I colori della vita

Nasci e cresci nella convinzione che la vita sia fatta di colori tenui , delicati e dolci solo perché hai avuto un’infanzia tranquilla e serena che ti ha fatto conoscere l’amore, quello che legava i tuoi genitori e quello che essi infondevano a te di rimando. Con l’andar del tempo impari che non tutti hanno avuto la tua stessa fortuna e non hanno certo imparato le stesse cose, in special modo, non hanno lo stesso tuo modo di vedere i colori, ognuno ha la propria personalità, il proprio modo di esprimere, con più o meno delicatezza e dolcezza, i propri sentimenti.

Credi, ti illudi che l’amore sia quella bellissima e meravigliosa cosa che ti descrivono nelle favole, non ti soffermi a guardare in profondità, a leggere tra le righe per trovare quel sentimento puro in cui credi. Sei troppo bambina, anzi adolescente, per capire cosa significa AMARE, credi ancora troppo alle favole e pensi che la persona che ti affiancherà, come credi, per tutta la vita sia quella giusta che si sacrificherà, che gioirà, che suderà per te e con te, così come ti sei impegnata di fare tu nei suoi confronti.

Corri, corri e credi imparare a vivere, cerchi di avere tutto e subito quello che la vita ti può offrire, vuoi una famiglia, dei figli, una posizione economica buona, non hai tempo di soffermarti a pensare, hai bisogno di crearti un tuo spazio dove sentirti importante perché solo così ti senti realizzata e corri, corri senza fermarti mai. Pensi di aver trovato l’Amore quello con la “A” maiuscola, quello giusto, che ti accompagnerà per il resto della tua vita, così come lo è stato per i tuoi genitori, non hai la costanza e tanto meno il tempo di fermarti a pensare come e cosa ti ti viene offerto, finché ad un certo punto, tutto ti viene a mancare, le cose in cui credevi non ci sono più, sembrano svanite nel nulla.

Forse ti aspettavi che la vita ti regalasse qualcosa, ma impari solo ora che nulla ti viene dato gratuitamente senza essertelo guadagnato portando la tua “croce”. La bolla di sapone dove credevi di poter vivere per sempre si rompe ed entri inesorabilmente in crisi, una crisi di identità dove metti in discussione tutto, perché tutto ti viene a mancare. Le cose in cui credevi non ci sono, o forse non sono mai esistite, che era solo frutto della tua fantasia; era un sogno, un sogno di adolescente che non aveva corpo e così ti ritrovi donna con dei figli da crescere e delle responsabilità, senza aver mai vissuto la tua adolescenza.

Il tempo dei colori tenui e delicato è finito, i sogni sono finiti, non serve più sognare, devi guardare in faccia la realtà, svegliarti e guardarla anche se non è bella e ti brucia, anche se ti fa star male e sai che starai anche peggio ma devi andare avanti. Il primo momento di smarrimento è pesantissimo ma passa, ti armi di tanta pazienza e ricominci il cammino più duro, devi darti da fare, devi crescere nel migliore dei modi i tuoi figli, devi dargli tutto l’amore e tutto quello che necessita loro per il loro futuro sereno, perché crescendo possano valutare la vita per quello che è realmente, senza false illusioni.

Poi un bel giorno quando credi di aver alzato un pochino la testa un medico, a cui non vuoi credere, imperterrito continua a spiegarti la gravità della situazione e tu sei lì davanti a lui choccata che ascolti, senza capire quello che ti dice. Quelle parole continuano ad uscirgli dalla bocca e sono come una cannonata al tuo cuore di mamma: – TUMORE AL CERVELLO – età 4 anni e 10 mesi – parlano di tuo figlio.

Ti senti persa, ti crolla il mondo intero, ti chiedi:- Perché a me, perché a lui?Non connetti più, non sai darti risposte, non credi più in nulla, non hai la forza di reagire; ti senti viva perché cammini, perché vedi gente intorno a te, ma non riesci a capire cosa fai in quel posto, ti sembra di vivere una parte di vita che non ti appartiene. Ad un certo punto ritorni alla realtà e conosci il colore più brutto che la vita ti possa riservare, un colore che nessuno vorrebbe mai vedere: il Nero più profondo, da dove non trovi via d’uscita e dove ti senti impotente.

Anche se sei in un Centro specializzato, non sai più in cosa credere, sei come in balìa di te stessa, senza più interessi, senza più speranze. Ti manca la cosa più importante, tuo figlio, da stringere al petto, da tenere per mano al tuo fianco, perché è in un lettino d’ospedale, legato e monitorato, che sta lottando, senza saperlo, per la vita. Quella vita che gli hai regalato e che non ha fatto nemmeno in tempo ad assaporare.

Non hai più la forza di reagire, non sai più cosa fare, ti senti impotente di fronte ad una diagnosi così funesta, vorresti fare tanto ma non hai la possibilità, ne tantomeno la capacità. Entri in chiesa, non sai nemmeno perché visto che non sei nemmeno in grado di pregare, hai dimenticato le parole, vedi una grande statua della “Pietà” – piangi, piangi tanto da non poterne più, credi che preghiera più bella non potevi fare e solo in quel momento, a contatto con la Madre di Dio che ha provato lo stesso tuo dolore, ti svegli e torni veramente alla realtà.

