COME MI SONO SCOPATO LA RAGAZZA DEL MIO AMICO

Ciao, il mio vero nome non importa ai fini della storia, mi chiamerò Tito e per lavoro mi muovo nel mondo dello spettacolo.
D’aspetto appaio un po’ di sovrappeso, cioè non sono magro ma neanche una palla sproporzionata, sono alto 1. 78 per 95 Kg non molto allenato.
Questa storia è successa una mattina che pensavo come le altre, dovevo andare a casa della ragazza del mio amico perché dovevo vendergli dei vestiti provenienti dal guardaroba della mia attività per rinnovarlo.

Quella mattina all’incontro doveva presenziare anche lui, ma per un evento imprevisto lui non poté presenziare, mi mandò un messaggio “Ciao Tito, oggi per imprevisto non ci sono. Ti do l’indirizzo così vai da solo”.
Io mi sono detto, vado lo stesso, devo proprio liberarmi di queste cose, allora via verso l’indirizzo datomi.
Arrivato d’avanti casa, una villa abbastanza distante da vicini impiccioni, mi venne ad aprire Alice la ragazza del mio amico in tuta da ginnastica, a prima vista mi apparve poco attraente con la tuta da ginnastica.

Portata in casa la roba che avevo da mostrargli mi condusse in salotto per iniziare a guardare cosa le potesse interessare, sulle prime lei apriva le valigie e ammucchiava su una sedia le cose che le apparivano interessanti.
Io d’altra parte sentivo crescere la furia per il poco rispetto che aveva per i capi, io non sono mica un commesso che deve mettere in ordine dopo che la cliente a rovistato, ma mi calmai, era pur sempre la ragazza di un mio amico.

Le cose cambiarono quando io senza malizia gli dissi “provali pure cosi vediamo come ti stanno”, io non pensavo avendo tutta la casa a disposizione, che lei si sarebbe cambiata li d’avanti a me.
Vi descrivo lo spettacolo che avevo innanzi agli occhi, Alice è una ragazza alta circa 1. 60 atletica (ha fatto danza), ha capelli castani lunghi appena sotto le spalle (al momento raccolti in una coda) e carnagione abbronzata, un culo sodo e tondo, le tette ….

Non saprei dirvi non mi intendo di misure e coppe, ma le tette devo dire che non erano grandi, ma dopo avrei scoperto che erano abbastanza da essere strizzate e manipolate.
Che altro dirvi di lei, al momento mi si presentava con un paio di slip color carne e un reggiseno anche esso color carne coprenti, ma ogni volta che si chinava mi mostrava o il sedere e il monte di venere prominente o mi si mostravano le sue tette.

Ora voi cosa avreste fatto???
Io da prima ho sentito il prima citato furore diventare una eccitazione crescente, più l’eccitazione cresceva, più la incitavo a provare questo e quello, ad un certo punto al suo ennesimo inchino di spalle dal divano dove ero seduto sono balzato in piedi, da li fu un attimo saltargli addosso, lei si sbilanciò in avanti appoggiandosi al tavolo e gridò “Tito, accidenti!!!”, io intanto mi ero inginocchiato le avevo già tirato giù gli slip abbastanza da poter vedere uno spettacolo, quelle labbra mmm….

Erano piene ed invitanti.
In un attimo ci infilai il dito medio, a cui segui un suo sussulto e il grido “Tito, cosa stai facendo?”.
Iniziai a fare avanti e indietro e gli risposi “Alice, mi hai fatto un invito a cui ho provato a resistere” intanto le dita erano diventate due e in mio uccello scalpitava nei pantaloni, lei “Tito, ummm, smettila” e io di rimando “dai Alice, io a Sandro mica glielo dico”, “dai stai contorcendoti e scommetto che lo hai fatto apposta a cambiarti e chinarti a favore del mio sguardo”.

