Una casalinga viziosa

Nonostante la mia castità e la mia facciata di moglie e madre, inappuntabile, ogni sera ero solita fantasticare, sognare di essere scopata da più uomini come una volta, con il desiderio di un cazzo virile pronto a rapirmi, a liberarmi da un marito che sembrava un handicappato. Sognavo che mi portasse con se su una moto di grossa cilindrata e poi mi scopasse tra le dune di una spiaggia o magari alla vista di tutti in riva al mare in compagnia di altri uomini.

Queste erano le fantasie perverse che scrivevo senza tralasciare particolari scabrosi in un diario segreto nascosto dove solo io sapevo dove fosse. Nessuno ovviamente doveva sapere e non avrei mai rivelato le mie fantasie. Tutti vedevano in me la madre e la moglie perfetta, l’angelo del focolare e io volevo a tutti i costi che questa farsa continuasse, anche se avevo una sempre più irresistibile voglia di cazzo. Ero una casalinga ormai rassegnata alla mia triste e noiosa vita quotidiana: ogni sera mi apprestavo a preparare la cena per Gaetano, mio marito, e per le mie figliolette, Lucia e Viola.

Che fossi un’ottima moglie e madre sempre attenta e premurosa, costantemente attenta alla famiglia era indubbio ma lui non soddisfava le mie voglie. Al rientro dal lavoro restava lì incollato su una poltrona a guardare la TV o leggere riviste e poi di notte, quando le ragazze erano a dormire guardavamo film porno con cui ci eccitavamo. Erano già passati 10 anni senza godere con amore. A quel tempo non volevo tradire il mio maritino, ma non perché fossi innamorata di lui, ma solo perché mi sentivo addosso un senso di colpa che sembrava opprimermi.

Nella mia testa l’ho tradito con decine di uomini senza che lui sospettasse nulla, visto che trascorre la maggior parte del tempo in ufficio. Le mie fantasie segrete sarebbero morte con me, se un giorno, ho nascosto il mio diario nel luogo più banale possibile ma anche quello in cui se si dovese andare a cercare non si penserebbe di trovarlo: la mia borsetta. Come ogni giorno mi reco a messa per la funzione serale e quella sera ho dimenticato di chiuderlo con il lucchetto e questa si è rivelata una dimenticanza fatale.

Il caso ha voluto che mi cadesse sul pavimento della chiesa senza che me ne accorgessi nel momento in cui cercavo nella borsetta un pacchetto di fazzolettini. Sul momento non mi sono accorta della perdita di quel prezioso diario e sono tornata a casa. Nell’andare a cercarlo nella borsetta mi accorgo che non c’era più. Ho iniziato a sudare freddo perché non sapevo dove potessi averlo perduto. Per mia sfortuna, oppure se vogliamo dire fortuna, il diario è raccolto da Don Michele, il prete della mia parrocchia, che ben conosce la mia calligrafia.

Lui è un uomo dallo sguardo austero, carattere forte e fisico possente, apparentemente un uomo d’altri tempi anche se aveva un’aria misteriosa che poteva far sembrare l’occultamento di un qualcosa di misterioso. Lui con una telefonata alle 22 sul cellulare, mentre mio marito e le mie figlie dormivano, mi dice di aver letto il mio diario da cima a fondo ed a conclusione della chiacchierata mi invita a raggiungerlo al più presto. Inutile dire che per una donna all’apparenza morigerata nei costumi e nel comportamento era un momento di difficoltà ed avevo il cuore in gola, volevo sparire dalla vergogna.

Andando da lui pensavo cosa sarebbe accaduto di me se avesse rivelato tutto a mio marito. Cosa ne sarebbe stato delle mie figlie ancora piccole? Cosa avrebbero pensato le persone che frequentavo? Come mi sarei dovuta comportare dopo quella rivelazione con lui e con gli altri? Quale sarebbe stata la mia reputazione?La mia testa era presa da questi pensieri mentre raggiungevo la chiesa del paese dove l’indomani mattina dopo le nove del mattino mi aveva dato appuntamento.

