Una giornata alla spa – Parte seconda

Dopo circa un’ora arrivò anche Giovanna che, buttandosi sul letto con addosso ancora l’accappatoio, si disse entusiasta del massaggio rilassante ricevuto. Aveva un’ora sognante, felice e rilassata ma non poteva assolutamente sapere che tipo di massaggio aveva ricevuto Sara.
Dopo che Giovanna si era fatta la doccia ristoratrice decisero di andare a fare una passeggiata e, magari prendere un aperitivo.
Mentre erano sedute nel bar della spa a degustare il primo aperitivo della giornata, e sicuramente non l’ultimo, Giovanna disse maliziosamente a Sara che la giornata era iniziata magnificamente e che sperava sarebbe terminata ancora meglio.

Sara scoppiò a ridere nel sentire quelle parole e, pur avendo ancora bene in mente quello che le era successo un paio di ore prima, rispose che per lei non c’era il bisogno di attendere la sera per averne la conferma,
“basta salire in camera” disse limpidamente “ma se hai intenzioni serie e se vuoi godere come una pazza, mettiti nelle mie mani che ti presento un paio di amici che ho conosciuto questa mattina”
Giovanna fissò a bocca aperta l’amica domandandosi se parlava seriamente o se la stava prendendo in giro ma poi, vista la faccia seria di Sara, scoppiò a ridere dicendo
“li conoscerei volentieri”
“bene, tu aspettami qui e io sento se sono disponibili” rispose Sara alzandosi dalla sedia per andare a parlare con la receptionist.

Quando tornò da Giovanna notò che lei aveva già ordinato il secondo giro e la sua delusione quando le disse che sarebbero stati liberi solamente nel pomeriggio
“questo non significa che dobbiamo aspettare per forza loro e poi ti consiglio ugualmente di metterti nelle mie mani perché …. ne avrai giovamento e mi ringrazierai”
Giovanna scolò il cocktail con un solo lungo sorso e si alzò con un sorriso da ebete prendendo l’amica sottobraccio dicendole
“mi metto nelle tue mani ma non farmi pentire di ciò”
“tranquilla, mi ringrazierai ma ti avverto ….

non voglio sentire uscire dalla tua bocca parole tipo no, basta o qualsiasi altra negazione. Ti conosco, so che in questo momento sei fracida e che aspetti questo momento da quando abbiamo deciso di venire qui, ebbene il momento è arrivato, preparati a godere e cancella dalla tua mente ogni possibile blocco mentale perché oggi, prima con me e poi con i miei amici, scoprirai cosa vuol dire fare sesso, cosa vuol dire godere, in qualche momento potresti rimpiangere la tua scelta ma in futuro ricorderai questa giornata come il giorno della più bella scopata mai fatta nella tua vita” e nel sentire queste parole Giovanna accelerò il passo trascinando Sara verso la loro alcova.

Sara prima di entrare nella stanza disse a Giovanna di rimanere calma e di prepararsi spogliandosi sia dei vestiti e sia di qualunque remora potesse ancora avere.
Giovanna cinguettò qualcosa di incomprensibile e appena entrata gettò l’accappatoio per terra seguito dopo solo un secondo dai due pezzi del costume.
Sara era rimasta dietro di lei e dopo aver chiuso a chiave la porta si girò ritrovandosi davanti Giovanna nuda ed eccitata come poteva facilmente intuire dai turgidi capezzoli.

“e brava la mia troietta, già pronta! Ma prima vai a farti un bidet che sei accaldata. Io intanto preparo qualcosa che ho portato apposta per te e che non vedo l’ora di usare. ”
Giovanna fece un veloce dietrofront mostrando a Sara il bellissimo culo che aveva già conosciuto e si diresse verso il trolley chiuso posto accanto al suo comodino e, dopo averlo aperto sul letto, tirò fuori quello che sapeva avrebbe usato (o su Giovanna, come sperava, o su di lei, anche se in modo inadeguato)
Giovanna uscì dal bagno e si bloccò vedendo tutte quelle cose, messe bene in vista e in ben ordine, sul letto e stava aprendo la bocca per parlare quando si fermò ricordandosi le condizioni poste da Sara.

Sospirò profondamente e timidamente si avvicinò a Sara che ora indossava solamente un paio di stivali neri, con un tacco a spillo alto almeno 15 centimetri, che le arrivavano appena sotto il ginocchio e un paio di guanti lunghi neri e di pelle.
Non sapendo come comportarsi si fermò davanti a lei e rimase a guardarla fissa negli occhi fino a quando …. non ci riuscì più perché anche Sara la stava fissando in attesa di un qualcosa che lei non sapeva cosa fosse e quindi chinò la testa fino a guardarsi la punta dei piedi come se fossero la cosa più strana presente nella stanza.

