“SEXTREK” trama per un fantasy (eros/

Questa storia è simile ad altre viste al cinema ed è ambientata pari pari sulla saga di “STAR TREK” – quindi immaginatevi in pratica gli stessi costumi e le stesse atmosfere – ed è la storia di un viaggio interplanetario, con qualche piccola differenza…. che di questa non troverete mai il film o il testo del canovaccio.

Cap. 1) LA PARTENZA

Si descrive il viaggio della “USS INTERPRIK” – nave stellare gemella della stessa classe della più nota “USS ENTERPRISE”, ma questa è un’astronave più moderna e che fece un misterioso viaggio, una missione segreta che per vari motivi non finì mai per esser descritto altrove e trasmessa nei vostri schermi… ed il motivo è facilmente intuibile.

Non solo è una missione segretissima, preparata quasi di nascosto, ma pure condotta in modo da non uscire mai alla luce del sole.
Fin dagli inizi doveva esser guidata dal già vecchio capitano Kent e il suo fidato equipaggio, ma che all’ultimo minuto, sia per le precarie condizioni di salute dell’anziano ma esperto comandante che per urgenti ordini della Federazione, fu affidata ai comandi di un team più chiacchierato e molto giovane.
Si narrava infatti che la perfida Capitana Sydvic Barby, dopo aver passato un fine settimana con il Cap.

Kent, lo avesse ricoverato per un malore, ed avesse ottenuto poi con le sue doti e le amicizie altolocate, il suo posto di comando, avocando per se la missione e per il suo fido sottoposto il Ten. di vascello Stan Spik, e che avesse portato con se altri suoi fedeli membri di equipaggio, e con piccoli altri cambiamenti nella truppa. E sarebbero presto partiti per una misteriosa destinazione lontana.
La missione era segreta e praticamente senza certezze sulle date di ritorno.

Al carico un paio di mozzi ed i soldati si dimostrarono nervosi, alcuni chiesero l’esonero, altri sparirono per nascondersi altrove, rimpiazzati prima del conto alla rovescia. Da giorni voci maligne circolavano sulle capacità di comando della bella capitana, coadiuvata dall’ufficiale scientifico Spik, e voci di sfortuna su chi le disobbediva e di capacita seduttive e ipnotiche che le permettevano di fare cose inenarrabili, una nomea strana ed un alone di mistero per cui si vociferava che Stan fosse suo amante e che avessero fiducia di paio di assistenti che sembravano schiavi fidati della bella.

Assegnato al viaggio anche un’ufficiale medico, tale dottor Romeo Siff, di cui si sapeva poco, se non che era molto esperto in relazioni con gli alieni e che sembra inviato da una minoranza della Federazione, la parte più moralista ed avversa a Barby, per controllarne oltre alla missione anche l’andamento a bordo.
Anche perchè girava voce che nelle precedenti missioni e nei viaggi di prova quella dispotica fanatica era solita usare metodi poco ortodossi, angariare gli uomini più prestanti, sottometterli e punire severamente quelli che non la servivano a dovere, trasformando il suo staff più vicino in una specie di harem a rovescio, in cui lei disponeva degli altri a piacimento in una specie di bolgia orgiastica.

Certo, la Federazione sapeva creare i gruppi di viaggio in modo che ci fossero rapporti umani sereni, e il sesso a volte aiutava a render saldi i rapporti nei viaggi noiosi e a creare armonia in gruppi di lavoro, ma poteva esser un problema per le missioni se esageravano gli attriti e le incomprensioni tra gli uomini. E che per quel motivo era stata inviata in una nave spaziale con almeno la maggioranza di personale femminile! Pochi uomini si erano offerti in una missione comandata da una donna tanto bella quanto chiacchierata.

L’integerrimo Romeo passava per un severo cultore dell’astinenza e per uno che sapeva tenere a bada il gruppo di potere creato dalla perfida capitana.
Una volta in orbita, prima del salto nell’iperspazio, Barby e Romeo, che ancora non si conoscevano, secondo gli ordini della Federazione, dovevano recarsi assieme con il teletrasporto nella sede centrale per ricevere direttamente dall’Alto Comando della Federazione tutti gli ultimi dettagli, i documenti e un misterioso contenitore a forma di scrigno, e poi ritornare a bordo, senza comunicare a nessuno i dettagli della segretissima missione.