Devi affrontarla, devi trovare la forza per lottare, non sai contro cosa o contro chi, ma sai che devi farlo, devi vincere quell’apatìa che si è impadronita di te, devi darti da fare per combattere per tuo figlio: è importante!Adagio, adagio cerchi di allontanare, il più possibile, tutto il buio e il nero che ti circonda, che ti opprime ed inizi a camminare lungo il sentiero del dolore, accettando la realtà. Ti rendi conto che da quel momento il dolore lavora per te, ti forgia, ti matura, ti corazza, ti fa conoscere il vero significato della vita e dell’Amore.

Ti insegna ad amare in modo diverso, intensamente, costantemente e veramente senza chiedere mai nulla in cambio. Conosci un nuovo mondo, un mondo fatto di speranze spezzate, di dubbi irrisolti, di sogni cancellati, di giornate vissute senza pensare mai al domani; di tanti perché e tanti chissà, il mondo dei malati gravi, si quelli che hanno poche speranze ma tanta voglia di vivere. Ti aspetti risposte che non arrivano, ed anche se arrivassero ne avresti paura.

Dicono di te che sei coraggiosa, ti chiedi perché? Non hai scalato l’Everest, non hai fatto imprese impossibili, hai solo imparato a combattere, a vivere ed amare e sei sicura che, come te, tutte le mamme del mondo lo saprebbero fare. Il tempo passa, capisci che non puoi chiedere nulla a chi ti sta intorno, perché nessuno ha tempo per i tuoi problemi, le persone devono correre per farsi spazio, per raggiungere un certo tenore di vita, ognuno pensa a se, così come facevi tu, molto tempo prima.

Capisci che solo in quel grande Ospedale dove altri come te vivono lo stesso problema, forse anche peggio, trovi conforto e carica, trovi sollievo solo parlando con chi ha vissuto la tua stessa esperienza, condividi i tuoi pensieri solo con chi capisce di cosa stai parlando. Non puoi parlare con chi incontri di tumore, non riuscirebbero a capire, ti compatirebbero senza entrare nel merito del problema. Solo davanti a chi ha problemi maggiori dei tuoi riesci a trovare la forza per rimetterti in cammino.

Tutto questo lo hai imparato con tanto dolore e solo dopo aver visto il sangue di tuo figlio, la sua disperazione e poi la sua rassegnazione, hai conosciuto la sua forza, quella forza che infonde in te, hai visto la sua sofferenza e ti fa rabbrividire, hai ritrovato la fede in Dio, quella forte, quella che ti sostiene, quella che ti fa accettare, lottando, tutto e sempre con tutta la pace e la serenità di spirito che nemmeno tu sapevi di possedere – Tutto questo si chiama AMORE –Ed è un arcobaleno di colori che ti esplode nel cuore, quando lo capisci, perché credevi di non poterlo provare mai, di non riuscire più a vivere le sensazioni che dà questo grande sentimento, non pensavi che un esserino così piccolo ti facesse scoprire cosa significa Amare veramente.

Il dolore, oramai lo hai imparato, è duro ed è fatto di sfumature più o meno accese. Ad ogni individuo è consentito vederle con i propri occhi e valutarne l’intensità. Dopo che hai insegnato a tuo figlio la serenità di accettare ed affrontare il suo dolore fisico, vorresti avere la possibilità di rubare un arcobaleno pieno di vita e di colori ed in quell’esplosione di fuochi d’artificio vedere il suo bellissimo sorriso, tutto questo vorresti offrirgli oggi perché domani non potrebbe vederli più.

Sta arrivando anche il momento in cui dobbiamo accettare il buio più completo (sta perdendo la cosa più bella che Dio ci ha regalato: la vista) e lui, tuo figlio, se n’è già accorto e lo sta accettando meglio di te. Fatti portare per mano da lui che sarai al sicuro. Tanti sono i passaggi di un esistenza, le sfumature ed i colori che l’accompagnano ma solo dopo aver vissuto tanto dolore impari a conoscere ogni battito ogni palpito che l’AMORE e la vita ti possono regalare ed a viverne con intensità ogni momento, cercando di allontanare dalla mente e dal cuore quel colore tetro che non vorresti mai più vedere.

Nel tuo cuore e nella tua mente vuoi a tutti i costi e con l’aiuto del Buon Dio, inserire una spina magica che non si possa spegnare mai più, quella della SPERANZA. La storia di CeciliaIn un arco di tempo che non avrebbe saputo quantificare, Cecilia aveva versato un fiume di lacrime: potevano essere trascorsi dieci minuti come alcune ore. Ora si trovava al cospetto di alcune persone, completamente dimentica di quel pianto dirotto, percepiva il suo bel viso dalla pelle levigata asciutto e per nulla gonfio, anche se lo sguardo indagatore di una donna puntato sui suoi occhi le fece rammentare il suo precedente sfogo, instillandole il dubbio di essere in errore, che forse i segni delle lacrime erano evidenti… a meno che quella donna non stesse ammirando il suo elegante profilo greco di cui andava sempre molto fiera e che tentava di guardarsi allo specchio con la coda dell'occhio, voltando la testa a destra o a sinistra.

