Una vacanza particolare

Una vacanza particolare.

Mi sono svegliata ed e' ancora notte fonda.
Sento la pelle liscia delle sue gambe che leggermente sfregano le mie. La sue pelle ha un profumo dolce, particolarmente leggero e sa di buono; il suo corpo caldo, appoggiato al mio mi infonde serenità. Ha un corpo bellissimo ed una sensualità strepitosa…mi fà impazzire!
Mi giro leggermente e vedo mio marito, Roberto, anche lui appoggiato a me, con il suo respiro imponente ed il suo viso disteso, comprensivo e buono anche nel sonno.

Ancora non riesco bene a capacitarmi di come tutto ciò sia accaduto, che ci ha portati qui, io, mio marito e Adele nello stesso letto, nudi e sessualmente appagati; forse perché le cose si sono svolte talmente in fretta che ancora oggi faccio fatica e riordinarle.

Mi chiamo Giulia, ho 32 anni.

Mi sono sposata quando avevo vent'anni con Marco; ero sull'altare a pronunciare il fatidico “si” così poco convinta che un anno dopo, il mio rifugio sessuale era la doccia con il suo generoso soffione e dopo due anni ero dall'avvocato a preparare le pratiche della separazione.

Un matrimonio sbagliato, come tanti, dettato dalla consuetudine e dai principi, dalla voglia di uscire dalla casa famigliare e cominciare a sentirsi liberi, grandi ed indipendenti. Insomma, la più facile scelta sbagliata che una persona può fare, scontata dagli anni di fidanzamento che obbligatoriamente sfocia nel matrimonio. Il tutto senza pensare alle opportunità della vita che a quei tempi sembrava disegnata con un tratto possente e scontato.
Dopo la separazione mi sono sistemata in un piccolo appartamento molto accogliente; per nulla dispiaciuta della scelta che avevo fatto, ho cominciato a prendere in mano la mia vita, ricominciando tutto daccapo.

Persi, ovviamente, le amicizie o meglio il contatto con quelle persone che credevo mi volessero bene e che con gli anni trascorsi insieme potessi definire amiche o amici; ma ormai ero così convinta della mia nuova scelta che non avevo nessun rimpianto.
Cambiai anche posto di lavoro e mi ritrovai assunta presso una piccola impresa locale, abbandonando il posto “sicuro” che avevo ottenuto presso una multinazionale farmaceutica.
La mia nuova vita trascorreva felice e serena; mi ero buttata a capofitto nel nuovo lavoro cercando di dare il massimo apporto a tutte le cose che facevo; spesso lavoravo dodici ore al giorno e rincasavo la sera stanca e soddisfatta.

Passavo il mio tempo libero a leggere, fare shopping ed a guardare tutte le mie serie tv preferite in compagnia di popcorn e schifezze varie.
La mia voglia sessuale era ampiamente soddisfatta dai bagni caldi, spazzole ed oggetti vari che mi facevano compagnia quando andavo a letto la sera.
Non avevo più intenzione di pensare ad uomo, dopo la delusione accumulata dalle mie esperienze adolescenziali e concluse con un fallimento matrimoniale.

L'ennesimo uomo che, dedito al lavoro, riempiva il poco tempo libero con il suo passatempo preferito: il calcio!
La tristezza raggiungeva il culmine al giovedì quando, di riposo dal lavoro, passava l'aspirapolvere in casa per poi pretendere il compenso sessuale alla sera nel lettone, come dire “sono bravo, me lo sono guadagnato!”.
A ripensarci anche gli altri non erano poi tanto diversi. Quindi, senza rimpianti di aver lasciato quello giusto per quello sbagliato, decisi di non cercare più nessuno.

Così, chiusi il capitolo uomini, nel senso che ero stanca di pensare che fosse obbligatorio averne uno per poter vivere. Volevo dimostrare a me stessa che si può vivere anche senza, evitando di cadere nelle braccia del primo coglione di turno.
E si poteva vivere bene anche senza la compagnia di quelle persone che credevo mi fossero pure amiche!
Scoprii così di avere tanto tempo a disposizione della mia persona che cominciai a riempire soddisfacendo tutte le mie voglie alle quali prima non potevo dedicare tempo, comprese quelle sessuali in tranquilla solitudine!
Stavo veramente bene.

Un giorno, arrivata in ufficio, vidi il mio capo, Roberto, molto turbato. Non avevo particolare confidenza ma mi spinsi a chiedergli se era tutto a posto e lui mi rispose che la sera prima aveva cacciato la moglie perché l'aveva scoperta a frequentare un'altro e dopo una lunga discussione capi di esser stato più volte cornificato.
Mi venne quasi da sogghignare! Il mio capo era un bell'uomo, giovane per aver tutto quello che aveva e si era fatto da solo; un tipo sicuramente ammirevole e serio, forse anche troppo poiché io fino a quel momento lo giudicavo stronzo! Dopo quello che mi disse mi risultò più simpatico, diciamo più umano.

Nel periodo seguente non accadde nulla di diverso dal solito, a parte il fatto che il mio capo mi era diventato più simpatico; così, spesso, ci trovavamo a parlare del più e del meno.
Sapeva esser molto loquace ed essendo una persona colta ed intelligente, ascoltarlo era piacevole. Inoltre non aveva quel modo di parlare al maschile, i suoi punti di vista nei ragionamenti erano sempre aperti, quasi al femminile. Sapeva parlare di tutto!
Passarono i mesi e ormai erano fissi i pranzi insieme, accompagnati da lunghe e piacevoli chiacchierate sino a quando un giorno, uscendo dall'ufficio, mentre stavo aprendo la porta la sentii chiudere violentemente mentre una mano afferrava il mio braccio; mi girai e vidi i suoi occhi pieni di passione che mi stavano penetrando.. Si avvicinò e cominciò a baciarmi.

Fu un fulmine a ciel sereno! Roberto ci sapeva proprio fare! Dopo quell'episodio mi ci vollero quindici giorni per riprendermi…ma cominciò una storia che dopo quattro anni mi portò per la seconda volta sull'altare! Questa volta in piena coscienza, felice e serena.
Unico problema è che stare con Roberto non ha fatto che peggiorare la poca stima che avevo ormai per gli uomini, fatta eccezione per lui che più passava il tempo e più lo trovavo speciale!
Subito dopo il matrimonio nacque il nostro piccolo Flavio, creatura stupenda che ogni giorno mi riempie di gioia, impegni, panni da lavare e stanchezza! Quindi una vita regolare, serena senza particolari guizzi.

Unico svago sono le vacanze estive.
Ogni anno facciamo due tipi di vacanze, una definita “culturale” ovvero trascorriamo una settimana circa presso qualche città d'arte o storica ed una definita “relax” ovvero per circa tre settimane soggiorniamo presso il nostro piccolo appartamento in Liguria.
Ed anche quest'anno dopo una la vacanza culturale a Londra, partimmo per la Liguria.

Tutto normale, tutto come sempre, ma questa volta accadde qualcosa di inverosimile! Una successione di fatti che credo sia parte di un disegno superiore, del nostro destino.

Partiti da casa, ci fermammo per la solita tappa di metà strada per caffè e bisognini.
Mi diressi verso i bagni ed aprendo la porta per l'ingresso riservato alle donne mi scontrai con una ragazza; come al solito, io che sono tendenzialmente irruenta in tutte le cose che faccio, le sbatto letteralmente la porta in faccia. Mentre lei si copriva il volto, io mi abbassai a raccogliere la sua borsa ed i suoi effetti personali che erano fuoriusciti replicando imbarazzata le mie scuse.

Alzandomi vidi in viso questa bella ragazza che con un sorriso divertito mi rincuorava. Aveva vicino a se un bel bambino che aveva circa l'età del mio Flavio e lei era la sua mamma.
Ci lasciammo con le mie infinite scuse ed i suoi sorrisi.

Devo precisare che tendo sempre a guardare le altre donne, come sono vestite, pettinate, truccate ed i loro atteggiamenti, infantili, altezzosi, boriosi o altro, non per un pettegolezzo da riportare ma per verificare quanto poco mi sentissi di appartenere a quel mondo femminile.

Non che io mi senta, come si suol dire, “un maschiaccio” ma non mi riconosco in quello stereotipo di donne che a parer mio seguono dei cliché a seconda della categoria di appartenenza; io mi sento varia, diversa, senza un archetipo o modello preciso da seguire, senza una marca di vestiti o di gioielli che mi rappresenti, mi sento libera di interpretare le mie giornate dai vestiti agli accessori. Purtroppo dopo aver conosciuto tante donne e ragazze mi sono sempre sentita un po' diversa e quindi con poco feeling con le altre.

Per cui il mio occhio è sempre attento a vedere le donne che mi stanno intorno così da poterne tracciare immediatamente il profilo e, a priori, pensare se con l'una o l'altra potrei potenzialmente condividere un amicizia; dico questo perché alla fine, dopo la mia separazione e la perdita di tutte le amicizie, sono rimasta sempre sola, prima, e con Roberto, dopo. Dalla delusione provata, non son più riuscita a condividere un'amicizia vera con nessuno, maschio o femmina.

E devo dire che un po' cominciava a mancarmi, sopratutto femminile, con cui condividere quelle cose o quelle piccole angosce prettamente femminili che Roberto, pur quanto attento e sensibile, non riesce e non può colmare.

