Una studentessa

Una studentessa che voleva studiare Quando ci siamo incontrati per caso a casa di un’amica, non immaginavo che Valentina potesse diventare una potenziale trombamica. In effetti, mi sembrava una tipa particolarmente timida, ma sicuramente simpatica, e quando abbiamo cominciato a parlare insieme, ho scoperto quanto fosse amante della trasgressione: allegra e piena di spirito, Valentina mi ha subito convinto per il suo modo di sorridere con piacere a tutte le cose, anche quelle meno piacevoli, della vita quotidiana.

Studentessa di informatica al secondo anno e dallo spirito festoso, la ragazza mi ha conquistato con la sua capacità di raccontarmi storie affascinanti: e dopo essersi accorta del mio modo di porsi nei suoi confronti, scherzosamente, mi ha detto “dai, vedo che ti ho ipnotizzato: adesso ci provo anche con te…” mentre Francesca ci guardava divertita, come se fosse coinvolta in un talk show di persone alla ricerca di nuove occasioni di interazione e di piacevoli trasgressioni.

Quindi mentre sorseggiavamo un paio di drink insieme, scherzando del più e del meno, a un certo punto Vale se ne esordì dicendo “ma tu come ce l’hai?”. Sulle prime, sia Francesca sia io, non capimmo il senso della frase, ma poi, quasi strozzandoci mentre sorseggiavamo il nostro drink, ridendo, le dissi “beh, grosso e con una bella cappella viola: lo vorresti vedere?”, mentre Valentina rispose di nuovo “beh’, fammelo vede’, fammelo tocca’…” rispose lei mentre sghignazzava.

∞Una passione incredibile per il mio cazzoFrancesca era abbastanza stupita dalla situazione, e infatti disse “ma dai, smettila Vale!” ma quando poi vide la sua mano muoversi sui miei pantaloni, accarezzarmi il cazzo da sopra, e poi, infilarsi e andare a frugare nelle mie mutande, si rese conto che non scherzava. “Vale, non vorrai mica…” e lei rispose “sì Frenci, facciamolo a tre, qui a casa tua, sai che figata???” e io in effetti mi illuminai di fronte alla sua proposta hot “cazzo, l’idea mi alletta: due gnocche come voi…tutte per me!”Ma Francesca smorzò subito gli entusiasmi “ma state scherzando? Sesso a tre a casa mia?!” ma poi, vedendo che Vale mi sbottonò i pantaloni e abbassò i boxer, ciucciandomelo in punta, un po’ si eccitò “certo che sei proprio una troia, Vale: gli fai un pompino davanti a me?” disse Frenci, che ormai era abbastanza eccitata e scandalizzata “dai, fai la troia a casa mia?? Ma smettila di ciucciargli quel cazzo, dai Vale, ripigliati un po’, che troia sei???”Più Frenci la sgridava e più Vale affondava le sue labbra e la sua bocca sul mio cazzo, ingoiandoselo tutto a un certo punto, facendomi pure godere con quelle sue ciucciate golose.

Io godevo e ansimavo, mentre Frenci di tanto in tanto mi tirava anche qualche pacca sulle cosce, dicendomi “ma quanto ti fa godere con quella bocca? Mai ti piace farti spompinare così davanti a me?” e io le dissi “Frenci, mi piacerebbe sentire anche com’è la tua bocca, sai, due is meglio che one!!”A quel punto, di fronte a noi completamente partiti, Frenci ci disse “siete proprio dei porci, va’ che amici porci che ho!” mentre Vale mi spompinava e si apprestava a farmi venire: poi si levò il cazzo di bocca e disse “dai, vienimi in bocca, dai, vienimi sulle labbra, lo so che ti piace porco!” e io le dissi “mmmm, Vale, che bello, ti sborro in bocca” ma a quel punto intervenìFrenci, dicendomi “ahh, se è così, una bella spompinata te la voglio dare pure io, dai, fammelo prendere un po’ in bocca!”E quindi pure Frenci mi ciucciò la cappella, bella gonfia e ormai pronta a sbrodare, ma Vale la rimproverò “uè, non ero io la troia che ciucciava i cazzi a sproposito?! Adesso piace pure a te la cappella, eh?! Meglio se bella bagnata???” ma Frenci non rispose, continuando a spompinarmi, ingoiandosi la cappella e segandomi, facendomi eccitare, perché ormai ero pronto a sborrare e, alle prime spinte, mi lasciai letteralmente andare a voce alta e respirando affannosamente.