C'era aria di neve nell'aria, mentre dentro di lei il suo solito terrore di ammalarsi. Giunse in palestra e per un'ora seguì gli esercizi suggeriti dall'istruttrice magra e bionda, tanta fatica per essere in forma per la data del programmato matrimonio con Tony, che aveva recentemente causato un forte litigio con lui; dopo averlo assecondato in tutte le sue decisioni per i preparativi, lei manifestò il suo diverso parere sull'organizzazione della cerimonia. Se lui dava per scontata una festa classica con abito lungo e bianco per lei e un centinaio di invitati, Cecilia avrebbe invece voluto che tutto si svolgesse in sordina e tra pochi intimi; ma ciò che maggiormente la infastidiva era che fosse ovvio che tutto si dovesse sempre svolgere secondo le preferenze di lui.

Dopo il litigio lui cercò di fare pace abbracciandola, ma lei si divincolò sentendosi letteralmente un nodo in gola che la soffocava. Chissà se questa insofferenza era stata causata, o influenzata quantomeno, da quell'episodio avvenuto mesi prima con un amico comune, Raul, in cui le dita di lei e dell'uomo si erano lievemente sfiorate per alcuni secondi…Cecilia e Tony erano ladri d'appartamento; la loro tecnica era solitamente quella di diventare amici delle vittime prescelte, trovando poi l'occasione opportuna per fare un calco delle chiavi e intrufolarsi tranquillamente nelle dimore altrui prelevando tutti gli oggetti più preziosi.

A volte non tutto andava perfettamente come previsto, come nell'ultimo colpo durante il quale si erano introdotti con la chiave nell'appartamento di una coppia residente nel palazzo accanto al loro; tutto era buio, l'antifurto non era shittato… ma le innovazioni della tecnica sono continue, e quell'ultimo ritrovato prevedeva che l'allarme non shittasse subito ma dopo qualche minuto, per dare il tempo ai ladri di entrare bene dentro (affinchè così risultasse più difficile per loro darsi alla fuga)… avevano superato l'ingresso, attraversato buona parte del salone ed ecco… la sirena assordante che li paralizzò per qualche frazione di millisecondo.

Riuscirono comunque a uscirne elegantemente in piedi, grazie al loro essere sempre pronti a qualunque evenienza. I proprietari avevano inserito l'antifurto pur trovandosi in casa, visti i numerosi furti che avvengono nonostante le case non siano disabitate, e il frastuono li svegliò, ma invece di mettersi alla ricerca di intrusi, si misero a discutere fra loro pensando che quell'antifurto suonava spesso a sproposito e andava cambiato. La discussione fra i due permise a Tony e Cecilia di guadagnare l'uscita dell'appartamento senza essere notati… e anzi, fecero persino finta di suonare al loro campanello perchè preoccupati, dando un'immagine scrupolosa e attenta alle sorti degli amici.

Il lavoro ufficiale di Tony e Cecilia era presso un albergo, in cui lui curava il giardino di piante grasse e lei intratteneva gli ospiti alla sera suonando la chitarra e cantando, cercando di creare l'atmosfera adatta per fare sì che qualcuno usufruisse del “servizio” che alcune ragazze prestavano da una certa ora in poi nella hall. Il matrimonio, dopo varie discussioni ulteriori, venne infine celebrato secondo i desideri di Cecilia, tra parenti e amici strettissimi, ma ciononostante lei cercò il più possibile di non mischiarsi al gruppo, preferendo parlare solo con alcuni degli invitati, e al momento del congedo non salutò nessuno, anche se subito dopo fu colta dai sensi di colpa a cui cercò di rimediare inviando alcuni sms in cui inventò una causa di forza maggiore che le aveva impedito di scambiare baci, abbracci e ringraziamenti a tutti coloro che avevano partecipato.

Indossò un bell'abito marrone elegante ma comodo, e iniziò il loro viaggio di nozze… finalmente tutto era finito. Anche dopo il loro matrimonio i furti continuarono, finchè un infausto giorno si trasformarono da ladri ad assassini; la proprietaria era in casa mentre loro due arraffavano con ingordigia denaro e ori, se la trovarono davanti urlante prima di poter fare qualche passo verso l'uscita… ma urlò per poco, perchè le mani di Tony si strinsero attorno al suo collo fino a strangolarla, ponendo fine al pericolo di essere scoperti da qualche vicino richiamato dagli strepiti.

Il sospetto che lui la tradisse, Cecilia lo aveva da un po', ma non era mai riuscita a trovare delle prove, alla fine però ci riuscì e scoprì anche chi fosse la sua rivale… la scoperta portò anche lei a tradire il marito, e il rapporto da allora in poi restò sempre in bilico tra il finire e il continuare all'insegna però di varie relazioni extra-coniugali parallele oppure di incontri fugaci non appena si presentava l'occasione, giusto allo scopo di ripagare l'altro con la stessa moneta.

Con Raul continuò sullo stesso piano, capitava che si sfiorassero come la prima volta. Lui era medico, e Cecilia si recò da lui per una visita di controllo; seduti alla scrivania uno di fronte all'altra, chinarono le teste fino a sfiorarsi a vicenda i capelli e poi ancora un po' di più fino ad appoggiare le fronti una all'altra. La volta successiva lei lo chiamò per una visita a domicilio per qualche linea di febbre mentre in casa c'era anche il marito, e nuovamente ebbero l'occasione di sfiorarsi le dita per poi arrivare a intrecciarle strettamente fra loro.

