io e Doria (1)

Doria passeggiava per strada, appena la vidi il mio sguardo fu attirato dalla sua camminata, passi brevi, quasi si trascinasse per la via, quella mattina indossava un vestitino bianco traforato che le arrivava al ginocchio, lasciando trasparire le cosce e le gambe magre, ad attirarmi furono i capelli che aveva colorato di un rosso fuoco molto arrapante, si voltò e dai suoi occhiali mi sorrise e disse:
“ciao…” io mi avvicinai e la salutai.

“buongiorno signora come va?” “bene, molto bene. ” Rispose lei con la sua esile voce, portava il rossetto sulle labbra ed era vistosamente truccata, nonostante avesse ormai superato i 60 anni sembrava fosse alla ricerca di un maschio che non fosse perennemente ubriaco come il marito. Abbassai gli occhi per un attimo e notai che ai piedi indossava degli stupendi sandali color carne con laccio alla caviglia, le unghie smaltate rosse, e due piedini perfetti nonostante l’età, a quella vista il mio cazzo iniziò a sussultare nei pantaloni.

“ci credo che sta bene… -dissi provando a lanciare l’amo- lei diventa ogni giorno più giovane e più bella. ” Chiunque m’avrebbe sentito m’avrebbe preso per pazzo, non si può certo dire che Doria sia una bella donna, con il suo esile corpo da sessantenne, però ultimamente il suo cambio di look le aveva giovato e a me al solo vederla mi si infuocava il membro…
“ma mi fai diventar rossa… non è vero, io sono vecchia e brutta, lo dice pure mio marito.


“a me di quello che pensa suo marito non interessa niente, io la vedo all’opposto. ”
“magari se avessi avuto 40 anni in meno e m’avresti fatto la corte…”
“va benissimo anche alla sua età. ” Aggiunsi facendola arrossire un po’.
“Perché non sali su a bere qualcosa? Con questo caldo non ti va una bibita?” non me lo feci ripetere due volte, mi offrii di portarle su la busta della spesa e la seguii nel suo palazzo.

Chissà cosa avrebbe pensato quel coglione del marito vedendomi entrare, e se fosse ubriaco e mi aggredisse? Non che sia un marcantonio, tutt’altro, ma pur sempre ubriaco è, mi fermai un attimo a pensare, Doria intanto aveva già chiamato l’ascensore.
“oggi avevo voglia di pasta con le alici, a mio marito non piace e allora visto che non c’è, stamattina sono uscita a comprarle.
“Suo marito non è in casa?” chiesi trattenendo il mio stupore e la mia contentezza.

“no, è andato al mare per una settimana con mio figlio mia nuora e i miei nipotini. Sono partiti ieri. ”
“Perché non è andata con loro? Si sarebbe divertita. ” Dissi mentre entravamo in ascensore.
“no, preferisco restare qui a Roma, tanto sta via una settimana e a me non pesa stare da sola, ho tante amiche qui. ”
A sentire quelle parole il sangue mi ribollì dentro, salimmo fino al 4° piano, le porte si aprirono ed entrammo in casa.

Doria prese la busta della spesa e la portò in cucina, mi fece cenno di sedere in salotto, io invece restai in piedi a guardare la stanza, doria tornò con in mano un bicchiere vuoto e una brocca di thè freddo.
“ho solo questo in casa, spero che vada bene” Mi chiese avvicinandosi e poggiando il tutto sul tavolino basso di fronte al divano.
“Non si preoccupi, va benissimo” Risposi cordiale, in realtà fregandomene altamente del thè, mentre si sedeva notai che non si era cambiata le scarpe, e il mio cazzo restò in tiro, mi sedetti anch’io sul divano agognando di poter possedere quella donna.

“Lo sa che i suoi occhi azzurri splendono di più in contrasto con i capelli rossi?” ammiccai.
“oh, ma mi fai arrossire…”
“chissà quanti uomini fa girare per strada…” rincarai la dose.
“ma se sono una vecchia, -rispose con una risata- chi mi guarda?”
“io la guardo. ” Speravo riuscissi a farla cedere.
“potrei essere tua madre o tua nonna!” Continuò ridendo.
“ma non lo è, lei per me è solo una bella donna.


“non ci credo, lo dici solo per farmi un complimento, ti vorrei vedere…”
“a far che?”
“ti vorrei vedere ad abbracciarmi o a…” e dillo! “a fare all’amore con me…” disse senza speranze, invece per me si era spalancata un’autostrada di speranza, speranza di poter chiavare Doria. Feci finta di pensarci un paio di secondi, giusto per farle vedere che la mia era una scelta ragionata e sensata.
“perché no…” risposi guardandola negli occhi.