“Ahhhsiii, vengoo, dai, Frenci, ciuccia, ciucciaaaaa, ahhhh, si ,siiii, ohhhhhhhh, ohhhhhhhhhhhhhh, caaaaaaaaaaazzzzooooooooo, ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” le dissi, mentre sborravo e lei, come un aspirapolvere, mi risucchiava la cappella per non farsi sfuggire nemmeno una goccia di sborra. Vale era lì che guardava, e diceva “certo che sei una troia, volevo farmi sborrare io in bocca, ma daii!!!” e io le dissi “non ti preoccupare, Vale, adesso te lo puoi prendere in culo e in figa, bello scarico”E lei disse “mmmm, allora lo vorrei proprio in culo, mi piace l’idea, dai, ma quanto resisti?” e io le dissi “se ce l’hai stretto, non credo più di un minuto, sono troppo eccitato per resistere oltre” e lei disse “dai, vada per il minuto esplosivo di anale, lo voglio” e quindi mi arraffò il cazzo alla base con la sua mano, e poi, si calò sopra di me, infilandoselo in quel bel culetto, con un contatto che fu magnifico sin dai primi istanti “ahhhhhhsiiiii in culo, tutto in culo, dai, lo voglio tutto” disse Vale.

Poi si lasciò andare e cominciò a cavalcare bene “ohhhsiii, in culo, nel mio culo, daiiiii, lo voglio tutto in culooooooo” mentre godeva e strillava, io mi lasciavo fare da lei, perché lo spettacolo era davvero divino. Poi Frenci le se avvicinò e la baciò: le guardi eccitatò, mentre Vale mi scopava, e mi accorsi che Frenci le passò un po’ della mia sborra: e giocarono a contendersela mentre il culo di Vale mi fotteva divinamente e io mi preparavo ormai a venire di nuovo.

“ohhhsiii, Vale, dai, dai, scopami, ohhhhh, siii, veeengoo, in culo, che belllooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhsiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” gridai mentre il mio cazzo svuotava per la seconda volta i miei coglioni pieni di crema iper-proteica…per il suo viso e la sua pelle……amo alla follia questa donna, vorrei coltivarla come il fiore più delicato del mio giardino. …Sesso senza decenzaCon il cervello avvolto da migliaia di pensieri, immagino di essere al centro di un’enorme nuvola di fumo densa e biancastra, stanco dopo una notte di bagordi e una dura settimana di lavoro.

Resto fermo, immobile a pensare, sorrido e mi incupisco come il tempo che fuori muta in continuazione. Ricordo quando, da adolescente, mi divertivo a sfogliare i giornali alla ricerca dei sesso, leggevo gli annunci delle squillo pubblicati sul quotidiano, e mi appassionavo a tutte quelle storie o racconti che avevano a che fare con quel non so che di piccante. Mi viene in mente in particolare una rubrica contenuta nel settimanale “cronaca vera” una rubrica totalmente dedicata alle domande più strampalate dei lettori sulla sessualità, fra dubbi, rivelazioni anonime, e confessioni hot, rigorosamente rivolte al sessuologo di turno.

In particolare mi colpirono le parole di una donna che ammetteva di avere fantasie “i****tuose” nei confronti del proprio pargolo appena 18enne. La cosa che più mi fece stupire di questa storia è stata la mia vistosa erezione dopo aver quelle poche righe. Ho pensato spesso ai pro e ai contro nei confronti di queste fantasie in famiglia, e puntualizzando, non appartenenti alla mia di famiglia, e ho cambiato mille volte idea. E’ sicuramente un’immagine forte che lascia vuoti e dubbi, e devo dire sono in molti a definire questa pratica come “roba per persone malate”.

Entro quindi su internet alla ricerca di informazioni riguardanti “il Complesso di Edipo” che si basa sul mito greco di Edipo, che uccide suo padre, Laio, e sposa sua madre Giocasta. Nella concezione classica freudiana indica un insieme di desideri amorosi ambivalenti che il bambino prova nei confronti delle figure genitoriali. Si tratta di un atteggiamento di desiderio di morte e sostituzione nei confronti del genitore dello stesso sesso e di desiderio di possesso esclusivo nei confronti del genitore di sesso opposto.

L’istinto è il tabù più comune in tutti i gruppi umani, e quindi contestualizzata dalla religione e dalla cultura. Sono ritornato a fantasticare su ciò che sia più o meno proibito, moralmente corretto, l’istinto spaventa, è un tabù che, se c’è va tenuto nascosto, è una violazione della propria identità oggettivamente del colore sporco dell’errore sopratutto se è violenza. Questo è solo che un racconto che mi ha lasciato interdetto, in un misto di eccitazione e peccato.

“…Fu proprio un lunedì mattina, al ritorno da una di queste nostre brevi assenze, che ripulendo la casa da quel gran disordine lasciato da mio figlio e dai suoi amici, che trovai nelle vicinanze del videoregistratore una videocassetta con su scritto “privato”. Giovanni, il nostro ragazzo, aveva ormai diciotto anni, e data anche l’età, intuii che quella cassetta, evidentemente dimenticata lì, contenesse delle riprese private dai ragazzi nel corso delle loro festicciole. La curiosità mi portò ad infilare la cassetta nel videoregistratore.