Dopo secoli, Cecilia incontrò per caso una sua vecchia amica-nemica di nome Anna, una ricercatrice universitaria che le chiese di accompagnarla in facoltà per avere modo di scambiare ancora qualche confidenza, e una volta giunte a destinazione si avvicinò a loro un uomo elegante e affascinante, un docente che dopo qualche frase con la collega Anna si allontanò. Cecilia ne rimase stregata, e mentre la sua amica svolgeva le sue occupazioni, lei si mise a curiosare qua e là per corridoi e aule, finchè lo rivide attraverso una porta a vetri mentre seduto in cattedra parlava in modo toccante e originale e intelligente degli argomenti della sua lezione, con le gambe accavallate, valorizzato dal suo completo grigio.

Si guardarono attraverso il vetro e a lei vennero gli occhi lucidi dalla commozione provocata da questo incontro, da questa immagine, da questa voce, da questi contenuti. Si sedette per un po' fuori dall'aula per normalizzare le emozioni, e poi ricomposta, andò a cercare Anna per tornare a casa. Chiese all'amica come avrebbe potuto incontrare nuovamente quell'uomo e lei, dopo averle rivelato il nome, le consigliò di recarsi con qualche scusa presso il suo ufficio in dipartimento dove lo avrebbe facilmente trovato spesso.

Però un motivo per recarsi al dipartimento, per lei che svolgeva tutt'altra attività, non era facile da inventare, riuscì soltanto a essere presente a una conferenza del professore, alla fine della quale lui rimase per un certo tempo sulla porta a parlare con alcuni studenti e colleghi, aspettando che Cecilia si aggiungesse al gruppo per avere l'opportunità di conoscersi meglio, ma lei proprio non seppe cosa fare e cosa dire in quel frangente. Si presentò un'ombra, una parvenza di opportunità di conoscere il professore, quando Cecilia e Tony presero una decisione dai risvolti interessanti: decisero di aprire un centro estetico di facciata che nascondesse in realtà un giro di prostituzione.

Avrebbero quindi guadagnato non solo prendendo una percentuale in seguito ai servizi offerti dalle prostitute, ma queste avrebbero anche dovuto versare una discreta cifra per poter essere “assunte” con le dovute garanzie burocratiche e sanitarie. Per Tony non fu difficile trovare tra le sue conoscenze estetiste che stessero in negozio, professionisti quali notai e avvocati compiacenti che si occupassero dei risvolti legali ed economici, e soprattutto le prostitute: le prime ragazze furono due giovani di colore che accettarono ben presto, lusingate dalle parole promettenti di Cecilia e da qualche palpeggiamento di Tony.

Il collegamento con il professore era che il centro estetico/bordello era ubicato di fronte al dipartimento e da lì Cecilia e il docente potevano osservarsi reciprocamente, scambiandosi a distanza sguardi amorevoli, con la speranza che lui si presentasse come cliente. Il centro estetico/bordello venne inaugurato con una festicciola con svariati ospiti sia sconosciuti che amici, e tra gli invitati c'era anche il professore; l'amica di Cecilia, Sabrina, appena arrivata con il marito da Londra dove viveva da qualche anno, si occupò dell'animazione preparando stuzzichini a base di fettine di melanzane fritte e crostini di pane arrostiti e farciti di prosciutto, decorando l'ambiente con disegni e scritte in oro e argento, cantando in costume da pagliaccio.

Se Sabrina fosse rimasta almeno per qualche tempo in Italia l'avrebbe scritturata per esibirsi nel bordello con qualche breve spettacolino, ma doveva proprio ripartire il giorno dopo per tornare dai figli. Durante la festa, il professore manifestò a Cecilia i suoi sentimenti, mentre la folla era distratta da musica e chiacchiere. E fu l'inizio di una relazione. Intanto i furti continuavano: Tony e Cecilia diedero un passaggio a un'anziana signora ingioiellata, la derubarono e poi la lasciarono per strada fuggendo a tutta velocità.

Ma dopo quel furto, venne la volta di un ulteriore omicidio, il giorno in cui nell'albergo in cui lavoravano, si presentarono alcuni zingari al solo scopo di disturbare; Cecilia li odiava, li trattò in malo modo e chiuse le vetrate della hall per tenerli fuori, ma un bambino zingaro, con la sveltezza che lo caratterizzava, riuscì a sgusciare all'interno. Cecilia lo rincorse per il corridoio deserto in quel momento, e quando riuscì ad acciuffarlo, lo scosse talmente violentemente e lo scaraventò al suolo con talmente tanta forza, che il bambino perse la vita sbattendo la testa sul pavimento.

Tony sopraggiunse e capì al volo la situazione: ora bisognava sbarazzarsi del corpo, per cui lo portarono nella camera a loro destinata in albergo, e lo gettarono dalla finestra per farlo finire fra i flutti impetuosi su cui la stanza si affacciava direttamente. Il mare in quel momento era particolarmente grosso e tempestoso e sembrava proprio volesse ingoiare il corpicino per averlo per sempre con sé. Tony si preoccupò di farsi vedere dagli zingari attraverso le vetrate mentre correva per il corridoio qua e là come se cercasse il bambino, e dopo qualche tempo aprì le porte e disse loro che il bambino era scappato da una finestra e si era diretto verso il centro del paese, e se li tolse così di torno.