“ma dai…” esclamò ironica, era il momento che aspettavo da tanto, misi la mia mano destra sul suo ginocchio e lo accarezzai.
“ma davvero saresti…” non terminò la frase, stupita dal mio gesto, andai un po’ più su con la mano, fino alla coscia, io già avevo il sangue alla testa, il mio cazzo premeva per uscire dai pantaloni.
“non possiamo…” provò a dire Doria, io mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai:
“perché? Non le piaccio?”
“certo… sì… -provò a dire lei mentre le accarezzavo la coscia, aspettavo ad andare più su, prima volevo metterla a suo agio- ma io non so…”
“non c’è niente da sapere, tu hai bisogno di essere accarezzata, baciata, presa da un uomo giovane e forte, devi sentirti amata e desiderata, e io ti desidero Doria.

–pronunciai il suo nome immerso nella lussuria, mentre con la lingua le sfiorai il lobo dell’orecchio, lei non si ritrasse, sembrava ipnotizzata delle mie parole- Ho tanta voglia di prenderti e di amarti, qui, ora, ti farò sentire donna come mai nessuno ha fatto, sarai mia e ti farò godere quante volte vorrai, voglio soddisfare tutti i tuoi desideri, voglio servirti ed adorarti, mia dea del sesso. ” Era fatta! Le girai la faccia verso di me e la baciai, entrando con la lingua nella sua bocca.

La mano intanto aveva ripreso a muoversi sotto il suo vestito, le scostai le mutande lisce e incontrai la folta peluria del suo ventre, Doria non usava depilarsi e il mio cazzo sussultò ulteriormente, le mie dita andarono ad insinuarsi sulle labbra della sua figa, con dolci carezze riuscii a farla dischiudere e sentii dalla sua fregna un rivolo di piacere colarmi sulle dita.
“lo vedi che sei tutta bagnata… -dissi staccandomi dalla sua bocca- dillo che vuoi che ti riempia tutta, dillo.


“sì pigliami, dammi il cazzo, scopami!” Doria iniziò a lasciarsi andare in mugugni ossessivi, penetrai la sua figa con il dito medio mentre con il pollice le solleticavo la clitoride, Doria aprì la bocca e trattenne il respiro, cacciò fuori la lingua ed io glie la presi con le labbra, iniziai a leccarle la faccia, la bocca, gli occhi, quindi tolsi la mano dalle sue mutandine, e me la portai alla bocca, le mie dita erano fradice dei suoi liquidi, leccai avidamente, quindi poggiai la mia lingua sulla sua per spartire con lei quel sapore acre di piacere.

“dammi il cazzo, dammi il cazzo!” esclamava infoiata.
“non ancora, voglio farti godere in un altro modo, voglio bere tutta la tua brodaglia. ” Così dicendo mi inginocchiai ai suoi piedi, le alzai il vestito fin sulla vita e le sfilai le mutandine, scoprendo la sua figa pelosa. Iniziai a leccarle i peli, quindi mi avvicinai alle labbra della bernarda che appariva rosea e umida, iniziai a penetrarla con la lingua e Doria buttò la testa indietro in un rantolo di piacere.

“si, si… -ripeteva ossessivamente- leccami, ancora…” Feci di tutto per soddisfarla, volevo che avesse da me quello che nessuno le aveva mai fatto, ci volle poco per farle raggiungere l’orgasmo, chissà da quanto aspettava di poter godere in quel modo. I suoi umori sgorgarono a fiotti e io bevvi tutto, fino all’ultima goccia, quindi mi rialzai e mi precipitai a baciarla, impastando le nostre lingue con il suo liquido. Ci baciammo a lungo e con passione, un bacio come non ne aveva mai dati.

“ti amo ti amo fottimi scopami!” riuscì a dire non appena ci fummo staccati.
“adesso ti prendo, ho un enorme cazzone che vuole riempirti la pancia!” mi alzai in piedi, mi tolsi le scarpe e i pantaloni, dai boxer si notava la mole del mio cazzo, doria ne era affascinata, mi tolsi i boxer e lei trasalì, non si aspettava un cazzo così grosso e lungo.
“ti piace, vedi come è diventato grosso, solo per te amore mio, solo tu me lo fai diventare così.