Di quello scontro con quella ragazza, mi colpì il suo sorriso estremamente sincero e vero nonché la stravaganza del suo abbigliamento, non eccessivo ma particolare. Quindi, dandomi come sempre della stupida per i miei modi irruenti, tornai al bancone bar per il caffè che Roberto mi aveva già ordinato.

Non riuscii neanche a cominciare il racconto di quanto era appena accaduto in bagno che girandomi urtai involontariamente qualcuno e contemporaneamente sentii infrangersi a terra qualcosa.
Dio mio oggi sono un disastro più del solito! Mi girai incazzatissima con me stessa e mi ritrovai davanti la ragazza del bagno leggermente sporca di caffè sulla maglia che mi guardava incredula.
Mentre lei sfoggiava di nuovo il suo stupendo sorriso io credo di aver assunto la faccia più ebete che riuscissi mai a fare! Non mi uscì una parola.

Mi rimisi a terra per raccogliere i cocci mentre lei si abbassava con me e guardandomi mi disse ” scusa ma c'è l'hai con me?”
La guardai imbarazzata farfugliando qualcosa come dire “.. Scusa..io..non..cioè…” Quando lei cominciò a ridere, con una risata piena, sincera, divertita.
Ci alzammo e mentre continuavo con le mie scuse lei mi tese la mano e mi disse “senti, io sono Adele e lui è Davide. Penso che mi devi un caffè!”
Mentre tendevo la mano per presentarmi e continuare il mio monologo di scuse, Roberto era già alla cassa a prendere un altro caffè.

Bevemmo infine il caffè e facemmo quattro chiacchiere. Anche loro in direzione mare per le vacanze estive.
Uscimmo insieme e ci salutammo con le mie scuse che facevano da eco.

Durante il restante viaggio continuai a parlare con Roby di quanto mi avesse colpito quella ragazza. Sola, con suo figlio, che se ne andava al mare! Quindi tosta, di carattere. In più la serenità e tranquillità che ha dimostrato negli episodi che mi avevano messo in grande imbarazzo.

Ah, che disastro che sono.

Dopo l'episodio della mia separazione, mi sono fatta mille dubbi e mille domande su me stessa. Mi sono ritenuta sciocca e volevo diventare un'altro tipo di donna, indipendente e sicura di se stessa. Cresciuta con una madre invadente, troppo appariscente, vezzosa ed egocentrica, mi son sempre sentita troppo piccola per qualsiasi cosa, sempre apparentemente insicura anche se dentro di me sapevo ciò che volevo. Figlia unica, mi sentivo scaricare quotidianamente addosso tutta la boria di mia madre che mi incitava a truccarmi, vestirmi osé, ad essere spavalda ed in contrapposizione sentirmi dire che non potevo fare questo o quello,perché ero troppo debole, esile, sensibile.

Insomma, paure, angosce, esuberanze e tutto quello che può caratterizzare una madre apparentemente felice ma profondamente delusa della sua vita, del suo matrimonio con un uomo che, a suo dire, non la valorizzava, non la comprendeva o anche non la meritava, veniva sistematicamente vomitato nella mia persona. Da qui forse inizia la mia avversità al mondo femminile alla ricerca precoce di un maschio che mi facesse sentire me stessa. Ma la cosa non andò bene rimanendo ampiamente delusa sino al mio matrimonio.

Le cose cambiarono con la mia separazione, cercando nella mia solitudine la vera Giulia. Cosa che stava funzionando fino a quando mi son messa con Roberto; con lui son tornata ad essere la donna dipendente di sempre, appesa alle sue labbra ed ai suoi pensieri. Forse mi piace essere così poiché sono tendenzialmente una persona generosa che si dedica tanto agli altri; e poi comunque lui mi lascia tutto il tempo e lo spazio che mi serve per sentirmi autonoma, anche se poi nella realtà il mio cervello è sempre connesso al suo.

Ogni tanto i miei pensieri tornano alla mia vera e completa indipendenza da tutti con il dubbio di autostima che si genera pensando a se e come ce l'avrei fatta da sola e di come sarebbe poi stata la mia vita. Comunque con Roberto stavo bene, mi sentivo completa, donna, mamma ed ogni tanto single con i miei piccoli momenti di intimità.

Arrivati a destinazione, dopo aver fatto le faccende casalinghe più urgenti, ci precipitammo in spiaggia a soddisfare il più scontato dei desideri di ogni bambino: il bagno nel mare!
Dopo aver fatto felice il piccolo Flavio, seduti sotto l'ombrellone vedemmo il bagnino venire verso di noi per preparare la postazione vicino.

Era metà luglio e la stagione estiva per i bagnini e' nel suo pieno fermento. Socchiudo gli occhi in cerca di relax e sento arrivare i nuovi vicini di spiaggia. Nulla di che, cose normali per noi che, soggiornando per tre settimane, ci vedevamo spesso cambiare i vicini di ombrellone.
Ad un tratto mi sento il cuore in gola. Una voce di donna famigliare che parla con il bagnino. Apro gli occhi mi giro e chi vedo? Adele!
“Adele!” Esclamo con un grande sorriso.

“Giulia! No, non ci posso credere!” Risponde lei.
“Non avrai intenzione di chiudermi l'ombrellone in testa spero!” E scoppiò nella sua fantastica risata!
Ero imbarazzata ma felice!
Cominciammo subito a parlare mentre i bambini si scambiavano i giochi e scavavano enormi fosse nella sabbia.
Roberto si inserì inizialmente nei discorsi del più e del meno ma poi si isolò a prendersi la tintarella.
Il pomeriggio trascorse in un baleno ed alla fine ci salutammo con il classico “ci vediamo domani!”.

La sera, a casa ero eccitatissima. Continuavo a parlare, raccontando a Roby di quello che ci eravamo dette. Per la prima volta ero contenta di aver parlato così tanto con una ragazza senza aver di che dire o di polemizzare. Mi piaceva.
La sera andammo a letto e facemmo sesso con grande entusiasmo. Mi sentivo bene, felice, appagata ed ero eccitata per l'indomani. Non sarebbe stata la vacanza con la solita routine, piacevole, ma sempre la solita.

La mattina di buon ora mi alzai a preparare le colazioni sul terrazzo. Il nostro appartamento ha un bel soggiorno, con una cucina a vista, che si affacciava sul grande terrazzo che si affaccia sul mare, un disimpegno porta nella zona notte che accoglie la cameretta di Flavio, un bagno e la nostra camera che ha un bel balcone che si affacciava ai monti retrostanti coltivati ad uliveti.
Eravamo all'ultimo piano di una piccola costruzione di appartamenti a schiera e per come era stato progettato l'edificio godevamo di una notevole privacy.

Il terrazzo ha un pergolato in ferro con agganciata una tenda retrattile, utile a ripararci dal sole ed alla sera dall'umidità. Il tutto è contornato da grossi vasi addobbati con piante mediterranee che fanno da cornice al mare.
Un appartamento veramente grazioso che avevamo comperato qualche anno fà e che con il tempo abbiamo personalizzato.

Finita la colazione scendemmo in spiaggia e ritrovai Adele. Lei soggiornava in una pensione vicino a casa nostra ed aveva prenotato per due settimane.

Trascorsero così i primi giorni, tra spiaggia, bagni ed anche uscite serali, sempre in compagnia di Adele e suo figlio Davide. I ragazzi si trovavano bene insieme, condividevano giochi e passatempi. Penso di non aver mai visto Flavio star così in armonia con un altro bambino.
Intanto con Adele continuavamo a parlare del tutto e di più. Avevamo sempre qualcosa da dire e da raccontarci, delle nostre vite, esperienze e di qualche pettegolezzo su vip e non vip.

La cosa che mi faceva veramente piacere e che in tutto ciò che dicevamo ci trovavamo sempre in perfetto accordo, anche sull'educazione dei bambini.

La storia di Adele era un po' particolare. Anche lei si era sposata giovanissima con una persona atipica, un ragazzo dolce delicato ed alternativo. Con lui lei aveva provato mille cose, vacanze alternative all'insegna dell'autostop, spiagge naturaliste, qualche tiro di canna, serate con chitarra e rum, e persino una notte a tre, lui, l'amico di lui e lei; mi raccontò che pur quanto le apparisse riluttante la cosa non voleva deludere il suo uomo che pareva ci tenesse moltissimo.

Sicura dell'amore reciproco di prestò anche a questa esperienza. Adele si dimostrava una persona veramente aperta e con un grado di intelligenza superiore, portando per ogni casa fatta vista e vissuta una morale ed un insegnamento significativo.

Esteticamente mi somigliava abbastanza, tutte e due alte un metro e sessantotto, longilinee con una terza di seno. Lei aveva capelli mori, perfettamente spettinati, con un taglio apparentemente sbarazzino ma complesso. Il viso dai lineamenti fini e dolci, non spigolosi, con gli occhi di un azzurro molto intenso.

Curata nelle mani e nei piedi, con smalti colorati in abbinamento ai suoi vestiti. Perfettamente depilata, non sembrava aver problemi di peluria fulgida.

Io sono meno attenta ai dettagli, le mie unghie non sono sempre perfettamente smaltate ed i miei peli sulle gambe sono abbastanza insistenti. Cerco di radermi quotidianamente con il rasoio anche se mi rendo conto che una buona ceretta avrebbe dei risultati più efficaci. Fondamentalmente sono un po' pigra sulla mia cura personale anche se ammiro le donne semplici ed impegnate che, come lei, riescono ad arrivare anche li.. Io purtroppo, anche quando mi ci metto di buona lena, dopo un po' mi perdo! Anche io ho un taglio di capelli abbastanza corto e scompigliato ma in un modo meno preciso di quello di Adele.