Immediatamente ripartire con l’INTERPRIK grazie al nuovo motore a “curvatura 6. 9” e recarsi nello spazio profondo. I rapporti tra i due più alti in grado si rivelarono subito tesi, Romeo lasciava il comando al Cap. Barby senza interferire dove era il caso, ma non lasciava nessun margine a lei su argomenti scientifici e medici di sua competenza.
Affidato temporaneamente il comando al Ten. Spik, il Cap. Barby, mora ed alta, vestita con l’alta uniforme gialla, molto attillata e provocante, e il dr.

Romeo Stiff, calvo, con gli occhiali e poco appariscente nella sua tuta blu della Federazione Medici Spaziali, senza mai dare le spalle alla donna e accompagnandola di lato, lasciano provvisoriamente il ponte, e dopo poche ore annunciano il ritorno a bordo, sempre con il teletrasporto.
E qui capita uno strano guasto, un sorvraccarico, con una perdita di potenza immediata, per fortuna subito sistemata: erano decenni che nessuno moriva o aveva danni permanenti con i teletrasporti, e la missione importante ed urgente non poteva certo arrestarsi… però l’uscita dei due non fu perfetta, anche perchè l’effetto visivo della bella Barby, tutta agitata, con l’accostamento del giallo sopra e ora con la tuta blù sotto, e del medico traballante sulle lunghe gambe gialle era davvero strana!
Chi era presente notò un’atmosfera non adatta a un ponte di comando, nervosismo e stupore, e una fretta nervosa di capire il da farsi.

Evidente che la capitana sembrava più furente e decisa del solito: consegnata una busta chiusa con gli ultimi ordini di partenza immediata e la rotta al Ten. Spik sul ponte di comando e spinti i motori alla massima forza, Barby ordinò smaniosa al traballante e frastornato medico di seguirla, e lo faceva spingendolo con forza verso l’infermeria.
Immediatamente i due si trasferirono al vicino centro medico, dove la voce alterata e l’autorità del capitano ordinarono al medico di chiudere tutte le tende e di spogliarsi in fretta.

Di solito in quella sala capitava il contrario.
Da fuori la stanza ovattata non permetteva di sentire distintamente, ma chi era nei paraggi potè poi riferire che si sentì dall’interno lei che impartiva ordini, solo qualche debole protesta del medico, dei gemiti, un rumore di lotta e qualche urlo, prima strozzato, come se soffocato, del povero Stiff, mentre Barby ordinava e sghignazzava, frasi come “… questa fortuna l’ho sempre desiderata! Ora stai fermo se non vuoi peggiorare la tua situazione!!!!”
Quel che capitò nel resto del viaggio è tutto da raccontare….

(fine primo episodio) ….

cap. 2) L’INFERMERIA
Anno 4688 – dal Diario di Bordo della “USS INTERPRIK” Viaggio interstellare verso Andromeda 16 – Primo giorno Rapporto del Capitano Sydvic Barby.
“Il viaggio è iniziato sotto i migliori auspici, va solo verificato un guasto lieve al teletrasporto, che deve rimanere ASSOLUTAMENTE top-secret: rapporti, rimedi e tutte le osservazioni su questo evento e sulle conseguenze vanno direttamente trasmessi a questo comando.

Anche per le conseguenze sanitarie.
Unica conseguenza: ferito e rimosso dal ruolo, in attesa di guarigione l’ex ufficiale medico, il dottor Romeo Siff, che attualmente è indisposto, in stato di narcosi e consegnato in osservazione nell’infermeria, e il suo ruolo è ora avocato a me.
Tutto prosegue regolarmente. FINE Rapporto”
• trasmissione Capitano Sydvic Barby “USS INTERPRIK” OVER – Con un sorriso maligno pensava a quanto successo, e che non poteva certo raccontare.

Solo al pensiero del ricordo le girava la testa.
La situazione aveva preso si una piega imprevista, che però in qualche modo ora la soddisfaceva: per ora era meglio che nessuno sapesse esattamente quello che era capitato nel guasto e nei momenti immediatamente successivi.
Lei sola sapeva, oltre al povero Romeo, naturalmente. Durante tutta la fase prima del guasto lei aveva tentato di ammorbidire l'altro ufficiale, ma aveva capito subito che era un duro, poco malleabile.

