Perdersi……per ritrovarsi

Perdersi……per ritrovarsiMi alzo in piedi e mi siedo di nuovo sulla scrivania. Capisci l’invito, ti alzi dalla poltrona stringendo l’asta tra le mani……. Ti sto desiderando dentro da impazzire. Non ti togli nemmeno i jeans, mi prendi il viso, mi infili la lingua in bocca e mi baci quasi volessi entrarmi da lì. Chiudo gli occhi e ti sento scivolare dentro di me… sentirmi allargare è un piacere indescrivibile… lo spingi subito tutto in fondo ed inizio ad ansimare senza accorgermene.

Mi fai stendere sul piano della scrivania ed inizi a scoparmi, prima piano poi io ti chiedo di spingere di più. Voglio sentirti tutto,voglio che tu mi sbatta come se fossi la prima donna che scopi. Ti sto guardando negli occhi adesso, mentre con una mano mi tocco un capezzolo e con l’altrainizio a masturbarmi di nuovo. Mi stai facendo impazzire, sono talmente bagnata che il tuo cazzo entra ed esce senza creare attrito.

Il mio bagnato sta colando sullo sfintere sotto, che bagnato è diventato estremamente sensibile. Sto desiderando di sentirti entrare anche lì ed arrivo a godere, una volta, due, tre… non le conto e non mi trattengo. Tu devi avere capito visto che stai iniziando a toccarmelo e così bagnato il tuo dito quasi scivola dentro provocandomi un nuovo orgasmo. Mi perdo nella tua bocca che adesso sta scendendo lungo il collo e sento uscire dalle mie grandi labbra liquido caldissimo, mentre i capezzoli inturgidiscono ancora di più perché le tue mani stanno sbottonando la camicetta.

Con un dito mi accarezzi lentamente il solco trai due seni, con l’altra mano continui a sbottonare la camicetta. Prendo la tua mano e la infilo dentro ai miei jeans perché voglio che tu senta subito quanto mi eccita la tua vicinanza. Sbottono i jeans ed abbasso la lampo per darti più spazio. Le tue dita scivolano tra le mie grandi labbra e ricominci a baciarmi più intensamente mentre il mio umore ti bagna completamente la mano.

Sto muovendo il bacino per sfregare il clitoride sul palmo della tua mano. Mi sembra di impazzire dal desiderio. Ma voglio giocare adesso…I piedi di Cristina Parte 1Domenica pomeriggio. Sto vedendo la tv annoiato. La mia coinquilina Irene, esce per andare a trovare un'amica. Dopo circa mezz'ora mi telefona. “Ciao Ludovico, fammi un favore. Vai nella mia stanza e vedi se in giro c'è la mia patente”. “Si, è qui” – rispondo quasi subito – “L'hai dimenticata sul comodino”.

“Ok, grazie. Fra poco verrà un'amica a prenderla. Ci serve per stasera. “”Ok”. Rimango per qualche secondo nella stanza di Irene e la mia attenzione si concentra quasi subito sul paio di infradito che indossa in casa. Sono settimane che osservo i meravigliosi piedi di Irene che calzano quelle ciabattine e decido di approfittare della sua assenza per annusarle. Mi prostro per terra e comincio avidamente ad odorarle, baciarle e leccarle. “E BRAVO IL PORCO.

COSA SEI? UNA SPECIE DI FETICISTA?”All'udire quella voce mi alzo di shitto e mi trovo davanti Cristina, la migliore amica di Irene. Sono paralizzato a morte e divento rosso dalla vergogna. “Non è … non è c..come pensi tu” – balbetto imbarazzato. “AH NO? E ALLORA COSA STAVI FACENDO CON LE SCARPE DI IRENE?”Cazzo! Cristina avrà avuto un paio di chiavi, è entrata in casa senza che me ne accorgessi e si è vista tutta la scena: non mi rimane che confessare.

“Ok..mi piacciono i piedi e le scarpe femminili..contenta?”. “OH, SI..SONO CONTENTISSIMA!” -“Che vuoi dire?””DICO CHE SPIFFERERO' TUTTO AD IRENE E CI SARA' DA RIDERE!””No, ti scongiuro. Farò tutto quello che vuoi”. “UNO CHE SCONGIURA NON STA IN PIEDI, STA IN GINOCCHIO”. “Va bene. Ti prego. Ti supplico” – dico dopo essermi inginocchiato – “lascia che la cosa rimanga tra noi”. “STARO' ZITTA AD UNA SOLA CONDIZIONE””Quale?””DA ORA IN POI SARAI IL MIO SCHIAVO E FARAI TUTTO QUELLO CHE tI ORDINERO'””Cosa? Ma sei impazzita?”.

