Fantasie avverate (sesta parte)

Mia Moglie Anna “Il Rientro a casa dalla Vacanza”

Il rientro a casa da quella travolgente vacanza lo vivemmo in una sorte di limbo, erano accadute talmente di quelle cose in soli pochi giorni che mi chiedevo continuamente se era accaduto veramente; quell’uomo, Salvo, il caso aveva voluto che capitasse proprio sulla nostra strada, non poteva esserci persona più indicata per quello che avevamo sempre fantasticato e che grazie a lui avevamo realizzato.

Io tornai al mio lavoro, Anna al suo; i giorni passavano con la routine di quelli vissuti prima della vacanza, ma qualcosa era cambiato, Anna era cambiata.
Non so dirvi di preciso che cosa, ma i suoi atteggiamenti e i modi di fare rivelavano una sottile trasformazione, la vedevo più donna e notavo una forte sicurezza sulle sue scelte quotidiane e coniugali; prima ero sempre io a dire l’ultima parola sulle cose, adesso imponeva il suo pensiero su ogni cosa decidevamo di fare.

Al contrario di quello che potrebbero pensare molte “coppie normali”, queste nostre esperienze trasgressive finirono per fortificare il nostro rapporto di coppia, entrambi avevamo un segreto da custodire, entrambi eravamo complici di situazioni scabrose vissute; ci sentivamo come coniugi e amanti allo stesso momento.
Nei mesi che seguirono non ci fu nulla di “particolare”, la nostra vita privata e sessuale proseguiva secondo i canoni di una “normale vita di coppia”, quell’esperienza al mare fatta con Salvo sembrava averci appagati e soddisfatti, quelle voglie di cercare e provare nuove emozioni sembravano essere sparite da entrambi le parti; pensai che era meglio cosi, era e doveva restare una parentesi della nostra vita, forse continuare oltre poteva essere dannoso per la nostra vita coniugale.

Fu nel mese di dicembre, poco prima di Natale che ricevemmo la telefonata di Salvo, fu di sera, mentre stavamo cenando; chiamò sul mio cellulare perché aveva solo il mio numero, cosi doveva essere!
Mentre parlavo con lui Anna mi guardava con curiosità e cominciò a sparecchiare la tavola; parlammo del nostro rientro e di altre mille cose, senza mai accennare a quello vissuto nei giorni d’estate, aspettavo che mi chiedesse di mia moglie e cosi fu.

“Te la passo” risposi, cogliendo di sorpresa mia moglie che con una finta smorfia di fastidio prese il telefonino; si salutarono e cominciarono a parlare, più di una volta vidi mia moglie arrossire e restare in silenzio, si girava dall’altra parte per non farsene accorgere.
Ero curioso di sapere cosa si stavano dicendo, di sicuro non stavano parlando del tramonto sulla spiaggia.
Più di una volta si allontanò da me come per non farmi sentire quello che gli diceva, sembrava dare delle risposte a delle ipotetiche domande fatte dall’altra parte; Anna andava avanti e indietro tra la cucina e il salone adiacente, restò per circa 10 minuti al telefono e quando capii che si stavano salutando feci segno a mia moglie di non passarmelo.

Quando Anna terminò la telefonata notai un colorito acceso sulle sue guance e glielo feci notare, aspettando che mi dicesse di cosa avevano parlato, ma cosi non fu; allora glielo chiesi io, ma lei dava risposte vaghe e ingannevoli.
Ebbi un erezione fulminea, il solo ricordare quello che era successo mesi prima mi provocò una pressione nei boxer; aspettai che Anna si avvicinasse al tavolo e in un attimo la presi in braccio facendola sedere sul tavolo, le tolsi i pantaloni della tuta da casa e cominciai a sbottonarmi i pantaloni; stranamente fece un po’ di resistenza, mi diceva di aspettare, di andare dopo in camera da letto, ma io la volevo in quel momento.