Mi dovetti sedere sul divano, dato che le scene che scorrevano sullo schermo, riportavano quello che mio figlio e i suoi amici avevano fatto nella notte precedente il nostro ritorno. Vidi così i suoi amici che, forse in preda all’ alcol, giocavano a misurarsi l’ uccello e, forse col tentativo di superare quello degli altri, facevano su e giù nella più grande delle seghe collettive. Mio figlio, Giovanni, non era da meno, e fra lo sventolio per aria di quei membri eretti, il suo pareva uno dei più grandi.

Ero scioccata, e tutti quei ragazzi nudi e i loro membri eretti, avevano provocato in me una strana sensazione. Tanto che rimisi daccapo il nastro nel videoregistratore e iniziai a toccarmi pensando di essere in mezzo a loro, nuda anch’ io a godere di tutti quei membri che agitati in quel gioco strano, iniziavano a schizzare in aria il loro seme. Mi soffermavo ad osservare appassionata tutta quella forza della natura, scrutando ogni singolo membro e immaginando quei ragazzi sopra di me.

E sopra di me anche mio figlio. Venni come una ragazzina, e fu necessario un altro orgasmo a quietare le mie voglie. Quando Giovanni tornò a casa gli chiesi come era andata durante la nostra assenza, e lui rispose con un’ alzata di spalle. Il suo sguardo cadde sulla cassetta poggiata al bordo del videoregistratore … e arrossì. Non potei fare altro che alzarmi e stampargli un grosso bacio sulla guancia. Arrossì di nuovo.

Pur senza parlare aveva capito che avevo visto…. I giorni a seguire mi resi conto che era diventato più sfacciato, girava per casa in boxer, cosa che faceva abitualmente, ma qualche volta faceva anche affacciare il suo “arnese” al bordo delle mutande, con fare distratto. Da parte mia, anch’ io avevo preso ad essere più spregiudicata, non indossando il reggiseno e qualche volta “dimenticando” perfino di indossare sotto la vestaglia le mutandine. E puntualmente non potevo non sentirmi addosso gli occhi di Giovanni che cercavano sempre di scrutare di più.

Questo gioco, innocente fino ad allora, andò avanti per qualche settimana. Fino al giorno che, a causa di importanti lavori di ristrutturazione all’ interno del nostro appartamento, lavori che impegnavano diversi vani ed anche la camera di Giovanni, fummo costretti a dormire nello stesso letto. Io e Giovanni, da soli. Mio marito, fuori per lavoro, sarebbe tornato soltanto alcuni giorni più tardi. Dopo aver visto i programmi televisivi, seduti sul divano una vicina all’ altro, vestiti (o parzialmente svestiti) con le sole mutande e magliettina indosso, decidemmo di andare a letto.

Approfittando del fatto che Giovanni si era recato in bagno, mi misi sotto il lenzuolo dopo aver indossato una leggera camicia da notte senza nient’altro addosso. Attesi il ritorno di mio figlio dal bagno e non potei non osservare che il suo membro doveva essere eretto, vista la precisa sagoma che premeva sulle sue mutande. Gli augurai la buona notte e mi girai dall’ altro lato. Sentii mio figlio che si adagiava quasi al mio fianco e lo sentii girarsi dall’ altro lato anche lui.

Mi svegliai nella notte e mi accorsi che la vestaglia si era arrotolata quasi tutta fin sopra l’altezza della pancia, lasciandomi scoperto il sedere, segno evidentemente che il continuo rigirarmi nel letto mi aveva quasi interamente spogliata. Anche mio figlio si girava e rigirava nel letto, forse a causa, pensavo, della cena tutt’ altro che leggera consumata la sera prima. Sentivo il respiro di mio figlio farsi leggermente più pesante, e subito dopo avvertii qualcosa premermi sulle natiche.

Finsi di continuare a dormire. Non potevo credere che ciò che premeva fosse il suo membro. Ma dovetti ricredermi; anche lui era nudo e cercava di poggiarsi intimamente a me. Sentivo che il suo membro doveva essere bello eretto e cercava il solco della mia intimità. Sospirai e lui stette fermo, quasi ad accertarsi che io dormissi, finché riprese nuovamente a farsi sempre più vicino e il suo arnese a premere sul mio buchetto… finché non riuscì a trattenersi e venne, bagnandomi il sedere e l’interno delle cosce.

