Al Ticino con mia moglie!

Come accade a molte donne, anche mia moglie andò in menopausa a soli 48 anni e parlando con degli amici le cui mogli lo erano già da tempo venni a sapere che questo aveva abbassato loro il desiderio di fare all’amore e se lo facevano era giusto per soddisfare i loro mariti.
Fui quindi piacevolmente sorpreso che a mia moglie invece questa condizione le aveva aumentato lo stimolo, al contrario di prima ora era lei che cercava e lo facevamo molto più assiduamente di prima e con suo maggiore trasporto.

Alle volte mi precedeva a letto e quando la raggiungevo in camera la trovavo che giocava con il vibratore e mi spronava a raggiungerla.
A noi piace molto passeggiare e nei week end soprattutto nel periodo estivo lo facciamo più che altro perché a lei piace vestirsi in modo provocante e vedere i maschietti che si voltano a guardarla, così nei dopo cena raggiungiamo un parco dall’altra parte della città e facciamo delle belle camminate.

Ma prima d’iniziare vorrei farvi una piccola descrizione di Renata, la mia bella mogliettina. E’ una mora di 48 anni snella, alta 1,60 porta una IIIª di seno coi capezzoli prominenti e un bel culo, nell’insieme è ancora una gran bella figa.
Ogni volta che dobbiamo uscire mi chiede sempre consiglio su come vestirsi perché sa che il mio desiderio è vederla vestita in modo provocante, mi piace un sacco vedere gli uomini che si girano a guardarla.

Questa è la nostra piccola trasgressione anche se io ho sempre sognato di vederla chiavare da un mega dotato.
Era una tiepida serata di Maggio, il cielo era sereno e tutto stellato, così decidemmo di uscire e andare a passeggiare nel parco.
Camminavamo da un po’ quando raggiungemmo il viottolo che ci avrebbe condotto alla nostra panchina preferita e isolata dove di solito ci scambiavamo qualche bacetto. Il luogo si prestava perché era una piccola piazzuola con una panchina attorniata da un’alta e folta siepe.

Eravamo soliti fermarci perché solitamente veniva fino li e proprio per questo noi ci andavamo per fare un po’ di petting.
Quella sera Renata indossava una minigonna di jeans con la cerniera sul davanti a salire, scarpe da tennis e una t-shirt che non lasciava niente all’ immaginazione perché i suoi capezzoli erano ben visibili.
« Ma si può sapere perché mi stai dietro e non a fianco? » Disse lei pur sapendo che le stavo dietro per guardarle il culo che camminando muoveva da vera troia.

Mi avvicinai e le misi la mano sotto la gonna e la trovai senza mutandina.
Lei mi allontanò la mano dicendomi che ero un porco. L’atmosfera era di quelle giusta e la serata prometteva bene.
Poi come per un sesto senso mi girai e vidi che dietro di noi c’era un uomo che percorreva il nostro stesso viottolo e sicuramente aveva visto tutto.
Lo dissi a Renata che si voltò a guardarlo e disse: « Adesso quello lì ci stà dietro tutta sera.

» E infatti fu proprio così.
Quando raggiungemmo la nostra postazione ci sedemmo sulla panchina e guardandoci intorno non vedemmo più l’uomo che ci stava dietro, era sparito.
Aspettammo un po’ per vedere se per caso non venisse fuori, ma passato un po’ di tempo non vedendolo più cominciammo a toccarci.
Mi accorsi di un movimento tra i rami del cespuglio e senza darlo a vedere mi soffermai a guardare fin che lo intravidi.

Era esattamente di fronte a noi nascosto dietro la siepe e lo dissi a Renata.
Lei facendo finta di niente mi sussurrò di fare come se non ci fosse per vedere cosa avrebbe fatto.
Fui sorpreso ma anche felice, di solito di fronte a una situazione del genere si rassettava e voleva subito andarsene via, sennonché a quelle parole il mio cazzo si indurì in maniera incredibile e quando lei lo toccò e ne sentì la durezza stringendolo disse: « Adesso lo facciamo arrapare per bene il signorino.