Capii il motivo della sua resistenza quando divincolandomi dai suoi respingimenti riuscii a infilargli una mano in mezzo alle gambe, sulla fica, era un lago; ci guardammo per un attimo negli occhi, non c’era bisogno che mi spiegasse il perché era cosi bagnata, presi il mio uccello in mano e lo diressi verso la sua fica, sempre guardandola negli occhi vi entrai piano e cominciai a scoparla con dolcezza.
Mi avvicinai al suo viso e cominciammo a baciarci, poi le chiesi: “cosa ti ha detto di cosi eccitante per farti bagnare in questo modo”?
Dovetti ripeterle la domanda due volte, poi: “mi ha ricordato quello che abbiamo fatto e cosa mi farebbe ancora se ci fosse un’altra occasione”; “e tu vorresti che ci fosse un’altra occasione”? le risposi io, ma non c’era bisogno che mi rispondesse, avvertivo le contrazioni della sua fica, stava per arrivare.

Il ritmo dei miei colpi cominciò ad aumentare di intensità, affondavo sempre più in profondità il mio cazzo e lei con un sorrisetto mi affondò le unghie delle mani dietro la schiena cominciando a graffiarmi; “sei una troia le dissi” e lei con una voce rotta dal godimento mi disse: “si è vero, sono una troia, tu mi hai fatto diventare troia e se capitasse di nuovo, mi farei scopare di nuovo da Salvo davanti a te”.

Al suono di quelle parole mi passarono nella mente le immagini di Anna che gliel’ho prendeva in bocca e di quando si sedette sul suo cazzo cavalcandolo, sentii il mio cazzo ingrossarsi, quando lo tolsi da dentro per cambiare posizione, vidi che la mia asta era ricoperta di liquido bianco, ricordo che con un tovagliolo cercai di pulirlo, il liquido era tanto e scivolava fuori dalla sua fica; mentre facevo questo, Anna scese dal tavolo e dandomi le spalle abbassò il busto sul pianale preparandosi per prenderlo a pecora.

Da dietro vedevo le labbra gonfie della sua fica ricoperte da quel liquido che continuava ad uscire, lo infilai dentro e cominciai a martellarla; era troppo bagnata e l’uccello scivolava fuori in continuazione, senza avvertirla mirai al buco superiore e lo infilai dentro.
Anche se non era vergine di culo, alle prime penetrazioni la sentii lamentarsi, poi cominciò a godere; la afferrai per i capelli e distendendomi su di lei cominciai a incularla come una furia, mi avvicinai al suo orecchio e le dissi: “se ci sarà un’altra occasione ti prenderemo in due, culo e fica, voglio fare una doppia”.

Mentre gemeva mi chiese: “però dovete scambiarvi le posizioni, voglio anche il suo dietro”; quella richiesta mi spiazzò e mi provocò una forte adrenalina, solo il pensiero di immaginare Salvo che la inculava mentre io la sbattevo davanti mi fece schizzare dentro il suo culo.
Mi abbandonai su di lei e le accarezzai i capelli, per me era la donna perfetta, era la mia dolce mogliettina zoccola.
Nei giorni a seguire riflettei molto sull’ opportunità di avere un nuovo incontro con Salvo, la voglia era tanta da parte mia, ad Anna era inutile chiederglielo, sapevo già il suo volere, ma c’era qualcosa che mi frenava; avevo paura che la situazione mi potesse sfuggire di mano, una cosa era l’occasione che capita per caso, un’altra era ricreare una o più situazioni con una persona che già avevamo avuto modo di conoscere.

Quello che mi spaventava di più era il fatto che Anna era presa fortemente da quell’ uomo, dalle sue attenzioni e immaginavo dal suo uccello; avevo paura che il continuo di quel gioco potesse destabilizzare il nostro rapporto di coppia e si insinuò in me il tarlo che si potesse innamorare di lui.
Non ero mai stato un marito geloso, Anna era stata sempre al suo posto, non me ne aveva mai dato modo di esserlo, ma questa volta era diverso, la sua voglia di cercare fortemente quell’uomo mi faceva bruciare di gelosia.