Giunta a destinazione, lo vidi lì sull’uscio ad attendermi, con il suo solito sguardo fiero ed austero. Impaurita scesi dall’auto e mi avvicinai a lui chiedendogli di confessarmi, promettendogli che non avrei fatto mai più quei pensieri peccaminosi. Don Michele entra subito nel discorso e così scopro che si era immedesimato nelle mie fantasie perverse. Ora sapeva tutto di me dei miei sogni e delle mie sognate perversioni. Passo dei momenti di vero terrore.

Lui mi accoglie sulla porta della chiesa e mi invita ad entrare “Ne parleremo meglio nella casa del Signore”Appena varcata la soglia mi sento afferrata con forza da 3 uomini di colore, aitanti e virili che iniziano a sculacciarmi urlando dicendo di essere una peccatrice “Per i tuoi pensieri sconci non meriti niente ma solo una punizione”Non ho il tempo di rendermi conto di quel che mi sta accadendo, che subito uno dei tre mi infila il suo cazzo in bocca mentre Don Michele guarda la scena compiaciuto.

Un altro uomo nero mi strappa le mutande e mi infila il suo cazzo nel culo spingendo con forza senza preoccuparsi delle mie grida di dolore strozzate dal cazzone che stavo succhiando. In culo non sono lubrificata e quindi il negro ha difficoltà ad entrare ma io non ne ho da meno e quindi ho molte fitte di dolore. Don Michele nel vedermi in quella situazione è sempre più compiaciuto. Vedo che dopo un po’ che gli altri mi stanno scopando, Lui si sta masturbarndo e mi urla “Sei una lurida cagna! Sei una puttana viziosa! Ti piace passare per un angelo del focolare, eh? E poi fai la brava mogliettina! L’amorevole mamma perfetta! Chissà se tue figlie diventeranno più troie di te!?”Passati circa dieci minuti inizia ad illustrarmi il ricatto che vuole farmi “Ogni sera verrai nella mia chiesa e ti farai sbattere come una vera troia in calore da me e da altri uomini del paese che verranno a scoparti mascherati in modo che tu non possa riconoscerli.

Non temere per il tuo segreto, ti prometto che nessuno di loro rivelerà nulla se li farai godere come sai”Non mi resta che accettare. Scopro così di essere una vera troia e che scopare con anonimi mi piace e mi conviene; infatti qualche volta Don Michele mi dà una busta con dei soldi dentro che uso per acquistare lingerie di una certa qualità. Da allora son passati più di dieci anni. Mio marito è morto e mie figlie son diventate grandi e probabilmente molto più troie di me ed io, nonostante sia ormai una donna libera.

Ancora oggi continuo a sottostare con gioia al ricatto di Don Michele: sarei una scema a rinunciare ad avere cazzo a volontà sempre a mia disposizione. Scopo anche con Lui e da lo faccio mi sento diversa; quando faccio sesso mi sento come una vera maiala a cui piace farsi scopare da più uomini contemporaneamente e sogno di essere la regina delle orge. Con il mio Lui vado in vacanza e amo farmi scopare in spiaggia alle prime luci del mattino d’estate o in montagna.

Faccio delle passeggiate ed allora se sono sotto un albero mi faccio chiavare da più uomini. Se sono al mare non mi interessa se sono marinai, peshitori, venditori ambulanti. In pratica ogni occasione è buona per farmi aprire il culo e succhiare un bel cazzo. Lui mi ha insegnato a farmi possedere, urlare come una cagna in calore ed essere sborrata in volto; giusto come una vera porca. Penso di essere una donna fortunata, anche se la dea bendata è arrivata in ritardo.

Piaceri osceni con mia sorella ElenaI miei genitori lavorano tutto il giorno, quindi spesso io e mia sorella, che si chiama Elena, più grande di me di due anni, ci ritroviamo in casa da soli. Mia sorella è molto carina, devo dire che quando ero più piccolo, ogni tanto sbirciavo mentre lei si faceva la doccia ma niente più. Poi ho iniziato a sognare, qualche volta, di fare l’amore con lei. Un pomeriggio eravamo a casa da soli, stavo guardando un po’ di foto e filmati su internet, mi eccitai ed iniziai a masturbarmi.