Sara non si mosse per un paio di minuti osservando bene tutte le reazioni possibili di Giovanna aumentando volutamente il disagio dell’amica che adesso si stava fissando i piedi. Certo lo scopo della “mascherata” era questo come anche l’esposizione dei giocattoli sul letto ma Sara non era certa di poter contare sul comportamento di Giovanna fino a quando non la vide in quello stato di sottomissione psicologica.
Lei si ricordava benissimo che l’amica non aveva una grande esperienza dal punto di vista di rapporti anali, aveva detto a tutte le amiche che l’aveva persa solo dopo l’orgia fatta con tutte loro, e anche se probabilmente il compagno lo avesse usato, come probabile, tutte le volte possibili dopo il lunghissimo digiuno a cui era stato sottoposto sicuramente Giovanna era ancora alle prime armi.

Sara aveva portato volutamente quei giochi per far provare all’amica cosa volesse dire essere inculata veramente e provare per la prima volta un orgasmo anale, non prima di aver patito dolori che si sarebbero tramutati, al momento giusto, in un accumulo di piacere.
Poi aveva incontrato Giuseppe e, soprattutto Mustafà, e quando Giovanna le aveva dato l’ok per incontrarli sapeva benissimo che doveva assolutamente prepararla, sia mentalmente che fisicamente.
“oggi pomeriggio incontrerai i miei amici e devo dirti che rimarrai sconcertata dalla loro resistenza e da quello che vedrai.

Due cazzi decisamente su..per..la..ti..vi che esistono solamente per uno scopo, il loro. Faranno di te quello che vorranno perché tu sarai fuori di testa e non capirai nulla grazie ai continui orgasmi che avrai. Ma tu non sei ancora pronta per loro, vero!” disse Sara marcando l’ultima parola con un tono duro e severo
Giovanna rimase in silenzio sempre con la testa chinata ma i movimenti del suo corpo evidenziavano la sua eccitazione
“”VERO!” ripeté Sara quasi urlando in faccia all’amica che sobbalzò dalla sorpresa e rispose con un semplice “si, è vero”
“come? mi rispondi solamente così? non mi ringrazi del pensiero che ho avuto, non mi ringrazi del tempo che perderò con te e che potrei usare per farmi scopare da loro, non mi ringrazi di aver accettato di venire qui con te ben sapendo fin dall’inizio che questa è tutta una scusa per potermi leccare la fica e riprovare le sensazioni scoperte poco tempo fa proprio grazie a me? Sei un’ingrata che non merita nulla da me” urlò Sara iniziando a togliersi un guanto come se avesse deciso di terminare, senza neanche iniziare, il loro incontro.

Giovanna nel sentire quelle parole capì che l’amica aveva ragione e che la doveva ringraziare in qualunque modo possibile e alla fine rialzò la testa riuscendo a guardare l’amica negli occhi e disse
“scusami Sara, ora ho capito e te lo farò capire ringraziandoti facendo l’unica cosa che possa dimostrare veramente la mia gratitutide per quello che stai facendo per me, e cioè consegnandoti tutta me stessa. Cercherò con tutta la forza possibile di mantenere la mia parola soddisfando in toto tutte le tue richieste.

E stai tranquilla che non mi dimenticherò mai questa giornata, come finisca finisca, perché ora so che tu sei qui davanti a me solamente per farmi contenta, per farmi felice. ”
Sara rimase colpita da quelle parole che, a meno che Giovanna non fosse diventata un’attrice a sua insaputa, era veritiere e non poté far altro che sigillare questo accordo con un profondo bacio che lasciò senza fiato la sua amica.
“Giovanna inizierai a scoprire come il dolore paradossamente aumenti il piacere e per farlo utilizzerò questi semplici elastici di diverse grandezze.

Durante tutto il tempo dovrai essere bendata e se dico questo è per scena ma solo per esperienza diretta. Avrai capito che proverai dolore e piacere ma queste saranno sensazioni nuove per te perché le vivrai in modo diverso. ”
Dicendo questo Sara mise sugli occhi di Giovanna una lunga fascia nera che era posata sul letto in bella vista e udì chiaramente il lungo e profondo sospiro che ella fece quando strinse il nodo dietro la sua nuca.

