Più che toro, vitellino

-Questo non è un vero e proprio racconto, lo definirei più che altro una sorta di diario scritto con più di 15 anni di ritardo. (pensare che mi sono sempre reputato uno puntuale)
Vi racconterò il mio primo incontro con una donna sposata, a quei tempi avevo 18/19 anni.
Come tutti gli esseri “cazzodotati” il mio bisogno più grande era trovare la figa , anzi direi quasi il mio unico pensiero, sono sempre stato attratto dalle donne più grandi, ma ancor di più la cosa che mi attraeva erano le grandi tette, qualità che surclassava in importanza ogni altra connotazione fisica.

Conobbi quella che sarebbe diventata l' oggetto di questa mia memoria in una chat, dopo le stupide frasi di rito per farsi minimamente calcolare e quindi scegliere, fra tutti i morti di gnocca da tastiera, passiamo alle presentazioni ed alla fase in cui ci si “racconta”.
Io non avevo molto da dire, un ragazzo normale, cicciottello, abbastanza simpatico ed un'intelligenza nella media.
Lei una 38 enne sposata con un figlio, incastrata in un matrimonio oramai asfittico con un uomo che non stimava e quindi figuriamoci se amava, al quale non concedeva di sfiorarla da almeno 6 mesi.

Continuando a discorrere un più del più e del meno, fintanto che non giungemmo a parlare della nostra fisicità, lei aveva tutto ciò che desideravo ….. una sesta….. al resto non prestai la minima attenzione, insomma la logica vuole che una donna che ha avuto un figlio e con una sesta di seno certo non può indossare una 42.
La settimana successiva la passai davanti allo schermo d' un pc.

Parlammo di ciò che ci piacesse sotto le lenzuola (io che fino a quel momento avevo rimediato solo qualche sega ed un mezzo pompino mentii spudoratamente) e fissammo l appuntamento per vederci un sabato sera, a questo punto urge precisare che eravamo divisi da circa 300km, quindi ci saremmo incontrati circa a metà strada.
Per l'occasione lavai ed aspirai gl interni della mia mitica punto 55 cv color grigio topa metallizzato.
Ci saremmo dovuti incontrare alle 21 in un paesino del Bresciano, scelta strategica visto che avevamo prenotato una matrimoniale in un motel poco distante dall' uscita.

Alle 17 ero già pronto, infatti non sapevo come ammazzare il tempo allora fantasticai sul come, sul quando, sul perché col risultato che passai tutto il pomeriggio col cazzo di marmo, cosa che non credo abbia fatto particolarmente piacere a quelli che incontravo tipo il benzinaio.
Insomma per farla breve alle 20:00 ero già arrivato nel parcheggio all'uscita dell' autostrada, mi ascoltai una cassetta dei Queen ed una dei Black Sabbath, poi il mio telefono squillò, era lei si trovava a due uscite di distanza, il cuore iniziò a pompare con maggior vigore, ed anche il pisello si sentii chiamato in causa, dissi con tono disinvolto che ero appena arrivato anch'io e che stavo parcheggiando (guai a fare la figura dello sfigato che arriva prima perchè emozionato) sperando che non notasse la collinetta di mozziconi sotto al mio finestrino.

Vidi una macchina parcheggiare accanto a me, l ‘occupante mi sorride e scende.
Li finalmente la vedo meglio (tenete presente che le fotocamere digitali non erano diffuse ed i modem erano a 56k).
Aveva delle scarpe nere con un tacco non molto alto sarà stato un 8 delle calze scure ed una gonna lunga ben sotto il ginocchio con uno spacco laterale, una giacca anch'essa scura con sotto una maglietta scollata chiara, aveva 2 tette SBALORDITIVE e dei capelli mossi color rosso mogano.

Appena la vidi rimasi incantato, non si poteva certo dire che si trattasse di una modella, ma pensai subito al tempo impiegato per vestirsi cosi per me, all'accuratezza con cui avesse scelto gli abbinamenti per ottenere il giusto compromesso fra la porcaggine e l'eleganza, insomma in quel momento mi parve una delle donne più belle che avessi mai visto, infatti rimasi impalato come un pirla, fù lei a stamparmi un bacio sulle labbra ed a dirmi “allora andiamo ?” ci mancò poco che non gli risposi “dove” ma fortunatamente almeno questa volta non fui così scemo.

