La mia collega

Quando cambiai ufficio incontrai, come è ovvio, nuovi colleghi.
Tra questi vi erano, e vi sono, un paio di donne interessanti, di cui una in particolare stuzzica e solletica la mia fantasia.
Sara, questo il suo nome, è una donna di 44 anni con un fisico asciutto e formoso al punto giusto nonostante la sua età e due gravidanze.
Entrammo subito in confidenza ed era facile parlare con lei di qualsiasi argomento: dalla politica al sesso.

Frequenti erano e sono i miei apprezzamenti su di lei e frequenti sono le battute maliziose che ci scambiamo.
Dopo i primi tempi iniziai ad osservarla con occhi diversi e a non guardarla come un collega ma come una femmina bella e arrapante che mi sarebbe piaciuto scoparmi.
Una volta, vedendola arrivare in ufficio con un paio di jeans stretti e una magliettina che davano risalto alle sue belle forme e che la rendevano una bella trentenne più che una quarantenne non resistetti al bisogno di chudermi in bagno e spararmi un bel segone.

Quella volta sborrai di brutto.
Da quel giorno in poi mi venne il chiodo fisso di scoparmi Sara.
Era difficile dirglielo a viso aperto e allora mi inventai un modo per stuzzicare la sua attenzione e la sua curiosità.
Iniziai a lasciare sulla sua scrivania dei bigliettini con degli apprezzamenti sfruttando il fatto che io, in ufficio, arrivavo e arrivo prima di lei.
In uno dei bigliettini una volta scrissi un mio indirizzo email fasullo e la corrispondenza da cartacea si fece elettronica.

Il gioco di seduzione andò avanti per parecchio fin quando le scrissi che mi sarebbe piaciuto fare l'amore con lei.
Le rivelai la mia identità un giorno mentre eravamo a prendere il caffè al distributore automatico. Parlando pronunciai il nome che usavo per firmare i miei biglietti anonimi. Lei mi guardò sgranando gli occhi e sorrise dicendomi che aveva immaginato che fossi io.
La guardai e le dissi che stavo morendo dalla voglia di darle un bacio.

Ci nascondemmo nel bagno più vicino e ci baciammo.
Nel mentre le mie mani accarezzavano tutto il suo corpo e mi si fece un cazzo duro come il marmo. Lei se ne accorse e sorrise e mi accarezzò tra le gambe.
Continuammo a baciarci e dolcemente le chiesi di farmi una sega.
Mi sbottonò i jeans, me lo prese in mano e iniziò a menarmelo. mi era venuta una cappella grossa e sentivo il cazzo duro.

Mentre mi segava io le infilai una mano sotto la gonna e iniziai a farle un bel ditalino. Venimmo insieme e le riempì la mano di sborra.
Uscimmo dal bagno in maniera clandestina ma quella volta fu solo l'antipasto del nostro pranzo.
La seconda volta che ci prendemmo fu in agosto. Eravamo soli in ufficio e quel giorno, il 14 agosto, Sara era un vero schianto. Indossava un vestitino corto che le stava da incanto.

Mi complimentai con lei per il suo splendore e lei, che già si era mangiata la foglia, mi guardò maliziosa e mi disse che già sapeva cosa volevo.
Ci spostammo in una stanza più isolata e lontana dall'ingresso, la feci sedere, le sfilai gli slip e iniziai a leccarle ben benino la fica. mi bagnai un dito e glielo infilai tutto nel culo. iniziò a tremare. tra le slinguazzate alla fica e il dito in culo l'orgasmo si stava avvicinando.

mi venne in bocca e dopo che venne presi il mio cazzo e glielo infilai dritto in bocca.
succhiava in maniera fantastica.
Poco dopo me la chivai. la sua fica era calda e fradicia di piacere. era delizioso pomparle il cazzo fino in fondo e sentirla godere come un troia. la misi anche a pecorina. era sempre stato il mio pallino stringerla dai fianchi e chiavarla a 90 grandi e vedere l'andirivieni del suo culo.

mentre me la sbattevo iniziai a bagnarla il buco del culo per prepararlo a ricevere il mio cazzo. lei capì al volo e si allargò le chiappe per rendermi più facile la lubrificazione.
la bagnai ben benino e dopo un pò le infilai la cappella nel culo.
emise un gridolino di dolore ma poi iniziò ad incitarmi e a chiavarla sempre più forte e a fondo. il mio cazzo scorreva una meraviglia nel suo culo.

la strada era già stata battuta ed era uno spasso chiavarla.
la pompai un bel pò fin quando iniziai a sentire la sborra salirmi dalle palle.
sfilai il cazzo dal culo e lo passai ancora nella bella fichetta di Sara giusto il tempo di poche e profonde stantuffate prima di sfilarlo ancora e di sborrarla dritto in bocca.
sborrai copiosamente. fu una sborrata devastante e Sara non riuscì a tenere tutta la mia sborra in bocca e qualche rivolò le scivolò dagli angoli della bocca.

Dopo essersi ripulita e dopo avermi slinguazzato e ripulito ben bene la cappella mi guardò e disse: “avevi le palle piene?”. io le sorrisi e le risposi dicendole :E' SOLO MERITO TUO.

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