Questo è l’inzio – seconda parte

Il giorno dopo alle 10 del mattino eravamo in viaggio in direzione di Ostia. Papà guidava con molta tranquillità dato che la camera d’albero non sarebbe stata disponibile prima delle 14 ma quando arrivammo, intorno alle 13, l’albergatore ci comunicò che potevamo già salire. Ovviamente ne fummo contenti. Una volta in camera e sistemati i bagagli, mio padre ci chiese se volevamo andare a mare oppure a pranzo. La mia voglia di mare è sempre stata enorme, ma a quell’età l’appetito non mi mancava mai e così optammo per il ristorante.

Ricordo che mangiammo divinamente e anche abbondantemente, al punto che una volta alzati da tavola non vedemmo altra soluzione che ritornarcene in albergo per andare a riposare. Appena in camera ci buttammo sui letti come tre ubriachi. Ci addormentammo quasi subito, o almeno io crollai di botto. Verso le 18 papà mi svegliò:
“Mario svegliati. Vuoi andare al mare?”
“certo che ci voglio andare. Ma non è tardi?”
“perché? La spiaggia di pomeriggio tardi è ancora più bella”
“hai ragione, mi preparo subito”
“dai, fai presto, io intanto vado a prendere la macchina”
“la macchina? Ma se la spiaggia è proprio qui di fronte all’albergo.


“non preoccuparti, non andiamo in un posto molto lontano. Ci vediamo fuori l’albergo, mamma ci aspetta”
“ok, faccio subito”
La cosa m’incuriosiva non poco in quanto non riuscivo a capire perché spostarsi con la macchina quando avevamo a disposizione un lido proprio di fronte all’albergo. Comunque mi preparai in fretta e dopo neanche un quarto d’ora ero pronto. Mamma e papà mi aspettavano vicino all’auto.
Dopo 5 minuti sostammo sul ciglio della strada.

Immediatamente un tizio si avvicinò per farsi pagare il parcheggio (abusivo logicamente). Vidi distintamente che mio padre parlottava con il tizio che con gesti gli diede delle indicazioni. C’era una specie di passerella che attraversava tutta una zona ricca di pinte di vario genere e che portava direttamente sulla spiaggia. Papà mi spiegò che quella era una riserva naturalistica e che quelle passerelle erano state messe apposta per non far rovinare la vegetazione. Una volta giunti sulla spiaggia credevo che ci saremmo fermati, ma invece mio padre continuò a camminare lungo il limite della zona protetta.

Era veramente un bellissimo posto: sulla nostra sinistra una bellissima spiaggia di sabbia molto fine e sulla nostra destra tutta una serie di dune di sabbia ricche di vegetazione. Mentre camminavamo il mio sguardo fu attratto da un tizio che stava su di una duna in piedi completamente nudo:
“papà, guarda quel tizio, è tutto nudo, sarà impazzito”
“Mario, il posto dove stiamo andando, anzi praticamente siamo arrivati, è una spiaggia per nudisti e lì difficilmente troverai persone con il costume.


“ma dai, mi prendi in giro?”
“per niente. ecco, siamo praticamente arrivati, guardati intorno”
Per poco gli occhi non mi uscivano dalle orbite: effettivamente tutte le persone sulla spiaggia erano completamente nude. Ragazzi, ragazze, adulti anziani…. Tutti come la mamma li aveva fatti.
Ci fermammo e stendemmo le stuoie. Mamma senza alcun indugiò fu la prima a spogliarsi seguita a ruota da mio padre. Logicamente non mi feci pregare per fare altrettanto.

Non c’era molta gente, ma il fatto di stare nudo in pubblico mi procurava una certa eccitazione al punto che dovetti girarmi.
“Attento che così buchi la stuoia”
Una sonora risata di mamma e papà
Appena le condizioni del mio affare furono accettabili, mi alzai e feci una corsa verso il mare. Mamma e papà mi seguirono. In acqua scherzammo come eravamo abituati a fare sempre, schizzandoci l’acqua l’un l’altro. Non sarei più risalito dal mare, ma papà ad un certo punto disse che era il caso di andarci a rimettere al sole.

“dai, ci stiamo divertendo. Stiamo ancora un po’ in acqua”
“su Mario, non fare capricci. E poi vedrai che ti divertirai comunque”
Cosa ci trovava di tanto divertente nello stare stesi al sole non lo capivo proprio. Comunque dopo un paio di minuti eravamo belli stesi a goderci l’ultimo sole della giornata. Da lì a poco molta gente aveva lasciato la spiaggia. Erano rimaste poche persone: una coppia presumibilmente marito e moglie piuttosto avanti con l’età, due uomini, tre ragazze e dei ragazzini più o meno della mia stessa età che giocavano a pallone, ma questi ultimi avevano stranamente il costume.

Ad un certo punto papà disse che voleva andare a fare due passi e mi chiese di rimanere a fare compagnia alla mamma. Sarei voluto andare con lui, ma certamente non era il caso di lasciare mamma da sola. Così si addentrò nella zona protetta. Mamma se ne stava a pancia sotto ed il suo magnifico culo sembrava confondersi con le dune. Ad un certo punto mi disse che se volevo potevo andare a giocare a pallone con quei ragazzini, ma le risposi che non mi andava anche perché a me il gioco del pallone non è mai piaciuto.