Presi la mia decisione, tenevo troppo a lei e non volevo perderla, mi sarebbe piaciuto vivere altre trasgressioni con sconosciuti, ma non con lui; qualche giorno dopo Anna mi confessò che durante il suo colloquio telefonico, Salvo ci aveva invitato a passare qualche giorno a XXXXXX.
Non volevo trasmetterle le mie paure e tantomeno non volevo fare la parte del geloso, non mi andava di farmi prendere in giro per queste mie presumibili ossessioni , quindi cercai di deviare il discorso senza dirgli di si o di no; volevo ancora vivere quelle trasgressioni, ma in un contesto nuovo, con nuove persone, solo che non era facile trovare tra la gente comune una persona apposto che facesse al caso nostro, quindi di nascosto da lei cominciai a sbirciare su siti per incontri, proprio come “Annunci 69”, presentandomi nell’account come single ma contattando in privato alcuni utenti che facevano al caso nostro.

Cercai ragazzi dai 30 anni in su, di bell’ aspetto e non navigati in questi siti; la mia scelta cadde su un singolo della provincia di Salerno, dopo avergli spiegato la situazione mi feci inviare alcune sue foto con il volto visibile.
Dopo un paio di colloqui telefonici decidemmo di incontrarci davanti ad un caffè; Marco aveva 32 anni, alto quanto me e di bell’aspetto, gli feci vedere alcune foto di mia moglie in intimo che avevo sul telefonino notando il suo stupore per quanto era bella e fica Anna.

Mi sembrava un ragazzo a posto, cordiale e gentile, solo da qualche mese si era iscritto al sito, senza mai riuscire a farsi invitare da qualche singola o coppia che contattava invano; non gli sembrava vero quello che gli stavo offrendo, soprattutto vedendo quanto era bella e gnocca mia moglie, così gli spiegai cosa cercavo e cosa volevo, ebbi subito un suo si.
Convinsi mia moglie a passare una seratina da soli, senza amici, di andare a ballare in un club privato nel basso Lazio, dissi che me l’avevano consigliato alcuni amici che c’erano già stati; era una mezza verità, il vero motivo era che li nessuno ci conosceva e potevo essere libero di giocare e far giocare mia moglie.

Anna subito senti puzza di bruciato, del resto era mia moglie, chi meglio di lei mi conosceva?
Mi chiese cosa avevo in testa, cosa stava partorendo la mia mente malata, ma io fui abile a darle spiegazioni illusorie, le dissi che volevo passare una bella serata da soli, tra balli e qualche drink.
Per quel venerdì Anna scelse un vestitino prugna molto corto, collant neri e scarpe chiuse tacco 10, come sempre era uno schianto; arrivammo al locale dopo un’ora e mezza di macchina, era un club nel quale si entrava solo su invito e conoscendo alcuni dello staff ero riuscito a procurarmene due per noi e uno per Marco.

Le Istruzioni che gli avevo impartito erano chiare, doveva stare a distanza e aspettare il mio segnale per interagire con noi; più volte feci tappa al bancone con Anna a prendere i drink, volevo farla sciogliere un po’ con l’aiuto dell’alcol, e al terzo drink ci riuscii.
Cominciammo a ballare e notavo le classiche “strusciate” del suo ventre e del sedere sulla mia patta, ammiccamenti con gli occhi e piccoli morsi sulle guance, era il segnale che Anna era su di giri; Marco era al lato della pista e pazientemente stava aspettando il suo momento, volevo trovare il modo per farlo interagire con lei, ma appena mi allontanavo da mia moglie , un capannello di ragazzi le giravano intorno come mosche, non permettendogli di poter dialogare.

Anna era diventata una delle attrazioni di quella sera, era bella, molto bella e i suoi balli sensuali attiravano l’attenzione dei ragazzi presenti; purtroppo Marco non aveva quel carisma e quella sfrontatezza di riuscire a catturare la sua attenzione, si che era un bel ragazzo, ma mancava di intraprendenza.
Anna si divertiva con tutti quelli che le ballavano intorno, accettava il ballo di uno e poi di un altro, ma restando sempre al suo posto, senza mai cedere alle avance di nessuno; dovevo escogitare qualcosa, in mezzo alla pista non avremmo concluso niente e non mi andava di poter tentare di far giocare Anna con un perfetto sconosciuto, non che conoscessi bene bene Marco, ma almeno davanti a quel caffè mi ero fatto un’idea che era un bravo ragazzo.

