Profumo di Dafne da mistress a schiava 4

L’umiliazione di quella sera fu solo la prima tappa di un lungo percorso di schiavitù a cui Profumo di Dafne dovette sottostare che colpiva il suo corpo, ma soprattutto la sua mente.. Master Jack le ordinò di non indossare più le mutandine e per provarlo avrebbe dovuto consegnargliele in modo che le metesse sotto chiave per tutto il periodo della schiavitù. Inoltre doveva presentarsi in ufficio con una minigonna sopra le ginocchia col rischio che un cliente o un fornitore pensasse di avere davanti una cagna o una troia..
Il pensiero di quella mattina mentre percorreva la strada da casa sua a quella di Master Jack con la borsetta piena delle sue mutandine mentre una fresca brezza le passava sotto la gonna le procura va ricordi che rimaranno indelebili nella mente di Profumo di Dafne, ricordi di eccitazione ed umiliazione insieme.

L’umiliazione di doversi vestire in quella maniera con gonna sempre corta in un ambiente maschile la metteva in forte imbarazzo anche se nessuno glielo faceva notare essendo la padrona. Master Jack le aveva imposto anche di mettere degli ovetti vibranti comandabili con un telecomando wifi che su ordine del suo padrone lei era obbligata a usare: si trattava di una tortura indicibile, incredibile.
Dopo circa una settimana si presentò Master Jack in ufficio in una delle ore in cui il lavoro era più intenso dicendole che la voleva scopare, Profumo di Dafne cercò di resistere facendogli presente il grave carico di lavoro che aveva in quel momento, ma Master Jack fu inamovibile ricondandole l’accordo.

Profumo di Dafne reagì chinando il capo dicendo si padrone. Master Jack la prese da senza lubrificazione ben sapendo che il sedere di Profumo di Dafne era quasi vergine e quindi conscio del dolore che le avrebbe provocato date le dimensioni del suo cazzo. Finito l’amplesso infatti a Profumo di Dafne bruciava in modo impressionante il culetto, sembrava quasi che fosse stata introdotta una dose massicia di peperoncino o di zenzero. Master Jack fu assolutamente un bruto e sborrò nel sedere di Profumo di Dafne, costringendola poi a pulirgli il cazzo.

Quando Profumo di Dafne lo prese in bocca stava per vomitare la combinazione dell’odore della sborra, con l’odore del sedere dove Master Jack aveva messo il cazzo era nauseabondo. Una volta soddisfatto Master Jack le disse che l’avrebbe aspettata la sera a casa sua per la mancanza di rispetto che aveva dimostrato nei confronti del suo padrone. Profumo di Dafne reagì facendo di si col capo, ma Master Jack non fu soddisfatto, allora lei disse si padrone e allora l’uomo affermò che cos’ andava bene.

Tutto il pomeriggio Profumo di Dafne non riuscì a lavorare con la mente sgombràa in quanto era angustiata dalla punizione che avrebbe dovuto subire la sera e diversi collaboratori capirono che c’era qualcosa di strano, ma nessuno osò dire niente.
La sera Profumo di Dafne si presentò a casa di Master Jack che la accolse con un cane uno strumento di punizione delle scuole inglesi fino a non molto tempo fa e le ordinò di alzare la gonna dicendole che per l’affronto di oggi l’avrebbe colpita con trenta colpi sulle terga.

Per ogni colpo per Profumo di Dafne era una tortura, dopo dieci colpi cominciarono ad apparire delle piaghe sul sederino e i colpi le sembravano una vera e propria tortura fino a quando giunse la fine che fu una vera e propria liberazione. La schiavitù a cui era sottoposta stava diventando una prova sempre più difficile da sostenere, una cosa che non aveva mai pensato nel momento in cui aveva accettato.
Master Jack la congedò dicendole che per oggi era sufficiente, ma per i prossimi quindici giorni avrebbe dovuto stare in castità forzata, non avrebbe potuto scopare con suo marito(vabbè questo era un problema relativo), nè toccarsi, mè masturbarsi in alcun modo e questa era un impresa molto difficile che non sapeva se era in grado di realizzare.

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