Lo sentii respirare affannosamente, stette un attimo fermo, si scoprì e lo vidi andare in bagno. Ero eccitatissima, allungai la mano a toccare il mio corpo lì dove mio figlio mi aveva bagnata. Toccai il suo seme, lo raccolsi più volte col dito e me lo portai alla bocca. Aveva un sapore bellissimo. Continuai a giocare con quel che rimaneva del suo seme sul mio sedere, e ne spinsi un po’ nella mia figa bagnatissima.

Lo sentii tornare e fingendo di dormire, mi girai verso di lui ad osservare con gli occhi socchiusi quella meraviglia che pochi attimi prima egli aveva poggiato su di me. Mi rigirai dandogli le spalle. Le mie voglie erano inappagate ed il pensiero di averlo ancora dietro di me, ancora nudo, mi rendevano folle. Lo sentii riavvicinarsi a me, e capii che se ci avesse riprovato, non sarei più stata capace di resistergli. Sentii nuovamente il suo membro, nuovamente eretto e duro, che percorreva la stessa via di prima, poggiandosi su una natica e spingendosi verso l’interno delle mie cosce.

Istintivamente inarcai la schiena, rendendogli più facile il tentativo. Infatti lo sentii avvicinarsi di più, poggiarsi ben bene a me, facendo scivolare lungo il mio culo il suo uccello e finendo col premere sulla mia figa bagnata. Tanto bagnata che non gli fu difficile scivolarmi dentro. Lo sentii stantuffarmi dentro, mi sentivo piena come non mai. Iniziai a muovermi anch’io, senza ritegno alcuno, facendolo entrare sempre più in fondo… fino a venire insieme in un orgasmo senza fine, consentendogli di allagarmi dentro con il tutto il suo seme… …avrei sempre adorato il suo attrezzo…mi piaceva il profumo ed il suo sperma era per me il mettare più prezioso.

Il battesimo della pioggiaEro a Firenze da poco ed il mio ragazzo, Claudio, una sera mi disse che eravamo stati invitati ad una festicciola intima. La sera ci recammo sulle colline fiesolane ove fummo accolti con grande cordialità dal padrone di casa che era un conoscente di Claudio. Non tardammo molto a capire che avevamo equivocato sul significato della parola “intima” che non significava un meeting fra pochi, ma un meeting fra una ventina di persone che agivano molto intimamente.

Con una rapida occhiata fra me e Claudio decidemmo di far buon viso a cattivo gioco e rimanemmo. Nell'ampio salone vi era un lungo tavolo imbandito con rustici, ma tutti bighellonavano sul terrazzo coperta da un pergolato superbo. Vi erano vari gruppetti ed io mi sentivo spaesata, ma avendo visto Claudio con un giovane con cui parlava mi avvicinai. I discorsi erano seriosi e quasi non si accorsero di me. Ma improvvisamente sentii una mano che si infilava sotto il mio gonnellino e placidamente mi pastricciava le natiche.

Guardai Claudio sgomenta e vidi che lui seguiva con lo sguardo alquanto sorpreso il braccio del suo conoscente che “razzolava” fra le mie natiche! Ad un certo momento della serata proposero di andare a vedere il magnifico cavallo che il padrone di casa aveva acquistato da poco. Era un morello imponente alto forse due metri. Elisa, una superba rossa-tiziano con due tette bellissime a pera, disse improvvisamente… io me lo farei sto cavallo!Fu subito un urlo di urrà e lei si spogliò completamente mettendo a nudo un corpo da statua greca.

Misero il cavallo in un piccolo box, posero una tavola sotto la sua pancia ed Elisa tranquillamente si stese sulla tavola a cosce larghe. Gli spettatori erano molto perplessi e sicuramente pensavano che tutto sarebbe finito con quella esibizione e qualche “massaggio” all'attrezzo (enorme) del cavallo. Elisa invece afferrò con ambedue le mani l'enorme membro dell'a****le e cominciò a puntarlo verso la sua fessura. Il silenzio era assoluto, mentre suo marito le carezzava il viso per tranquillizzarla.

Pian piano lei fece penetrare il coso del cavallo nella sua fica e comincio' a muoversi per farsi chiavare dalla bestia. Tutti erano estasiati ed increduli dal momento che non pensavano dicesse sul serio e non credevano fosse arrivata al punto della penetrazione totale. Lei con ambo le mani abbrancava sempre il membro del cavallo e poneva… un limite alla penetrazione per non venire squarciata. La chiavata duro' quasi quindici minuti ed a giudicare dai gridolini di Elisa e dall'espressione “persa” dei suoi occhi fu molto gradita.