Ora quello che ci voleva per Tony e Cecilia era un bel centrifugato seduti al bar dell'albergo, per ritrovare la calma e anche per festeggiare l'eliminazione dell'importuno. Il centro estetico/bordello era fonte di lauti guadagni, però era necessario rifornirlo di cosmetici e attrezzature per i trattamenti nonché di abiti e biancheria intima sempre nuovi per le prostitute, per cui fu presto necessario un nuovo colpo. Tony, Cecilia e il loro complice Bruno fecero dei giri di ricognizione al mercato, scoprendo che molte bancarelle di loro interesse venivano allestite al mattino presto quando ancora era buio.

Dopo aver studiato un dettagliato piano a tavolino, si rifornirono di armi da fuoco potenti e silenziose, fecero finta di passeggiare per il mercato senza conoscersi, ma a un cenno di Bruno iniziarono a sparare ai commercianti per poi riempire in fretta dei sacchi con la merce e fuggire. Quando alcune ore dopo Cecilia passò deliberatamente in auto da quelle parti, la zona era transennata da un cordone di forze dell'ordine; lei si avvicinò a piedi facendosi strada tra una folla di curiosi sconvolti, e riuscì a vedere le bancarelle quasi del tutto svuotate e, per terra, 7 giovani venditori morti.

Quando Tony iniziò a corteggiare le altre donne anche in presenza della moglie e a tradirla nel loro stesso letto, diventò inevitabile il divorzio. Cecilia preparò le sue cose da portare via decisa a lasciare la casa in comune con il marito, conservando però il lavoro dove avrebbe trattato l'ex-marito con indifferenza, guardandolo e parlandogli il meno possibile, anche se col tempo questo atteggiamento mutò e si trasformò in una buona amicizia e collaborazione.

Trovò un nuovo appartamento nel luogo più emblematico e bello della città in un palazzo dall'entrata luminosa, dal portone di vetrata, scale e pareti di marmo rosso. Gli altri condomini parlavano male di lei vedendola sempre passare con quei jeans attillati e quelle spesse labbra rossissime, pensando fosse una prostituta. Il primo a essere invitato in quell'appartamento fu il dott. Raul con cui finalmente ci fu qualcosa in più degli sfioramenti iniziali. Molti aspetti della sua quotidianità cambiarono: riceveva spesso a casa una cartomante da cui si faceva predire il futuro e una volta al mese riuniva nel suo salotto un gruppo di amanti della letteratura (scrittori, critici, editori, docenti e semplici lettori) per trascorrere la serata a discutere dei libri amati, a darsi consigli circa le letture future e a prendere spunto da alcuni testi e autori per aprire interessanti disquisizioni, scambi di opinione e riferimenti a episodi della vita personale di ciascuno.

Ma il cambiamento più grosso per Cecilia fu professionale, giacchè cantare e suonare in hotel per lei non era mai stato sufficiente per la sua completa e piena realizzazione; dopo vari e vani tentativi di farsi notare, le fu data la possibilità di esibirsi durante uno spettacolo in un teatro al quale avrebbero partecipato molti artisti, anche famosi. La sera dello spettacolo fu accompagnata dall'ex-marito e dall'amica Anna, arrivando con largo anticipo, come molti altri d'altronde che erano già sul posto per organizzare.

Si sedettero in disparte a mangiare qualcosa che avevano portato da casa e a studiare il nuovo ambiente, aspettando il momento in cui Cecilia sarebbe salita sul palco a cantare una canzone scritta e musicata da lei sul tema di un'amicizia che si trasforma in amore… ma fu un fallimento completo, fischi e schiamazzi contro di lei che, affranta, si allontanò dalla vista del pubblico. Tony e Anna per consolarla la portarono a concludere la serata in un club privè dove si potevano anche fare incontri con coppie e singoli per dei giochi d'amore con sconosciuti, magari semplicemente per bere qualcosa e distrarsi guardando le ballerine bionde e truccate dai minuscoli costumi ricoperti di brillantini.

Nel tavolo accanto al loro era seduto un famoso attore americano insieme ad altre persone non famose, e quando alcuni avventori del locale si avvicinarono per chiedere l'autografo, Cecilia, vista la vicinanza dei tavoli, finse di far parte del gruppo per poter rilasciare anche lei autografi, insieme a sorrisi smaglianti e strette di mano. Qualche giorno dopo, Cecilia ricevette la telefonata da parte di una famosa donna dello spettacolo che voleva incontrarla per sentirla cantare e per leggere i testi delle sue canzoni.

La donna si recò a casa di Cecilia in incognito, nascosta da una parrucca bionda e boccolosa, parlarono brevemente e andò via portando con sé il Cd amatoriale di Cecilia e un plico di testi inediti, con la promessa di farle sapere qualcosa… quando però? Tutto si era svolto talmente velocemente che non aveva neanche pensato a farsi rilasciare un recapito dove poterla contattare per sapere qualcosa se non si fosse fatta viva lei.

Intanto l'albergo dove lavorava dovette chiudere a causa di un'invasione di topi, e Tony e lei non poterono più accontentarsi di qualche sporadico furto: diventarono falsari e spacciatori delle banconote false da loro prodotte nonché di droga. Dopo qualche mese Cecilia ricevette una lettera da parte di un famoso cantante che aveva saputo di lei tramite la donna dello spettacolo che aveva portato via con sé le canzoni, il quale voleva parlarle per testare le sue capacità musicali e canore, al di là dell'insuccesso di quella fatidica e funesta serata a teatro.