Ma quel teletrasporto li aveva sconvolti entrambi. Tutto accadde in fretta.
Non appena si erano rinchiusi nell’infermeria, con il povero medico rassegnato, e con l’intento manifesto di verificare eventuali conseguenze o danni fisici del guasto, i fatti erano ulteriormente e drammaticamente precipitati: gli eventi erano incredibili ed una strana e prepotente eccitazione la aveva sopraffatta, e con forza lei stessa lo aveva sopraffatto psicologicamente e costretto a spogliarsi… e mentre accadeva aveva subito sentito pulsare in se qualcosa di forte, e un istinto bestiale l’aveva assalita.

Vedere Romeo con quelle lunghe gambe fasciate dalla tuta gialla rendeva tutto strano, lui docilmente aveva eseguito, confuso ed obbediente… l’aveva costretto a rinchiudere l’infermeria e quasi con violenza spogliato.
Aveva subito riconosciuto il suo intimo rosso a merletti, non c’era dubbio: il trasporto aveva fatto un pò di confusione. Ma l’aveva resa forte e potente, riusciva a domare solo con lo sguardo un mezzo uomo, e aveva ora la forza di strappargli le “sue” mutande.

Mentre lo esplorava era curiosamente spinta dal comportarsi in modo sempre più violento e sentiva l’odore inebriante di quella morbida pelle, piacevole al tatto e lo tastò tra le gambe, attratta dall’umidità di quella fessura rasata, con il “suo” inconfondibile piccolo neo a forma di indice che indicava poco sotto il monte di venere il turgido e sensibile clitoride che già spuntava dal sesso.
Quel sesso che fino a poche ore prima era suo!
Mentre ora sentiva un urgente desiderio che suo non era mai stato!
“Girati e chinati in avanti” gli ordinò.

Lui obbedì come un automa, mettendo in mostra il sedere, non enorme ma ben formato, morbido bianco e sodo, gli si era avvicinata, e senza alcun preavviso gli mollò una sculacciata sulla natica destra, nuda, e contemporaneamente con l’altra mano riuscii a tappargli la bocca.
Spesso ne aveva fatto di sesso estremo, con fruste ed attrezzi, anche per punire i cadetti, ma questa volta non le serviva altro, per dominare e soggiogare, una vera bestia era dentro, la sentiva potente sotto di se!
Da dietro infilando la mano tra le cosce ritrovò le labbra ora turgide di una vulva bagnata, lì dove di sicuro non doveva esserci, e infilando il dito c’era una lubrificazione perfetta per una troia!
Romeo gemette stranamente passivo e rassegnato.

Già godeva in estasi? No! Io volevo fargli male. Desideravo altro!
Con foga calai la zip cercando quel sesso che già avevo capito di avere, e che tanto avevo desiderato dagli uomini.
Era incredibile, sensibile, già duro, caldo e abbastanza lungo, una cappella grossa e l’asta non grossa ma di marmo… con la mano già bagnata degli umori di “Romeo” velocemente mi lubrificai la punta, “AHHHHhhh!!!!” che fretta, che sensazioni, i mi indirizzai verso il retro, puntando nel tondo buchino superiore, mentre forzavo il suo corpo a stare piegato nel lettino delle visite.

Con un colpo di reni, dopo aver appoggiato e per un attimo forzato l’apertura avevo violato il pertugio, accidenti che bello, ma già troppo facile!
Poi il furore m’aveva preso la testa, ed avevo cominciato a pompare, spingevo forsennatamente, vedevo rosso, poi dei lampi di bianco, “che bellllloooooo!!” ero venuta quasi subito, con ondate di piacere che spremevano da sotto, passando per la schiena e riscaldando e bagnando dentro il pertugio già caldo.

Piacevole questo nuovo “strumento” troppo godurioso, maledettamente sensibile, sentivo i fiotti di piacere che uscivano, lubrificando il contatto e rendendolo ora meno sensibile, ma non potevo ancora fermarmi, e continuando per altri minuti, due, tre, forse cinque, avevo fatto godere e gemere anche lo strano essere sotto di me, titillandolo a dovere!
Forse in quel tempo avevo eiaculato ancora, ma nel togliere il magnifico e nuovo cazzo lo sentivo ancor duro, e presa la testa inerme per i capelli lo infilai in bocca alla mia vittima.