Insomma, mi definisco pratica e poco esteta, anche se a volte Roby me lo fa notare e non posso che riconoscergli la ragione.
Adele mi raccontò di tutto il periodo del suo matrimonio fino alla sua separazione con conseguente divorzio.

Quando entrò nel dettaglio delle motivazioni che la portarono a quella sofferta decisione rimasi letteralmente a bocca aperta.
Mi raccontò che una sera, rientrando a casa dal lavoro ad un orario imprevisto, trovò suo marito in camera da letto insieme al suo amico che facevano sesso.

Adele si sentì mancare. Era si una ragazza aperta ed a suo marito aveva già dato molto in tal senso ma quello che stava vedendo andava oltre. Suo marito legato al letto con il suo amico che sodomizzava. Chiuso l'episodio, cercarono di parlarne insieme per capirne le ragioni; per Adele c'era anche il torto subito per la sua estromissione a questa cosa.

Lei lo aveva seguito in tutte le sue scorribande condividendone le mille situazioni, anche sessuali, fino ad avere un esperienza a tre con il suo migliore amico, situazione generata per esaudire un tormentoso desiderio che lui aveva da quando era adolescente.

Passarono diversi mesi alla ricerca di ritrovare l'intesa e l'armonia, psicologica e sessuale, ma ormai sembrava che qualcosa si fosse definitivamente rotto. Adele era ormai delusa, non tanto per l'atto sessuale, che con grande fatica aveva in qualche modo cercato di digerire, ma perché lui lo aveva fatto di nascosto, quindi aveva tradito quel rapporto basato sulla totale lealtà e trasparenza.
Così circa un anno dopo decisero di finire il loro matrimonio. Adele dopo quella esperienza si fece un idea dell'uomo ancor più degenera di quella che mi ero fatta io! Decise così che avrebbe vissuto sola con suo figlio, abbandonando l'idea di avere ancora bisogno di qualche uomo per il resto della sua vita, fatta salva l'ipotesi di trovarne uno così eccezionale da fargli cambiare idea.

Ma per lei il capitolo era chiuso ritenendo che di tempo per cercare il giusto principe non ne aveva e non ne voleva dedicare.

Mi spiegò poi, in chiave molto umoristica, tutte le sue tecniche e l'elenco dei suoi giocattoli per un appagamento sessuale che non lasciasse minimo spazio al ripensamento di poterlo fare con una figura umana! “Se proprio ne voglio uno vero lo trovo in cinque secondi!” Mi disse. E proprio questa sua sicurezza la portava a non cercare nessuno.

Aveva quello con la ventosa da appiccicare alla sponda del letto per simulare una pecorina, aveva quello,per il punto “g”, aveva i cosiddetti “rabbit” per una stimolazione completa, vibratori vari anche tascabili tipo finto rossetto per ogni evenienza, insomma, di tutto e di più per sentirsi appagata e senza impegno, per soddisfarsi in ogni momento con un giochino diverso utile in funzione del tempo che poteva avere a disposizione. Mi disse anche che il suo preferito era uno stimolatore tipo “rabbit” particolarmente silenzioso che utilizzava la sera quando andava a letto; lo infilava e si coricava a pancia sotto, lasciandolo inserito e con un telecomando lo azionava.

Si poteva muovere e strofinare nel massimo silenzio e raggiunto l'orgasmo, senza nulla fare, lo spegneva con il bottone del telecomandi o che teneva con la mano sotto il cuscino. Poi si addormentava e durante la notte rigirandosi nel sonno senza neanche accorgersene lo sfilava. Diceva che era il modo più bello per godere senza fare la minima fatica, con la goduria di potersi addormentare subito dopo senza impegni, parole, baci ed oneri aggiuntivi.

Il suo modo di essere, così decisa e determinata, semplice e pratica, mi affascinava ogni giorno di più, ad ogni parola che diceva, ad ogni pensiero che esprimeva.

Dopo un po' di giorni passati insieme ed al fiume di parole fatte, mi sembrava di conoscere Adele da sempre.
Parlavamo ormai senza alcun minimo riserbo su tutto. Sembravamo le classiche amiche di sempre che avevano trascorso la loro vita insieme.

Ci spalmavamo la crema solare reciprocamente, ci abbracciavamo nelle passeggiate serali, con Roby che brontolava dicendo di sentirsi escluso, ci davamo il bacino serale prima di rincasare, insomma Adele non era più un estranea, era diventata parte della mia vita. Sarà forse stato per tutto quello che ci eravamo raccontate o forse perché stavamo così bene insieme, che la sentivo veramente una parte importante di me.

E tutto in pochi giorni.

Alcune sere non avendo voglia di passeggiare ci ritrovavamo sul terrazzo di casa nostra a chiacchierare e bere mirto ghiacciato, mentre i bambini giocavano in cameretta. In quelle sere era l'occasione per Adele, che portava con sè la sua attrezzatura da estetista amatoriale, per curarmi le unghie della mani e dei piedi. La cosa che mi lasciò inizialmente a disagio è che dopo avermi lavorato le unghie, mi passava e sulle mani e sui piedi una crema che diceva essere rilassante.

Dopo avermi unto per bene, stava lì a massaggiarmi, sopratutto i piedi.
Già io sono particolarmente sensibile sui piedi, tanto che appena qualcuno me li massaggia mi vengono i brividi; nelle mani di Adele sentivo di provare anche di più.

Via le prime volte, che come ho detto ero imbarazzata, poi ci godevo veramente a farmi massaggiare i piedi da lei; mi piaceva anche pensare che proprio lei, Adele, si prendesse cura del mio corpo.

Mi piaceva il suo gusto, ammiravo il suo carattere; sapere di essere fuggita dalle grinfie delle finte cure di mia madre con i suoi gusti dozzinali per essere ora lì, coccolata ed iniziata alla giusta cura di eleganza, da una persona dotata buon gusto, alternativa, sbarazzina ma allo stesso tempo fine e delicata, mi dava serenità e sicurezza. Mi sentivo bene, Adele mi dava sicurezza, nel senso che sapeva alimentare la mia autostima valorizzandomi sia moralmente che fisicamente.

Sentivo che il mio corpo e la mia mente cominciavano a rispondere in modo diverso, diciamo che forse iniziavano a comunicare tra di loro.

Spesso mi sono trovata ad analizzarmi cercando di capire come potessi sentirmi divisa in due; da una parte il mio corpo e dall'altra quello a cui pensavo io. C'è' sempre stata discordanza, nel senso che se la mia mente diceva una cosa il resto di me ne percepiva un'altra.

Questo problema me lo sono trascinato per anni ed in queste occasioni sentivo dentro me un coro all'unisono.

Tutto si stava riallineando come le corde di una chitarra che premute nei punti giusti suonano un accordo.

Il nostro terrazzo era arredato con un grande tavolo in ferro con il piano di appoggio rivestito in maiolica, sedie in ferro con gonfi cuscini bianchi e da un angolo in cui vi è un grande divano corredato da due poltrone il tutto realizzato in ratan di color panna con grandi cuscini bianchi.

Quando passavamo le serate a chiacchierare io e Adele ci mettevamo sul divano mentre Roby stava seduto al tavolo con i piedi appoggiati su di una sedia. Ci piaceva creare un atmosfera particolare con delle candele che scaldavano la penombra della luna e delle luci provenienti dalla città che vedevamo sottostante.

Una sera, mentre Adele mi massaggiava con grande cura e delicatezza i piedi, mi accorsi che il mio tallone poggiava sopra il suo pube mentre la punta del mio alluce strofinava leggermente il suo seno.

Mi accorsi che aveva il capezzolo turgido ed il mio alluce continuava a sfiorarlo in seguito ai movimenti circolari che lei faceva con le mani sul mio piede. Sentivo, durante il movimento delle sue mani, una leggera pressione del mio tallone sul suo pube, quasi ritmica.
Quella sera ero un po' più stanca del solito, forse per il sole pomeridiano, e quindi più silenziosa. Mentre Adele e Roby parlavano animatamente sulla fedeltà maschile, io mi abbandonavo in quella bellissima sensazione che mi procurava il massaggio.

Ero così rilassata e priva di moralismi che l'idea del mio alluce che sfregava il capezzolo di Adele oltre al mio tallone lì sopra al suo pube caldo, a contatto della sua morbida e liscia gonna in seta e lino, cominciai ad eccitarmi. Mi sentivo particolarmente bagnata.
Nella penombra dell'ambiente, facendo finta di niente, infilai la mano dentro la mia mutandina e cominciai a toccarmela. Ero fradicia. Non volevo spaventarmi come sempre, facendomi mille domande inutili.

Decisi di godermi il momento, continuando a toccarmela dolcemente.

Ero in estasi.

Meno male che a stento ci si vedeva in viso poiché in quella circostanza penso di aver avuto una faccia con una espressione da drogata.

Non raggiunsi l'orgasmo perché ero così goduriosa che volevo non finisse mai. Era un momento strano, particolare, una sensazione mai provata prima.
Le loro voci calme, la serenità che mi assaliva, la stanchezza…non sò per quale alchimia ma mi sentivo veramente bene, a posto, come dire, non avevo debiti con nessuno.