Lasciai Anna ai suoi balli e richiamai l’attenzione di Marco, in disparte gli spiegai come stavano le cose e che dovevamo inventarci qualcosa, ma per tutta risposta Marco non mi suggeriva niente; ecco quale era la differenza tra Salvo e questa persona, il primo era riuscito a coinvolgerci entrambi in un gioco erotico pieno di sfumature e fantasie, Marco lo dovevo portare per mano a dirgli cosa doveva fare e dire.
Gli dissi di incontrarci come due vecchi amici al bar, li gli avrei presentato mia moglie e doveva reggere il gioco; così non fu!
Una volta avvicinatomi al bar con mia moglie e dopo avergliela presentata, cadde come una pera cotta; non riuscì a reggere il gioco e Anna sgamò tutta la cosa.

“Se proprio li devi scegliere trovali come si deve, non vale la pena perdere del tempo con lui, basta che gliela faccio vedere che sborra nei pantaloni”, “trovami un uomo, anzi, non voglio che me lo trovi tu, devo essere io a scegliere e a decidere”; queste sue parole mi fecero capire che quella serata si era rivelata un flop totale.
Congedai Marco inventandomi delle scuse che lei quella sera non se la sentiva, che avremmo provato un altro giorno, mi faceva brutto dirgli la verità, che non era stato in grado di infiammare mai moglie.

Chi veramente ci rimase male fui io, non lui, avevo fallito nel mio intento e avevo una forte rabbia, avevo sbagliato nella scelta e nei desideri di Anna, aveva ragione lei, le cose dovevano accadere, dovevano trasportarci entrambi; riflettendo sull’accaduto mi resi conto che avevo trattato mia moglie come una cagna, cercando di farla montare da qualcuno che a lei neanche piaceva, non avrei ripetuto più questo errore.
Anna si accorse del mio cambiamento di umore e capi anche il perché, mi prese con la mano e mi invitò a sederci su dei divanetti ai lati della pista; “mi dispiace che ci sei rimasto male, anche se è un bel ragazzo il tuo amico non mi ha preso mentalmente, cerco altro” mi disse.

Sapevo cosa cercava mia moglie, era quello che cercavo anch’io e il modo con cui avevo cercato di trovarlo era sbagliato, la rassicurai che era tutto ok e che oramai conveniva di finire la serata, mi alzai e andai a prendere altri due drink; rimanemmo a bere i nostri bicchieri su quei divanetti e ci ritrovammo a ridere e scherzare parlandoci con le labbra vicino alle orecchie per superare il volume della musica, il loro effetto sommato a quelli di prima si fece sentire.

L’effetto dell’alcol sia per me che per Anna cominciò a disinibirci e sfruttando la poca visibilità di quel posticino le mie mani cominciarono a palpare il suo corpo, ci baciavamo e limonavamo nascosti da quel cono d’ombra, anche se sapevo che qualcuno ci stava sicuramente osservando; Anna non fece resistenza quando le infilai la mano tra le sue cosce, anzi, le allargò ancora di più per facilitarmi l’operazione.
La masturbavo mentre ci baciavamo e mi accorsi che ogni tanto i suoi occhi guardavano un punto fisso sul lato destro dove eravamo seduti, verso il lungo bancone del bar; sapevo che stava provando interesse e piacere per qualcosa, ma non volevo ancora scoprire cosa.

“ho bisogno di un altro po’ di carica per farti divertire” e dicendo queste parole si alzò chiedendomi i dei soldi, (lei non portava mai il portafogli, credo come il resto delle mogli quando escono con il marito) li prese e si avviò verso il bancone.
Al bancone si fece servire un drink dal barman, si sedette su uno sgabello e rimase li a sorseggiare il suo drink; ogni tanto si girava verso di me con quello sguardo malizioso che io già conoscevo, aveva in mente qualcosa e lo scoprii molto presto.