Doria lo prese con la sua mano rugosa, sentii che provava a stringerlo.
“Quant’è duro!” disse meravigliata, mi guardò e fece una risata, quindi tornò ad osservare con avidità il mio cazzo che le si parava di fronte; il glande grosso e violaceo già colava di piacere, Doria aveva letteralmente l’acquolina in bocca.
“Lo so che vuoi prenderlo in bocca, fallo, prendilo tutto, è tuo!” la feci alzare in piedi, quindi spostai il tavolino, lei intanto continuava a tenere in mano il suo bastone di comando, andai a sedermi su una poltrona accanto al divano e tirai dolcemente giù la mia amante che si inginocchiò davanti a me, quindi posai una mano sui suoi capelli rossi e accompagnai la sua testa verso la capocchia del mio cazzo.

“dai!” Doria si abbassò, chiuse gli occhi e, tirata fuori la lingua diede una leccata al glande.
“brava, così! Continua!” Doria diede altre leccate, quindi iniziò a dare dei piccoli baci sull’orifizio, quindi sul glande e poi su tutta l’asta, giù fino a coglioni. Tornò su e, aperta la bocca, inghiottì il glande, dava piccoli morsi che mi aumentavano il piacere, quindi inghiottì ancora altro cazzo. Iniziò ad andare su e giù, succhiando avidamente ed emettendo osceni rumori con la bocca.

“si Doria, si” iniziai a rantolare, forse non era la prima volta che faceva una pompa, però non credo che avesse mai avuto per le mani un cazzone come quello.
“prova a prenderlo tutto…” le dissi dandole una leggera spinta con la mano, sentivo il mio cazzo nella sua gola, quindi Doria lo ritrasse, evidentemente non riusciva a prenderlo tutto, ma già andava più che bene. La mia amante dava delle forti succhiate a guance incavate, il mio vulcano ribolliva tutto, sentivo che l’eruzione di sborra era vicina, Doria cercò ancora a prenderlo tutto in gola, ma non ci riuscì e lo tirò fuori dalla bocca strusciandoselo sulla faccia, tornò giù sui coglioni, me li leccò in mezzo, ne prese uno in bocca e lo succhiò, quindi fece lo stesso con l’altro, alla fine li prese in bocca tutti e due quasi a volersi scusare di non aver preso in gola l’asta del mio cazzo, dopo alcuni minuti tornò sulla cappella, ci guardavamo negli occhi mentre la sua lingua saettava sul glande.

“voglio bere tutta la tua sborra, come hai fatto con me. ” Mi rivelò con un sorriso da troia.
“sto per venire, prendilo in bocca e succhialo tutto, ti inonderò la gola, ma tu devi berlo tutto!”
Doria si rigettò a capofitto sul mio cazzone, ben presto sentii l’orgasmo salirmi verso lo sbocco finale.
“vengo, vengo amore!” esclamai mentre mi svuotavo i coglioni nella bocca di Doria che diligentemente strinse le labbra intorno al mio cazzo e prese tutta la sborrata in gola, dopo un po’ lo estrasse dalla bocca, ancora esplodevo in fiotti di sperma e Doria spalancò la bocca per riceverla fino all’ultima goccia; me lo pulì per bene, succhiandomi tutto, alla fine la sua faccia e le sue labbra erano piene della mia sborra, mi guardò con occhi servili, io mi abbassai, le leccai la sborra dalla faccia e quindi gliela spinsi in bocca.

Ci baciammo ardentemente unendo le nostre lingue in un nuovo impasto, questa volta con il mio orgasmo.
la presi in braccio e la stesi per terra sul tappeto, le spalancai le gambe e il mio cazzo già era tornato eretto e duro.
“L’hai già duro! tu si che sei un uomo. ” Esclamò doria accarezzandosi i seni sotto il vestito.
“spogliati, togliti questo vestito e quello che hai sotto, togliti tutto tranne le scarpe.


“perché le scarpe no?” mi chiese di nuovo con il sorriso da troia.
“perché mi arrapano. ” Le divaricai le gambe tenendole dalle caviglie, intanto doria, alzato il culo, si sfilò il vestito traforato e un altro vestitino bianco che portava di sotto, si tolse il reggiseno e notai i suoi capezzoli duri come spilli.
“aspetta, ti tolgo le mutandine. ” Lasciai una gamba e afferrai le mutandine, glie le sfilai e tornai a divaricargli le gambe.