Inerme subiva, cercando solo di infilarsi le dita nella fica e si masturbava estasiato. Non potevo impedirlo, impegnata a tenergli la testa, e a irrumarla con violenza, dopo pochi secondi il cazzo diventò durissimo, si gonfiò, poi uno schizzo viscido e caldo che violò quella gola, mentre un liquido bianco e schiumoso gli colava da entrambi i lati delle labbra cianotiche.
Mi ero “fatta” un nemico, che ora giaceva esausto: lo immobilizzai rapida al lettino con le cinghie e le camicie di forza, e mi preparai a riprendere il comando della missione.

Finito il breve rapporto, e ricordata la scena ero di nuovo carica, mi sentivo addosso una forza e una decisione strana, e capivo di essere posseduta da qualcosa di estraneo.
Ma chi, cosa ero diventata? Perché oltre al mio corpo, anche la mia mente era così diversa? Dovevo farlo, ed era tutto ciò che sapevo.
Ricordare m’aveva eccitata, ora l’essere nuovo che ero doveva uscire in cerca di una nuova preda, anzi no, in fondo bastava con l’interfono dare un ordine, e già sapeva chi chiamare!

(fine secondo episodio) ….

cap. 3) RICORDI.

Spik dalla sala comando aveva notato l’anomalia del ritorno e la fretta nello scomparire, aveva osservato lo strano arrivo dei due. La fretta e lo strano abbinamento nel ritorno dal teletrasporto, l’ansia di consegnare gli ordini, lo sguardo famelico della Barby, e dalla plancia comandi aveva notato pure lo scrigno abbandonato a terra.
Diligentemente si era preoccupato di recuperare e di metterlo al sicuro nel cruscotto blindato.
Non era da lei abbandonare un oggetto importante per la missione, e sapeva che la ricompensa per una sua mancanza, che lui poteva rimarcare, poteva esser appagante.

Stizzito avrebbe voluto seguirli subito, ma aveva altri ordini da eseguire, c’erano le procedure di viaggio e il ponte di comando da tenere, però poteva incaricare l’assistente Lucy di riferire la situazione e gli avvenimenti dell’infermeria.
Tenere il ponte di comando era importante, ma a volte noioso, c'era il tempo di pensare o di affidarsi ai ricordi.
La ricordo…. Barby, bellissima, da giovane era tenera e già maledetta! Già notata da piccola quando l’aveva incontrata nel Centro Recupero Orfani di Orione, dopo che era stata portata come unico superstite del disastro della colonizzazione Andromeda, nell’astronave “Titan” era stata trovata alla deriva e in fiamme, con a bordo solo lei, piccola ma non impaurita.

Lui pure aveva seguito gli stessi corsi per i cadetti spaziali, ma lui era un comune orfano, e non aveva fatto molta carriera prima di incontrarla. Le selezioni erano durissime, e servivano alla Federazione Spaziale per avere personale senza troppi legami, utile alle missioni più lunghe e rischiose. Lei era cresciuta determinata e capace di far carriera, sfruttando ogni trucco, e da subito l’aveva scelto come compagno, da quella sera che gli era capitata nella camerata…arrivando chissà come dalla sezione femminile.

Erano entrambi giovanissimi e si era rifugiata sotto le sue lenzuola, nascondendosi al caldo, e aveva cominciato ad accarezzarlo, misurando i muscoli delle braccia, le forti spalle, poi era scesa in basso e gli aveva trovato il membro già duro, con movimenti lenti era scesa con la testa a baciare l’ombelico e poi guizzando con la lingua calda e umida era scesa evitando di toccare con la bocca il sesso, ma scendendo fino ai testicoli, aveva lavorato succhiandoli attraverso la pelle con delicatezza, e poi risalendo lentamente leccando solo l’asta.

