pomeriggi a settimana. Lei ne avrebbe parlato con i genitori e poi mi avrebbe fatto sapere.

Alla fne un po' di soldi in più facevano comodo.

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