Il mio cazzo era puntato verso di lei che aspettava di essere riempita, io intanto osservavo i suoi piedini e le scarpe, guardandola in faccia iniziai a leccarle l’unghia dell’alluce destro, quindi passai alle altre dita, quindi passai la lingua in mezzo alle dita.
“sei un porco…” rantolava Doria mentre succhiavo quegli aromi. Finito con il piede destro continuai con il sinistro, quindi presi a leccarle le scarpe, ingoiai un tacco, poi l’altro, mimando un pompino.

“dammi il cazzo, non ce la faccio più ad aspettare!”
tenendola a gambe aperte avvicinai la punta del cazzo alla sua fregna, dapprima strusciai dolcemente il glande sulle labbra della figa, quindi lo poggiai e iniziai a spingere. Non fu facile, la bernarda di Doria non era abbastanza sfondata per prendere un cazzone come il mio, ma era molto bagnata e il precedente orgasmo l’aveva lubrificata a dovere.
Iniziai a dare chiavate sempre più profonde e veloci, Doria sembrava accusare i miei colpi di reni, strinse un po’ i denti, ma dopo un po’ tornò a mugugnare di piacere.

“si, così sfondami la figa, dammelo tutto, fino in pancia fammelo arrivare, fino alle budella. ”
“si amore, come vuoi tu, adesso ti sfondo. ”
Mi abbassai con il corpo, ormai il cazzo entrava ed usciva come nel burro, la strinsi a me e avvicinai la mia faccia alla sua, ci dicevamo cose da veri maiali:
“chiavami amore, sono una vecchia bagascia”
“si prendilo tutto puttana che non sei altro, sei solo una troia che vuole essere sfondata.

” Il romanticismo dell’approccio era stato messo da parte, d’altronde Doria ripeteva frasi da bordello.
Le mie robuste chiavate la sconquassavano tutta, sentivo che stavo per esplodere e lo dissi:
“sto per riempirti di sborra. ”
“si, dammelo tutto, riempimi di sborra. ” Diedi gli ultimi durissimi colpi e il mio cazzone inondò di sborra l’utero di Doria che emise uno stridulo gemito di piacere, restai dentro di lei ancora alcuni minuti, svuotai tutti i miei coglioni nella sua sorca calda e umida, per essere sicuro di darle tutto il mio seme ripresi a chiavarla, lentamente; poi, stremati, uscii dalla sua figa e mi stesi sul tappeto.

Ci abbracciammo come due innamorati, la baciai su volto che ancora odorava di sperma, quindi ci alzammo e andammo in bagno a pulirci, ma entrambi avevamo intimamente ancora voglia di sesso.
Doria disse che doveva far pipì, andò a sedersi sul cesso e io mi inginocchiai davanti a lei.
“vuoi vedermi la figa mentre piscio?” chiese eccitata.
“non solo, voglio bertela” alle mie parole Doria fece una faccia impressionata, ma si lasciò andare, le dissi di alzarsi e di sedersi al contrario, io intanto poggiai la testa rivolta all’indietro sull’ovale del gabinetto, in pochi secondi Doria iniziò a pisciarmi in faccia, la sua urina mischiata ai suoi umori orgasmatici aveva un sapore inebriante, bevvi molta di quella brodaglia, altra mi bagnò copiosamente.

“ho finito…” disse Doria sforzandosi a far cadere le ultime goccioline del suo nettare.
Mi rialzai leccandomi le labbra, doria sembrava stupita da tanta frenesia sessuale, ma non orridita.
“vorresti che io facessi lo stesso, vero?” mi chiese con un filo di voce.
“no, se non vuoi. ”
“tu mi hai dato tanto e io voglio contraccambiare, desideri pisciarmi in bocca?”
“si, lo desidero tanto” risposi invogliandola.
“e allora pisciami, io berrò tutto.

” Accompagnai doria nella vasca da bagno, la feci sdraiare e quindi entrai anch’io dentro, stavo in piedi su di lei, sentivo arrivare la pisciata.
“apri la bocca amore mio, adesso ti piscio. ” Un violento getto di pipì sgorgò dal mio cazzo e andò ad annaffiare la faccia, le labbra, la bocca e la gola di Doria; la mia compagna serrò la gola e la mia piscia gialla fece una pozza nella sua bocca, quindi tracimò e andò a bagnare il petto, le tette cadenti e giù giù in un rivolo fino alla peluria della sua figa.

Ne ebbi per un po’, quando finii Doria si decise ad ingoiare tutta la piscia che ristagnava nella sua bocca, alla fine tirò un lungo sospiro e restammo a guardarci inebetiti di lussuria.
Quella fu la prima volta che chiavai con doria, ma non fu l’ultima, visto che il marito restava fuori una settimana….

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