Qualcuno grido'”attenzione il cavallo sta per sborrare!” … appena in tempo a far uscire il coso del cavallo dalla fica di Elsa che la bestia riverso' una enorme sborrata sulla pancia, sulle mammelle e sul viso di Elisa. Scoppio' un grande applauso! Elisa, distrutta dal piacere, fu accompagnata dalle altre donne alla doccia per essere ripulita. Io ero rimasta terrorizzata da cio' che avevo appena visto, ma affascinata e sentivo la fichetta che tirava maledettamente…!Al rientro le signore mi guardavano con sospetto e distaccate sia per non aver partecipato al festino e sia per non essere andata con loro alle docce.

Io per rivalutarmi mentii dicendo “avete mai fatto la pioggia dorata? io si e vi assicuro che e' deliziosa”, le donne si guardarono in faccia ed una stronzetta mora e tutta pepe disse “allora che aspettiamo a farle il battesimo dell'acqua?”Mi sono sentita morire… ma capii che avevo poco da obiettare visto l'entusiasmo con cui venne accettata la sua proposta!Immediatamente si riunirono intorno a me sia gli uomini che le donne, mi fecero acquattare in terra mentre i maschi sfoderavano il loro arnese e le donne tirarono giù gli slip minuscoli e… cominciarono ad irrorarmi con una cashita di piscio sul viso, sui capelli, sui vestiti.

All'inizio ne ebbi una sensazione di fastidio ma quel liquido caldo ed odoroso che mi si versava ovunque, sul volto, in bocca, sul collo per poi colare fra le mammelle, che colava a fontanella dai capezzoli fino a raggiungere il ventre ed insinuarsi fra le cosce (che intanto avevo ben allargato) per poi andarsi a cacciare imperioso nella mia fessura e scolare lungo il solco delle natiche, mi diede un gran piacere fisico. Cominciai timidamente a tirare fuori la lingua ed a levarmi la leggera camicetta ormai inzuppata.

Non vi nascondo che ebbi nel frattempo un paio di orgasmi e loro se ne accorsero e mi incitavano con parole oscene qualcuna, non so chi mi mise una mano fra le cosce e gridò”ha anche goduto la porcellonaaaa…..”!Finita la pioggia mi accompagnarono alla doccia per ripulirmi. Qui capii l'entusiasmo nell'accompagnare prima Elisa ed adesso me!Tutte mi leccarono su tutto il corpo per ripulirmi e qualcuna si intrufolo' fra le cosce per lavarmi per benino anche dentro la fica.

Ho goduto come non mai! ad un certo punto intravidi la moretta sextenata e volli vendicarmi dicendole “vieni cara, ho un regalino tutto per te”, la feci mettere seduta avanti a me fra le mie cosce, le feci aprire la bocca, io mi allargai con le dita le grandi labbra e le feci una abbondantissima pisciata in bocca. Lei non si scompose e bevve avidamente tutto e quando qualche rivolo colava via dalle sue labbra, lo raccoglieva con le mani e lo riportava alla bocca, ma le riusciva raramente perché mille lingue erano pronte a raccattare il mio prezioso nettare.

Dopo quella sera ne io ne' Claudio, ormai mio marito, abbiamo avuto più dubbi sul significato della parola “intima” e per non dimenticare il significato appreso cosi' brutalmente, abbiamo continuato a frequentare il gruppo per molto tempo. Ma adesso anche io ero alla pari con le altre ragazze della tribù……….. ero una di loro!Il battesimo della pioggiaEro a Firenze da poco ed il mio ragazzo, Claudio, una sera mi disse che eravamo stati invitati ad una festicciola intima.

La sera ci recammo sulle colline fiesolane ove fummo accolti con grande cordialità dal padrone di casa che era un conoscente di Claudio. Non tardammo molto a capire che avevamo equivocato sul significato della parola “intima” che non significava un meeting fra pochi, ma un meeting fra una ventina di persone che agivano molto intimamente. Con una rapida occhiata fra me e Claudio decidemmo di far buon viso a cattivo gioco e rimanemmo. Nell'ampio salone vi era un lungo tavolo imbandito con rustici, ma tutti bighellonavano sul terrazzo coperta da un pergolato superbo.

Vi erano vari gruppetti ed io mi sentivo spaesata, ma avendo visto Claudio con un giovane con cui parlava mi avvicinai. I discorsi erano seriosi e quasi non si accorsero di me. Ma improvvisamente sentii una mano che si infilava sotto il mio gonnellino e placidamente mi pastricciava le natiche. Guardai Claudio sgomenta e vidi che lui seguiva con lo sguardo alquanto sorpreso il braccio del suo conoscente che “razzolava” fra le mie natiche! Ad un certo momento della serata proposero di andare a vedere il magnifico cavallo che il padrone di casa aveva acquistato da poco.