Ad un tratto Adele mi guardò e con un sorriso dolce e malizioso mi strizzò l'occhio. “Cazzo mi ha sgamata? Che figura!” Pensai. Ma lei imperterrita si rigirò a parlare con Roby e continuò a massaggiarmi il piede tanto quanto e come prima. Questa cosa mi fece subito stare molto bene. Nessun debito, nessun imbarazzo, nessun rimpianto. Quello che avevo e quello che stavo provando era giusto ed era tutto per me, meritato!

Quando Adele quella sera decise di rincasare in albergo per portare il piccolo Davide a letto, ci salutammo con un piccolo abbraccio ed il solito bacio serale.

Questa volta percepii sull'angolo della mia bocca le sue labbra morbide, carnose, calde e particolarmente umide. Mi girai ed attenta che nessuno mi vedesse con la lingua raccolsi l'umido lasciatomi al bordo della bocca. Che buon sapore. Che eccitazione.

Che serata fantastica! Stavo bene, sopratutto con me stessa. Sentivo un equilibrio interiore che non avevo mai provato prima.

Quella notte con Roby fu una guerra di sesso! Non riuscivo a placare il mio desiderio.

Penso che mi fece venire tre volte; o meglio, penso di esser venuta tre volte! Per me era un avvenimento dato che in genere, dopo la prima volta, mi stendo stecchita a dormire!

Sentivo il mio corpo particolarmente ricettivo, sentivo la mia pelle strofinare contro quella di Roberto e tutto mi dava eccitazione e desiderio. Mi sentivo come una lamina di rame pronta a trasmettere il più piccolo impulso elettrico ai miei sensi.

Una cosa mai provata prima. Avevo preso coscienza del mio corpo e della mia mente e li stavo gestendo in contemporanea come un direttore di orchestra fá con i suoi componenti, il tutto senza fare il minimo sforzo!

Sentivo di aver fatto un passo avanti con me stessa, un passo importante. Non premeditato.

Il giorno dopo fu tutto fantasticamente normale.
Con Adele nessun riferimento specifico.

In spiaggia, oltre a parlare del tutto e di più, come di abitudine ormai, ci divertivamo a fare apprezzamenti sul corpo dei passanti.

Come sempre la nostra attenzione ricadeva sui corpi femminili; tanto con lusinghe tanto con commenti dispregiativi. Eravamo sicuramente attratte di più dai corpi di donna e, se ne valeva la pena, anche sottili riferimenti sessuali. Se poi si univa anche Roby, le lusinghe finivano in apprezzamenti espliciti!
Spesso poi cadevamo in complimenti personali, da Adele verso me e viceversa.

Quel pomeriggio, come usavamo ormai fare, Adele mi stava spalmando una crema protettiva e rassodante sulla schiena, mentre io, sdraiata e goduriosa sul lettino della spiaggia, non potevo non guardarla con gli occhi socchiusi.

Vedevo il suo corpo, veramente bello, femminile, sensuale, curato ma allo stesso tempo dinamico, onesto, reale. Non so come dire esattamente ma quello che voglio descrivere è il corpo di una persona sincera onesta trasparente solare simpatica bella e dove tutte queste caratteristiche prettamente caratteriali venivano istantaneamente riprodotte dal suo corpo.

Tendenzialmente non mi sono mai eccitata a guardare un corpo, tantomeno femminile. Quello che mi ha sempre colpito delle persone sono sempre stati gli atteggiamenti.

Fino a quel momento solo quelli mi portavano all'eccitazione.

Adesso, per la prima volta, riuscivo a stabilire un connubio tra atteggiamenti e forme, tra carattere e corpo.

Il problema è che stavo parlando di una donna!
Non sarò diventata lesbica?

Eppure il membro maschile mi piace, caldo, possente ed imprevedibile nelle movenze. Sopratutto quello di Roby, generoso nelle dimensioni, elegante e pulito. Di quello certo non potrei farne a meno!

Però dovevo anche riconoscere che il corpo di Adele, unito alla sua persona, effettivamente mi eccitava.

Stavo cominciando a vedere il suo corpo come uno strumento di piacere ma avevo paura a soffermarmi su questo pensiero. Quando toccò a me cospargere la schiena di Adele con la crema e massaggiarla per farla assorbire dalla pelle, mi resi conto che in quel momento la stavo toccavo in modo diverso dal solito. Ero più sensuale nei movimenti e mi piaceva seguire le sinuosità del suo corpo con le mie mani.

Da quell'istante cominciai a guardarla con occhi diversi; spesso ero attratta dai suoi seni, dalle sue natiche, dalle sue mani, dal suo collo, dalle sue labbra.

Due sere dopo ci ritrovammo a salire molto tardi dalla spiaggia poiché i ragazzi vollero fare l'ultimo bagno alle sette di sera.
Poveri ragazzi, per loro era stata una giornata lunga, caldissima ed a quell'ora si poteva assaporare la tranquillità del mare.
Decidemmo con Roberto di invitare a casa Adele e Davide per la cena, visto che in albergo probabilmente avrebbero dovuto accontentarsi degli avanzi.

Roby appena rincasati si mise alla griglia per scottare dei gamberi e degli scampi comperati freschi la mattina al porto. Io e Adele eravamo impegnate a fare la doccia alle piccole pesti.

Una volta sistemati i ragazzi dissi ad Adele se voleva farsi anche lei una doccia. Dapprima non voleva accettare per non occupare lo spazio di Roberto ma poi quando gli dissi che potevamo recuperare facendola insieme subito accettò.
Ci spogliammo ed entrammo in doccia.

Fortunatamente Roby, quando comprammo l'appartamento, fece togliere la vasca da bagno esistente e nello stesso spazio fece realizzare una grande doccia. Pertanto era comoda anche per due persone.

Entrate nella doccia non riuscii a non guardare il corpo nudo di Adele. Mi sembrò che anche lei fece lo stesso.
Cominciammo a lavarci sghignazzando come due ragazzine fino a quando io gli dissi “girati che ti lavo la schiena”.
Lei si girò, mi passò il sapone ed io cominciai delicatamente ad insaponarla.

Mentre lo facevo, dolcemente portai le mie mani al suo collo e vidi che lei si inarcò leggermente emettendo un piccolo gemito. Continuai con le mie mani che dalla schiena pian piano scivolavano sulla sua pancia e risalivano sino ai suoi seni. Mi fermai, le mie mani tornarono sulla sua schiena e piano piano scivolavano verso i suoi glutei. Avevo un corpo sodo, perfetto. Lei dolcemente si girò, prese la saponetta e cominciò a passarmela sul petto.

La appoggiò e cominciò a massaggiarmi.
Pian piano scese sopra i miei seni, li prese delicatamente da sotto e li strizzò pian piano verso l'alto e poi verso il basso. Io ero intenta a guardare le sue mani che mi toccavano e quando alzai gli occhi mi ritrovai il suo viso a meno di un centimetro di distanza.
Chiusi gli occhi e appoggiai le mie labbra sulle sue. Fu un bacio sensazionale, morbido, delicato, sensuale.

Sentii un brivido dentro di me, come una scossa elettrica. La presi da un fianco con la mano e la avvicinai a me. Mentre l'acqua ci scrosciava addosso, sentivo il calore del suo corpo sul mio ed i nostri pubi si sfioravano. Sentivo il suo pelo contro il mio che forte irrompeva nella mie labbra vaginali solleticandomi il clitoride! Ci staccammo un attimo e lei sorridendo mi disse ” facciamo fare la doccia anche a Roby o ci chiudiamo dentro?”
Ribaciandola velocemente le dissi
“già non lo caghiamo, se poi gli togliamo anche la doccia stavolta mi sa che si incazza!”.

Ridemmo, finimmo di lavarci, ci asciugammo e ci rivestimmo. Poi andammo in cucina a dare il cambio a Roberto. Mi sentivo un po' in colpa con Roberto ma ero sicura dentro di me che in qualche modo lui aveva già capito tutto e mi stava lasciando fare.
Gli chiedemmo di aprirci una bottiglia di prosecco prima andare a farsi la doccia.
Lui ci guardò con occhio strano, prima l'una e poi l'altra.

Poi disse “Tutto a posto stronzette? Mi state nascondendo qualcosa?” Ed all'unisono noi rispondemmo “Ma figurati!” Con una risata reciproca finale. E qui capii che Roby era con me!
Bonfocchiò qualcosa e se ne andò a farsi al doccia.

Intanto io e Adele ci dedicammo alla cena dei ragazzi sorseggiando vino e rubacchiando qualche scampo al piatto che Roberto aveva appena preparato e lasciato al caldo sopra la griglia.
La serata trascorse come tante altre.

Io e Adele sul divanetto mentre Roby spedito vicino al tavolo.
I miei piedi nelle mani di Adele ed io a goducchiarmi il massaggio plantare.
I ragazzi si erano addormentati, stravolti dalla calda giornata e dal bagno serale.
Io è Adele decidemmo di metterli a letto e lasciarli dormire tranquilli. Semmai Adele sarebbe venuta all'indomani mattina prima che si fossero svegliati.

Ad un tratto Roby disse che lui sarebbe entrato in casa per l'appuntamento televisivo con il motomondiale.

