Visita andrologica

Sono arrivati i 35 anni e arriva il momento di sperimentare la mia prima visita andrologica. La cosa mi fa sentire più vecchio di quanto so di essere, ma è solo una visita, è consigliata, può prevenire problemi importanti… ok facciamola.

Entro nel laboratorio, il dottore che mi accoglie è sui 55 anni, tranquillo, sa mettermi a mio agio con gentilezza nonostante le domande invasive che mi deve porre, seguendo il suo questionario.

Mi chiede della mia vita sessuale, rispondo a volte sinceramente a volte no, come se dire la verità su certe cose fosse troppo intimo. Non lo faccio per sembrare meglio di ciò che sono, ma per mantenere le distanze.

Andiamo in una seconda stanza, mi fa spogliare dalla vita in giù, mi fa distendere sul lettino. C'è qualcosa di eccitante nell'essere completamente nudo davanti a uno sconosciuto. Ho avuto qualche esperienza bisex ma non sono certo uno che pensa subito al sesso quando conosce un uomo, anzi direi che non capita praticamente mai.

Con lui è capitato.

Le sue mani, anche se coperte da guanti di lattice, hanno iniziato a sfiorarmi le palle e poi il cazzo e già ho sentito elettricità nell'aria. Mi massaggiava le palle con precisione professionale e io non riuscivo a frenare il cazzo che cominciava a pulsare di desiderio.

Lui non fa una piega, continua a toccare con delicatezza e con sapienza medica. Io ormai ce l'ho semiduro, lo guardo un attimo, lui sorride e dice “non si preoccupi, può capitare, è normale”.

Penso a quanti cazzi avrà visto e toccato nella sua vita e penso “meno male che non è bisex, altrimenti si ammazzerebbe dalle seghe ogni sera”.

Quando smette di fare le sue rilevazioni sul mio cazzo, è una piccola dolorosa delusione. Si ferma, prende un tubetto di lubrificante. Mi dice che il controllo della prostata che sarebbe seguito, poteva risultare fastidioso. Io ho pensato “speriamo che lo sia, altrimenti sborro”. Mi fa tirare su le ginocchia e mi chiede di aprire le gambe.

Stare lì, nudo a metà su un freddo lettino ospedaliero, a cosce oscenamente spalancate in attesa che uno sconosciuto mi metta un dito nel culo… Ce l'ho duro, non c'è niente da fare.

La sua mano appoggia la gelatina fredda sul mio buchetto e un altra scossa elettrica mi attraversa il cazzo e la mente. Sento una lieve pressione ma il dito scivola dentro incontrastato. Non sono apertissimo ma neppure una verginella, e il lubrificante funziona alla grande.

Sento il suo dito che si fa strada in me, che mi esplora. Socchiudo gli occhi, mi godo la sensazione. Lui spinge quel dito e mi fa tremare come una vergine al primo ditalino.

“Fa male?”
“No, no”
“Meno male, il fatto che fosse già un pò aperto aiuta a non sentir dolore”
Rimango congelato dalla vergogna.
“Per qualcuno è persino piacevole”.
Silenzio.
“No?”
Ho il cazzo duro e il culo spalancato davanti a uno sconosciuto che mi scava dentro il corpo e l'anima.

C'è qualcosa di morboso in quei movimenti e in quelle domande. Cedo.
“Sì, in effetti lo è”.

E' il semaforo verde per lui. Un secondo dito si fa strada. Io mi vergogno troppo per dire qualcosa o guardarlo, lo lascio fare. Spinge le due dita fino in fondo, poi le fa quasi uscire. Poi di nuovo dentro. La mia voce prende il controllo e dice quello che non avrei mai pensato di poter dire.

“Oh sì, così”.

Le dita sono tre, mi sta allargando il culo con forza. Sono ancora a cosce spalancate, immobile. Lui spinge forte e va a stimolare la prostata, sa benissimo cosa fare. E' un attimo, non me ne rendo neppure conto. Sborro. Senza neppure masturbarmi, solo grazie al suo massaggio. Due schizzi copiosi, un piacere inimmaginabile. Lui toglie le sue dita, sento dolore fisico e emotivo per quell'abbandono. Con le dita raccoglie tutta la sborra sul mio addome e me la infila nel culo scopandomi con le sue dita.