Spick mugolava già di piacere, il suo sesso si preparava ad esplodere, ma lei perfidamente lo strinse alla base e gli sussurrò la sua richiesta: “…ti voglio far godere, ti voglio nella mia bocca, ma prima mi devi promettere che farai tutto ciò che ti chiedo, e ti devo chiedere di fare per me alcune cose importanti, le farai??? … Spik farai ciò che ti chiedo?”
Come poteva dire di no? Nessuno poteva resistere a simili avance.

Lo disse ansimando: “Si, fai di me quello che vuoi, farò tutto ciò che vuoi!”
“Me lo prometti? Giuralo” ripeté lei, lo aveva in mano!
“Si, SIIII!!!! te lo giuro!!!”
Ottenuta la promessa, finalmente la famelica bocca ingoiò il glande, con lappate avide, calde ed umide, ed iniziò a far scorrere la testa su è giù, bastarono un paio di movimenti ben fatti che lo fecero esplodere, e il seme caldo fu inghiottito da quella calda e assetata padrona.

Chiese al robusto amante di punire una caposala che l’aveva disturbata, massacrandola di botte, mentre lei guardava soddisfatta, e questo fu solo l’inizio. Lo usava come uno schiavo, o un cagnolino da esibire, o un dobermann feroce, secondo i suoi bisogni, e capivo che non potevo mai più dirle di no, qualsiasi atto lecito o illecito mi chiedesse, e che le fosse utile per aver o un pasto migliore nel Centro Orfani, o un voto più alto nelle scuole seguenti.

Alla fine faceva comodo avere una padrona così troia, che però mi portava su in carriera con lei, sapevo che avrei dovuto servirla, io come tanti altri, ma io più degli altri.

Lucy era la persona giusta, era venuta anche lei dalla nostra stessa gavetta, pur abile e fredda era stata sempre più di un passo dietro a Barby, lei non amava sedurre e usare la sua femminilità, restava in disparte e solitaria, trovandola nello staff dell’Interprik in posizione di subalterna, avevo capito che la potevo usare, tentando di essere simpatico con lei.

Quello che mi riferii, e che era successo nell’infermeria non presagiva a nulla di buono. Merda! Non doveva tentare approcci con il Ten. Medico, con quel Siff, che sicuramente era stato mandato per limitarla in queste faccende.
Non capivo come mai dalla riunione di partenza dalla Federazione erano tornati così in disordine, magari aveva cercato di sedurlo già nel teletrasporto, cazzo, se è così è stata più pazza del solito, accidenti, conosce bene quelle macchine non sono degli ascensori che puoi bloccare a piacere per farci del sesso!

E come mai uno come Siff si era già prestato a farsi conquistare, e la seguiva come un gattino… dal suo curriculum lo sapevo inflessibile e correva voce che le donne non gli piacessero! La faccenda era strana!

Leggo ora il rapporto che compare nel quadro comandi, tutto bene? Barby è nel suo alloggio, e … Stiff è fuori uso! Diavolo di una porca, è sempre più efficiente nelle sue seduzioni!
Controllo lo scrigno che avevo riposto, magari capisco di più…
ma, lo apro ed è mezzo vuoto! Le cartelline con i documenti non ci sono, c’è un shitola nera per il trasporto protettivo di materiale: una scritta rossa che spicca su evidenza gialla:
“BIOHAZARD – Contiene materiale biologico alieno”
VIETATO APRIRE Pertinenze della Federazione
– Manipolazione permessa al solo Ten.

Medico Romeo Siff”-

Sembra aperta, e completamente vuota all’interno. Perplesso la fisso qualche secondo, inebetito senza capire che fare…ma subito mi sveglia l’interfono con la voce autoritaria del Cap. Barby: “… Assistente Lucy Ski e vicecomandante Stan Spick sono convocati a rapporto nella stanza del Comandante!…” La sua voce non lasciava trasparire nulla di buono.
Passo velocemente il comando al primo subalterno, con l’ordine di mantenere la rotta e di comunicarmi immediatamente solo i codici rossi, e volo verso la richiesta.

“Cazzo e stra-cazzo, questa non ci voleva!!!” (fine terzo episodio)
Cap. 4) NELLA STANZA DEL COMANDANTE.