Appena salito in auto, iniziai a dirigermi verso il motel, tenni la luce accesa dell'abitacolo perchè volevo guardarla meglio, lo spacco della gonna anziché sul lato, si trovava quasi sul davanti lasciando scoperto il bordo delle autoreggenti ed un lembo di pelle chiara.
A causa di una curva più spericolata del solito lei trovandosi sbilanciata fu spinta dal mio lato e fu in quel momento che mi disse una frase che non dimenticherò mai, ovvero “se volevi che venissi li non dovevi che chiedere “ in quel momento la guardai (con quello che credevo essere un sguardo da macho) e la baciai saggiando la consistenza di una di quelle mammelle madornali che faticava a starmi in mano.

La mia mano si spinse sul suo ginocchio per dopo risalire fino al bordo delle calze e lei con un gran sorriso apri ancor di più le gambe mostrandomi il triangolino di stoffa che separava i miei occhi da ciò che il mio cazzo desiderava.
In quel momento ebbi la strana sensazione di non aver ben compreso chi fosse stato la preda e chi il cacciatore.
Durante il viaggio la mia mano destra passo più tempo sul suo corpo che sul volante e la sua mano sinistra continuava a giocherellare con la patta dei miei jeans.

Arrivati alla reception consegnammo i documenti e lesti lesti ci recammo in camera.
Una volta dentro mi sembrava giusto brindare al nostro incontro con lo spumante del frigo bar (che avrebbe costituito la metà del conto) mentre io versavo da bere lei si sedette sul letto, bevemmo e mi avvicinai a lei.
Immediatamente le mie mani si fiondarono sotto la sua gonna (che lei prontamente tolse in quanto al marito aveva detto che sarebbe andata a ballare e non ad un incontro di wrestilng qindi sgualcita si ma strappata no)
Passai i primi minuti a mungere, succhiare, mordere quelle immense montagne morbide mentre le mie mani esploravano i pertugi del su corpo.

La sua figa era un lago e la prima cosa che feci è stato leccare il dito che vi avevo appena inserito, ancor oggi impazzisco per gl'umori delle femmine, oserei definirli come una sorta di riassunto della femminilità.
La prima volta che gli entrai in figa stentavo a credere a quanto calda fosse, non cè bisogno che vi spieghi, visto la mia passione, che la posizione preferita consistesse in lei sopra ben impalata sul mio uccello ed i suoi capezzoli sulla mia lingua.

Ma ora veniamo al motivo del titolo.
Mentre stavamo scopando come ricci le suona il cellulare, c' immobilizzammo immediatamente non mutando posizione, disse che si trattava di suo marito e che doveva rispondere impietrito stentavo quasi a respirare ma in me si fece subito strada l'idea che quell' uomo fosse a casa sul divano a guardare la tv preoccupandosi per la moglie mentre lei stava in un motel con le tettone al vento ed il mio cazzo ben piantato in figa.

Questo pensiero su di me ebbe un effetto strano, senti una sorta di brivido partire dalla punta dei capelli rimbalzare sui piedi e arrivare dritto dritto alla mia cappella, per capirci un po' quando braccio di ferro mangia gli spinaci.
Probabilmente lei se ne accorse, perché chiusa la conversazione adducendo che si trovava nel parcheggio per giustificare il silenzio, mi disse “se quel cornuto sapesse che sono qui a montare un cazzone non mi chiederebbe se sto bene “ sentendo queste parole l'afferrai per i fianchi la feci appoggiare al mio petto e cominciai a scoparla con molta foga fino a sborrarle dentro.

Ovviamente la serata è stata molto più ricca di momenti ma volevo raccontarvi (in maniera poco eccitante lo riconosco) la prima volta in cui ho capito che la cosa che amassi di più del trombare, era il poter trombare la donna di un ‘altro, con la suddetta signora ho avuto una storia durata un annetto o forse 2 inquanto spesso si passava qualche settimana senza sentirsi.

Ringrazi colui o colei che ha avuto la pazienza di leggere fino a qui.

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