TI IMMAGINO

Sono le 9:30 di una domenica mattina di maggio. Da solo nel mio letto, non riesco a dormire: mi vieni in mente te.
Ormai sono passati un po’ di mesi da quando ti ho lasciata, ma non riesco a dimenticarti.
Ho voglia di vederti, di scriverti, di sentire la tua voce, di toccare le tue mani, la tua pelle, di baciare le tue morbide labbra, di fare l’amore con te. Perché non riesco invece a dimenticarti? Eppure sono stato io a prendere la decisione.

Sono qua, nel letto, semi-nudo, con il cazzo in tiro al pensiero di te che, nel letto, i pensi.
Ti immagino addormentata sul tuo letto. Ti svegli con la voglia di vedermi, ma non vuoi scrivermi e allora decidi di guardare le nostre foto sul tuo pc. Lo accendi e vai subito sulla cartella chiamata “NOI”. Le sfogli tutte e, tra le tante foto, ci sono anche quelle di noi nudi. Senza neanche accorgertene, allunghi una mano sul tuo seno e te lo accarezzi.

Ti sta venendo voglia. Ti riprendi un attimo da quel momento di eccitazione, scendi dal letto e, facendo finta di dover andare in bagno, controlli che tuo padre e tuo fratello siano andati a lavorare. Perfetto, non c’è nessuno! Ma per precauzione, ti chiudi comunque a chiave dentro la tua stanza.
Ti siedi sul letto, appoggiando la schiena sull’armadio ed il pc sul tuo fianco. Guardi le foto di me e di te mentre eravamo vestiti con le robe osé che ci eravamo regalati nel tempo.

Guardi e riguardi volte le mie foto nudo, ti soffermi su tutte quelle dove si vede i miei 18cm di pene in erezione. La tua mano di nuovo si muove da sola, ti sei tolta la maglietta di pigiama ed i tuoi stupendi, grossi seni sono liberi. I tuoi rosei capezzoli sono turgidi all’inverosimile, li sfiori, li stringi, li tiri leggermente, immagini che sia io a farlo, come una volta. Con la mano scendi, sfiorandoti la pancia ormai piatta grazie alla dieta ed alla palestra.

Per un momento smetti di guardare le foto e ti sfili via anche i pantaloni; come sempre, dormi senza mutande e ti trovi completamente nuda. Riprendi a guardare le mie foto, il mio cazzo duro, hai una sensazione strana misto tra l’eccitato ed il rammarico; vorresti che fossi li con te. Vorresti che quella mano che ti sta sfiorando il clitoride, sia la mia e non la tua. Sposti il pc a terra e ti sdrai, chiudi gli occhi ed allunghi di nuovo la mano sulla tua figa, che continua ad essere completamente rasata solo per me; con l’altra mano ti tocchi le tette.

Ansimi. Ti sfiori le grandi labbra, ti senti tutta bagnata e ti ricordi le mille volte che ti masturbavo e che ti leccavo il monte di venere, ti ricordi quanto fossi avido di sentire i tuoi umori in bocca e, immaginando quelle scene, ti infili un dito e lo muovi su e giu, all’inizio piano; poi, man mano che senti l’orgasmo crescere, sempre più forte. Ti giri a pancia in giu, muovi un pochino il bacino come se stessi facendo l’amore con il materasso, quasi fossi io.

Distendi il braccio e ti infili di colpo un dito dentro la figa, anche se lo sapevi cosa avresti fatto, il fatto che il dito sia entrato dentro velocemente di ha fatto aprire per un secondo gli occhi e ti ha fatto uscire un piccolo urletto di piacere. Il tuo respiro si fa più profondo, gli occhi chiusi, la testa rivolta all’indietro, senti che stai già per venire, ma ti fermi, vuoi che sia qualcosa di me a farti godere.

Ti alzi, apri un cassetto della tua scrivania di fronte al letto e, dentro una shitolina, nascosto, c’è il piccolo vibratore che ti avevo regalato. Ti rimetti sul letto, riprendi a toccarti la tua adorabile fighetta rasata. Accendi il vibratore. Con un dito ti masturbi e con l’altra mano tieni il vibratore appoggiato sul clitoride. Hai sempre saputo quanto mi sarebbe piaciuto vederti in questi momenti e per qualche istante, sei tentata di prendere il cellulare e di filmarti per poi inviarmelo per farmi sapere quanto ancora mi desideri; ma desisti e non lo fai, più che altro perché non vuoi smettere di toccarti.

Sei al limite. Senti l’orgasmo che si avvicina sempre di più, inesorabile. Immagini di avere me li. Vorresti immaginarmi mentre sto venendo anche io con te, ma sei così presa dall’orgasmo, che non sai deciderti su come farmi venire. Allora rallenti per qualche istante; vorresti immaginarmi che ti vengo dentro la figa? Vorresti immaginarmi mentre ti schizzo sulla pancia e sui seni? Ma non ce la fai davvero più a resistere, vuoi godere ora! Eccolo! Sta arrivando! Stai godendo! Ma vuoi assolutamente un’immagine di me in questo momento di godimento e decidi di immaginarmi venire nel modo che sai adoro come lo fai te: in bocca! mi immagini in piedi davanti a te, il mio cazzo in bocca che mi stai facendo il miglior pompino che tu mi abbia mai fatto; immagini che, proprio nel momento che stai venendo te, vengo anche io.

Ti riempio la bocca di sperma e te che, per far felice me, ingoi tutto. Sei venuta, ma la voglia di me ti è rimasta. Vorresti sentirmi, vedermi, toccarmi, baciarmi; ma hai una sensazione strana, quasi come se sapessi che anche io sto pensando la stessa cosa in questo momento, come se sapessi che la nostra telepatia in qualche modo non sia mai scomparsa. Continui a sfiorarti, stremata, il clitoride. Ti ricordi molto bene quanto mi piacesse fare l’amore con te.

Vorresti quasi masturbarti ancora, solo per me.
Senti un rumore strano arrivare dal piano di sotto. Ti spaventi e ti vesti di fretta e furia. Vai a controllare, è tuo padre che ha finito di lavorare ed è tornato a casa.
Triste per non aver potuto iniziare il secondo round, ma molto felice del primo, saluti tuo padre, sali in camera e metti via tutto, promettendoti di riprendere da dove avevi smesso appena possibile.

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