Bionda, non molto alta ma proporzionata Lucy arrivò per prima e si avvicinò alla porta della Comandante, riluttante ne sfiorò i sensori, e la porta si spalancò con un sibilo: si annunciò ma non varcò la soglia, preferendo rimanere nell’uscio.
In quel momento trafelato arrivò Stan, superò con un cenno Lucy, e si avvicinò alla comandante, che restava seduta nel comodo divano a fissarli.

“Barby! … signor Capitano, agli ordini…. che le è successo! Devo farle immediatamente rapporto per il contenitore…”

Lei sorrise e gli porse un bicchiere di rum: “Rilassati, parliamo dopo, ora ho altro per la testa, e tu, attendente Lucy entra, accomodati!”
“No grazie” rispose fredda “preferisco ascoltare qui, se ha ordini per me” badando di interrompere i sensori sulla porta, un brivido le correva la schiena, sapeva quello che l’altra femmina era capace di far fare agli uomini, e non si fidava del tutto di Stan, anche se lo considerava un superiore amico, ma era pur sempre uno dei preferiti di quella perversa.

“Fai come vuoi” disse Barby che invitò Stan a sedersi accanto a lei, strusciandosi mentre quello si sedeva, “ma dimmi, Lucy che ci facevi prima attorno all’infermeria? Ti ha mandato qualcuno?” Parlava rivolta a lei, senza guardarla, e posando attenzioni e mani su di lui.
Rapidamente rispose Stan: “Le ho ordinato io di verificare e rapportami la situazione del magazzino adiacente, ma ora c’è un’urgenza maggiore dei rapporti ordinari…”
“Hai perfettamente ragione, non potevi trovare parole migliori…” lo interruppe Barby e lo cinse con il braccio, per poi tappargli la bocca con un bacio lascivo, per poi scendere sul collo e avviluppandolo in un abbraccio voluttuoso.

Lucy schiarì la voce e tentò di dire “…vi lascio soli…” ma non fece a tempo, qualcuno da fuori la spinse all’interno, e la porta si rinchiuse. Barby che non attendeva altro schiacciò il comando di blocco chiusura, e la fissò negli occhi dicendo: “vieni, ora dai una mano a me, non far la timida, divertiamoci con questo maschione!”
Lucy rimase appoggiata alla porta chiusa, a guardare il comandante chinarsi su Stan, aprirgli i pantaloni ad accarezzarlo dolcemente.

“Fai il difficile oggi? Non ti eccito? Devo farmi aiutare da lei, cos'è, io non ti basto più?” Barby, ignorando gli sguardi acidi e spaventati di Lucy aveva spogliato l'uomo, impugnandogli il pene e iniziò a segarlo, e non appena giunta alla consistenza voluta iniziò un languido pompino, poi si girò e con un sorriso e voce soave disse “vuoi favorire? O preferisci altro?”
“Fatemi uscire! Stan, farò rapporto, ci saranno conseguenze, non finirà così!” protestava sempre più alterata Lucy.

“Capitano, ahhhh! Sai che ti soddisferò io, falla andare..mmmm. ” tentò di sussurrare Stan, mentre la testa nera della capitana calava ritmicamente tra i suoi pantaloni.
Per tutta risposta Barby smise, alzò la testa ed ordinò brusca, con la voce di chi non ammette repliche: “NO, voglio che te la scopi, mentre mi raccontate perché mi avete spiato prima! Mi volevi tradire? Allora dai, fattela! Sei pronto, te la puoi fottere ora!”
Lasciato l’uomo seduto e rialzata di shitto, presa la donna per un braccio velocemente l’immobilizzò e la spinse con forza verso Stan, pronto ad obbedire ed abituato a questi ordini le alzò le gonne ed iniziò a sfilarle gli slip; sapeva che doveva obbedire e immobilizzata da Barby che la teneva salda da dietro per i polsi torti, l'uomo seduto si trovò in posizione ideale ed iniziò a leccarla, per ammorbidirle la tensione.

Si dimenava e si torceva urlando il suo dissenso, ma era inutile, era tenuta con forza sovrumana.
Fatto un cenno a Barby, con maggior energia la capitana sollevò l’altra donna e Stan seduto si trovò con Lucy pronta che si impalava sul suo grosso cazzo, e calata di peso mentre lui ritornava seduto. Lei fece un gemito urlato, ma si trovò spinta e sollevata verso il petto di lui che la cinse con le braccia e da sotto aveva cominciato a pomparla.