Intanto la sua passera era diventata una sorgente, dovevo tamponare la perdita, mi attaccai con la bocca e ci infilai la lingua, leccavo come un orso con il miele, a quel punto ammise “Siii, l’ho fatto apposta” ah ah ah ah ansimava tra una frase e l’altra, “volevo divertirmi un po’ a giocare con te” sentivo le sue unghie graffiare il tavolo mentre stringeva il bordo, riprese “non pensavo che avresti risposto alle provocazioni” ummm…, “mi sembravi uno tranquillo che si controlla”.

Io staccandomi un momento, ma continuando a masturbarla con le dita ma con ritmo furioso, e avendo nelle orecchie la sinfonia composta da ansimi, mugolii, sciacquettio dei suoi umori, gli risposi “Alice, sono pur sempre un uomo e tu sei così invitante” detti ancora un paio di leccate a quel nettare, ripresi “se vuoi smettiamo qui”.
Lei si affrettò a rispondermi “ora che sono avviata e sono calda non vuoi portare a termine ciò che abbiamo iniziato?”.

A questa frase voi che avreste fatto???
Io ho risposto cosi, mi sono alzato, l’ho fatta girare e gli ho infilato la lingua in bocca e lei ha iniziato a succhiarla (lei poi tempo dopo mi ha detto che sentiva il sapore dei suoi umori mentre mi baciava), poi si stacco prese la mano con cui la stavo sditalinando poco prima e succhio le due dita che grondavano il suo succo, a questo punto i pantaloni mi dicevano di calarli e vedere se lei avrebbe fatto altrettanto con il mio uccello, la testa invece voleva vedere fino a che punto potevo spingerla con la lingua.

Due secondi dopo, visto che volevo che fosse lei a chiedermi di metterglielo in bocca, la presi la buttai sul divano a penisola da dove ero partito, gli misi le mani sulle sue morbide cosce, ma non feci attempo a spalancargliele che lei le apri volontariamente come fossero una tagliola per prendere in trappola l’orso, ovvio che mi tuffai subito sulla sua passera rasata e luccicante.
Più leccavo e più lei si contorceva, inarcava la schiena e alternava ansimi a risatine dovute al solletico che la mia barba le faceva.

Ad un certo punto, inarcata la schiena maggiormente, gridò “Titooooo!!!”, non mi aspettavo quello che sarebbe successo, Venne come una piena improvvisa, io cercavo di bermi tutto ma quando mi alzai avevo tutto il viso bagnato di un mesto tra il mio sudore e i suoi umori.
Lei era sconvolta sul divano, il viso paonazzo e con il respiro affannoso disse, “Questo Sandro non me lo ha mai fatto, come diavolo hai imparato a fare certe cose?”
Io mentre mi sfilavo i pantaloni, le risposi “diciamo che ho studiato e fatto qualche esperienza” e risi.

Tolti i boxer, mi piace stare comodo, scoprì la mia asta, a questo punto marmorizzata ed impaziente, lei alla vista si riprese d’animo e con sguardo luccicante di lussuria disse “Tito, dopo il trattamento che mi hai riservato devo almeno provare a ricambiare”.
Da prima afferrò l’asta con una mano e iniziò una sega ritmata, poi vedendo le prime gocce di liquido lei inizio a leccare la cappella, poi fece correre la lingua giù lungo l’asta fino alle palle e ritorno, arrivata in cima lo prese in bocca, era fantastica la sensazione caldo-umida e con la lingua che lavorava, ci volle poco prima che le mettessi le mani sulla testa.

Dopo un po’ si staccò e mi chiese “Tito come sto andando?” “è la prima volta che lo faccio a qualcuno che non sia sandro”, io non volevo dargli soddisfazione e poi non volevo venire nella sua bocca, volevo ben altro da lei a questo punto, allora le risposi maliziosamente “Alice stai andando
benino” e le chiesi “Arrivati dove siamo sono curioso di vedere di cosa sei capace”, lei mi incalzò “allora testiamole queste capacità”, detto questo afferrò l’uccello e si diresse al tavolo.

