Una biondina troia e pompinara

Mio figlio gioca a volley in una squadra di dilettanti e quando sono a casa faccio il taxista per lui e per altri compagni di squadra. Se vincono vanno a festeggiare in un locale dove trovano gli amici, se perdono coda tra le gambe ed a casa. Un sabato avevano vinto proprio all’ultimo secondo ed è stata festa grande. Si sono aggregati dei loro amici più grandi, una bolgia infernale. Poi mi hanno lasciato lì solo come un pirla per andare a festeggiare in un altro locale.

Imprecando mi ero ripromesso di non scarrozzarli mai più. La città è piena di taxi e di mezzi pubblici. Camminavo senza una meta incazzato nero, quando mi ha attratto la musica soft che arrivava da un piano bar e sono entrato. Non c’era molta gente forse era presto per i nottambuli della città. Ho notato che le ragazze avevano scritto sul grembiulino candido il nome. Mi colpito Manuela, una biondina tutta curve, viso molto carino.

Magari era una studentessa che era in città per studiare all’università. Si è avvicinata in modo molto carino chiedendomi cosa desideravo. Sono stato alcuni secondi ad ammirare il suo bel viso e le ho chiesto se potevo chiacchierare con lei. Non poteva naturalmente, stava lavorando e mi sono fatto servire un cappuccino con delle brioches. Sculettando mi ha portato l’ordinazione. Passando mi chiese come mai ero da solo ed io ne approfittai per chiederle di poterla accompagnare a casa.

Dopo il lavoro indossava una gonnellina, una camicetta ed una giacca leggera. E’ salita in macchina. Mentre si truccava mi ha detto che lavorava per pagarsi l’università. Le ho messo un braccio sulle spalle. Ha appoggiato la testa e con tristezza mi ha raccontato che la maggior parte dei ragazzi la trattava da puttana nel locale. Non mi piace fermarmi dove capita, ma Manuela era troppo scoraggiata, le ho baciato il viso, il nasino, la bocca.. Mi ha messo una mano dietro la nuca baciandomi a lingua in bocca.

Le nostre lingue si sono incontrate, gustate mi sono girato verso lei mettendo le sue gambe sulle mie. Le ho messo una mano sotto la gonnellina gustando il tepore del suo corpo, la baciavo sul collo, la sua manina ha cercato il mio cazzo che già scoppiava nei calzoni. Ci siamo staccati per riprendere fiato, il suo bel viso era sorridente e disteso, la mangiavo con gli occhi e la sua voce armoniosa mi seduceva.

Le dissi del mio pied a terre e lei accettò di venire da me. Per fortuna quel posticino lo tengo sempre in ordine per ogni evenienza. Ho aperto l’ho fatta accomodare, ho chiuso a chiave, lei mi ha abbracciato stringendosi a me. Sentivo la consistenza dei suoi seni e mentre ci baciavamo sensualmente il cazzo si è impennato premendo sul suo ventre. Quel bacio non finiva più. Ho messo una mano sotto la gonnellina palpandole il culetto bello, tonico ben fatto con due belle chiappette.

Le nostre lingue giocavano e si gustavano ho osato accarezzandole la figa da sopra lo slippino e lei mi ha sussurrato che se andavo di sotto la trovavo bella calda. Ho infilato un dito nell’elastico scendendo verso il suo fiore caldo e palpitante le ho accarezzato le grandi labbra calde, morbide, glabre ha scostato le gambe socchiudendola. Il mio dito è entrato in quel nido accogliente, le ho titillato la fighettina ed il suo bacio si è fatto ancora più passionale:le ho sfilato lo slip.

Era uno spettacolo e non ho resistito e gliel’ho baciata. Ho allungato la lingua al primo tocco, ha allargato le cosce mi ha messo le mani dietro la nuca tirandola dolcemente contro il suo ventre. La mia lingua l’ha penetrata, lei ha avuto un brivido sussurrando qualcosa: gliel’ho baciata, leccata i suoi movimenti sono diventati incontrollabili, convulsi. Il mio pene finalmente libero dalla costrizione del boxer guardava le stelle. Manuela l’ha guardato a bocca aperta, l’ha stretto in mano baciandomi con passione.

Mentre ci baciavamo le ho fatto un bel ditalino, lei si gustava il pulsare del mio cazzo scappellandolo fino a farmi male. Le nostre lingue si divertivano a cercasi, succhiarsi ad un certo momento ha stretto la gambe e le sue abbondanti gocce di piacere mi hanno riempito il palmo della mano. Avevo una voglia pazza di penetrarla: lei si è sistemata aprendo le gambe, tenendosi la vagina ben aperta l’ho penetrata con delicatezza con lente e profonde penetrazioni.

Era ad occhi chiusi, sorrideva, si leccava le labbra. Muoveva il suo corpicino per gustarsi la penetrazione. Quell’amplesso non finiva più ho continuato a penetrarla con delicatezza, poi il suo corpo ha avuto un fremito violento e si è lasciata cadere su di me, abbandonandosi sul mio corpo. Ho continuato a chiavarla, ho sentito la sborra pronta per il lancio, se n’è accorta e lo ha voluto dentro. Quando ci siamo rilassati l’ho coperta con un plaid e ci siamo rilassati tra baci e carezze.

Era ormai notte fonda. Mi sono alzato. Manuela aveva il viso sorridente e felice e ho chiesto se voleva un caffé o qualcos’altro. Lei mi ha preso il viso tra le mani baciandomi: si era seduta sul divano coprendosi pudicamente il seno, mi sono seduto accanto a lei e ci siamo gustati il caffé. Lei si è alzata sedendosi su una mia gamba appoggiando bene la figa, mi ha baciato con passione, sotto la doccia la sentivo canticchiare allegramente.

E’ uscita in accappatoio e con un sorrisetto birichino mi ha chiesto se potevo asciugarle la schiena. L’ho asciugata tutta e con molta cura. Lei si è adagiata su di me e l’ho accompagnata a casa e mi ha detto che d’ora in poi quando ho voglia di lei, so dove trovarla.

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