È un fan di Valentino Rossi!
Io e Adele ci ritrovammo quindi sole a chiacchierare e a coccolarci. Ad un tratto Adele si sporse verso me, mi prese dietro la nuca, mi avvicinò al suo viso e cominciò a baciarmi. Ovviamente io non feci alcuna resistenza, anzi, stavo giusto pensando alla stessa cosa, forse da tutta la sera; anzi, pensandoci bene da quando, per forza di cose, siamo dovute uscire dalla doccia.

Fu un bacio emozionante. Pieno di saliva e di sesso. Sentivo la quantità di umido aumentare tanto nella bocca tanto in mezzo alle mie gambe. A dire il vero il mio pensiero non era focalizzato sul fatto che stavo baciando una donna ma che stavo baciando e quel bacio mi piaceva.
Ero eccitata dall'uso di un corpo e non dalla persona che lo deteneva.
Una sensazione che avevo provato per la prima volta solo la sera prima con Roberto, quando eccitatissima riuscii a fare sesso in modo diverso dal solito, con grande godimento.

Stavo finalmente provando la sensazione di usare il corpo a soli fini sessuali, senza pensieri, senza legami.
In quel momento stavo assaporando Adele con massima serenità poiché sentivo che lei mi stava dando parte del suo corpo per il solo piacere fisico.
Ad un tratto, non stando più nella pelle la guardai e le dissi “Andiamo in camera?”
Lei mi guardò con un piccolo sorriso compiaciuto ma con lo sguardo rivolto all'interno del soggiorno e mi disse:
“Cosa diciamo a Roby?”
Ero così presa dall'eccitazione che prontamente gli risposi:
“Bè, gli diciamo che se vuole può guardare!”
Adele mi rifilò un altro bacio e poi mi disse:
“A me va bene! Andiamo!”

Eccitatissima mi alzai e avvicinandomi a Roberto, mano nello mano con Adele, lo baciai con la lingua e gli dissi
“noi andiamo un po' di là nel lettone.

Se vuoi puoi venire a vedere!”
Lo ribaciai sempre con la lingua e poi, io e Adele, andammo in camera.

Ci sdraiammo sul letto e con molta calma cominciammo a baciarci. Baci passionali e salivosi.
Io a letto sono sempre stata una persona definita “passiva” fino alla sera prima.
Effettivamente mi sono sempre rinchiusa nella mia mente a cercare di assaporare le sensazioni per trovare il mio godimento. Ho sempre ritenuto dannoso per la mia goduria qualsiasi rumore, interferenza e partecipazione attiva.

Dovevo concentrarmi per raggiungere l'orgasmo e qualsiasi cosa mi portava distrazione facendomi poi disperdere le sensazioni.

Adesso provavo una sensazione diversa. Avevo un desiderio di sfregamento dei nostri corpi, avevo voglia di sentirla e di godere del suo corpo.
Mentre ci baciavamo, ci stavamo spogliando reciprocamente. Io le tolsi la maglietta e lei mi sbottonò la camicetta. Che strana sensazione. Sentivo un profumo buono ed estremamente femminile; non ne ero abituata.

Cominciai a leccarle i seni, la mia lingua girava delicata intorno ai suoi capezzoli. Li succhiavo leggermente e li sentivo divenire sempre più turgidi e sodi. Intanto Adele si rilassava, stendendosi e togliendosi con gesta morbide la sua gonna; poi si tolse anche le mutandine con un gesto estremamente elegante e sensuale, aprendo poi le gambe ed invitandomi a scendere.
Non volevo essere precipitosa, volevo godermi il momento. Annusavo la sua pelle che emanava un profumo di sesso.

Più la leccavo e più sentivo profumo di sesso.
Il mio cervello cominciò ad impazzire quando sentii l'umore sprigionato dalla sua vagina. Era un profumo incredibile, buono, pieno. Prima di scendere la feci girare sulla pancia. Volevo mordicchiarle quel culo sodo.
Intanto sentivo dei rumori provenire dal soggiorno. Era Roby che stava venendo in camera accompagnato da una sedia! Entrò senza dire nulla, socchiuse la porta ed uscì nel balcone. Si accomodò sulla sedia e si accese una sigaretta.

Lo guardai di sfuggita un po' imbarazzata e lui prontamente mi fece l'occhiolino con il pollice destro alzato.
Mi sentii a posto, sicura, autorizzata.
Adele alzò la testa, guardò la scena di Roby, fece un sorriso e si allungò per baciarmi.
Ci baciammo passionalmente e poi ripresi la mia esplorazione del suo corpo.
La leccai dappertutto, schiena, glutei gambe, polpacci e piedi. Anche i suoi piedi profumavano di sesso. Lei si girò e mi invitò nuovamente verso il suo ventre.

Me la presi con calma, passando la mia lingua fino ad arrivare li. Mi piaceva.
La leccai con tutta la saliva che avevo in bocca. Anche se non c'è n'era affatto bisogno poiché già lei era un lago!
La leccavo dolcemente, roteavo la mia lingua intorno alle sue labbra vaginali succhiandole ogni tanto il clitoride.
La sentivo gemere.
Il suo bacino cominciava ad inarcarsi con un ritmo sempre più intenso.

La cosa strana fu che cominciavo a provare piacere non nel sentirla gemere ma nel leccarla e toccarla.
Sembrava che il mio corpo fosse diventato istantaneamente ricettivo, che ogni poro della mia pelle fosse collegato al mio sesso.
Mi venne istintivo, ad un tratto, pormi sopra di lei, strusciando il mio bacino sopra il suo.
La vedevo in viso, negli occhi, vedevo la sua bocca carnosa aperta che tremava.
Mi buttai a capofitto a baciarla continuando a muovermi con andamento rotatorio del mio bacino.

Sentivo il suo pube appiccicato al mio, la sentivo bagnata; anch'io non scherzavo.
Scivolava tutto così facilmente e naturalmente che ad un tratto non sapevo se ero con un uomo o con una donna.
Ero con il sesso, lo sentivo, lo percepivo come una presenza che ti entra dentro ed in un attimo venni pervasa da una fitta tremenda con un istantaneo calore che bruciava tutti i miei nervi, al limite del dolore ed al massimo dell'intensità.

Credo di aver urlato poiché poco dopo vidi Roby che trafficava con le finestre!

Mentre ancora ero invasa da queste scosse alternate, sentivo Adele che stendeva le sue gambe con una serie di sussulti. Era venuta anche lei!

Ancora fortemente eccitata non riuscivo a staccare le mie labbra da quelle di Adele che ricambiava con concitata passione.
Sentii un tremendo desiderio di mettere le mie labbra vaginali nella sua bocca.

Così mi girai ed appoggiai il mio ventre sopra il suo viso.
Adele non perse tempo e subito cominciò a leccarmela.
Ad ogni passata della sua lingua ancora partivano delle scosse nelle mie gambe.
Mi misi anch'io a leccargliela.
La sentivo bene, le sue labbra calde dentro di me.
Ci muovevamo insieme, all'unisono. Sino a quando non venni per la seconda volta! Ma non mi abbandonai a me stessa come ero solita fare, continuavo nell'azione con più passione, trasmettendo ad Adele la mia sensazione di estasi.

Bastò ancora poco, credo, che anche Adele raggiunse ancora l'orgasmo, con una contrazione ancora più violenta della prima. La sentivo gemere in modo profondo, completo, pieno.

Stavolta mi lasciai andare. Mi accasciai su di un fianco e subito Adele si girò e cominciò a baciarmi. Sul collo, sui seni, sulle braccia ed infine le mani. Cosa strana. Piacevolissima!

Mentre cercavamo di prendere fiato, si presentò Roberto vicino a noi.
Povero, pensai.

Da un lato credo sia l'uomo più fortunato del mondo, uno dei pochi che abbia potuto assistere ad una scena del genere dal vivo, fatta da persone che non stavano fingendo, dall'altra pensai che ormai anche il suo cervello doveva essere devastato, insieme ai suoi testicoli gonfi e trepidanti.
Mentre lui mi dava una carezza in viso, io allungai una mano verso il suo pene.
Urka! Era durissimo, un palo enorme.

Sentivo il suo sangue pompare come verso un tunnel chiuso e che tra un po' sarebbe scoppiato.
Non sapevo che fare.
Guardai Adele che mi sorrise leggermente e mi sussurrò:
“Povero Roby. Gli verrà un colpo!”
Ci sorridemmo, complici di aver escluso lui, l'uomo, quello che in genere si siede a capotavola e vuole essere servito per primo!
Ma questo non era Roberto, lui era diverso e non meritava questo supplizio.

Subito glielo tirai fuori dai boxer e comincia a toccarglielo, mentre ancora baciavo Adele.
Non sapevo se essere un po' gelosa di Roberto o di Adele.
Sta di fatto che cercai di non pensarci, perché se veramente avessi dovuto pensare, non sapevo a quale parte rinunciare.
Mentre toccavo il membro di Roby, Adele allungò una mano verso le sue natiche avvicinandolo alle nostre bocche.
Cominciammo quindi al leccarglielo mentre ancora ci stavamo baciando; le nostre bocche divise, o meglio unite, dal grosso membro di Roberto.

Poi alternativamente cominciammo a succhiarglielo. Roberto non durò moltissimo.
Probabilmente era troppo eccitato.
Ci inondo le bocche con la sua sperma mentre noi ce la dividevamo da buone amiche con la lingua.
Poi, ci stendemmo tutti e tre sul letto, spossati e goduriosi.
Io mi addormentai subito come un sasso.