“AFFATTO. SE NON SUBISCI IL MIO RICATTO DIRO' TUTTO AD IRENE Ed ANCHE AI TUOI AMICI”. – minacciò tirando fuori il cellulare dalla borsa. “E va bene. Accetto. Sono il tuo schiavo!”. Cristina è visibilmente soddisfatta. Si siede sul letto di Irene e si toglie le scarpe. La mia nuova padrona mi ha sempre odiato e finalmente è riuscita a trovare il modo per umiliarmi senza pietà. “PROSTRATI – mi ordina quindi – ” E LECCAMI I PIEDI”.

Mi metto prono per terra e comincio a leccare le sue odorose estremità. “AH! AH! AH!SEI UN MITO!” – esclama divertita – “SEI PROPRIO UN MITO”. Ad un certo punto Cristina mi mette i piedi sulla faccia. “HO SEMPRE PENSATO CHE SEI UN COGLIONE ED ORA NE HO LA CERTEZZA. DOMANI SERA PRESENTATI A CASA MIA. HO UN PO DI LAVORETTI DA FARTI FARE”. La padrona è sempre più soddisfatta e divertita. Mi costringe a prenderle le scarpe con la bocca, le indossa e se ne va senza neppure salutarmi.

Storia di LaraEntri e ti prendi di colpo tutte le mie certezze, come quella di non voler avere nulla a che fare con te. Adesso che ti ho qui davanti come posso dirti di no? Non mi dai neanche tempo di poter fare nulla che chiudi la porta e ti prendi ciò che pensi che sia tuo. Non parli, certe parole volgari non sono da te, tu la volgarità ce l-hai dentro, tu la volgarità la dimostri strappandomi i vestiti dalla pelle.

Non sono loro che devono coprirmi, se non nuda devo essere vestita di te, del tuo sudore, della tua saliva, del tuo peccato. Almeno questo è quello che pensi. Sono indifesa o almeno è quello che pensi, vuoi avere il controllo su di me, vuoi che sia tua così potrai prenderti cura di me. Mi sento Eva, piena di peccato e senza risposte, e le tue mani sono le mie foglie di fico, sui seni, sulla mia intimità bagnata, quasi si moltiplicano per coprire ogni spazio del mio corpo.

Mi stuzzichi come solo tu sai fare, come ammetto nessuno ha mai fatto. Hai un potere su di me che non so descrivere. Ti muovi, mi prendi, mi sbatti sulla prima superficie disponibile ed io mi rilasso, chiudo gli occhi e mi abbandono a te, ascolto i tuoi movimenti invece di guardare il soffitto bianco. Mi tiri a te, il mio sedere scivola sul marmo freddo del tavolino e lascia che il tuo sesso si incastri con il mio.

Poi però sei tu a muoverti, sei tu che con il tuo ritmo serrato detti il mio oscillare sulla fredda superficie. Tu che sei fuoco e mi stai incendiando. Non ho nulla da perdere, solo da vincere, solo da godere. Mi sposti come una bambolina, spalanchi le gambe e poi le chiudi senza però mai fermarti un attimo, senza darmi un secondo di tregua, neanche per prendere un respiro. Ho perso la cognizione del tempo, dello spazio, solo noi, ci sono solo i nostri corpi che sbattono l'uno sull'altro.

Chissà chi sarà il primo dei due a raggiungere il traguardo, sei talmente sadico che saresti capace di lasciarmi sola, insoddisfatta. Allungo una mano sulla mia intimità e con la stessa smania con cui tu mi stai fottendo io mi accarezzo portando la mia voluttà ad un livello superiore. Puoi entrare in casa, nel mio corpo e nella mia mente, ma non sul mio piacere. Non ancora. Sonia, infoiataSono in estasi, il mondo intorno non esiste sono in trance, scollegata dalla realtà, un momento inebriante di felicità, avverto del calore che si attenua, con le mani mi aggrappo alle spalle di quest'uomo che con sapiente maestria mi ha portato all'apice del piacere.

Mi sciolgo, raddrizzo la schiena che si era inarcata per godere al meglio della penetrazione che con i gingilli vibranti messi sul pene era irresistibile, uno urta ancora sulla mia clitoride e mi fa venire i brividi. Sono venuta, con una mano scendo sul mio pube e lo blocco, premo il bottone e si spegne, i colpi però non si fermano e continuano a provocarmi un gran piacere, sono rallentati per farmi prendere fiato.