L'appuntamento era a New York, con viaggio e pernottamento di una notte pagati. Cecilia, che non era mai stata negli USA, provò a chiedere, telefonando al numero presente sulla lettera, di necessitare di più giorni di permanenza visto il lungo viaggio, ma le fu risposto che i giorni in più trascorsi in quella città e in quell'hotel sarebbero stati a carico suo. Dopo qualche giorno partì per New York affrontando un lunghissimo volo per poi giungere in una magnifica città dai mille volti che non le lasciava neanche il tempo per pensare.

Visto il poco tempo a disposizione, bisognava fare tutto in fretta, e durante il viaggio in taxi dall'aeroporto all'hotel ne approfittò per guardarsi attorno. Giunta in camera, una doccia, un panino al volo, e poi come d'accordo rimontò su un taxi per recarsi allo studio e incontrarsi nel tardo pomeriggio con il cantante che l'avrebbe ascoltata e valutata. La valutazione fu abbastanza positiva, ma per eventuali sviluppi di carriera era necessario attendere, perchè oltre Cecilia furono ascoltati molti altri aspiranti cantanti e la scelta non sarebbe stata immediata.

In tarda serata ormai, Cecilia e altre tre ragazze andarono a mangiare in un locale; una di loro era lesbica e tentò di sedurre Cecilia mostrandole il piccolo seno. Cecilia non aveva particolari inibizioni che potessero impedirle un'esperienza omosessuale, però le piacevano le persone esteticamente piacenti e a dire la verità quella ragazza non aveva forme, non era gradevole né di viso né di corpo, ed era anche un po' claudicante, per cui la rifiutò in malo modo e le tre ragazze offese la lasciarono al ristorante con il conto da pagare.

Il giorno dopo prese il volo di ritorno per l'Italia, e appena giunta a casa trovò nella buca una lettera da parte del professore universitario con cui tempo prima aveva avuto una relazione, in cui le spiegava i motivi per cui avesse deciso di troncare il loro rapporto nonostante i sentimenti provati, le porgeva l'augurio di trovare un amore importante e… sorpresa finale… le annunciava di essersi messo insieme alla sua amica Anna. Non che gliene importasse ancora, però qualcosa che la tirasse su e che le facesse ingannare il tempo dell'attesa per una risposta da parte del cantante doveva trovarlo, perciò decise di fare un colpo tutto da sola, o quasi, visto che era prevista la collaborazione di Tony, cui raccontò le sue intenzioni.

Definirono un piano e lo attuarono recandosi presso un circolo ricreativo dove i soci potevano trovare modi e mezzi per esprimere la propria creatività: c'era chi danzava, chi semplicemente giocava, chi recitava, il tutto all'interno di un'enorme sala che era stata la platea di un teatro svuotata delle poltroncine. Al di fuori della sala, c'era un corridoio fiancheggiato da porte che immettevano in stanze dove poter trovare gli oggetti utili all'hobby prescelto: costumi teatrali, attrezzi, strumenti musicali, tele per dipingere, CD, lezioni tutorial in DVD per i principianti di varie discipline…Si iscrissero al circolo e si sedettero a un tavolo rotondo per giocare a poker insieme a una decina di sconosciuti, vinsero e persero, a un certo punto Tony salutò e se ne andò, richiamando all'esterno con una scusa il receptionist e guardarobiere della hall.

Cecilia giocò ancora per un po' di tempo, poi si congedò anche lei, ma uscita dalla sala, invece di recarsi verso l'uscita andò verso il guardaroba per impossessarsi di tutto ciò che avesse un certo valore preso da borse e tasche e giacchè c'era prese anche qualche pelliccia. Mise tutto in un sacco e fece per uscire, solo che il receptionist, anche se era all'esterno a parlare con Tony che lo distraeva, aveva sempre un occhio puntato verso l'interno e probabilmente subodorò qualcosa di sospetto e rientrò con aria indagatrice.

Cecilia vide che rientrava per cui si nascose all'interno del magazzino in cui erano accatastati attrezzi e oggettistica varia. Il receptionist ispezionò ogni stanza, quindi anche il magazzino, entrò, accese la luce, si guardò in giro… mentre Cecilia si sentì già scoperta, restò immobile, senza nemmeno respirare quasi, riuscendo anche a vedere l'uomo che lanciava sguardi a 360°… ma la stanza era talmente piena di cianfrusaglie di tutti i tipi e di manichini che Cecilia non fu vista, la porta si richiuse, e il suo battito cardiaco tornò regolare.

Dopo qualche minuto, con una sospetta telefonata da parte di Tony arrivata al telefono sul retro del bancone per allontanare e distrarre il receptionist, arrivò il momento per sgusciare fuori, gettare la refurtiva in auto e fuggire veloci e felici verso la casa di Cecilia dove avvenne la spartizione della refurtiva, che venne poi nascosta in un luogo sicuro presso un complice. Al circolo non si accorsero di nulla fino a che la gente non iniziò a uscire e a non trovare le proprie pellicce, e a scoprirsi le tasche svuotate.