Era un morello imponente alto forse due metri. Elisa, una superba rosso-tiziano con due tette bellissime a pera, disse improvvisamente… io me lo farei sto cavallo!Fu subito un urlo di urrà e lei si spogliò completamente mettendo a nudo un corpo da statua greca. Misero il cavallo in un piccolo box, posero una tavola sotto la sua pancia ed Elisa tranquillamente si stese sulla tavola a cosce larghe. Gli spettatori erano molto perplessi e sicuramente pensavano che tutto sarebbe finito con quella esibizione e qualche “massaggio” all'attrezzo (enorme) del cavallo.

Elisa invece afferrò con ambedue le mani l'enorme membro dell'a****le e cominciò a puntarlo verso la sua fessura. Il silenzio era assoluto, mentre suo marito le carezzava il viso per tranquillizzarla. Pian piano lei fece penetrare il coso del cavallo nella sua fica e comincio' a muoversi per farsi chiavare dalla bestia. Tutti erano estasiati ed increduli dal momento che non pensavano dicesse sul serio e non credevano fosse arrivata al punto della penetrazione totale.

Lei con ambo le mani abbrancava sempre il membro del cavallo e poneva… un limite alla penetrazione per non venire squarciata. La chiavata duro' quasi quindici minuti ed a giudicare dai gridolini di Elisa e dall'espressione “persa” dei suoi occhi fu molto gradita. Qualcuno grido'”attenzione il cavallo sta per sborrare!” … appena in tempo a far uscire il coso del cavallo dalla fica di Elsa che la bestia riverso' una enorme sborrata sulla pancia, sulle mammelle e sul viso di Elisa.

Scoppio' un grande applauso! Elisa, distrutta dal piacere, fu accompagnata dalle altre donne alla doccia per essere ripulita. Io ero rimasta terrorizzata da cio' che avevo appena visto, ma affascinata e sentivo la fichetta che tirava maledettamente…!Al rientro le signore mi guardavano con sospetto e distaccate sia per non aver partecipato al festino e sia per non essere andata con loro alle docce. Io per rivalutarmi mentii dicendo “avete mai fatto la pioggia dorata? io si e vi assicuro che e' deliziosa”, le donne si guardarono in faccia ed una stronzetta mora e tutta pepe disse “allora che aspettiamo a farle il battesimo dell'acqua?”Mi sono sentita morire… ma capii che avevo poco da obiettare visto l'entusiasmo con cui venne accettata la sua proposta!Immediatamente si riunirono intorno a me sia gli uomini che le donne, mi fecero acquattare in terra mentre i maschi sfoderavano il loro arnese e le donne tirarono giu' gli slippini minuscoli e… cominciarono ad irrorarmi con una cashita di piscio sul viso, sui capelli, sui vestiti.

All'inizio ne ebbi una sensazione di fastidio ma quel liquido caldo ed odoroso che mi si versava ovunque, sul volto, in bocca, sul collo per poi colare fra le mammelle, che colava a fontanella dai capezzoli fino a raggiungere il ventre ed insinuarsi fra le cosce (che intanto avevo ben allargato) per poi andarsi a cacciare imperioso nella mia fessura e scolare lungo il solco delle natiche, mi diede un gran piacere fisico. Cominciai timidamente a tirare fuori la lingua ed a levarmi la leggera camicetta ormai inzuppata.

Non vi nascondo che ebbi nel frattempo un paio di orgasmi e loro se ne accorsero e mi incitavano con parole oscene qualcuna, non so chi mi mise una mano fra le cosce e grido'”ha anche goduto la porcellonaaaa”!Finita la pioggia mi accompagnarono alla doccia per ripulirmi. Qui capii l'entusiasmo nell'accompagnare prima Elisa ed adesso me!Tutte mi leccarono su tutto il corpo per ripulirmi e qualcuna si intrufolo' fra le cosce per lavarmi per benino anche dentro la fica.

Ho goduto come non mai! ad un certo punto intravidi la moretta sextenata e volli vendicarmi dicendole “vieni cara, ho un regalino tutto per te”, la feci mettere seduta avanti a me fra le mie cosce, le feci aprire la bocca, io mi allargai con le dita le grandi labbra e le feci una abbondantissima pisciata in bocca. Lei non si scompose e bevve avidamente tutto e quando qualche rivolo colava via dalle sue labbra, lo raccoglieva con le mani e lo riportava alla bocca, ma le riusciva raramente perche' mille lingue erano pronte a raccattare il mio prezioso nettare.

Dopo quella sera ne io ne' Claudio, ormai mio marito, abbiamo avuto piu' dubbi sul significato della parola “intima” e per non dimenticare il significato appreso cosi' brutalmente, abbiamo continuato a frequentare il gruppo per molto tempo. Ma adesso anche io ero alla pari con le altre ragazze della tribu' ero una di loro!Fino a succhiarti l’animaDovresti camminare per strada con un ramo di quercia nel culo e poi incontrare tre balordi neri che dopo averti sgarrato tutti i buchi fino a farti sanguinare, dopo aver bevuto il tuo sangue ed averti lasciata coperta dei loro morsi e dei loro graffi, come belve fameliche, riprendano a scoparti, fino a succhiarti l’anima.

