VIVA I MEZZI PUBBLICI

Come ogni pomeriggio anche quel giorno di primavera rientravo da scuola sul solito autobus popolato dalle solite persone che quotidianamente lo affollavano. C'erano le solite ragazzine che tornavano a casa come me, c'erano le casalinghe un pò in ritardo con la spesa e impiegati in pausa pranzo. Ma quel giorno una ragazza attirò la mia attenzione, sporadicamente la avevo già incrociata,era veramente bella dai lineamenti regolari non tanto alta ma estremamente proporzionata,tutte le forme giuste al posto giusto due belle natiche perfettamente sferiche,piccole come piacciono a me contrapposte a due seni generosi ma non fuori misura,di quelle tipe che ti fanno voltare per guardarle meglio.

L'avevo sempre ritenuta fuori dalla mia portata non perchè io sia brutto o privo di charme ma perchè pur non riuscendo a darle un'età ben definita si capiva che aveva circa 5 o 6 anni più di quanti ne avessi io che all'epoca non ne avevo più di quindici ed ero alle prime armi con le pratiche a due. Stava verso il centro della vettura,con il culo appoggiato contro il palo per sorreggersi che,indossando un paio di fuseaux,le separava le chiappe risaltandone la sfericità e la tonicità.

Con una mano si teneva alla maniglia in alto attaccata al palo orizzontale, mentre l'altra era abbandonata lungo il fianco. lentamente mi avvicinai dal fondo facendomi largo tra la gente, come se dovessi scendere a breve,in realtà ero attirato verso quella ragazza come un bambino verso lo zucchero filato. Anche lei mi notò e iniziò a guardarmi prima di sfuggita, poi vedendo che non le toglievo gli occhi di dosso,sempre più insistentemente finchè non le arrivai vicino.

Non tanto da toccarla ma solo vicino. tra me e me pensavo:voltati,nn fissarla così,penserà che sei un maniaco sfigato. Allora distolsi lo sguardo facendo finta di guardare fuori. Alle sue spalle c'era la solita biondina che se la tira (Rita se nn ricordo male) con la quale ero uscito un paio di volte ma non ero mai andato oltre ad un bacio e qualche palpatina. Rita mi saluta io contraccambio stancamente. La ragazza sconosciuta mi si avvicina ancora di più staccandosi dal palo urtandomi come se fosse in balia di uno scossone improvviso dell'autobus,solo che lì rimase spalla contro spalla.

Decido che è il momento di fare qualcosa, mal che vada mi manderà a fare in culo. Intraprendo una strada soft e avvicino la mia mano alla sua attaccata alla maniglia come se ci fosse solo quella. Lei nn fa una piega,si gira mi guarda,poi rifissa il vuoto oltre il finestrino. Allora ruoto leggermente tutto il corpo verso di lei. Già avevo un'erezione importante, in più indossavo una tuta da ginnastica che nn nascondeva molto neanche alla vista quindi il mio approccio soft era andato a farsi fottere.

Con i sobbalzi della vettura il mio membro strusciava contro il suo fianco mentre le nostre mani si accarezzavano delicatamente. Avevo il cuore che letteralmente sembrava esplodere per l'agitazione con quella sensazione di adrenalina che mi lasciano certe situazioni. A quel punto lei si voltò verso la parte anteriore dell'autobus lasciando che le sue natiche andassero ad costringere il cazzo contro il mio ventre. Certo l'autobus era affollato ma spazio c'era per stare un pò più distataccati,invece lei aveva deciso di farmi uscire di senno per l'eccitazione.

Intanto mentre si strusciava notavo che la sconosciuta non guardava il vuoto ma fissava Rita che se ne stava lì davanti ed in un primo tempo forse non aveva capito cosa stesse accadendo. Fatto sta che Rita ad un certo punto si accorse dei nostri strusciamenti perchè all'improvviso avvampò arrossendo come un peperone. A quel punto la ragazza controllando che Rita la stesse osservando allungò una mano dietro al suo culo e mi afferrò l'asta attraverso il sottile strato di tessuto sintetico che la ricopriva,scostandosi leggermente in modo che Rita fosse prorpio nella posizione previlegiata per guardare bene quel gonfiore che riempiva la mano della sconosciuta.

Rita si fece ancora più rossa,se era possibile,e spalancò la bocca per lo stupore. Io ero eccitato come mai prima a sentire quella mano che stringeva la mia virilità con forza e nel percepire lo sguardo di Rita. Nessun altro tranne noi tre si era accorto di ciò che succedeva,tutti distratti dai pensieri quotidiani, fortunatamente oserei dire. La sconosciuta si rimise al suo posto cioè con le chiappe contro il mio cazzo mentre facevo fatica a mantenere il controllo e a non penetrarla lì davanti a tutti.