Mi svegliai la mattina con un bacione di Adele! Aprii gli occhi e la vidi splendente e sorridente.

Mi disse “facciamo colazione? Ho una fame tremenda!” Le sorrisi subito anch'io, senza nessun pensiero o pregiudizio sulla notte appena passata.
Roby era già sul terrazzo che si beveva un caffè e trafficava con il suo ipad.
Si svegliarono anche i ragazzi e riprendemmo le abitudini di tutti i giorni, spiaggia, bagni e sole.

Per tutta la giornata nessuno disse niente, tutto era normale. Una piccola parentesi, un piccolo segreto.

Anche se il nostro feeling era migliorato.
Anche Roby era tranquillo e sereno. Spesso mi si avvicinava e mi baciava con un dolce sorriso accompagnata da un “ti amo”!
Invece con Adele si limitava a fargli qualche carezza sui capelli, ma sempre attento a non invadere e a non offendere.

Quella giornata fini con una passeggiata serale, con Roby in mezzo a noi che abbracciandoci ci proteggeva. Era una sensazione molto strana.

Era già capitato che io e Adele facessimo le estremità laterali di Roby con lui che ci appoggiava le sue braccia sulle nostre spalle ma questa volta era diverso.

Avevamo fatto del sesso insieme!

Credevo che vedere un'altra donna vicino a Roberto mi avesse fatto impazzire di gelosia.
Invece con Adele no.
Forse perché sono stata io a scegliere lei e ad imporla a lui. O forse perché io volevo così tanto lei che pur di averla ero disposta e lasciarle anche un po' di Roberto.

Sta di fatto che mi sentivo bene.

Passeggiando quella sera, io e Adele ci tenevamo le mani, congiunte dietro la schiena di Roby. E a dirla tutta mi divertivo a farle palpeggiare il culo di Roberto mente Adele sorrideva e mi faceva facce strane.

Quella notte quando andai a letto sentivo le lenzuola accarezzarmi la pelle.
Ero particolarmente sensibile e molto eccitata.
Chiudevo gli occhi e vedevo le scene della sera, prima con Adele e poi insieme con Roberto.

Che spettacolo.
Non ero mai stata così, una goduria piena, un insieme di emozioni e sensazioni che rendevano il mio corpo dilatato in ogni suo poro, pronto a raccogliere ogni sensazione, ogni movimento, ogni filo di aria che mi circondava per filtrarne il nettare pieno di sapori ed umori. Ed in tutto questo, per la prima volta in vita mia, mi sentivo padrona del mio corpo; il mio cervello raccoglieva le informazioni che provenivano dai miei sensi, le elaborava secondo il mio desiderio e le rilasciava al mio corpo per le più belle sensazioni che questo poteva regalarmi.

Mentre rivedevo le immagini scolpite nella mia mente, cominciai a toccarmi. Roberto era lì, vicino a me, assopito. Non ero sicura che stesse dormendo o se fosse ancora sveglio alla ricerca del sonno. Decisi di toccarmi ugualmente. In quel momento non avevo voglia di stancarmi a fare del sesso con lui. Avevo voglia di riprovare un po' di goduria ma in pieno relax.
E fare sesso comunque è impegnativo!

Quindi cominciai a toccarmi.

Ero a pancia sotto, mi infilai prima una mano sotto la pancia e poi anche l'altra. Se Roby fosse stato sveglio e mi avesse sentito…tanto meglio! Era ancora più eccitante! Anzi, speravo proprio fosse sveglio e mi sentisse. Magari poteva masturbarsi anche lui se la cosa lo eccitava o meglio ancora che mi lasciasse godere di me stessa e poi mi cacciasse all'ultimo secondo il suo grosso membro in bocca e venire dentro di me.

Il mio corpo cominciò ad avere un moto circolatorio e sussultorio. Ansimavo, piano ma ansimavo. Non volevo nascondermi, ero finalmente sicura di me stessa. Stavo cominciando a godere e sentii Roberto muoversi; continuai, senza aprire gli occhi e sentendomi ancora più eccitata. Non vedere quello che poteva fare mi elettrizzava ancora di più di quanto già lo fossi. Conosco bene Roby e sò che è un gran porco. Continuai fino a quando un onda di calore non invase il mio corpo, partendo dalla punta dei piedi fin sù, al mio cervello, con scosse di brivido continue.

Mentre tutto ciò accadeva mi sentii letteralmente inondare una natica di liquido caldo che poi lentamente scendeva verso il mio interno cosia.
Roberto sei grande! Pensai.
Si era veramente masturbato guardandomi nella penombra della camera ed al posto della mio bocca aveva scelto il mio fondoschiena come punto di raccolta del suo seme.
Ora lo sentivo,leggermente accasciato sulla mia schiena che ansimava tremolante poco dopo mi spalmava con l'estremità del suo membro il liquido seminale su tutta la mia chiappa.

Si ridistese al mio fianco e cominciò e leccarmi l'angolo della mia bocca. Io la aprii leggermente per fare entrare la sua succosa lingua ed assaporarmi il suo alito di sesso.
Poi mi sussurrò “bella goduta! Ti amo troietta!”. Si distese a pancia all'aria ed io allungai la mano sul suo membro a raccogliere ancora qualche impulso mentre lo sentivo,lentamente sgonfiarsi.

Che esperienza. Che vittoria.

Da oggi non mi sarei più nascosta a masturbarmi nei vari angoli della casa agli orari più impensabili con l'ansia che non ci fosse e non mi sentisse nessuno.

Da oggi l'avrei fatto comodamente nel mio letto, rilassata e senza paura. Roberto aveva inteso il messaggio al volo, ovvero mi tocco da sola perché voglio solo una coccola, non impegnativa, non stancante.
Una semplice coccola della buonanotte, come da adolescente ero abituata a farmi tutte le sere prima di addormentarmi.
Fare l'amore o fare sesso è un altra cosa; ci vuole impegno ed energia. Questa è e deve rimanere una semplice coccola.

E se Roberto mi sentirà quando me la farò, potrà godere di se stesso in mia compagnia, utilizzando anche il mio corpo se vuole, ma senza chiedermi niente.

Avevo fatto un altro grande passo in avanti; stavo veramente cambiando! Mi sentivo ogni giorno più sicura, decisa ed in armonia con me stessa.
E stavo crescendo insieme a Roberto che mi seguiva in modo discreto.

Dio quanto lo amo!

Sa starmi vicino senza essere invadente, sa capirmi, sa stimolarmi.

Mi ricordo ancora quando mi regalò il primo sex-toy che inizialmente usammo insieme e poi mi spinse ad usarlo da sola, alla ricerca della mia femminilità e sessualità.
Mi rendo conto di aver avuto una adolescenza sessualmente castrata. Saranno stati quei deficienti di ragazzi che mi sono frequentata, sarà stata la figura di mia madre e ciliegina quel coglione di primo marito che mi sono sposata!
Avevo poi ripreso un attimo in mano me stessa quando andai a vivere da sola ma forse ormai era troppo tardi.

O forse questo è quello che ho creduto fino a questo momento. Non è mai troppo tardi. Adele per me è stata la giusta miccia che probabilmente è arrivata al momento giusto, in un momento della mia vita dove con maturità posso affrontare le situazioni e gestirle.

Se Adele è la miccia Roby ? la miscela con i giusti ingredienti e, grazie al cielo, è mio marito!

Mi alzai leggermente e diedi a Roberto un lungo bacio.

“Ti amo!” Gli dissi. “Io di più!” Mi rispose con voce assonnata lui. Lo abbracciai e mi addormentai soddisfatta e felice.

Il giorno a venire era l'ultimo giorno per Adele e Davide.
Mi sentivo triste.
Non volevo che andassero via! Stavo vivendo un momento particolare della mia vita e non volevo che finisse così. Volevo e dovevo capire di più!
A pranzo parlai con Roby sulla possibilità di ospitare per ancora qualche giorno Adele a casa nostra.

Lui mi guardò serio e mi disse ” Sei sicura? È veramente quello che vuoi? Non voglio che questa cosa incida negativamente nel nostro rapporto… Va bene tutto ma.. Io ti amo e non voglio perderti!”.
Rimasi in silenzio, in cerca di risposte sincere. Poi alzai lo sguardo e risposi ” Roby, non so cosa mi stia succedendo ma credimi, ti giuro che per te non è cambiato nulla, ti amo forse ancor più di prima, tenuto presente che prima ti amavo da morire… Nulla può toccare l'amore che provo per te! E che questa cosa mi sta facendo capire ancora di più me stessa e ti giuro che se a te va bene, che non ti urta, tutto questo non ti porterà via niente…anzi…”
Non riesco a finire la frase che lui sorridendo mi dice ” anzi vuol dire che non devo stare li a guardare come un pirla, vero?”
“sei il solito porco!” Gli rispondo, alzandomi ed abbracciandolo!
“La chiamo subito per chiederglielo?”
“Chiama!” Mi rispose Roby con sguardo amoverovole.

Chiamai Adele e dovetti insistere mezz'ora per convincerla. Alla fine dopo due ore erano a casa nostra con i loro bagagli!
Di nuovo eccitata di gioia, prendemmo gli asciugamani ed andammo in spiaggia.
Wow, ancora qualche giorno insieme.
Quel pomeriggio mi sono gustata il suo corpo, guardandola mentre prendeva il sole, mentre giocava con i bimbi, mentre facevamo il bagno. E li non mancava occasione per toccarci. Volevo ancora usare quel corpo.