“Eccoti un esempio di quanto sono flessibile” detto questo si appoggiò al tavolo e tirò su la gamba parallela al busto (ve l’ho detto che faceva ballo?) vedendomi stupito riprese “ora non ti fai avanti?”, non me lo feci ripetere ed entrai, da prima con ritmo lento e poi fu un crescendo, tanto che lei cedette mettendo il piede sul tavolo, la passera era bagnatissima, tanto che colavano umori lungo la gamba che appoggiava a terra, intanto la mia mano aveva afferrato la coscia della gamba alzata e tiravo il suo bacino ad unirsi a i miei colpi.

Alice voltò la testa per guardarmi, il suo viso era ancora più arrossato, la sua bocca era aperta a ripetere “oh oh oh” ad ogni colpo, io penso di essere stato paonazzo e mezza lingua fuori tra eccitazione e concentrazione.
Rallentai il ritmo, ma non mi fermai e le dissi “Alice, sei fantastica” non mi lasciò finire la frase ed esclamò “mio d_o, non ti fermare”, io ripresi per un attimo, ma poi volli cambiare posizione, ci trasferimmo sul divano e distesomi lei saltò in sella impalandosi ed iniziò da prima roteando il bacino e portando le mie mani su i suoi seni, erano davvero sodi come pensavo e i capezzoli erano duri, mentre pensavo questo, lei iniziò a fare su e giù.

A me vene un’idea, la feci sbilanciare in avanti portando quelle meraviglie a portata di bocca, mentre gli succhiavo i capezzoli feci strisciare come serpenti le mie mani sul suo corpo arrivando al sedere, strizzai le chiappe e lei intanto continuava la cavalcata ansimando, invocando e mugulando.
Era arrivato il momento di fare un esperimento, mossi la mano verso il taglio e infilai il dito medio nel suo culo, una reazione vulcanica avvenne, inarcò la schiena e gridò a pieni polmoni “D_o siiii”, allora aggiunsi anche un secondo dito, e lei Gridò “Fanculo quel paolotto di Sandro” due sobbalzi e disse “Tito muoviti e fammi quello che vuoi”, io risposi “Alice dalla tua esclamazione penso che non sarà l’ultima volta”.

Tolsi le dita, tirai uno schiaffo al suo sedere, afferrai saldo le sue chiappe e mi detti una mossa a cercare di farla venire prima che venissi io, con il movimento del bacino le tiravo colpi da sotto e lei gridava “Si si si si si ahhhhh”.
Non so’ se finse, ma inarcò la schiena indietro e gridò “vengooooo”.
Lei stordita si lascio sgusciare fuori il mio uccello e li cedetti anche io imbrattandola di sperma sul ventre.

Ripresasi smontò e si sedette a terra affianco a me, girando la testa la vidi raccogliere con le dita le gocce di sperma e succhiarsele, nel mentre mi disse “Tito come mai è così denso?”.
Le risposi “Devo confessarti che è un po’ che non scopo e non mi masturbo” e gli domandai “Alice, come mai hai urlato fanculo Sandro?”, subito rispose “Sandro è un fidanzato perfetto, ma oltre al missionario e qualche raro pompino con lui non si riesce a fare nulla”, “ci ho provato a fare cose diverse ma subito si smonta e non si fa più nulla”, “invece tu sei un demonio, mi hai fatto cose che neanche immaginavo”.

Puliti e rivestiti, gli chiesi “allora li prendi i vestiti?”, lei rispose “si, ma non me li regali?”, io replicai “Alice, teniamo gli affari e il piacere”.
Con il broncio Alice mi pagò quello che aveva preso e io tornai a casa gongolando per aver ricevuto doppia paga, sesso e soldi.
Se volete saperlo non fu l’ultima volta che me la faci e provammo vari giochetti.
Alla fine Alice non mollò Sandro, era troppo un bravo ragazzo, per lo stesso motivo non ce la feci più ad essere amico di Sandro come prima.

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