Giovanna ora era alla mercé e lei mise in atto quello che aveva letto in un racconto di Mauro utilizzando il solletico, leggere sculacciate o anche soffi che indirizzava in varie parti del corpo di Giovanna, ma mai nelle zone erogene, che in poco tempo, oltre a far rabbrividere l’amica, la lasciarono spaesata.
Sara prese uno dei due elastici più grandi e ci imprigionò una tetta di Giovanna. L’elastico, essendo più stretto della circonferenza della mammella, fece sentire subito la strinse facendo uscire dalla bocca di Giovanna il primo grido dovuto più alla sorpreso che al dolore.

Infatti quando Sara utilizzò il secondo elastico sull’altra mammella la reazione di Giovanna fu ben diversa.
Sara prese poi altri due elastici, più stretti, che andarono a far compagnia a quelli appena sistemati, e poi altri due, e poi altri due fino a quando Giovanna non iniziò a lamentarsi per la sempre maggiore stretta che sentiva sul seno. Se avesse potuto vedere le sue tette i lamenti sarebbero stati ben maggiori perché le sue bellissime tette si stavano gonfiando per la mancanza di circolazione del sangue diventando, allo stesso tempo, di un color rosso porpora.

Sara, terminati gli elastici, accompagnò Giovanna sul letto dove la fece distendere supina e, dopo averla baciata voluttamente per distrarre l’amica dal dolore sempre crescente che stava provando, si mise seduta sulla sua bocca con il viso rivolto verso le gambe dell’amica e attese, ma solo per un secondo, di sentire la vellutata lingua di Giovanna iniziare a leccare la sua fica che stava grondando come un rubinetto.
Sara non ci mise molto per arrivare all’apice del piacere e cominciò a dimenare il bacino a velocità sempre maggiore fino al momento dell’urlo di piacere che accompagnò il suo primo orgasmo della sessione.

Sara aveva sì organizzato il tutto ma aveva deciso di agire senza un programma preciso, di andare alla mano, e quindi si gettò sulla fica di Giovanna per ringraziarla nel modo migliore ma senza nessuna intenzione di farla godere.
Infatti appena anche Giovanna iniziò a muovere il bacino lei si fermò e concentrò la sua attenzione su quelle due tette rosse e gonfie che aveva a portata di mano.
Appena ne strusciò una l’amica gemette per la forte sensazione provata.

Anche se aveva intuito che Sara aveva solamente sfiorata la sua tetta aveva provato un dolore nuovo, sconosciuto, perché aveva anche percepito del piacere anche se leggero.
Sara continuò a tastare le tette dell’amica senza uno schema fisso, con leggeri sfioramenti, con palpate profonde o con leggeri schiaffetti a cui l’amica rispondeva ormai con lamenti di dolore sempre più intensi.
“stai un po’ zitta” sbottò Sara stringendo un capezzolo di Giovanna che urlò di dolore iniziando a singhiozzare e a quel punto capì che era arrivato il momento di passare alla fase del piacere.

Si alzò da quella posizione e prese un vibratore con sfera rotante che posò direttamente sul clitoride di Giovanna che a quel contatto sobbalzò sul letto e quando poi lo accese il ronzio del vibratore fu ben presto sopraffatto dai gemiti di piacere di Giovanna.
Sara attese il momento in cui Giovanna prese a dimenare il bacino e, con l’altra mano, iniziò a stringere la tetta dell’amica che aprì di shitto la bocca per l’intenso dolore e che tale rimase quando Sara aumentò la velocità del vibratore.

Nella testa di Giovanna di alternavano ora impulsi di dolore e piacere ed l’unica reazione che il suo cervello riusciva a mandare era quella di restare a bocca aperta e di rantolare per quelle sensazioni contrastanti e scioccanti.
Sara attese che il bacino dell’amica iniziasse a muoversi prima di stringere il capezzolo e aumentare di nuovo la velocità. La bocca di Giovanna rimase ancora aperta ma solamente Sara sapeva che era per il piacere che stava provando, a sua insaputa, grazie ai fluidi che iniziavano a fuoriuscire dalla fica della sua “sottomessa”
Non la torturò più ed attese che l’amica urlasse finalmente il suo orgasmo muovendo il corpo come se avesse un attacco epilettico.

Quando il lungo orgasmo finì Sara spense il vibratore e ripulì con molto piacere la fica di Giovanna che … riprese a galoppare raggiungendo il secondo orgasmo nel giro di pochi minuti.
Ora Giovanna sussurava frasi incomprensibili ma tra le parole Sara udì chiaramente la parola “grazie” più volte.
Giovanna provò il dolore più forte quando Sara tagliò gli elastici, tutti insieme, della prima tetta facendo muovere di colpo il sangue rimastoci imprigionato verso il resto del corpo, mentre provò un dolore più leggero quando anche la seconda tetta fu liberata perché sapeva che Sara lo avrebbe fatto e lei era già mentalmente pronta.