Mi dava sensazioni strane, piacevoli, bellissime. E lei mi faceva stare bene. Capivo che non mi ero innamorata, Adele mi faceva parlare, star bene ma amare è una cosa diversa. Mi ero affezionata ma una cosa era chiara nella mia mente. Non era amore, era amicizia e sesso. Amore era quello che provavo per Roby. E chiarito questo, mi sono immediatamente sentita benissimo, perfetta, pronta a riprendermi quel corpo e goderne delle sue forme e dei suoi profumi.

Ma stavolta anche con Roby.
Non volevo che lui fosse tagliato fuori, dove sono io c'è lui, ciò che mangio io mangia lui, ciò che scopo io scopa lui! E questo è amore!
Unico problema era sapere cosa ne pensava Adele!
Per tutta la vacanza abbiamo fatto apprezzamenti a tizia e a caio, scambiandoci furbesche occhiate quando vedevamo un bel culo di una ragazza o un generoso pacco di qualche ragazzo.

Nonché scambiandoci complimenti ed apprezzamenti sui nostri corpi.
Quindi, avevo ben capito che Adele non era lesbica ma si trovava in una fase dove la presenza di un uomo era ancora ingombrante per lei, per quello che aveva vissuto e provato; e certo non cercava una donna poiché non era lesbica. Forse anche se più aperta e disinibita di me in qualche modo aveva anche lei delle problematiche interiori da risolvere e forse io, come lei per me, ero lo strumento giusto per cominciare mettere in ordine qualcosa, per cominciare a tornare a sorridere al sesso ed a tutte le sue componentistiche, spirituali e fisiche che esso è in grado di regalarci.

Rientrati a casa subito di routine la doccia bimbi, doccia io insieme ad Adele e per ultimo, dopo aver preparato qualcosa di sfizioso alla griglia, doccia Roby.
Ovvio che nella doccia con Adele non potevano mancare palpatine e baci!
Cenetta e chiacchierata sulla politica con bicchierini di mirto come contorno!
Messi a nanna i ragazzi, io e Adele eravamo sul divanetto a criticare un giornale di moda senza farci mancare le coccole- massaggi, sia ai piedi, sia alla schiena e sul collo; Roby era entrato ormai in casa a trafficare con il pc per via di alcune mail di lavoro.

Pensavo ancora alla situazione che si era creata con Adele ed avevo qualche sassolino da sistemare prima che fosse tutto chiaro e trasparente. Dovevo in qualche modo dirgli che il mio non era amore, accertarmi che non lo fosse neanche per lei e poi la cosa più imbarazzante, capire come gestire Roberto. Non volevo escluderlo, piuttosto avrei rinunciato ad Adele. Nello stesso momento avevo comunque una gran voglia, voglia di lei di lei e me, di Roberto, di tutto.

Mi cominciava a surriscaldarsi il cervello.
Così, ad un certo punto, presi coraggio e cominciai a parlare con Adele dell'argomento.
Guardandola le dissi “ho voglia, voglia di te!”.
Lei mi guardo dolce e mi rispose “anch'io , tanta tanta!”
Aspettai un attimo e ripresi a parlarle “Sai, Roby si è offerto di dormire sul divano… Ma devo essere sincera…un po' mi dispiace. “
Il viso di Adele si fece serio.

Abbassò per un attimo lo sguardo e poi mi disse con voce pacata “Senti Giulia, io detesto gli uomini… E tu lo sai! Mi fanno schifo! Ma tendenzialmente anche le donne mi fanno schifo! Come te, anch'io mi ritrovo in questa situazione nuova e .. strana… Tu mi piaci molto, sei carina, particolarmente simpatica e mi stò affezionando a te alla velocità della luce..ma con questo non pensare che mi sia innamorata di te… Mi piaci e non so per quale strano motivo mi ecciti!
Sono anni che non ho rapporti sessuali con nessuno e tu mi sei piaciuta…non so neanche io perché…non sono mai stata prima con una donna…e neanche avevo mai pensato di farlo…cioè non veramente..cioè..”
La interruppi sorridendole e le risposi subito sollevata per quello che aveva appena detto “ma guarda che anche per me è così…”.

Un attimo di silenzio e poi un reciproco sorrisone!
Quelle parole erano la liberazione reciproca!
Niente sentimenti, se non pura stima ed amicizia.
Niente che pregiudicasse il nostro futuro sessuale pensando di esser d'un tratto diventate lesbiche.
Niente, solo un gioco, un apprezzamento fisico reciproco.
Un modo per crescere, in serenità reciproca.
Un ritorno alle origini, alla scoperta della propria sessualità, come delle bambine che capiscono che il loro corpo è in grado di regalare delle sensazioni meravigliose e che riescono ad unire il corpo e la mente e si uniscono sviluppando con giochi banali, come il dottore e la paziente, il loro istinto sessuale.

Forse entrambe queste esperienze non le avevamo avute alla giusta etá, trovandoci poi già cresciute e catapultate nel mondo sessuale; un mondo che ha cominciato qualcun altro a gestire per noi su di noi e non da noi per noi. Quindi una corsa per adattarci alle esigenze altrui trascurando le nostre, proprio perché le nostre non le conoscevamo. E non parlo di poter raggiungere semplicemente un orgasmo sotto la doccia o con il cuscino, parlo di avere un identità sessuale, una fantasia ed in qualche modo una partecipazione attiva.

Come esser in un tavolo con persone che discutono e ritrovarsi a non parlare o peggio non aver nulla da dire, quando invece rinchiusi nella propria camera di cose da dire c'è n'erano tante, tantissime. Adesso probabilmente stavamo cominciando a parlare anche noi a quel tavolo e potevamo liberamente dire la nostra e forse..avere anche ragione!

Ci fu un lungo abbraccio, forte e sincero.
Poco dopo lei, scostandosi e guardandomi negli occhi mi disse “Giulia, con Roby per me non ci sono problemi.. Se non li avete voi…senza offesa, sopratutto per Roby ma per me in questa occasione lui è solo un fallo di carne…” Poi la sua bocca fece un mezzo ghigno e continuò “si cioè, direi .. molto meglio di quello in silicone che uso di solito!”.

Scoppiai a ridere sia perché pensavo alla faccia che avrebbe potuto fare Roberto se avesse sentito questa cosa, lui permaloso com'è, poi perché pensai alla piccola collezione di giocattoli che avevo a casa ed a quante volte, mentre li usavo, speravo si tramutassero in calda carne profumata.
Adele, preoccupata di aver parlato male, per cercare di spiegarsi meglio subito aggiunse “non fraintendere, ti prego! Volevo dire che non mi dispiace come persona..cioè, non che provi un'attrazione particolare, cioè ..insomma.. È tuo marito e sò che vi amate e sono contenta, io non c'entro niente…Se devo pensare al sesso con te ed insieme condividiamo un gioco in più e che quel gioco è lui..beh…non mi dà nessun fastidio..se poi so che tu ci tieni…beh, insomma, in tutta verità anche a me non fà proprio schifo! E poi, ripeto, so che è tuo marito, e non mi chiede niente, nessun impegno, è pulito, discreto…e ce l'ha pure grosso…insomma…” Accennando ad un sorriso malizioso continuò “…insomma dai, ..per me va bene!”.

Il cuore mi si riempì di gioia!
L'abbracciai nuovamente. Mi sentivo eccitatissima, come se fossi una bambina golosa che, portata nella più grande pasticceria del mondo che esponeva interminabili banchi pieni di dolcetti, qualcuno le aveva appena detto di prenderne e mangiarne quanti ne avesse voluti senza che ognuno di quei dolcetti potesse farli male o ingrassare!
A quel punto le sussurrai nell'orecchio “io me la sento parecchio bagnata…e tu?”
Prontamente mi prese la mano e se la infilò sotto la gonnella fiorata.

Era senza mutande ed era bagnatissima anche lei!

Entrammo in casa, ci assicurammo che i ragazzi dormissero. Erano due angioletti cotti di stanchezza! Chiudemmo la porta per bene e poi mano nella mano andammo da Roby. Lui si girò guardandoci prima negli occhi e poi si soffermò sulle nostre mani congiunte. Io mi abbassai al suo orecchio e gli sussurrai “..noi andiamo di lá..se vuoi raggiungerci noi ne saremmo molto contente..” Lo baciai con la lingua e insieme ad Adele mi diressi verso la camera da letto.

Da uomo intelligente che è Roberto, non si precipitò immediatamente in camera. Ci lasciò un generoso lasso di tempo che io ed Adele sfruttammo al meglio, tra baci, leccate, carezze ed esplorazioni varie. Io mi sentivo travolta di eccitazione e passione.
Cominciammo sedendoci sul letto e con molta calma iniziammo a baciarci. Alternavamo lunghi baci con la lingua e molta saliva togliendoci reciprocamente qualche indumento. Sempre con calma e dolcezza.