I suoi lunghi capelli castani profumavano ed io sovrastandola in altezza potevo scorgere le forme dei suoi seni generosi. Avvicinai la bocca al suo collo senza toccarlo ma per farle sentire il calore del mio respiro diventato affannoso, le cinsi la vita per stringere ancor di più la mia virilità al suo corpo e farle sentire quanto mi piacesse, intanto osservavo Rita che sembrava facesse finta di nulla ma in realtà sbirciava quando pensava di non essere vista.

D'altronde avrebbe potuto essere lei al posto della sconosciuta se si fosse lasciata un pò più andare durante le nostre uscite. Forse proprio a questo pensava, a quel sesso che aveva intravisto e che avrebbe potuto maneggiare e che aveva perso.
Intanto la mia fermata era già passata da un pezzo ma nn avevo la minima intenzione di lasciare quel comodo rifugio per il mio glande,fu lei ad un certo punto a voltare la testa verso di me e a domandarmi ,come se niente fosse, se la prossima fosse la mia fermata perchè lei lì doveva scendere ed io pensai che con la mia asta imbarazzatamente svettante le ero d'intralcio per il passaggio.

La sua voce era roca,come se avesse cantato tutto il giorno allo stadio, e mi pareva la voce più sexy che avessi mai udito e la mia eccitazione aumentò ancora,come se ce ne fosse bisogno.
Le risposi che se doveva scendere io avrei fatto altrettanto perchè dove andava lei sarei andato anch'io. Mi sentivo un cagnolino al guinzaglio. L'autobus si fermò e scendemmo. Le dissi :”mi chiamo Daniele. ” “piacere io Daniela.

” rispose aggiungendo: “forse abbiamo un pò esagerato”e sorrideva mentre camminavamo uno a fianco all'altra,” ma io certe tipe che ti guardano come se fossero tutte loro non le sopporto. E poi tu sei proprio un bel ragazzo. “” Va beh anche tu non scherzi mica quanto a bellezza” risposi io imbarazzatissimo.
Continuammo così parlando del più e del meno finchè lei mi spiegò di essere fidanzata in procinto di sposarsi (altro che 5 o 6 anni ne aveva 10 di più) perchè a casa non poteva più stare.

Quasi non la ascoltavo perche il cazzo sempre duro ormai da tempo iniziava a farmi male e sentivo la coscia bagnata da tutto il precum che era uscito fino a quel momento,allora lei come se leggesse nei miei pensieri mi disse:”tranquillo non ho intenzione di farti andare a casa in questo stato” indicando con la mano il grosso gonfiore che ancora avevo nei pantaloni”volevo solo che ti fosse chiaro che vista la mia situazione e la differenza di età quello che succederà ora non si ripeterà,quindi vedi di non perdere la testa o di rompere le balle ci facciamo solo un bella trombata sempre se ti va!” Ma certo che mi andava…Mica mi volevo sposare io.

Le risposi che era tutto chiaro e da me non avrebbe avuto problemi. Arrivammo così nel suo portone mi disse che potevamo salire perchè lì abitava con suo padre che al momento era al lavoro;non avrei voluto sentire altro. Appena entrati iniziai a baciarla toccandole il seno mentre lei si stringeva a me. Iniziammo a spogliarci direttamente nell'ingresso gettando i vestiti a terra, mi sfilò la maglia accarezandomi il petto dopodichè si mise in ginocchio abbassandomi prima la tuta e poi le mutande.

Il mio cazzo a questo punto balzò fuori finalmente libero da quelle costrizioni mentre lei sussurò:”avevo sentito bene…è proprio bello grosso e duro come il marmo. “.
dopodichè spalancò la bocca sulla cappella che le riempì la bocca e iniziò a spompinare. Godevo come un matto mentre le stantuffavo la bocca che malgrado i suoi sforzi non riusciva a contenere tutta la mia verga. Si fermò e guardandomi mi disse:”non è che godi e poi mi fai fare da sola eh?” Io sorrisi,ero un teenager ok, ma un paio di donne le avevo avute e mi masturbavo da ben prima della pubertà e avevo raggiunto un controllo sull'eiaculazione pressochè totale.

La sollevai di peso e la portai nella sua camera,la adagiai sul letto appogiata sulla schiena,sfilaii i fuseaux,maglioncino e il perizoma scorgendo finalmente la sua vagina completamente depilata. Ci appogiai una mano sopra delicatamente,era fradicia del suo succo ma il mio dito stentava quasi ad entrare tanto era stretta. Iniziai a leccarla prima intorno alle labbra della vagina poi sotto e sopra il clitoride facendola mugolare di piacere mentre la sua schiena si inarcava ad ogni linguata.