Stavo quasi per venire quando mia sorella entrò di shitto in camera mia! Proprio in quel momento, però, dalla mia cappella uscì un fiume di sperma calda che non voleva finire mai. Io infilai il cazzo sotto la maglietta; ero imbarazzatissimo, non sapevo cosa dire o fare. Mia sorella mi disse: “E così… è questo che fai invece di studiare, eh…” Io ero zitto, speravo non avesse notato la maglietta sporca di sborra. Invece l’aveva vista, eccome! Ad un tratto mi si avvicinò, mi alzò la maglietta e passò un dito sul mio uccello, prendendo un po’ di sborra, che nel frattempo continuava ad uscire.

Si passò poi il dito sulle labbra, e se lo infilò pian piano in bocca, succhiandolo dolcemente! Io non capivo più niente! Dopotutto però, eravamo sempre fratelli, così ci fermammo e non successe niente! Ad un certo punto, però, mia sorella mi disse: perché non vai dai nostri vicini, prima ti cercavano. Di fronte casa mia abita una famiglia distinta: padre madre e due figlie: una della mia età, Simona, e l’altra minore di un anno, Roberta.

Andai così da loro, ancora un po’ confuso per quello che era appena accaduto: entrai in casa e non vidi nessuno. Cercai allora per le camere: niente! Sentii ad un certo punto l’acqua della doccia: mi recai verso il bagno e vidi Roberta che si faceva la doccia: io ero ancora un po’ eccitato, ma non me la sentivo di entrare e spaventarla: andai allora nella sua camera da letto e, mentre aspettavo che finisse di lavarsi, iniziai a curiosare un po’ in giro.

Aprii qualche cassetto e trovai un bel vibratore di gomma. Nel frattempo Roberta aveva finito di fare la doccia, e poco dopo venne in camera sua. Appena mi vide con in mano il suo vibratore, divenne rossissima: io la tranquillizzai, abbracciandola e dicendogli che non l’avrei detto a nessuno. Appena lei sentì il mio cazzo contro la sua pelle ancora bagnata, si tolse le mutandine, ancora profumate di borotalco, ed iniziò a massaggiarsi tutta! Io l’aiutai molto volentieri.

Iniziammo a scopare: io subito andai alla ricerca della sua fregna e le leccai le grandi labbra, con movimenti della lingua che andavano dal clitoride fino al buchino del culo. Continuammo a far passare i nostri corpi, esplorandoci in ogni punto. Sentivo la sua fregna sempre più bagnata, così decisi che era giunta l’ora di penetrarla; lei me lo implorava! Allora la feci sdraiare sul letto, le aprii le gambe ed inizia a farmi varco tra quel delizioso buchino, quando ad un tratto arrivò sua sorella, Simona.

Capì subito quello che stava accadendo e, vedendo il vibratore della sorellina sul letto, si avvicinò, lo prese, ed iniziò a farlo passare sul culo della sorellina! Poi iniziarono a scambiarsi un bacio saffico: era meraviglioso vedere le loro lingue attorcigliate: io intanto presi Simona da dietro, la misi a pecora, ed iniziai a farmi largo tra le sue cosce, e poi subito nel suo culo, alternando i due buchini, che si facevano sempre più fradici.

Stavo quasi per venire, quando Roberta si avvicinò alla farfalla della sorella, dalla quale il mio cazzo continuava ad entrare e uscire, sempre più turgido, ed iniziò a bere tutti i suoi umori; i miei coglioni erano pieni di sperma’. ad un certo punto sfilai la verga dalla passera di Simona, mentre le succhiavo i seni sodi, e lo infilai nella bocca di Roberta, la quale iniziò a bere tutta la sborra che usciva dal mio fallo: poi fu la volta di Simona di dissetarsi.