» e come se fossimo soli iniziò a sextenarsi, aprì un po’ di più la cerniera della minigonna scoprendo le cosce fino a intravedere la figa.
Le misi una mano tra le cosce e lei per agevolami spinse il bacino sul bordo della panchina allargandole.
Il chiarore della luna piena in quella serata stellata consenti allo sconosciuto di vedere tutto quasi come fosse giorno.
Col cuore che batteva a mille per l’eccitazione per questa cosa a noi nuova iniziai a farle un ditalino, era già talmente bagnata che si sentiva distintamente lo sciacquettio che facevano le mie dita dentro di lei e eccitata mi tirò fuori il cazzo e cominciò a menarmelo.

A quel punto guardai il cespuglio facendo capire al tipo che ci eravamo accorti di lui, così prese coraggio e uscì mostrandosi, poi visto che lo guardavamo senza che noi smettessimo tirò fuori il cazzo e iniziò a menarselo.
Avrà avuto una sessantina d’anni e una pancia molto prosperosa, ma non fu certo quella ad attirare la nostra attenzione, teneva tra le mani un cazzo da paura.
Renata a quella scena si eccitò ancora di più e con la figa grondante si alzò, fece il giro della panchina vi si appoggiò coi gomiti e facendosi sentire anche da lui sollevò il culo e mi disse di chiavarla.

Era la prima volta che facevamo sesso davanti a qualcuno, lui sentendosi accettato si avvicinò mettendosi a un metro da Renata menandosi il cazzo come un forsennato. Quando Renata iniziò a godere, i suoi versi eccitarono ancora di più lo sconosciuto che con versi gutturali e inarcando la schiena cominciò a sborrare.
Fu una cosa talmente eccitante che riempii la figa di mia moglie come mi sembrava di non aver mai fatto.

Rimettendosi il cazzo nei pantaloni il tipo ci fece un cenno di saluto con la testa e se ne andò, noi ci demmo una ripulita e ci avviammo a prendere la macchina per fare ritorno a casa.
Durante il tragitto riparlando dell’accaduto scoprimmo che a entrambi la cosa era piaciuta ripromettendoci di ripeterla il più presto possibile.
Purtroppo però nonostante avessimo ripetuto quelle passeggiate serali al parco, l’occasione non si ripresentò.

Non potendo più aspettare dalla voglia di ripetere quel’esperienza cominciai a smanettare su internet per cercare dei luoghi che meglio si prestavano a tali pratiche.
Ne trovammo un’infinità e tra questi scegliemmo dei posti su dei fiumi Lombardi dove in alcune località si praticava il naturismo e non solo stando a quanto leggemmo.
Ne visitammo alcuni eliminandone parecchi troppo frequentati e cominciammo a cercarne altri non segnalati trovandone alcuni discretamente appartati che si prestavano ai nostri desideri.

Eravamo in uno di quei posti sul Ticino da circa un’ora stesi al sole sperando in cuor nostro che arrivasse qualche guardone per poter iniziare a esibirci quando d’un tratto sentimmo il rumore in avvicinamento di ciottoli calpestati, segno che qualcuno si stava avvicinando.
Però con nostro disappunto ci accorgemmo che il rumore dei passi una volta raggiunta la siepe che ci nascondeva alla vista iniziò ad allontanarsi da noi.

Mi alzai e andai a sbirciare oltre la siepe, vidi un ragazzo in costume con uno zaino in spalla che camminava allontanandosi e per il timore di perdere l’occasione anche quel giorno feci una risata in modo che mi sentisse e si accorgesse che dietro alla siepe ci fosse qualcuno.
Spiegai la cosa a Laura e anche lei per fargli capire che cera anche una donna scoppiò in una grossa risata.