Quando ci toglievamo qualcosa, lo facevamo a rallentatore, per gustarci quanto veniva nascosto dall'indumento. Poi la sensazione dei tessuti che scivolano lentamente sulla pelle danno una sensazione molto eccitante. Con molta passione poi affondavamo reciprocamente la nostra bocca sulla parte di corpo appena scoperta e lasciata nuda. Quando Adele mi tolse le mutandine, me le fece scivolare piano sulle gambe accompagnando con la sua bocca salivosa l'indumento sino a sfilarlo dai piedi. A quel punto mi prese la gamba e cominciò a leccarmi e succhiarmi ogni dito del piede, prima l'uno e poi l'altro, alternando con qualche piccolo morso che mi dava un impulso elettrico direttamente al mio cervello.

Poi risalì ancora piano, leccando accuratamente ogni millimetro quadrato della mia pelle, arrivando poi lateralmente alle mie labbra vaginali. Cominciai a risentire quel piacevole calore che mi invadeva il cervello. Ero in estasi. Raggiunsi l'orgasmo in un attimo. Ero troppo carica! Delicatamente Adele si distaccò leggermente e continuò la risalita verso la mia bocca passando dall'ombelico, da entrambi i seni soffermandosi non poco sui miei capezzoli che parevano degli interruttori che se toccati riaccendevano il desiderio sessuale e la voglia di godere ancora.

Arrivata alla mia bocca ci soffermammo per un succoso e saporito bacio. Poi la presi delicatamente e la feci sdraiare a pancia sotto. Cominciai dalla sua bellissima schiena, perfettamente inarcata da poter mettere in risalto le forme del suo perfetto sedere, sodo, atletico ma carnoso. Leccai le sue ascelle assaporando un profumo sapido e pieno. Scesi piano sino a quel magnifico culo che a quel punto cominciai a mordicchiare. Adele si mise un cuscino sotto la pancia in modo da mostrarsi ancor più verso il mio viso e divaricando le gambe, aiutarmi a poter infilare la mia lingua in mezzo a quelle carnose labbra del sesso.

Anche Adele non durò moltissimo ed in men che non si dica sentivo le forti contrazioni orgasmiche che risucchiavano la mia lingua dentro di lei.
Rimasi ancora li a gustarmi il suo profumo e quella splendida visione.
Ad un tratto, senza che neanche me ne accorgessi sentii la mano di Roberto accarezzarmi i capelli mentre ancora ero intenta nelle gambe di Adele. Alzai la testa e lui cominciò a baciarmi, prosciugando la mia bocca del succo di Adele.

Poi si diresse verso il viso di Adele e le diede un semplice bacio sulla bocca. Adele ricambiò e gli fece un grande sorriso. Poi Adele si girò e prese con la mano destra la sua testa e con la mano sinistra la mia accompagnandole entrambe verso il suo ventre. Io e Roby stavamo leccando insieme per la gioia di Adele. Quando Adele fu sazia, si alzò leggermente e mi prese per mano tirandomi vicino a se.

Cominciò a baciarmi in modo passionale mentre Roby si dedicava al mio bassoventre. Poi Roby si eresse per penetrarmi e Adele scese con il viso giù a condurre il gioco con le sue mani. Mi penetrava a ritmo che diceva lei alternando a piacere di Roberto qualche succhiata al suo membro. E quando poi riprendeva la penetrazione lei dolcemente accompagnava la sua lingua con movimenti circolari sul mio clitoride. Esplosi poco dopo in un orgasmo mai provato prima.

Mi si contrassero i muscoli addominali così forte che mi pareva di aver dei crampi. Delicatamente Roby uscì da me senza venire mentre Adele si distendeva sopra il mio corpo. Vidi Roby che cominciava a penetrare Adele. Sentivo i colpi che penetravano Adele e nel sussulto sentivo rimbalzare i generosi testicoli di Roby che sbattevano ritmicamente sul mio sesso, facendomi ancora sussultare data l'estrema sensibilità lasciata dall'orgasmo appena sfogato. Il tutto mentre Adele appoggiava delicatamente il suo viso sopra la mia guancia e la sua bocca sul mio orecchio, facendomi sentire ogni minimo sussulto di respiro, un respiro sempre più affannoso e sempre più profondo finché non la sentii gemere per l'orgasmo che stava invadendo il suo corpo.

Roby era stato bravissimo ed era riuscito a non venire ancora. Aspettai che Adele si godesse appieno questo momento tenendola stretta a me mentre le accarezzavo i capelli.
Dopo tutti quegli anni finalmente un membro maschile! In carne e ..pelle!
Quando poi lei alzo la testa, ci baciammo intensamente. Poi di nuovo con la testa sollevata mi guardò con quel l'occhio di intesa per farmi capire che ora dovevamo sistemare Roby per le feste!
Ci alzammo e lo prendemmo buttandolo a schiena sul letto.

Io da un fianco e Adele dall'altro cominciammo a leccargli il membro mentre lui con le mani continuava a giocare con le nostre fighe bagnatissime. Esplose anche lui con un getto che io ed Adele condividemmo fino all'ultima goccia. Stremate ci appoggiammo al petto di Roberto guardandoci soddisfatte negli occhi. Era stata un esperienza fantastica. Sorridemmo a Roby che ancora stava cercando di regolarizzare il respiro ed io gli dissi “Senta capo, come siamo andate? È stato tutto di suo gradimento?” E Roby prontamente rispose “è troppo presto per esprimere un giudizio.

C'è ancora molto lavoro da fare prima!”. “Che stronzo!” Dissi sogghignando guardando Adele che subito replicò con un accenno di sorriso “perdonami socia ma credo che questa volta abbia ragione il capo!”.
Fecimo tutti una soffocata risata e poi nel massimo rilassamento, sfiniti, ci distendemmo tutte e tre abbracciati nel lettone.

I seguenti giorni furono stupendi.
Estremamente rilassate io e Adele facevamo le mamme, di giorno e le geishe la notte.

Quando cominciavamo a chiamare Roberto con il titolo di “capo” voleva dire che stava shittando il momento porco! Meno male che la presenza dei ragazzi ci dava un freno altrimenti penso che avremmo passato quei giorni chiusi dentro tra camera e frigorifero per mangiare.

Purtroppo era arrivato il momento di tornare a casa.
Cercammo con contegno di lasciarci con la promessa di rivederci entro la settimana seguente. Certo che poi arrivati a casa sarebbe diventato tutto più complicato ma decidemmo che ci avremmo pensato.

Alla fine era importante anche solo poterci vedere!

Ripresa la quotidianità, tutto tornò come prima. O meglio, quasi tutto.
Io sono letteralmente cambiata. Sono molto più sicura, decisa, determinata e meno pasticciona. Con Roberto va tutto alla grande, anche grazie al mio miglioramento sia di sicurezza psicologica sia fisica. Facciamo sesso regolarmente con grande soddisfazione e quando invece sono stanca mi masturbo tranquillamente a letto con Roberto. A volte partecipa a volte dorme veramente!
Son passati nove mesi da quella vacanza.

Con Adele ci sentiamo telefonicamente tutti i giorni.
Ci vediamo almeno una volta la settimana per fare shopping, bere il caffè o pranzare insieme. Le nostre abitazioni distano circa trenta minuti di macchina e quindi è facile trovarsi a metà strada.
Quando ci vediamo da sole siamo due amiche modello, niente sesso niente baci. Ci guardiamo sempre con attenzione e con eccitazione ma tutto si deve fermare li.
Roberto ha preso un piccolo appartamento in affitto in un paese che si trova equidistante tra noi.

Una volta ogni quindici giorni sistemiamo i rispettivi pargoli dai nonni e ci troviamo tutti e tre, io Adele e Roberto. In genere ceniamo in qualche ristorantino, ci godiamo la serata e poi ci rifugiamo in quella che abbiamo chiamato la “cuccia del piacere”.
Il modo di fare sesso tra di noi si è leggermente evoluto; ora abbiamo degli accessori, nulla di estremo, tipo dei frustini, manette di cuoio bende per il viso e qualche giocattolo.

Chi si è comportato male nel precedente periodo subisce poi una piccola punizione! A volte entrambe a volte l'una o l'altra! Nella cenetta che svolgiamo prima, infatti, alla fine ognuna di noi due deve raccontare gli episodi che a loro avviso sono reputati dei brutti comportamenti, tipo esser arrivata tardi al lavoro, aver guardato il pacco di qualche uomo, essersi toccata di nascosto o sciocchezze simili. Insomma un modo piacevole per aprire la fantasia e lo spirito di quello che potrà accadere dopo nella cuccia del piacere, il tutto a discrezione del “capo” che per l'occasione si mette maschera e maglia di pelle nera!
A volte invece improvvisiamo dei veri teatrini, sempre con il solito preambolo a cena che poi si trasforma in spettacolo nel nostro rifugio.

Abbiamo fatto anche la paziente con il dottore e l'infermiera, il professore e le alunne, insomma aperti ad ogni fantasia.
Un gioco sessuale in continua evoluzione con il solo spirito di divertirsi e provare un po' di piacere; un anti stress collettivo tra persone che si vogliono bene, una condivisione di amore e amicizia.

Questa sera abbiamo giocato come tre bambini, con entusiasmo, serenità e appagamento. È bellissimo. Ora non vedo l'ora delle prossima vacanze estive che stiamo sognando e programmando da quando siamo ritornati l'ultima volta.

Non so quanto questa cosa potrà andare avanti ma non voglio neanche preoccuparmene. La cosa più importante è che ho trovato completamente me stessa.

Mi chiamo Giulia, ho 33 anni e sono stramaledettamente felice ed appagata.

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