“pentita?” domandò Sara a Giovanna quando vide che stava recuperando l’autocontrollo e attese la risposta pronta a terminare il gioco qualora la risposta fosse positiva
“no, per niente” rispose Giovanna anche con il fiatone e con qualche singhiozzo
“bene allora passiamo alla seconda parte”
“sarà molto dolorosa?”
“all’inizio ma avrà lo stesso lieto fine. E poi ti assicuro che ti sarà molto utile per più tardi”
“ok” fu la sola sillaba che uscì dalle labbra di Giovanna dopo un minuto
“allora mettiti prona e abbi fiducia in me”
Mentre Sara era impegnata a prendere gli oggetti necessari Giovanna si girò lentamente, per paura di cadere, mettendo in mostra il suo bel culetto color avorio con uno spacco di notevole bellezza per quanto perfetto fosse.

Per la sua età Giovanna aveva un culo bello sodo e …. invitante che sarebbe stato oggetto delle prossime attenzioni di Sara.
Quando Giovanna sentì quella che sembrava una fredda crema, ma che poi si sarebbe dimostrato come un unguento speciale per rapporti anali, fece un profondo sospiro dicendo “lo sapevo”
“Giovanna” disse Sara “quei due che verranno non avranno attenzioni per te. Quelli vengono per scopare, vengono per il loro piacere, o li accetti così o è meglio che disdica l’appuntamento.

E hanno due cazzi che ti scoperanno e sfonderanno tutti i tuoi buchi. Per la bocca e la fica non credo che tu abbia problemi ma so che è poco che hai rapporti anali e stai certa che quelli ti inculeranno, eccome. Se non sarai pronta per loro proverai molto più dolore di quanto te ne farò provare io e, cosa ancora peggiore, non goderai perché non ti piacerà. Io farò in modo che questo avvenga.

Abbi fede e preparati perché è giunto il momento che qualcuno ti rompa veramente il culo come si deve, e quella sarò io. Quindi alla pecorina e … buon divertimento”
Sara utilizzò le sue finissime dita per spalmare l’olio sull’ano per poi spingerlo dentro prima con un dito, poi con due, spingendoli bene in profondità con la dovuta calma e lentezza per poi iniziare ad allargare le dita sempre di più fino al momento dell’inserimento del terzo dito.

Giovanna soffocava le grida il suo dolore utilizzando il materasso come un enorme cuscino e quando finalmente l’amica tolse le dita dal suo povero buchino … fece appena in tempo a tirare un sospiro di sollievo prima di sentire un bastone perforare le sue viscere.
Il bastone, che altro non era che un semplice plug di media grandezza, entrava lentamente e ad ogni millimetro conquistato lei si sentiva spaccare in due.
Finalmente la parte più larga del plug superò la barriera dello sfintere e la base si posò delicatamente sull’ano.

Giovanna. che soffiava fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni e che dagli occhi uscivano lunghe lacrime che finivano il breve percorso sulla benda ormai zuppa, sperava di aver terminato con quel supplizio ma non poteva certo sapere che era all’inizio.
“Ora ci fermiamo un secondo, facciamo lavorare un po’ il plug e …. iniziamo a lavorare di lingua, che ne dici”
Anche se bendata Giovanna girò di shittò la testa come per capire meglio l’intenzione di Sara e le capì anche senza vederci perché sentì Sara sdraiarsi sul letto e guidarla in posizione supina.

Il culo le faceva male, molto male, ma poi sentì l’odore della fica eccitata di Sara, le sue gambe ai lati della testa e …. tirò fuori la lingua dalla bocca alla ricerca di quella fonte di piacere. Ben presto sentì anche la lingua di Sara che leccava la sua fica e si dimenticò del dolore per iniziare a provare piacere che sgorgò in un altro intenso orgasmo anche se Sara, malefica, dopo averle detto di alzare le gambe cominciò a dare colpi sulla base del plug che aveva in culo.

Anche Sara godette come una cagna in calore per l’eccitazione accumulata in quel periodo questa volta fu lei quella che urlò più forte al momento dell’orgasmo.
Sara si prese cinque minuti di riposo prima di far mettere di nuovo in posizione Giovanna che, poverina, avendo goduto pensava di aver terminato e di potersi dare una rinfreshita al culo che aveva in fiamme.
Sara quando estrasse il plug lo vide colorato con leggere sfumature di rosso e di … marrone e ridendo disse all’amica
“dimenticavo una cosa molto importante.