In compenso, questo tizio, rimorchiato per caso in un locale, mi fa sentire tutti i suoi centimetri che arrivano con colpi più decisi e mi fanno vibrare e stringere più forte le mie braccia su di lui fino a distenderlo sopra di me. Solo il suo bacino rimane a muoversi. Avido di piacere inizia a baciarmi, cosa che apprezzo e mi eccita, lui alza ed esce dal mio scrigno, mi fa girare mi metto a quattro zampe.

Alla fine siamo tutti degli a****li e sono costretta ad accettare questa posizione, non ne avevo voglia, ma basta poco perché la mia ritrosia sia vinta, questa posizione mi fa godere di più e le sue mani che si allungano sui seni mettono in moto la ricerca di nuovo piacere. Inizio a muovere il bacino per sentire tutto il suo sesso. Con un dito ben oleato inizia a toccarmi il culo, mi distoglie dal godimento per un attimo, il tempo di rilassarmi per quella nuova pratica che già pregustavo, non ci volle molto perché prima una e poi due dita mi entrassero dentro piano, ma anziché passare alla sodomizzazione introdusse uno di quei giocattoli vibranti, fu sconvolgente, una felice scoperta, perdo il senso della dimensione, della realtà non riesco più a distinguere con precisione i suoi movimenti.

Percepisco la voglia insopprimibile e, per l-educazione ricevuta, la voglia di essere posseduta, il sesso fu suggerito dal diavolo alla prima donna. Niente di più esatto e malvagio. Per godere appieno di ogni singolo momento di piacere che quell-uomo mi procurava, avrei donato la mia vita, tutta intera, mi sarei consacrata a lui, quasi una consacrazione laica e profana. Mentre riuscivo a raccogliere questi pensieri, quella bestia afferro la mia spalla con una mano, con l'altra raccolse i miei capelli e cominci; a cavalcarmi in un galoppo immaginifico che sembra farmi toccare altre dimensioni.

Lui libera la sua linfa e come un cavaliere stanco si aggrappa alla mia schiena e i nostri respiri affannosi si uniscono stremati. La scommessa di AriannaArianna è una ragazza bionda ed elegante che se la tira molto, ma molto. Giorgia invece è sportiva e simpatica e ha i capelli neri. Tutte e due sono molto belle e i ragazzi gli girano sempre intorno. Loro però si odiano perché Arianna è proprio una stronza e dice che Giorgia è volgare perché sta sempre in jeans.

Lei ha un vestito da sera con lo spacco e i sandali alti. -Facciamo una scommessa- Dice a Giorgia: proviamo a vedere quella che piace di più. Quella che perde ci rimette il culetto e non si fa mai più vedere nella discoteca. Arianna non vede l’ora di vedere Giorgia che piange e non si fa mai più vedere. E’ sicura di vincere lei. -Ci sto- Risponde Giorgia. Vediamo quale delle due riesce a farsi quel ragazzo là.

C’è un ragazzo alto che sembra un atleta al bancone, e beve senza nemmeno sentire la musica. Non gliene frega niente di niente, sembra triste. Un bersaglio difficile!-Va bene comincio io- Dice Arianna- Ma attenzione che questa puttanella da quattro soldi non scappi dopo eh? Dovrà pagare il suo debito!-Stai tranquilla- Dicono le sua amiche. La teniamo qua noi. Arianna si siede sullo sgabello e fa sporgere una gamba dallo spacco. -Ciao come ti chiami?- Dice al ragazzo.

-Angelo. -Vuoi stare con me?- Arianna si sporge e sotto al vestito non ha il reggiseno. Allunga tanto la gambe che si vedono le mutandine sotto. -Voglio farmi i fatti miei- Lui le risponde e Arianna si offende subito e se ne va sdegnata. -Quello lì è finocchio- Osserva- Scegliamone un altro!Giorgia va sullo stesso sgabello, però, e siccome quello è un suo amico con il quale si è messa precedentemente d’accordo, in breve tempo si fa baciare sulla bocca davanti a tutti i testimoni.

-Toccami fra le gambe davanti a tutti. Lui le infila una mano nei jeans aderenti e le sposta il tanga, poi la tocca culla figa e la fa sussultare. -Ahhh…. va bene basta così hanno visto…. Lui però le infila anche un dito nel culetto e comincia a muoverlo e ritmo lì con tutti che guardano. “..aspetta…basta…” Ma le sta per venire un orgasmo e Angelo la lascia andare appena in tempo. Adesso Giorgia ha vinto e ritorna indietro.