Mi fa impazzire, mi ha capito e letto dentro in pochi istanti.

Si ferma di nuovo, sento che si toglie le scarpe, i pantaloni, le mutande. Lo fa con gesti lenti, come per prepararmi all'inevitabile. Ha il cazzo duro, media grandezza. Fisicamente è bruttino. Peli, pancia, sudore. Eppure lo voglio dentro di me. Se me lo infilasse nel culo così, subito, non so se potrei dire no. Ma è un dottore, sa cosa fare: apre un cassetto, strappa una bustina e si infila un preservativo.

Ci spalma la pomata, ma non ne avrebbe bisogno.

Sono ancora lì immobile, non mi sono mosso di un centimetro, non ho detto una parola. Anche lui non parla, non chiede. Nessun permesso, nessuna conferma. Me lo infila nel culo, senza dubbi. Mi tiene le cosce spalancate e mi scopa. Lo sento, è duro ma scorre bene grazie alla pomata, l'eccitazione e la mia stessa sborra residua.

Lui non ansima, non mi incita, mi scopa quasi meccanicamente ma in realtà sento che si impegna molto.

Per sè stesso, mi ha fatto godere e ora vuol solo sborrare. Quasi non si accorge della mia presenza, gli basterebbe quel buco che risucchia e stringe forte il suo cazzo.

In un attimo mi rendo conto che lo avrà fatto chi sa quante volte, quanti altri buchi aperti avrà visto, quante altre domande spiazzanti avrà fatto, quanti avranno ceduto. Altri avranno perso l'occasione negando, e lui certamente non avrà insistito, non è il tipo che si sbilancia o rischia la carriera.

Non c'è interesse per me, capisco che probabilmente neppure gli piaccio. Sono semplicemente meglio di una sega. Lui ci usa, ci usa tutti per svuotarsi i coglioni. Ma a noi va bene così.

Continua a scoparmi per qualche minuto, quando sta quasi per subentrare la noia ed il dubbio che possa non piacergli, aumenta il ritmo, mi scopa più a fondo con più forza, con movimenti più ampi. All'improvviso esce dal culo, si sfila il preservativo in un secondo e mi spinge il cazzo sulle palle, continuando il movimento della scopata.

E sborra. Finalmente sborra. Non uno schizzo impressionate, ma una lenta fontana che scivola fuori dalla cappella. Non è stata un'eruzione violenta ma ne esce tanta, è bello vederla colare sul suo cazzo mentre si muove piano sulle mie palle.

Sento il suo seme che cola lungo le mie palle, ai loro lati. Si pulisce la cappella fradica sulle mie palle, intorno al buco del culo, quasi a volermi dare ancora una scossa elettrica per quella vicinanza pericolosa.

E' appoggiato al mio buco del culo mentre mi guarda fisso negli occhi, privo di sentimento, come a sfidarmi. Piego la testa come a dirgli di no, lui mi rispetta, è un medico, ha una testa per capire quando fermarsi.

Io no.
Lo tiro a me, lo faccio entrare nel mio buco, con il suo carico di sborra residua. Lui è sorpreso ma scivola fino in fondo, piegando la testa all'indietro come in preda al più inatteso dei piaceri.

Mi spinge il suo seme dentro come se cercasse una gravidanza. Esce, raccoglie la sua stessa sborra sulle mie palle e guardandomi con l'aria di chi ormai comanda, me lo rimette dentro. E lo fa ancora una volta. Sono suo, senza volontà. Esce dal mio culo, io sono stremato e guardo il soffitto. Sento che si pulisce con della carta che immagino ruvida, sento che apre il cestino per gettare il preservativo usato, sento il fruscio dei pantaloni che tornano su, la cintura che si chiude.

La porta si apre e si chiude. Sono solo lì, sedotto e abbandonato. Non penso a niente mentre l'ultimo goccio della sua sborra cola fuori dal mio culo, per sempre.

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Paolo 5. Luglio 2016 um 16:55

leggendo ti coinvolge davvero molto e rende quasi dal vivo veramente quel che accade
mi piacerebbe sapere se accadde davvero e dove e chi è questo grande dottore che….
grazie Paolo

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