Mi ero accorto di un gioco di sguardi con un ragazzo che era poco distante da lei, questo prese coraggio e le si avvicinò, iniziarono a parlare e vidi una stretta di mano, mentre parlava vedevo lo sguardo di quel ragazzo posarsi continuamente sul seno e sulle cosce di mia moglie, forse lei gli disse qualcosa perché vidi un sorriso sulle labbra del ragazzo e per tutta risposta vidi Anna tirarsi un po’ su i lembi del vestito, mettendo in evidenza la parte superiore delle cosce avvolte nel nylon delle calze; la reazione del mio uccello fu immediata, lo sentivo esplodere sotto i pantaloni.

Dopo un po’ di tempo che continuava la loro conoscenza, Anna si alzò dallo sgabello e prendendo con la mano il ragazzo lo accompagnò dove ero seduto io e rivolgendosi a lui disse: “Simone lui è xxxxxxx, l’amico di cui ti parlavo prima”, facendomi l’occhiolino; non sapevo cosa gli avesse raccontato di me e di noi, ma di sicuro non mi aveva fatto passare per suo marito.
Ero curioso di capire cosa volesse fare Anna, quella situazione mi intrigava e mi arrapava, decisi di stare al suo gioco; Anna si sedette vicino a me mentre Simone si posizionò sul divanetto posizionato davanti al nostro, avvicinandolo a circa mezzo metro, logicamente.

Quella distanza ci permetteva di dialogare e ascoltare nonostante il rumore della musica e permetteva a Simone di sbirciare tra le gambe di mia moglie; più di una volta il ragazzo si rivolse a me, ma non sapendo Anna cosa gli avesse raccontato aggirai le domande facendo finta di non capire, poi ci disse se volevamo un drink e si diresse verso il bancone.
“Cosa gli hai detto”? chiesi a mia moglie e lei: “che sei un mio amico e che ci piace divertirci con altri”, non c’era bisogno che aggiungesse altro.

Anna aveva visto la delusione sul mio volto riguardo la cosa che non era andata in porto con Marco, forse voleva rimediare, ma non volevo che lo facesse solo per farmi contento; gliel’ho dissi e lei per tutta risposta disse: “se una cosa non mi va non la faccio, ma se mi va la voglio”!
Vidi che l’effetto di tutti quei drink ebbe su mia moglie un effetto disinibitorio, quella situazione la desiderava prima lei, volevo che andasse avanti.

Alzando la testa vidi Simone al bancone discutere con un ragazzo, il modo con cui vi parlava capii che lo conosceva, infatti vennero entrambi da noi con le quattro mani occupate dai bicchieri, uno a testa; ci offrirono i drink e si sedettero di fronte a noi, “lui è Francesco” disse Simone e ce lo presentò.
In testa cominciai a farmi mille domande, ma l’effetto dell’alcol me le fece mettere da parte, mi dissi “vediamo che succede” e lasciai che Anna conducesse il gioco; Anna prese subito confidenza con entrambi e si lasciava andare alle loro battute e allusioni sul sesso, poi uno dei due chiese: “c’è un albergo poco distante da qui, possiamo continuare li la serata se volete”.

Mi tenni fuori da quella discussione, doveva essere Anna a scegliere e decidere, volevo vedere quanto era diventata zoccola; “quanto correte, chi vi ha detto che dobbiamo scopare? Voglio fare un pompino a Simone, tu che centri”? disse mia moglie.
Cominciò una discussione tra lei e i due ragazzi, le chiedevano se l’aveva mai fatto in tre o più persone e che a loro andava di farlo, entrambi cercavano di convincerla in tutti i modi, Anna si girò verso di me quasi a chiedere il permesso e io con lo sguardo le feci capire: “puoi fare quello che vuoi”.

Vista la mia approvazione Anna si alzò e porse le mani ai due ragazzi dicendo: “voglio ballare”; tutti e tre si alzarono e si diressero verso la pista, ma si mantennero sul lato, un po’ in disparte.
Ballavano con i bicchieri in mano, Anna al centro e loro due che la circondavano per poi premerla davanti e da dietro, i loro corpi si strusciavano sul corpo di mia moglie e poi le mani cominciarono a toccarla sul culo e sul ventre.

