Tuta di felpa

tuta di felpa
sveglia, doccia, caffe lungo. freddo e sigaretta. Fumo mezza esco in fretta, rap giubba tuta di felpa. Quindici minuti per il tunnel che porta in centro dietro i grattacieli. Il pass per le porte è pronto nella mia mano mentre scendo veloce i gradini. è presto ma al binario c’è folla.
Ho lo zaino sulle spalle e le notizie gratis del giorno in mano. Ci pigiamo dentro al primo il treno che arriva.

sono quasi trenta minuti di spostamenti minimi, aria razionata e intimità rubate.

Esco alle cinque e sto fumando. cammino fino alla fermata. Sono quasi 4 blocchi ed è già caldo. Sono 4 blocchi tra gonne leggins e top. pelli colorate e chiome fruttate. Glutei come molle libere ed instancabili.
Ancora donne nude e colorate che offrono fotografie ricordo ai turisti. ho finito la sigaretta ma posso accenderne un’altra. Mi piace questa folla, avere la paga in tasca e fumare sigarette.

Mi piace viaggiare con i pendolari, essere uno di loro. con i loro orari con la stessa voglia di tornare a casa.

Il vagone che mi porta a casa è già pieno. Un muro di carne contro il quale mi spalmo.
Una ragazza bionda e piena è al mio fianco, occhiali da sole, pelle diafana e tesa a comprimere la massa del suo corpo. è gravitazionale inutile opporsi, e così facile cedervi.

Quando si aprono le porte della fermata successiva entra una signora con un pupo carrozzato. non credevo riuscisse a trovare uno spazio invece è già alle spalle della ragazza bionda che dandole spazio aderisce perfettamente al mio corpo.
la tuta di felpa tradisce ogni mia emozione. Le nostre pelli come in osmosi. sento i vasi sanguigni del membro cedere ad un flusso circolatorio intrattenibile. E il pene gonfiarsi contratto ancora nella posizione di riposo.

cerco di scostarmi ma non troppo. mi vergogna essere così evidentemente teso ed a contatto con una sconosciuta, ma non posso nemmeno uscire allo scoperto.
La bionda intanto non sembra per nulla scossa ne turbata e chiacchiera con la giovane madre. Intanto si china in avanti per accarezzare il bimbo nella carrozzina e mi ritrovo con un paio di grosse e sode natiche incollate a pressione al mio baricentro. indossa una gonna leggera e sento il mio membro adagiarsi comodamente tra le sue carni.

non riesco più a contenere la flessione verso il basso del mio bastone e inizia ad erigersi verso l’alto.
L’ha sentito sicuramente ma non accenna a spostarsi.
il mio cazzo è tutto dritto. Lei pressa, la sento appoggiarsi letteralmente sul mio cazzo e muoversi delicatamente come per trovare la posizione più comoda. Adesso si gira mi offre il fianco e abbassa la mano per afferrare il palo del vagone. Però adesso è giusto all’altezza della zona pi calda.

così mi sposto anche io e la sfioro. Ha avuto forse un brivido, io di sicuro. allenta la presa le sue dita si discostano dal freddo metallo come a cercare qualcosa, o ad allentare la pressione. spero che nessuno possa accorgersi di quello che sta succedendo. Glielo ho praticamente piazzato in mano, le sue dita toccano la punta della mia cappella, la carezzano e ne saggiano l’indurimento.
Sono in apnea, circolazione ridotta per congestione pelvica.

Vorrei svuotare il vagone ridurre in brandelli le sue vesti ed estrarre il mio membro gonfio, con le vene in rilievo. Brilla una goccia di piacere precoce, con la sua mano stringe e contiene tutto il resto, che continua crescere e pulsare.
Vorrei sentire il freddo delle sue dita sul mio cazzo bollente, violare la sua bocca ripetutamente fino a grattarle la gola. Aprirle le game e prenderla da dietro senza alcun riguardo.

Fino a bagnarla completamente.
Il vagone lascia l’isola e siamo su quella più grande. le porte si aprono. adesso è più la gente che scende rispetto a quella che sale. mi sento esposto. Ci stacchiamo, vergogna e desiderio.
Scendiamo tutti e due sulla trenta.
Le sono di nuovo dietro sulle scale, si gira e mi chiede come raggiungere un bar che non conosco.
Non lo so. sono sicuro che mi guarda.

Sta fissando la mia tuta di felpa.
Dice grazie e se ne va. Io dall’altra con le notizie del giorno che coprono la mia tuta di felpa.

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