Era sempre più bagnata come mai mi era capitato di sentire una fica ma nonostante questo rimaneva sempre stretta intorno al mio dito. Mi sollevai dal quel pasto prelibato perchè a quel punto la volevo penetrare fino a sentirla godere,avvicinai la punta del mio cazzo alla sua fica mentre lei si raccomandò:”fai piano però che se nò con quell'arnese me la spacchi. Quello del mio fidanzato sarà metà del tuo ed in genere a questo punto ha già sborrato” “Tranquilla ” le risposi iniziando a penetrarla lentissimamente,pochi millimetri alla volta e ad ogni piccolo movimento corrispondeva un suo gemito.

Sempre più dentro sempre più a fondo finchè la cappella le tocco il fondo della sua fica. Continuai a spingere mentre vedevo che i suoi occhi si giravano all'indietro mostrandomi la parte bianca dopodichè lo tirai fuori e iniziai a stantuffarla prima lentamente poi sempre più forte con la sua fica stretta intorno al mio cazzo.
Gemeva e mugulava la zozza mentre la impalavo per bene. Dopo alcuni minuti mi fece cenno di sdraiarmi sulla schiena e iniziò a cavalcarmi.

Sentivo tutto il suo succo della sua fica colarmi giù in mezzo alle cosce,avevo le sue tette che mi danzavano davanti al viso e non perdevo occasione di succhiare e mordicchiare alternativamente quei due grossi capezzoli. Mentre andava su e giù sull'asta mi sembrava veramente che stesse facendo un pompino tanto era stretta. Ad un certo punto il suo ritmo aumentò e il respiro si fece affannoso tra un gemito e l'altro finchè nn esplose in un orgasmo violento che la fece tremare.

Continuai a muovermi io sotto di lei mentre abbandonata sopra al mio petto,si godeva il post orgasmo. La voltai a pecora e la penetrai di nuovo dapprima in ginocchio e poi con lei sdraita sulla pancia ed io sopra. Il mio cazzo sprofondava tra quelle chiappette piccole e sode come il marmo sembrando ancora più gigantesco per poi riemergere e riabbatersi dentro. Lei gridava a questo punto, tra eccitazione e dolore,perchè avevo perso ormai il controllo e la penetravo con estrema violenza piantandole tutto il cazzo dentro.

Allora rallentai e ripresi con più delicatezza passandole una mano sotto il seno e afferandole il collo coninuando a muovermi dentro di lei. Così con il suo collo nella mia mano venne di nuovo ancora più forte di prima,il suo corpo fremeva ,ed io mi spaventai un poco,perchè mai avevo visto un simile orgasmo mentre la sua vagina letteralmente spruzzava fuori umore femminile in quella che era una vera e propria eiaculazione e che al tempo nemmeno sapevo esistesse.

“Non sei un ragazzo” mi rispose” sei una macchina per il sesso” ed io ripresi a pomparla inorgoglito per quanto avevo sentito. La scopai per bene a lungo in tutte le posizioni che conoscevo facendola godere un'altra volta ancora finchè non decisi che era ora anche per me di sfogarmi in un orgasmo liberatorio.
Mi sdraiai sulla schiena e lei iniziò serrandomi il cazzo con le due mani e prodigandosi in una magnifica sega mentre con la bocca mi succhiava la cappella.

Staccò una mano quindi e iniziò ad accarezzarmi anche le palle. Il mio cazzo a quel punto era duro come l'acciaio, staccò anche la bocca dalla verga e si bagnò il dito che mi infilò nel culo provocandomi un brivido finora a me sconosciuto. Di nuovo succhiava avidamente il cazzo che teneva con una mano mentre con il dito dell'altra andava a stimolarmi la prostata capivo che di lì a poco sarei letteralmente esploso.

Io le avevo afferrato la testa con le mani e la davo il ritmo spingendola su e giù finchè non le sborrai in bocca liberando un orgasmo che sentii crescere dentro da piccoli fremiti ad grosso terremoto. lei staccò la testa dal cazzo mentre ancora fiotti di sperma fuoriuscivano inondandole il viso,si spalmò lo sperma sulla faccia utilizzando il mio cazzo come spatola… Ci guardammo esausti,lei fissò l'orologio sul comodino, cazzo erano le sei.

“Sbrigati tra mezz'ora arriva mio padre dal lavoro e se ti trova qui ci ammazza”disse lei. Io quasi non ci credevo l'avevo scopata per più di tre ore facendola godere come una pazza,io un pivellino da niente avevo sbattuto una venticinquenne fino a farla godere ripetutamente. Raccolsi la mia roba mi rivestii in fretta e corsi via con le palle ancora doloranti per l'infinita erezione ma felice di essermi dimostrato più uomo di quello che credessi.

Inutile dirvi che quella non fu l'ultima volta che me la spassai con Daniela e innumerevoli volte la feci godere finchè da sposata non si trsferì in un altra città….

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