Qualche giorno dopo, una donna commissario si presentò a casa di Cecilia e poi anche in quella di Tony come di altri soci del circolo; fece molte domande, si guardò in giro con sospetto, ma non trovando nulla se ne andò. Avere un bordello non era redditizio solo da un punto di vista economico, tornavano anche utili le conoscenze dei frequentatori: c'era un uomo politico che desiderava lo spettacolino burlesque tutto per sé con la prostituta in guepiere color cipria, c'era l'imprenditore che si masturbava guardando la puttana che faceva altrettanto, c'era il calciatore che voleva una professionista purchè volgare e prosperosa… ed eccezionalmente, Cecilia in persona si prostituì quando ebbero l'onore della visita in incognito del presidente del consiglio, per compiacere il quale indossò della costosissima biancheria intima, ballò per lui, lo fece divertire per alcune ore, chiedendo in cambio non denaro, bensì di toglierle di torno le indagini della polizia che non avrebbero favorito sicuramente l'andamento del centro estetico/bordello né tantomeno la sua carriera canora.

Problema risolto…!!!!Il presidente del consiglio non fu per lei solo un valido aiuto e un generoso cliente, ma una figura che le andò a cambiare nettamente il corso della vita; Cecilia rimase incinta e il padre non poteva essere altro che lui, l'unico incontro intimo di quel periodo. Lo mise al corrente, lui fu responsabilmente felice della gravidanza, ma di comune accordo decisero di non stravolgere le loro rispettive vite e di non legarsi, quantomeno non pubblicamente.

Lui le avrebbe versato una grossa cifra mensile per lei e il bambino o bambina che sarebbe nato. Con quel denaro Cecilia acquistò una villa vittoriana a due piani, tutta bianca e circondata da un vasto terreno erboso, situata all'estero dove si trasferì, anche per non rischiare nuove indagini da parte della polizia italiana. Nacque un bambino delizioso con cui Cecilia andò a vivere nella villa, ormai entrambi cittadini statunitensi residenti nei dintorni di New York.

Gli anni italiani diventarono molto presto lontani e nebbiosi, la bella vita era qui e ora, negli USA, con il piccolo Peter e il benessere dato dal denaro del “suo” uomo politico. Passò del tempo, e Cecilia iniziò una importante relazione omosessuale con una bionda maestra elementare con velleità d'attrice, relazione talmente forte da portare le due donne a organizzare il matrimonio, negli USA riconosciuto legalmente. Tony giunse dall'Italia per aiutarla a programmare la cerimonia, andarono alla ricerca dell'abito insieme e Cecilia ne scelse uno bianco rivestito di perle, ma le scarpe adatte da abbinare a quel vestito non erano proprio di suo gradimento, né quelle più semplici, né quelle ornate anch'esse di perle sulla parte superiore; bastò questo piccolo particolare per farle perdere parte dell'entusiasmo (sempre che di entusiasmo si trattasse).

Ma l'episodio che mandò all'aria matrimonio e relazione fu il desiderio di Carole di restare separate e caste negli ultimi dieci giorni precedenti la cerimonia. Mentre Carole era nel giardino della scuola elementare a controllare i bambini che giocavano, Cecilia si avvicinò al cancello per parlarle e dirle che questa decisione di restare caste “formalmente” prima di unirsi in matrimonio era secondo lei una grande sciocchezza che rivelava una mentalità retrograda, ipocrita e poco intelligente.

Fine di un amore. Ora che della celebrazione non se ne sarebbe più fatto nulla, Tony dedicò le sue energie ad altro: rapì un'anziana e ricca signora senza famiglia né amicizie, mantenendo sempre il volto coperto e comunicando tramite biglietti scritti per non essere riconosciuto dal viso e dalla voce, e la obbligò a dargli tutti i suoi averi in cambio della libertà, altrimenti l'avrebbe uccisa. E fu così che Tony intascò un bel patrimonio che trasferì gradatamente sul suo conto corrente per non destare sospetti; ora più che mai doveva stare molto attento, viste le visite della polizia nella sua casa in Italia dopo quel famoso colpo al circolo ricreativo.

Tony e Cecilia si riavvicinarono arrivando a pensare di sposarsi nuovamente, e per farlo scelsero una location italiana con seguente viaggio di nozze a Torino; informarono per prima Carole, che rimase affranta dal dolore, non riuscendo a dimenticare Cecilia, il cui pensiero le toglieva il sonno e la voglia di vivere. Dopo il viaggio di nozze, la coppia tornò a New York, e Cecilia venne subito contattata dal cantante che da mesi ormai doveva darle una risposta e da un imprenditore che avrebbe finanziato uno spettacolo canoro a cui l'avrebbero fatta partecipare con una delle sue nuove canzoni da lei recentemente composta che trattava delle emozioni, delle speranze e dei timori dei giovani giunti alla fine del loro percorso di studi.

Cecilia si recò nel grande ma spoglio appartamento del cantante, e aspettando l'arrivo dell'imprenditore che gestiva anche affari legati al mondo del calcio, senza sapere come si ritrovarono su un materasso a baciarsi e succhiarsi a vicenda. Tutto fu interrotto dall'arrivo dell'imprenditore, il quale con certezza arruolò Cecilia per lo spettacolo. Il passo successivo fu recarsi qualche giorno dopo all'appuntamento presso l'ufficio dell'imprenditore, alla presenza dello stesso e di un giornalista che avrebbe pubblicizzato l'evento e l'emergente figura di cantante di Cecilia sul suo giornale.