Infine, le due sorelle porche si scambiarono un lungo bacio, mischiando gli umori delle loro passare, la loro saliva, e la mia sborra ancora calda e succosa. Finita questa tremenda scopata, stavo tornando a casa, quando vidi mia sorella Elena eccitatissima, con una telecamera in mano’aveva filmato tutto, la zozza…. ! Quando le passai da parte mi disse: “Sai, il tuo non è un cazzo, è una trivella…. ” Beh, con quella vacca di mia sorella non ci ho fatto mai niente, ma quando adesso non sa che fare, si guarda la cassetta di quel pomeriggio, e si sditalina fino ad asciugarsi la passera.

Dopo quel pomeriggio, quando io o mia sorella avevamo voglia di godere un po’, guardavamo la cassetta che lei aveva registrato dalle mie vicine, e intanto ci masturbavamo, anche insieme se capitava. Ogni volta però che vedevo le sue dita entrare e uscire velocemente dalla sua passerina, il mio cazzo regalava fiumi e fiumi di sborra…. Fu proprio durante un noioso pomeriggio che decisi di andare a fare un giro; scoppiò però un tremendo temporale, così tornai a casa prima del previsto.

Entrai e, sapendo che mia sorella era a casa, andai a cercarla. Sentii dei mugolii provenire dal salotto, e capii che la mia dolce sorellina si stava sgrillettando ferocemente la fregna. Decisi di raggiungerla. Appena entrai la vidi a pecora, con tre dita nella figa, mentre si accarezzava il buchino del culo. Mi vide e si sextenò in lei qualcosa. Mi disse: ‘Ti prego, oggi ho troppo voglia di farmi scopare, impalami,ti prego!’ Io non aspettavo altro.

In un secondo ero già sopra di lei: le presi le gambe sulle spalle, ed iniziai a penetrarla, prima delicatamente, e poi con colpi sempre più decisi. La sua figa era in un bagno di umori. Iniziai anche a succhiare i suoi seni delicati, coi capezzoli che sembravano dei pugnali, tanto se li era strizzati. Poco dopo lei si tolse il mio cazzo dalla passerina, lo prese in mano ed iniziò a fargli passare sopra la lingua.

Dio, come godevo, era proprio una spara-pompini eccezionale la mia sorellina. Ad un certo punto mi venne un’idea: lei era vergine nel culo, ma io volevo soddisfarla in tutti i buchi. La girai e la ripenetrai in figa, iniziando però a massaggiarle il buco del culo con le dita. Lei forse ebbe paura e mi disse di non metterglielo in culo, perché le avrebbe fatto troppo male. Io le dissi di non preoccuparsi, ma intanto continuavo a lubrificarglielo per bene.

Ad un certo punto le sfilai il cazzo dalla figa, e glielo sparai dritto nel culo: lei iniziò ad urlare che le faceva un male assurdo, ma dopo pochi secondi il piacere ebbe il sopravvento, ed iniziò ad implorarmi di ficcarglielo tutto dentro, e di venirle in culo. Detto fatto! Le spruzzai una cashita di sborra dentro fino in pancia, lei continuava a venire…..Poi la girai e le sborrai anche sul seno: lei iniziò a spalmarsi la mia sborra sulle tette e sulla pancia.

Continuammo a fare l’amore per circa mezz’ora, in tutte le posizioni, fino a quando, esausti, mi appoggiai a lei, le ficcai il cazzo in figa e iniziai a leccarle i capezzoli ancora pieni del mio sperma. Poi ci demmo una grande slinguazzata, e ci riposammo, lei che si sditalinava ancora il culo, ed io col cazzo nella sua passera, fino a quando non mi si afflosciò, e potei così rilassarmi. Eravamo così diventati due macchine del sesso e non esitavamo a soddisfarci se i nostri rispettivi partner non ci riuscivano.

Nacque tra noi una sorta di telepatia; fu proprio questa capacità di capire quando uno dei due aveva bisogno di sesso che fece degenerare ancora di più le cose. Eravamo al mare io,lei,due sue amiche ed un suo amico. Era una notte calda, quindi dormivamo tutti un po’ svestiti, in soli due letti matrimoniali, io con mia sorella, ovviamente!Lei aveva appena fatto la doccia, e sembrava che stesse dormendo profondamente. Io, sentendo il suo corpo caldo di fianco al mio, cominciai ad inebriarmi del suo odore, al punto che iniziai ad accarezzare il suo culetto attraverso gli sleep.