Ti hanno lasciato sicuramente qualche profilattico nella fessa, distratti questi neri che sono abituati ad incularsi le scimmie. Ma tu dimentichi che sei stata la loro scimmia, il loro a****le schifoso. Appena uscita dal supermercato questi tre bingo bongo ti stavano seguendo. Si sono offerti, gentili, per posare le buste della spesa nel vano portabagagli della tua scassata station wagon mentre uno, rapidamente, ti ha preso le chiavi si è messo alla guida e gli altri due ti hanno dato un calcio in culo e ti hanno spinta dentro.

Uno dei tre ha preso una sua mutanda sporca e te l’ha messa sugli occhi mentre la macchina sgommava verso un bosco in provincia di Piacenza. La tua testa scoppiava, i tuoi pensieri frullavano, eri un ruminante, ridotta ad una vacca con una nerchia in culo, una in bocca ed uno streppone in un orecchio. Sì, uno di questi, forse era stato in Sicilia, conosceva la parola streppone, sapeva il significato di quel termine che altro non era che uno dei tanti sinonimi del cazzo.

Ma sei vittima inconsapevole di questi tre a****li che ti stanno inculando a turno. Forse il profilattico che ha usato il primo ti è rimasto nella pucchiacca…. ha detto quel mostro che ti sarebbero entrati altri. Che cosa schifosa !Mentre il primo ti impiastricciava i capelli perchè aveva spruzzato nel tuo orecchio, gli altri stavano entrando nella tua fica usando quello stesso profilattico. Eri ridotta uno schifo. Puzzavi di sesso, eri appiccicosa ed eri l’a****le del piacere di questi tre mangia banane.

Mentre ti fottevano a pecorina, ti avevano sbattuta a terra in un cespuglio infatti, tutta la tua vita di brillante quarantenne in carriera ti passava davanti agli occhi. Il college in Inghilterra, il Master negli Stati Uniti… tutto nel cesso sarebbe andato dopo quell’esperienza, se fossi uscita viva, segnata nell’anima e nel cervello. Ma a quelle bestie, figli di sciacalli e vigliacchi, non interessava nulla. Avevano ben altri progetti su di te…. ti avevano studiato, avevano seguito le tue giornate, i tuoi orari, la tua famigliola, tuo marito ed i tuoi tre figli.

Erano pronti per ricattarti, ormai sapevano tutto di te. E tu ? Come hai fatto a non notarli. Le tue preoccupazioni erano la manicure, il parrucchiere, il centro massaggi…e nulla più. Tutto fa parte della vita insulsa di una arredatrice imballata di soldi perchè il marito è direttore amministrativo di una Società di Gestione del risparmio. Mentre loro scaricavano il loro seme nelle tue viscere, tu morivi. Ma sono bravi, vogliono ancora giocare con te e le tue amiche.

Le tue lacrime non li commuovono, i tuoi gemiti, le tue grida non li impressionano, anzi. Tutti e tre iniziano a sputarti in faccia. Sono stanchi. Dimostrano anche loro di avere un briciolo di dignità che viene dai postriboli degli Inferni che frequentano. Ti rinfacciano le volte che ti hanno chiesto l’elemosina e tu non li hai degnati di uno sguardo. Adesso stai pagando con gli interessi, ti hanno già derubato di quei quattro soldi che hanno trovato nel tuo portafoglio graffato.

Sono molto pochi. Vogliono di più. Tu, intanto rimani a quattro zampe con la testa nel cespuglio di rovi. Le spine e le ortiche stanno sfregiando il tuo bel volto da bambolina. I tuoi capelli neri, ben acconciati, il trucco e la tua lingerie. Sei smostrata, a questi tre a****li non è bastato strapparti calze e slip per fotterti ben bene. Ti hanno tolto anche gli stivali. Sei scalzi e quasi completamente nuda. Non puoi vedere cosa succede al di là di quel cespuglio.

Forse ti hanno portato in una boscaglia. Senti la puzza rivoltante dello sterco degli a****li mentre le tre bestie hanno iniziato a mangiare quello che avevi comprato al supermercato. Qualche tua percezione ti fa presagire che in quel bosco ci saresti rimasta a lungo. Tenti di parlare con qualcuno di loro ma ti arriva un calcio, con uno dei loro scarponi, dritto nel buco del culo, talmente forte che ti fa mancare il respiro.