“Ho capito, allora vai pure non preoccuparti”
“Dove mamma?”
“Vai, segui tuo padre, non ti preoccupare di me”
“davvero? Sicura?”
“si vai”
Così mi alzai e mi avviai per lo stesso viottolo che aveva percorso mio padre. Era tutto un saliscendi. Ogni tanto vedevo delle persone che sembravano scrutare la zona. Ad un certo punto vidi due tizi in piedi entrambi intenti a guardare in una direzione e logicamente nudi. Fui incuriosito e mi avvicinai a loro.

“anche a te piace guardare, vero piccolo?”
Non capii subito quello che voleva dire il tizio, anche perché fui colpito dal fatto che entrambi si toccavano il cazzo. Sarei voluto scappare via, ma la curiosità di capire cosa stessero guardando era forte e così diressi il mio sguardo nella stessa direzione del loro. La scena che mi si presentò quasi mi fece rimanere fulminato: c’erano 3 uomini di cui uno piegato a 90 gradi che si faceva inculare dall’amico mentre succhiava il cazzo all’altro.

Inutile dire che immediatamente mi venne duro come il marmo e dopo alcuni istanti iniziai anche io a toccarmi. Sembravamo tre spettatori di un film.
“ti piace quello che vedi?”
“… si…”
“vieni spesso qui?”
“no signore, è la prima volta”
“ti andrebbe se ci masturbiamo tutti insieme?”
Quella richiesta non me l’aspettavo proprio. Ma forse l’incoscienza o forse l’eccessiva eccitazione mi fecero fare un cenno d’intesa con la testa. Così uno dei due si girò verso di me e mi prese il cazzo in mano.

Anche l’altro si avvicinò ma a differenza dell’altro si inginocchiò e iniziò a prendere in bocca il cazzo dell’amico. Ero al settimo cielo. A quel punto anche l’altro s’inginocchiò e iniziò a spompinarmi. Stavo godendo da matti. Stavo quasi per sborrare quando avvertii una mano sul mio culo:
“vedo che non perdi tempo Mario”
“papà!”
Neanche il tempo di girarmi che i due tizi erano già scomparsi. Era chiaro che la presenza di mio padre li aveva spaventati a morte.

“ehm, scusami papà, ma è…. ”
“non devi scusarti affatto. Ti abbiamo portato quì sapendo cosa vi si trova”
“allora siamo venuti apposta?”
“si. Come vedi qui ci si può divertire alla grande”
“e si, lo vedo. Si assiste a spettacolini veramente carini”
“mica si assiste solo”
“cosa vuoi dire?”
“vieni con me, così vedrai”
Insieme scendemmo dalla duna dove eravamo e ci avvicinammo ai 3 tizi che se la godevano.
“ma papà, non credi che potrebbero incazzarsi?”
“se lo fanno così apertamente non credo proprio”
Dopo un istante eravamo a circa un paio di metri dal gruppetto.

Il tizio a 90 gradi sembrava godersela più degli altri due.
Quando ci videro si girarono verso di noi. Quello che sembrava il più anziano fece cenno a mio padre come per chiedergli io chi fossi e papà senza preoccuparsi minimamente rispose che ero suo figlio. I tre sembrarono rassicurati e invitarono mio padre ad unirsi a loro.
“tu stai qui e guarda”
Papà si avvicinò a loro i quali iniziarono a toccarlo per tutto il corpo.

Quello che prima era piegato s’inginocchiò facendo cenno a mio padre di fare altrettanto. Gli altri due con i loro cazzi si avvicinarono alle loro bocche e vidi mio padre iniziare a succhiare come mai potevo immaginare. Vedere quel cazzo in bocca a mio padre mi fece venire voglia d’imitarlo, così anche io mi avvicinai di più a loro accovacciandomi vicino a mio padre. Il tizio sfilò il cazzo dalla bocca di papà e lo porse alla mia.

Ero titubante e cercai lo sguardo di mio padre. Il suo cenno d’intesa non tardò e così mi ritrovai a succhiare quel cazzo già tutto bagnato dalla saliva del mio papà. Nel frattempo lui aveva cambiato posizione porgendo il suo culo. Subito fu accontentato. Vidi sott’occhi il cazzo dell’altro farsi strada senza alcuno sforzo nel culo di mio padre. Stavamo godendo da matti. Purtroppo però non durò molto perché i due tizi sfilandosi dalla mia bocca e dal culo di mio padre, sborrarono quasi subito scomparendo nel giro di pochi istanti.

Rimanemmo solo io, papà e l’altro tizio:
“sempre in forma a quanto pare”
“cerco di difendermi”
Oh cazzo! Mio padre e quel tipo si conoscevano.
“vedo che buon sangue non mente”
Quella frase mi fece ritornare indietro di alcuni anni. Era stato a casa nostra un paio di volte, ma ricordai che all’epoca portava la barba. Era un ex collega di mio padre.
“hai ragione Carlo. È proprio un figlio degno di suo padre.

Ero praticamente sicuro di trovarti qui”
“lo sai, ci vengo quasi tutti i gironi in questo periodo e sempre in questa zona delle dune”
“proprio per questo ci siamo sistemati sulla spiaggia qui vicino. ”
“ma c’è anche tua moglie?
“si, andiamo. Le farà piacere salutarti”
Che porci!.

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