Stan l’aveva tirata a sé anche per sussurrarle di non preoccuparsi, e per consigliarle il da farsi: “Stai calma, collabora vedrai che se obbedisci poi le cose si risolvono con del buon sesso! Ti diverti anche te. Conviene a tutti…”
Ma l’urlo di Lucy e il movimento frenetico del suo bacino, delle pareti della stretta vagina, e le spinte che sentiva avevano interrotto ogni pensiero. Barby s’era appoggiata dietro a Lucy, e si muoveva con forza pur trattenendola.

La stava già sodomizzando… ma … come? Con il suo cazzo sentiva la vagina che fremeva ed ora si spostava ritmicamente, spinta da dietro con forza, e Lucy che ora, smesso di urlare rantolava, con gli occhi bianchi fuori dalle orbite, inebetita, accidenti che sensazioni, gli stringeva e massaggiava il suo cazzo, ma cosa si era messa Barby, un didlo strap-on? Diavolo era pazzesco!
Godiamoci il momento, Lucy adesso aveva cambiato atteggiamento, vinta dal piacere ora supplicava e chiedeva “più su! Più su più forte! Che caldo, spingete, trombatemi forza che godooooo”!! Collaborava con voluttà, ed era libera.

Si era tolta la felpa e il reggiseno, ed era uno spettacolo vedere i sui seni ballare al ritmo, mentre gli umori le uscivano abbondanti bagnando ovunque mentre godeva per la duplice impalatura. Anche Barby aveva i seni scoperti, e lui ne approfittò per accrezzarli entrambi mentre succhiava a turno quelli di Lucy.
Lucy godeva e gli anaffiava di piacere il pube. Pure Stan presto godette e sfiancato dallo sforzo, ma ancora duro dentro di lei, si rilassò.

Ma nel mentre continuava ancora il ritmo delle spinte da dietro, che si faceva più forte, e poi un’onda di calore passò nei visceri di Lucy. Barby continuò per almeno una mezz’ora a pompare Lucy e questa a fremere e godere sotto i colpi delle due mazze indiavolate.
Alla fine Barby le infilò in gola un cazzo vero, che la sorprese e quasi la soffocò, con un getto di sperma caldo e appiccicoso, che la lasciò quasi svenuta.

Sogno o incubo, il tempo s’era fermato ed ora quasi risvegliata, dopo non so quanto tempo Lucy sentì al suo fianco Barby nuda stava succhiando l’uccello di Stan, che rapito succhiava anche lui, in un folle 69. Forse si addormentò beata ed adorante a vedere quei due porci venire e nutrirsi l’un l’altra, e come una sonnambula andò alla fine a leccare le labbra di Stan e a baciarlo vogliosa: aveva bisogno anche di una sola goccia di quel latte che avevan risucchiato a quel diavolo!

Segue nell'ultimo capitolo:

Cap 4) L’ORGIA SPAZIALE GLOBALE…

Il risveglio di Romeo fu traumatico.

Dall’infermeria i monitor di videocontrollo passavano immagini assurde dello stato vitale dell’equipaggio, che sembrava tutto occupato a riti orgiastici continui. Poteva vedere in tempo reale quello che facevano leggendone i dati fisiologici e capiva che era successi l'irreparabile. Aveva fallito, era stato mandato per controllare proprio questo, ed era successo. Era tutta un'orgia. Nei corridoi vicini alla stanza del comandante, ma soprattutto attorno al comandante ed al secondo, tutti si accoppiavano, freneticamente e come a****li, a gruppi e in tutte le pose.

Era un groviglio di corpi, aiutato dalla bassa gravità, ma anche alimentato da un’energia esplosiva, continua…
La situazione sembrava incontrollabile, il sesso era l’attività principale, e Romeo sapeva, era il suo fallimento, perché in parte sapeva la natura aliena del capitano e temeva di sapere tutte
le risposte.
Non era una normale situazione che Barby ricreava ad ogni occasione, questa volta è parossistica, il fatto è molto più grave. Sicuramente era stata presa nel guasto del teletrasporto dal materiale vitale alieno che dovevano riportare e abbandonare ad Andromeda.