Lei, a quanto pare, sentì le mie mani, si girò, e con un’occhiata maliziosa iniziò a strusciarsi contro di me. Il mio cazzo crebbe sempre più, e lei lo sentiva crescere proprio addosso a lei. Ad un certo punto mi appoggiò la mano sui boxer, e in un attimo me li sfilò: ora la mia mazza era libera, ed era pronta a penetrare qualsiasi buco…. Subito lei cercò con le sue labbra il mio glande, ed iniziò a massaggiarlo e,con abili leccate, lo faceva diventare sempre più grosso.

Le scostai il perizoma ed iniziai ad accarezzarle il clitoride, con tutta la mano,era già umido e si bagnava sempre di più ad ogni mio tocco. Lei continuò a leccarmelo e ciucciarmi tutto il Willy, tutto, dalle palle fino al glande con movimenti sempre dolci ed eccitanti. Ad un certo punto decido che è ora di farla godere un po’, così mi alzo, le sfilo meglio il perizoma ed inizio ad appoggiarmi a lei.

Ormai era la mia puledrina da cavalcare, le slaccio anche il reggiseno ed inizio a palparle quei fantastici seni sodi che mi fanno impazzire, giocando un po’ con i suoi capezzoli. Poi inizio ad attirarla a me, facendole sentire tutta la grandezza del mio cazzo, pronto per fotterla. Mi abbasso un po’, ed inizio, con grandi leccate sempre più veloci, a bere tutti i suoi umori; quando finalmente sento che la sua fichetta è pronta per accogliere il mio membro, mi rialzo, glielo infilo facilmente nella sua figa bollente, ed inizio a spingere, con movimenti sempre più ritmici e veloci.

Ad un tratto notai una cosa, non mi ero accorto, ma quella infoiata della mia sorellina, gemeva ad ogni colpo di cazzo, e gli amici ci avevano sentiti. Così mi girai verso la porta, e vidi i tre che ci fissavano, sbalorditi. Anche mia sorella li vide, ma continuò a dirmi di spaccarle la figa, e, massaggiandosi i seni, mi disse di farla godere sempre di più con la mia mazza da gladiatore. I suoi amici colsero al volo l’occasione ed entrarono nella stanza: il suo amico, Federico, si avvicinò a mia sorella, ed iniziò a slinguarsela; anche le sue due amiche, Claudia e Laura, si diedero da fare, e iniziarono a scambiarsi un lungo bacio.

Alla vista di quel bacio saffico, la mia eccitazione aumentò a dismisura: sfilai il cazzo dalla figa di mia sorella, e lo avvicinai alla bocca delle sue due amiche. Le due troiette capirono al volo: iniziarono a prenderlo in bocca, prima l’una e poi l’altra; vedevo le loro lingue attorcigliarsi sulla mia asta, salire fino al glande, e poi ridiscendere fino ai coglioni. Mia sorella, intanto, si fece sodomizzare dal suo caro amico: vedevo il suo cazzo che entrava e usciva dal suo culetto, che fino a cinque minuti prima era pulito e profumato.

Ma Federico non era molto esperto, e infatti dopo pochi minuti stava già riempiendo di sborra calda la faccia e le tette di mia sorella: lei subito si avvicinò al suo cazzo, lo prese in bocca ed iniziò a bere tutto quel succo che il suo migliore amico le stava offrendo. Non ho mai ho visto una sborrata più lunga di quella, subito dopo aver pulito il cazzo di Fede mia sorella si avvicinò a me, mi prese la testa fra le mani e mi disse che anch’io avevo diritto ad assaggiare quel nettare divino: mi ficcò così la lingua fino in gola, e scambiò con me lo sperma che era riuscito a trattenere in bocca: io glielo sputai addosso, e lei ricominciò a spalmarselo sui seni, per poi iniziare a masturbarsi con le mani ancora piene di sborra.