Mi piaceva guardarla, il vederla tra le attenzioni di quei due maschi che se la volevano fare mi provocava un eccitazione tremenda, lo fu ancor di più quando notai le mani dei ragazzi che in un primo momento le facevano delle carezze sul culo e sulle gambe e che adesso affondavano nelle carni dando piacere a mia moglie.
Io mi ero alzato dai divanetti, mi ero scelto un punto di veduta vicino ad un pilastro, all’impiedi; Anna non sapeva dov’ero, più di una volta mentre ballava la vidi cercarmi con lo sguardo verso i divanetti ormai vuoti per poi cercarmi ancora per la sala.

Mi piaceva l’idea che Anna si sentisse sola, volevo che si sentisse libera di fare quello che desiderava, magari la mia presenza l’avrebbe limitata nelle cose anche se nelle avventure passate non fu così; però il fatto che lei mi cercasse mi faceva piacere, voleva che io guardassi quello che stava facendo.
Mentre ballava continuava a sorseggiare il drink, mi avvicinai a loro e le tolsi il bicchiere di mano, “basta bere” le dissi e mi allontanai di nuovo, non volevo che si ubriacasse; per tutta risposta vidi uno dei ragazzi allungargli il proprio bicchiere ma Anna lo rifiutò, aveva capito il messaggio.

Decisi di far capire che avevo io il comando, mi avvicinai e le cinsi la vita con un braccio, la portai in disparte dalla gente e dai due ragazzi, la avvicinai vicino al muro e le misi la lingua in bocca; adesso erano le mie mani ad affondare nelle sue grazie, lei rispondeva facendomi roteare la lingua in bocca con dei sospiri di piacere.
Sentii la presenza dei due ragazzi dietro di noi, era arrivato il momento, “sei pronta?” le dissi e lei mi rispose con un flebile si; mi girai verso i due e gli dissi di uscire insieme a noi.

Una volta usciti dal locale gli dissi di seguirci, Io e Anna avanti, loro ci seguivano a pochi metri; arrivammo alla nostra macchina situata un po’ in disparte nel parcheggio, aprii la portiera posteriore e dissi a mia moglie: “divertiti e fammi divertire”.
Anna si sedette sul sedile lasciando le gambe fuori, fece segno ai due di avvicinarsi e una volta che gli erano vicino cominciò a sbottonare il pantalone prima ad uno e poi all’altro; visto che mi erano davanti non avevo una buona visuale, quindi andai dall’altro lato della macchina e salii dall’altra portiera sedendomi vicino a lei.

Aveva in bocca un cazzo e con la mano segava quello dell’altro, poi cambiava uccello e continuava a segare quello dell’altro.
Da seduto non potevo vedere le facce dei due ragazzi, ma immaginai che stessero godendo e pure tanto, quando Anna ne lasciava uno per prendere quello dell’altro in bocca, non potei non notare la dotazione di Simone, io mi difendevo bene, ma il suo uccello era notevolmente grosso; anche Anna se ne accorse perché era il cazzo che aveva più tempo in bocca.

Poi vidi le mani dei ragazzi sulla testa di mia moglie, le carezzavano i capelli e l’accompagnavano nei movimenti, sentivo le loro voci, quelle che più ricordo: “si tesoro, succhia succhia“ , “si leccamelo così, che bocchinara che sei”. Mai nessuno si era permesso di pronunciare parole simili verso mia moglie, ma invece di innervosirmi finii per eccitarmi ancora di più, mi sbottonai i pantaloni e dopo averlo tirato fuori cominciai a tirarmelo; siccome lo sportello era aperto, la luce di cortesia era accesa, girandomi verso lo specchietto retrovisore rimasi a fissare quella scena, io seduto a fianco di Anna che me lo tiravo mentre lei era intenta a succhiare e a segare; rimasi un po’ a godermi quella scena, poi vidi il braccio di uno dei due che cercava di far alzare Anna, volevano scoparsela.