Poco dopo sentimmo il rumore dei ciottoli che veniva verso di noi, ci scambiammo un segno d’intesa e lei si mise a pancia in giù mettendo il culo in bella vista con il triangolino del microscopico perizoma brasiliano che lo impreziosiva.
Io aprii la rivista delle parole incrociate e feci finta di essere assorto.
Sentimmo muoversi i rami dei cespugli alle nostre spalle e poco dopo apparve un giovane sui trent’anni.

Ci voltammo come sorpresi che fosse arrivato qualcuno e rispondemmo al suo saluto.
Con gentilezza ci chiese visto che il posto era ampio e pieno di sabbia se non ci desse fastidio se si stendeva anche lui li, guardai Renata la quale gli disse che non c’erano problemi e che la cosa non ci dava fastidio.
Stese l’asciugamani proprio nella direzione sperata, cioè di fronte a mia moglie.

Si sedette e si sfilò il costume poi si distese a pancia in giù poggiando la fronte sulle braccia ripiegate.
Ero a mille e lei pure, il giovane non era male e il fisico nel’insieme era piacevole.
Dopo circa una decina di minuti Renata mi fece un cenno complice e come da accordi presi precedentemente disse: « Amore mi metti un po’ di protezione, non vorrei prendere un’insolazione.

»
« Sulla schiena? » risposi, e lei: « Come sulla schiena. , e le gambe? Devi metterla dappertutto!»
Con movimenti studiati cominciai dalle spalle per poi scendere lentamente sulla schiena, quando iniziai a massaggiarle i reni lei disse: « Amore forse è meglio che mi togli il perizoma, altrimenti si unge tutto. » « Si. » risposi, « è meglio. »
Slacciai i due laccetti sui fianchi e glielo sfilai da sotto, poi ripresi.

Le misi l’olio sulle chiappe e con la scusa di ungerla tutta le allargai le gambe in modo che lui potesse vedere bene e cominciai a spalmarlo.
Poi, visto che cera oliata dappertutto le passai le mani tra le chiappe fino a strofinarle l’ano e la figa. Lei che era già tutta bagnata di umori allargò di più le gambe e sollevò il culo ed io a quella vista non resistetti e la penetrai un attimo con le dita.

Le dissi poi di voltarsi che l’avrei spalmata anche davanti.

« No » Disse lei, « davanti lo faccio da me. »
Si mise seduta, prese l’olio e cominciò a passarlo sulle gambe e salendo le allargò per spalmarselo al’interno delle cosce, poi guardando il giovane negli occhi aprì le cosce e si passò la mano unta d’olio sulla la figa massaggiandola con le dita.

A quella scena il giovane cambiò posizione, si tirò su mettendosi accovacciato con le gambe intrecciate con il cazzo che puntava al cielo. Lo prese in mano e senza vergogna iniziò a scappellarlo fino a farne uscire la grossa cappella a forma di fungo.
Era un cazzo di tutto rispetto e lei mentre continuava a toccarsi non gli levava gli occhi di dosso.
Anche io vedendo la scena mi toccai il cazzo, era fantastico vedere quanto piacesse a mia moglie fare la troia, chi l’avrebbe mai detto.

Passato quel momento lo invitammo a sedersi accanto a noi e ci mettemmo tutti e tre a chiacchierare e a parlare di quel luogo che tanto si prestava al naturismo ecc…
Passammo così una mezzoretta a fare conoscenza, poi Renata si stese a pancia in giù davanti a noi e mi disse di metterle ancora dell’olio perché aveva paura di ustionarsi nonostante fosse al’ombra di un telo che avevo steso poco prima per proteggerla dai raggi solari.