Vedendo poi il lavoretto che le loro amiche stavano facendo al mio membro da lei tanto desiderato, aumentò la velocità delle sue dita, che entravano e uscivano dal suo culo e dalla sua fica con una velocità impressionante. Poi, quando Federico si riprese, Laura e Claudia iniziarono a lesbicare tra loro: in posizione 69 era veramente eccitante vedere le loro lingue che entravano e uscivano dalle loro fichette, ormai profumate da umori femminili. Ma mia sorella non era ancora soddisfatta: prese in mano il mio cazzo e quello di Fede, iniziò a succhiarli con quella sua abile lingua, fino a farli diventare enormi come piacciono a lei.

Dopo di ché mi fece sdraiare, si mise sopra di me, e s’infilò il mio cazzo tutto in figa, mentre ci scambiavamo una slinguata dietro l’altra. Poi fece salire Fede sopra di lei, e si fece penetrare anche nel culo. Iniziò a godere come mai l’avevo vista prima, e la sua libidine aumentò quando le sue due amiche si avvicinarono a noi, ed iniziarono a morderle i capezzoli, alternando le loro lingue alle sue tette e ai nostri cazzi.

Insomma, quella gran maiala di mia sorella era proprio al centro della mega-scopata!Decisi che ora sarebbe toccato a me stare un po’ al centro dell’attenzione. Sfilai il cazzo dalla figa bollente di mia sorella, presi con me Claudia e Laura e lasciai Federico tutto solo a fottersi da dietro quella gran porca di mia sorella,che continuava a urlare di ficcarle il cazzo sempre più in fondo. Mi sdraiai di fianco a loro, feci salire Claudia sopra di me e le infilai abilmente la mia mazza tutta in figa: lei iniziò a sollevarsi ritmicamente, ed io vedevo il mio uccello che entrava ed usciva dal suo bel buchino.

Poi presi Laura e la feci sedere sopra la mia faccia: iniziai a bere tutti i liquidi della sua vagina, misti alla saliva di Claudia, che continuavano a uscire a fiumi. Dopo pochi minuti sentii la mano di mia sorella premere forte il mio cazzo, sflilarlo dalla figa di Claudia e, dopo avergli dato una bella ripulita con la sua magica lingua, ficcarlo durissimo nel culetto della sua migliore amica, che nel frattempo proprio la mia sorellina aveva lavorato a dovere, ed ora era pronto ad accogliere il mio membro.

Dopo aver soddisfatto anche il culo di Claudia, presi Laura, la misi a pecora, ed iniziai a pomparle il cazzo in figa: notai che la sua passera era bella dilatata, ma il culo era probabilmente ancora vergine. Intanto Federico si mise davanti a Laura, e le infilò il cazzo dritto in gola. Dopo un attimo vidi ancora il suo mare di sborra inondare la faccia di Laura, e nello stesso tempo mia sorella e Claudia si avventarono su quel succo proibito come due vere ninfomani.

Chiamai vicino a me mia sorella Elena, e le dissi che volevo sverginare il culetto di Laura: iniziò così a far girare la sua lingua intorno al forellino dell’amica, e ogni tanto deva anche qualche bella slinguata al mio cazzo, giusto per tenerlo sempre lubrificato. Ad un certo punto afferrai le cosce di Laura, le divaricai ancora un po’, le sfilai il cazzo dalla figa, ed iniziai a premerglielo contro il buchino del culo.

Lei s’irrigidì un po’, così iniziai a penetrarla da dietro prima con il mignolino, poi col dito medio e infine col pollice: quando vidi che era pronta ad accogliermi, iniziai a insinuarmi dentro di lei, con movimenti sempre più profondi. Quando sentii che il mio cazzo era dentro di lei, iniziai a fottermela come un forsennato, anche perché sentivo che il mio orgasmo sarebbe venuto da un momento all’altro. Continuai a fottermela per un po’, mentre vedevo Fede che prese a masturbarsi alla vista di Claudia e mia sorella che lesbicavano tra loro.

Quando sentii che stavo per venire, sfilai il cazzo dal culetto di Laura, misi sedute le tre porche e le inondai del mio caldo sperma. Le tre amiche iniziarono a leccarsi tra loro, per non perdere neanche una goccia del prezioso liquido.

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