L'ufficio era arredato in stile moderno, freddo ed essenziale, ma con ampi finestroni con vista sulla metropoli, e al centro un lungo tavolo in vetro grigio scuro attorno al quale si accomodarono i tre interlocutori: furono due lunghe ore di colloquio professionale noioso per definire i termini del contratto, le mosse pubblicitarie, lo svolgersi dello spettacolo in ogni particolare. Prima di congedarsi, Cecilia chiese di poter avere una buona parola per fare accettare suo figlio Peter, che ora era un bambino vivace e promettente, alla scuola di calcio più prestigiosa della città.

Sìììì, anche quell'obiettivo fu raggiunto, e tornata nella loro magnifica e ricca villa festeggiarono; Tony e Cecilia regalarono al bambino un leoncino da aggiungere ai gatti e a una lince che circolavano liberi nel loro giardino. Il successivo colpo della coppia fu a un bar; mentre passeggiavano, passarono davanti al dehor con vari tavolini, accanto ai quali c'era una mensola su cui erano poste in modo molto ordinato varie bottiglie di liquori. Con nochalance, Tony riempì un enorme sacco di tutte quelle bottiglie per poi allontanarsi in fretta insieme, ma… erano stati visti da un famoso attore comico che stava consumando in quel bar, il quale li raggiunse creando nella coppia una certa apprensione.

Tuttavia, con loro grande sorpresa, il comico stava dalla loro parte, si mostrò molto comprensivo. Lo spettacolo musicale al quale partecipò Cecilia andò molto bene, talmente bene che iniziò una lunga tourneè per il mondo, lei e il cantante che le aveva dato la “sua” possibilità salivano e scendevano continuamente dagli aerei, lei era ubriaca e frastornata da ciò che stava vivendo, si lasciava trasportare dal collega, entusiasta come una bambina degli splendidi paesaggi che poteva ammirare, come quelli dell'Australia o del Giappone…Proprio in Giappone, Cecilia si concesse un'esperienza lesbica a pagamento; era andata a visitare un piccolo museo di artigianato, e dicendo una certa parola d'ordine che qualcuno le aveva suggerito, la cassiera la condusse in una camera da letto sul retro dove si trovavano altre due giapponesine nude… tutte e quattro si misero sul letto e fu altamente eccitante.

Un'altra splendida esperienza si presentò durante la presentazione dello spettacolo in Inghilterra; lì arrivò l'invito addirittura da parte della famiglia reale che voleva conoscerla, non un invito formale ma una giornata trascorsa nel verde delle tenute reali a cavallo. Finita la tourneè tornò a New York, dove Tony e Cecilia dettero una bella festa con alcuni attori comici e altre persone, durante la quale si rise, si ballò e si cantò, in particolare uno psichiatra loro ospite si esibì in una danza sextenata e sconcia, seguito da alcuni cantanti.

Ma la festa migliore per la coppia era di poter ricominciare i vari reati; avevano ormai già sequestrato una vecchia donna per chiederle denaro in cambio della libertà, per cui potevano riprovarci, ma questa volta rapirono un neonato. Durante alcune passeggiate, scelsero la mamma adatta, sufficiente distratta, e dopo giorni di pedinamenti in cui dormirono e mangiarono in auto, scoprirono l'indirizzo e il nome della famiglia… e venne il momento del rapimento nel luogo e nel momento opportuni.

Presto si trovarono un bambino in auto e poi a casa con cui rimpinguare le loro finanze già molto ben nutrite! I genitori erano molto ricchi, e in preda alla disperazione cedettero subito al ricatto pagando ed evitando la denuncia, pur di riavere il figlio sano e salvo con loro. Il colpo successivo pensarono di effettuarlo allo stadio durante una importante partita; si sarebbero intrufolati nelle aree interdette al pubblico per fare un giro di ricognizione e scoprire dove e come agire… ma quella volta qualcosa andò storto.

Si divisero: Tony verso destra e Cecilia verso sinistra. Mentre il pubblico era intento a guardare la partita e quindi negli interni c'era poca frequentazione, loro camminavano per stanze e corridoi alla ricerca di indizi interessanti e utili per il loro fine truffaldino; ma Cecilia venne notata da due uomini della sicurezza, lei finse di essersi perduta mentre cercava la toilette, ma quelli si insospettirono, la condussero dai poliziotti, i quali la portarono al dipartimento, fecero delle indagini sul suo conto contattando anche la polizia italiana, e presto vennero fuori una serie di furti, reati, truffe, omicidi, rapimenti… sia in Italia che negli USA… e toccare il sedere di un poliziotto non le servì a farsi aiutare a fuggire.

Fine della carriera spericolata di una cantante-ladra-omicida e inizio di una vita nel carcere di New York ?Non era stata capace di accontentarsi? Oppure era stata sopraffatta dal desiderio di denaro che aveva soppiantato qualunque logica etica?Di certo si trattava di una donna che aveva vissuto compiendo scelte e comportamenti di tipo maschile (anche in ambito sentimentale, dove aveva deciso, lasciato, tradito) senza farsi tormentare dai sentimentalismi tipici invece di molte appartenenti al genere femminile, e che aveva trovato con il marito un equilibrio malato, sofferente, devastante.

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