La missione era questa, riportare il materiale e abbandonare li il Capitano Sidvic Barby in quel pianeta controllato ed isolato dal resto dell'universo con chi dello staff desiderava per ricreare l’Eden del sesso, ma cavolo, ora non si poteva più ritornare a contatto con altri terrestri, non in quelle condizioni almeno.
Alla fine tutti i 35 membri dell’equipaggio erano contaminati da quell'aliena forza sessuale e finivano a turno per nutrirsi del seme vitale di Barby, che ora zampillava di continuo, sempre più denso ed abbondate, e più ne bevevano e più ne volevano.

Come drogati, tutti la cercavano, e trovando la fila di altri indemoniati in astinenza ed in attesa di sesso, improvvisavano danze e spettacoli orgiastici soddisfacendosi e masturbandosi l’un l’altro per aumentare l’eccitazione, uno sopra l’altro, e in mancanza del sesso di Barby gli uomini cercavano accoppiamenti con chiunque fosse vicino, fino a succhiarsi tra loro, mentre le donne cercavano sesso e si offrivano per eccitarli, in un’orgia continua.
Ne sentiva il forte richiamo anche lui, e un calore, un’umidità con delle contrazioni di piacere e di voglia che lo assalivano nel basso ventre.

I sistemi automatici medici lo tenevano in vita, ma era bloccato sul lettino, e aveva voglia di liberarsi e farsi scopare, no, il dovere, sentiva di dover far qualcosa. Nessuno degli altri sarebbe venuto a cercarlo. La sua esperienza medica gli aveva fatto capire che era il contenuto della shitola che aveva contaminato e permeato la mente in parte già aliena del capitano. Lui sapeva che già da piccola le analisi avevano rilevato che aveva il DNA contaminato con quel materiale alieno, predisposto forse dal primo rapimento subito, che la faceva da sempre agire e la rendeva potente come una dea del sesso, e per questo non era ben vista da parte di alcuni superiori.

Ora si era rimescolato con quello completamente alieno dello scrigno trovato sul Titan. Attraverso il “suo” sesso e tramite lo sperma aveva reso alieno e perverso come lei tutto l’equipaggio.
Doveva tentare di rimediare alla situazione, e salvare la terra da questa contaminazione! Provò a far intervenire il chirurgo robotico, e ci riuscì solo spingendo la lingua nel palato soffocandosi. Il braccio robotico intervenne in tempo e nel rianimarlo gli aveva liberato la gola, e in parte le braccia.

Rapidamente si sfilò una spalla e tentò di liberarsi.
Doveva anche vincere i richiami della fame sessuale che lo opprimevano. Serviva una forte volontà, per resistere, si sentiva sotto una fica in fiamme e tutta bagnata per le scene e i suoni che arrivavano dal resto della nave. Deciso prese dal laboratorio ciò che serviva: con una grossa provetta si ritrovò a masturbarsi, infilando questa vagina vorace che si ritrovava, poi un’altra se la infilò dietro, e appagato si calmò.

Placarsi così con un breve orgasmo, sentiva ora dentro la testa una fame di cazzo, non solo di quel primo delizioso che gli aveva sfondato il culo, e che aveva assaggiato, ma la voglia di averne uno tra le gambe era pari alla voglia di ingoiarne lo sperma. A gambe aperte e bagnate di desiderio trovò le pastiglie che cercava in un cassetto e ingoiò rapidamente una dose di bromuro che un po lo calmò.

La scelta era difficile, andare con gli altri e farsi scopare fino a svenire, certo era un bisogno che anelava o il dovere e tentare di raggiungere la sala comandi? Tutti erano troppo impegnati in quell’orgia spaziale globale per fermarlo.
E poi, che avrebbe fatto, non poteva certo portare questo equipaggio verso la terra, l’unica alternativa qual'era? distruggere l’astronave!
O forse era meglio bloccare il pilota automatico ed assicurare il lungo viaggio di gruppo, verso l’infinito e verso l’eden promesso?

Nessuno seppe più nulla di quella missione spaziale, dispersa nell’ignoto, entrata nel “time warp”, senza più lasciare traccia.

I loro 35 nomi ora sono scritti tra gli eroi negli annali della Federazione Spaziale.

FINE

Salmacius 2012.

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