Da quel momento in poi ti rendi conto che la tua vita è stata piana di stronzate insignificanti, il tuo brillante lavoro, le serate con tuo marito, le vacanze di lusso con gli amici vip. Tutto scivola giù per il cesso, come un fulmine che ti balena davanti agli occhi adesso vedi un’altra vita. La Vita Nera che questi tre diavoli ti prospettano. Ti hanno già fatto capire che rimarrai, loro serva e schiava per ogni necessità, in quel bosco per un po’ di giorni.

Ormai sei una loro proprietà. Queste tre bestie, sputate dai cunicoli di qualche Inferno hanno invertito la tratta degli Schiavi. Adesso sono i negri che fanno i negrieri con i bianchi. Forse la prima sei stata tu. La forza dei costosi cosmetici che hai usato, Silvia, non ti ha messo su un livello diverso dal loro. Ognuno ha la propria Anima Nera e tu stai vivendo il tuo personale Inferno. Ad uno dei bingo bongo, dopo aver farfugliato qualcosa con gli altri due è venuta nuovamente la voglia di slabbrarti quel tuo culetto bianco e profumato.

Gli altri due vanno a prendere delle siringhe usate, erano lì per terra. Poi un altro si stacca e si allontana. Quello che voleva farti il culo, visto che sei già in posizione, inizia a toglierti quel preservativo di colore verde chiaro che fuoriesce appena dalla tua fica. Lo succhia un pochettino ritenendo che quelle fossero tutte vitamine, e così beve anche un po’ di sperma dei suoi amici di bagordi. Loro in quel pezzo di boscaglia hanno anche un capanno.

Ormai, da quando sono in Italia, venuti chissà da dove, da quale parte dell’Africa o del Sudamerica hanno fatto di tutto. Tutto il male possibile ad ogni tipo di persona, utilizzando tutta la rabbia che avevano in corpo di una generazione, quella dei trentenni e dei quarantenni dei Paesi del Terzo Mondo dimenticati dai Paesi civilizzati. Si arrogavano il diritto di essere dei Cavalieri della Vendetta, senza macchia e senza paura per i loro conterranei umiliati e offesi da circa due secoli di dominio e di guerre.

Tutte bufale, balle rivestite di zucchero filato e cannella, riempite di miele e marmellata di mirtilli da propinare alle loro vittime. Avevano fatto truffe, rapine in banca, sequestri di persona e violenze di ogni tipo. Erano liberi, nascosti come lupi, come predatori tra i più feroci, in quella striscia di bosco. Erano sicurissimi di farla franca. Le violenze carnali quasi mai, per pudore, venivano denunciate dalle donne, che si limitavano a nascondere dietro qualche lacrima, nelle cucine delle loro case, quanto avevano subito.

Gli uomini violentati venivano poi, dalla banda dei tra Satiri, per compiacere altri riccastri quando erano in fregola di farsi un bel palestrato o di succhiare e accarezzare il petto depilato di un quarantenne in splendida forma. A questi uomini facevano subire ogni tipo di gioco sado-maso, convocando anche dei transessuali brasiliani per far succhiare la fava e incularli di brutto. Adesso le chiamavano T-girls, un modo come un altro per dire che erano uomini travestiti da donna ma con una nerchia dalla dimensione asinina che lacerava il culo fino a farli sanguinare mentre i ricchi avvocati, industriali e viziosi italiani assistevano allo spettacolo.

A questo punto, nessun uomo avrebbe confessato alla propria compagna quello che aveva subito, dopo essere stato assente da casa per due giorni ed essere passato per le fogne di Napoli o di Milano per ricevere quel tipo di trattamento. Sarebbe stato sufficiente dire alla adorata mogliettina che un improvviso viaggio d’affari lo aveva portato dall’Italia a Bruxelles per incontrare degli investitori e lei, anche senza uno straccio di telefonata, era lì pronta a bersi tutti.

L’alta borghesia vive di falsità e si nutre di continue bugie pur di non perdere i propri privilegi per cui ben venga il viaggio d’affari, anche se estremamente hard e sado-maso, pur di non perdere il proprio collier d’oro che il maritino che le porta in regalo, facendole credere di averlo acquistato pensando a lei. Così il ricco capitano d’industria da vittima riesce a passare per impegnato uomo d’affari, dopo aver visto passare i topi delle cantine di Napoli, o di qualche altre città italiana rischiando la leptospirosi mentre qualche trans gli rompeva il culo e qualche brutto sgherro gli fracassava la faccia per sfogare le sue frustrazioni da disgraziato che spesso aveva mangiato topi arrostiti perché non poteva permettersi l’aragosta a colazione.

Ed essendo schedato dalla Criminalpol era costretto a vivere nelle fogne, nei tempi di magra per evitare qualche ergastolo.

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