Anna più di una volta respinse quel braccio, dopo l’insistenza del ragazzo smise di spompinarli e disse : “No, ve li prendo solo in bocca, sarà lui a montarmi”, indicando me.
Entrò in macchina mettendosi a pecorina con il culo rivolto verso di me, gattonando si avvicinò di nuovo allo sportello aperto dove i ragazzi se lo menavano; la raggiunsi e da dietro cominciai a massaggiargli le tette, aveva le mani appoggiate sul sedile, guardava i cazzi dei due ragazzi che scivolavano nelle loro mani, le piaceva.

Finii di alzarle i lembi del vestito scoprendo il suo splendido culo velato dal nylon dei collant; sentivo il profumo dei suoi umori, mi avvicinai col viso al suo culo e cominciai a baciarglielo, con le labbra e la lingua le mordevo e deliziavo la fica, in mezzo alle cosce il nylon era bagnato.
Sentivo uno scambio di parole di Anna con i due ma riuscivo a sentire poco, poi mentre alzai la testa sentii Simone dire “……che peccato, però fatti fottere in bocca” e con uno shitto in avanti prese la testa di mia moglie sbattendoglielo in bocca; in un primo momento Anna sembrò ritrarsi, poi si fece accompagnare dalle spinte della mano di Simone verso il suo cazzo, la sentii rilassarsi.

Le abbassai i collant e il perizoma a mezza coscia, puntai la cappella verso la sua fica e vi entrai con facilità; aumentando il ritmo dei miei colpi cominciai a sentire Anna gemere dal piacere, le sue grida erano soffocate dall’uccello di Simone; poi notai Francesco, era a fianco dell’amico e si menava il cazzo con la mano, stava aspettando il suo turno.
La cosa importante era che Anna provava piacere per quello che stava facendo, non lo faceva solamente per fare piacere a me; questa cosa mi provocava una libidine maggiore, mi distesi sulla sua schiena affondando il mio uccello ancora più in profondità.

Poi mi accorsi del cambio dei due, adesso era Francesco che lo spingeva in bocca a mia moglie, Simone si era defilato continuando a tirarselo.
Mi sollevai col busto e rallentai i movimenti, dovevo resistere; le misi le mani sui fianchi e le spingevo il culo verso il mio ventre, poi vidi Anna staccarsi dal cazzo e dire: “li, fuori”. Francesco fece un passo indietro, un attimo dopo con un grido liberatorio venne copiosamente, buttandolo a terra.

In un attimo Simone riprese posto nella bocca di mia moglie, ma questa volta Anna gli respinse la mano che cercava di prendergli la testa, era lei che voleva dettare il ritmo del pompino; mentre la penetravo le tolsi le scarpe, mi piaceva massaggiarle i piedi mentre la fottevo.
Il contatto delle mani sulla pianta dei suoi piedi e le contrazioni della sua fica mi fecero esplodere dentro di lei con un grido incontrollato; non lo tirai subito fuori, lasciai scemare la mia erezione nella sua fica che sentivo piena della mia sborra.

A quella scena Simone non resistette e un attimo dopo lo tirò fuori giusto in tempo per schizzare fuori la sua sborra, anche lui nel vuoto, sulla terra del parcheggio.
Ci ripulimmo con delle salviettine umidificate e mentre ci ricomponevamo i ragazzi chiesero ad Anna perché non aveva voluto farsi scopare anche da loro; “ci sarà un’altra occasione” gli disse, aprì il cruscotto e prese un foglio di carta con una penna, appuntò il numero di Simone.

Ricordo che quest’ultimo chiese il numero a mia moglie e lei rispose che sarebbe stata lei a chiamarlo; ci salutammo con delle semplici strette di mano, Anna indietreggiando evitò anche i bacetti di saluto sulle guance, per lei la storia era finita lì.
Lungo il tragitto per tornare a casa anche io le chiesi perché non era andata fino in fondo; giocando con il foglietto dove c’era il numero di Simone tra le dita ci mise un po’ a parlare, aprì il finestrino e strappando il foglio lo buttò fuori, “voglio essere scopata da Salvo, anzi voglio che mi scopiate tutti e due, accettiamo il suo invito”.

Il messaggio era chiaro, adesso toccava a me esaudire il suo desiderio.

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