Mi apprestavo a farlo quando mi venne spontaneo di allungare la boccetta verso il ragazzo e chiedergli se gli andava di farlo lui.
Renata si voltò a guardarci poi senza dire nulla si mise supina in attesa.
Iniziò dai piedi, sembrava ci sapesse fare, era lentissimo nei movimenti e il massaggio sembrava fatto da un professionista.
Poi passò alle gambe, vedere le mani di uno sconosciuto che la toccavano mi eccitò, ma ancora mi eccitava l’idea che lui osasse e non indugiasse a toccarla nelle parti intime, non mi restava che aspettare.

L’adrenalina Salì a mille quando il massaggio arrivò alla parte alta delle cosce che lei prontamente allargò.
Il cazzo di lui sembrava un totem tanto era in tiro, era presissimo da lei che da quando aveva iniziato mi aveva completamente ignorato e facendo un paragone potei constatare che il suo cazzo era di dimensioni decisamente più importanti delle mie.
Le massaggiava le cosce salendo fino alle chiappe ma non osava spingersi oltre, fui io che gesti gli feci capire che doveva spalmarla anche sulle parti intime.

Non si fece pregare e iniziò subito a passarle le mani tra le chiappe e scendendo giù fino a strofinarle la figa.
« Che te ne pare? » chiesi a Renata. Lei si voltò e vedendo l’erezione di lui disse: « Mi pare che a stò ragazzaccio gli piaccia parecchio fare i massaggi, ed è pure bravo. » Poi gli disse che andava bene così, si alzò e si mise seduta di fronte a lui con le gambe incrociate e guardando la sua eccitazione gli chiese: « E’ così per colpa mia? »
« Bè » rispose lui « Non capita tutti i giorni di avere l’occasione di toccare un corpo di una donna così eccitante.

» intervenni io dicendo: « Ma secondo te un ragazzo della sua età che si trova a spalmare d’olio una gnocca come te come fa a non venirgli duro, ora per colpa tua gli faranno male le palle dall’eccitazione. »
Lei lo guardò e gli chiese « E’ vero quello che ha detto mio marito a proposito del dolore alle palle? »
« Per il momento ancora no ma tra poco mi sa che comincerò a sentirlo» rispose lui.

Allora intervenni io e dissi a Renata: « Sarebbe meglio che gli mettessi un po’ d’olio a stò ragazzo, mi pare che si stia arrossando. »
«Dai mettiti giù » gli disse lei «non vorrei che per colpa mia ti prendi un’insolazione. »
Lo fece sdraiare a pancia in su e dopo essersi accovacciata a fianco lo cosparse d’olio iniziò a spalmarlo.
Poi come se niente fosse gli prese il cazzo, lo unse e cominciò lentamente a menarglielo.

«Ce l’hai proprio duro!» gli disse, « devi avere davvero tanta voglia, ti piace come ti stò massaggiando?» «Oh si » sospirò lui, sei bravissima.
«Che troia pensai, non vedeva l’ora di toccarglielo» e da come si muoveva capii anche che il suo desiderio non si fermava solo a segarlo….
Comunque io ero in estasi, guardavo quella scena e me lo menavo pure io e ogni qualvolta sentivo che stavo per venire mi fermavo per prolungare il piacere.

Ora si era sdraiata accanto a lui appoggiata su un gomito con il viso vicino al cazzo e se lo mangiava con gli occhi mentre faceva su e giù con la mano, intanto lui le palpava le grosse tette e le strizzava i capezzoli facendola trasalire.
Poi il ragazzo cominciò a dar segni di non farcela più e iniziò a sussultare, lei avvicinò la bocca e con la lingua lo solleticò sotto la cappella mandandolo in estasi e qualche istante dopo la cappella violacea rilasciò dei getti copiosi di sborra bianca tanto densi che quando si mosse gli restarono appiccicati addosso senza scivolare di un millimetro.

Renata si beò di quella densa eiaculazione tanto che penetrandosi con le dita raggiunse pure lei l’orgasmo.
Era ora di andare, salutammo il giovane promettendoci di rivederci ancora: non sarebbe più accaduto fino al’estate successiva perché per motivi famigliari non potemmo più andarci.

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