Dopo vai al bagno e svuota l’intestino perché quelli dopo averti inculato, se gli girerà per la testa, ti faranno ripulire i loro cazzi! Meglio non avere sorprese, non credi!”
Giovanna ebbe due reazioni naturali a quelle parole:
vergogna per il chiaro riferimento di Sara a quello che c’era sul plug
schifo al pensiero di dover ripulire un cazzo dopo essere stata inculata
“spalanca la bocca”
Giovanna udendo queste parole capì che Sara non aveva terminato e fu invasa dalla terza reazione che annientò le precedenti, e cioè paura di quello che Sara voleva fare

La bocca di Giovanna fu invasa da un enorme dildo che le arrivò quasi fino all’ugola facendole strabuzzare gli occhi, venire dei conati di vomito e gridare un “nooooooooo” strozzato che uscì dalla sua bocca sotto forma di un grugnito ma Sara capì ugualmente il suo significato e disse
“tranquilla, quello non è per il tuo culo ma serve solo per tappare la tua bocca, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che ti sto uccidendo” disse Sara mentre tirava fuori dal trolley l’ultimo oggetto.

Era uno strapon particolare perché aveva due falli. Il primo, quello più grande, era esterno alle mutandine e sarebbe stato piantato nel culo di Giovanna, mentre il secondo, più piccolo, era interno e sarebbe entrato nella sua fica.
Con calma Sara fece indosso le speciali mutandine e dopo aver inserito il “suo” dildo dentro la vogliosa fica che si aprì con gioia al suo ingresso, sistemò bene le mutandine e cosparse di gel il dildo che, a breve, avrebbe messo nel culo dell’amica che ormai tremava dalla paura.

Salì sul letto e messasi in piedi dietro al culo di Giovanna la posizionò meglio in modo che l’ano fosse in piena vista e appoggiò il dildo sul martoriato ano.
“Giovanna, ascoltami bene. Ora ti inculerò e all’inizio sarò dolce e gentile. Tu nel mentre dovrai masturbarti per sentire meno il dolore, per combatterlo con il piacere. Io ho fatto così all’inizio, ho superato brillantemente tutti gli ostacoli ed ora posso dire che godo anche quando mio marito mi incula.

Non ti vergognare, sgrilletta quel clitoride, martorizzalo, consumalo, e vedrai che godrai anche mentre ti inculerò perché il piacere sarà superiore al dolore. Se dirai la parola STOP mi fermerò senza problemi e chiamerò i miei amici, non per delusione o vendetta ma per il tuo bene, perché come ti ho detto più volte loro non si fermeranno. Capito? Che parola devi dire per farmi fermare?”
“STOP” biascicò Giovanna con il dildo ancora in bocca
“ok” disse Sara iniziando a spingere notando subito la mano di Giovanna che si infilava in mezzo alle gambe.

Il glande entrò tranquillamente perché più stretto del plug appena estratto e Sara, come promesso, fu molto dolce con l’amica, che muoveva il braccio mentre si masturbava, e impiegò diverso tempo prima di piantarlo completamente dentro il retto dell’amica. La stimolazione che Sara riceveva per ora era misera perché ormai il dildo le era arrivato in fondo alla fica ma crebbe quando per la prima volta fece il movimento opposto, quello cioè per togliere il dildo dal culo dell’amica che si stava smanettando a tutto vapore mentre grugniva come una scrofa.

Sara, sempre attenta alle parole dell’amica, dopo due o tre volte di movimenti lentissimi aumentò leggermente il ritmo e Giovanna, di riflesso, aumentò il movimento del suo braccio. Ora Sara stava provando più piacere e non udendo più rantolii da parte dell’amica aumentò di nuovo e poi di nuovo fino a sentire arrivare l’orgasmo, sempre di più e allora …. iniziò a galoppare come se fosse a casa sul suo cavallo preferito e questa volta fu lei a strabuzzare gli occhi mentre godeva in sintonia con Giovanna che l’incitava ad aumentare l’andatura, a metterglielo tutto dentro, a spaccarle il culo, a ringraziarla per averle fatto provare una cosa del genere, a urlare senza vergogna parole facilmente udibili da tutti i clienti della spa.

Esausta Sara si fermò, tolse il dildo dal culo di Giovanna che rimase largo per qualche secondo formando una perfetta O e prima di abbandonarsi sul letto stravolta dal piacere disse all’amica
“con quei due sarà anche meglio”.

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