Arianna vorrebbe andare via ma le amiche di Giorgia la trattengono. -Eh no devi pagare la scommessa!E Arianna deve uscire con loro nel parcheggio dove non c’è nessuno e si mette a piangere e supplicare ma non c’è niente da fare. -Spogliati tutta nuda!Arianna capisce e si toglie il vestito di seta tutto di un pezzo: rimane solo in mutandine bianche e sandali. Le sue tette sono abbastanza grandi e piene. -Togliti le mutandine! Giorgia ha preso dalla discoteca una grossa candela.

Arianna si toglie le mutandine e rimane tuta nuda. In mezzo alle gambe ha un ciuffo di peli color nero perché se li tingeva. Si accorge che tutti vedono e diventa rossa dalla vergogna. -Mettiti a quattro zampe!Arianna si mette a quattro zampe sulla sabbia e Giorgia vede il suo buchetto del culo tutto scoperto e gli ficca dentro la candela con forza. -AHHHHHHHHHHHHH Arianna strilla e Giorgia la costringe a dire che è una maiala e non si farà mai più vedere lì.

Poi la mandano via nuda che cammina a gambe larghe e Giorgia torna dal ragazzo. -Andiamo a casa tua- Lui la porta nella sua casa sulla spiaggia e le toglie tutti i vestiti uno per uno fino al tanga di pizzo che aveva sotto ai pantaloni. -Scopami fortissimo- Gli dice e lui la scopa come un terremoto. Giorgia gode tantissimo soprattutto pensando a quello che Arianna si è meritata. Voglio te, sciocchina…..Voglio te alla mia tavola…distesa, completamente nuda..con qualche peluzzo sulla tua passera…così inizio a divorare il tuo corpo…..sarà ovviamente utilizzato come la più esclusiva tavola da pranzo….

non verserò piatti caldi…non vorrei ustionare la tua pelle morbida ma mi regolerò sui secondi a base di carne…che farò poggiare sul tuo ventre…ogni tanto mi piace anche giocare con i peli della passera…forse li mordicchio, forse ne titillo qualcuno ma soprattutto intingo le mie dita nel liquido che stai producendo, presa tra paura ed eccitazione, e lo utilizzerò come condimento per il mio arrosto…..ma dopo essermi leccato le mani per il tuo squirting profumato farò servire decine di piatti di frutta già sbucciato e condita con anisetta e succo di limone e fragola…….

mangerò come un gran signore sul corpo e sui seni floridi della più bella delle sue favorite…..mangerò tanta uva, rossa e bianca, dopo averla bagnata in una caraffa di vodka che avevo al mio fianco ed ogni tanto ti infilerò un chicco nella tua bocca. Non voglio farti ubriacare, voglio il tuo corpo fremente e tonico per quello che verrà poi…quando mangerò completamente le tue tettone e mi riposerò affranto sul tuo ombelico……mentre faccio, dai mia servitori, coprire il tuo corpo e la frutta dallo zucchero provvedo da solo ad annaffiare il tuo ventre di gin e assenzio…ho visto che la tua mano ha afferrato il mio willy..poichè ero nudo anche io…ed hai osato fino a tanto perché il tuo corpo iniziava a riscaldarsi e a diventare di un rosa più acceso ……ti lascio fare…tocca pure anche in maniera nevrotica …so benissimo che stai iniziando a provare piacere……ti mancano soltanto i miei baci……arriveranno molto più tardi quando ti avrò completamente sottomessa…per il momento afferro la bottiglia di assenzio, ti allargo le cosce e inizio a versare assenzio e zucchero di canna nella tua figa..senti un bruciore , ero ? Sarà soltanto l’inizio del nostro piacere perché con la mia lingua bevo tutto da te e dalla tua conchiglia, ricordandoti che sono in obbligo con te per avermi offerto il tuo corpo ed un pranzo degno di Lucullo….

sai benissimo che la nostra storia continuerà ed attraverserà gli Oceani…ne parleranno in molti ma pochi potranno dire di aver fatto parte delle cellule del tuo corpo senza averti toccato se non soltanto con la mia lingua la tua conchiglia. Non vogliamo soltanto fare del sesso dozzinale vogliamo soltanto entrarci nelle anime prima di possedere i corpi. Sacrifici d'amore …”Mia madre sussultò, voleva cercare di difendermi ancora, ma sarebbe stato inutile. La zittii, con una pressione di intesa sulla spalla.

Mi lasciai scorrere addosso l’accappatoio, fino a restare completamente nuda … era la prima volta che ero nuda davanti a un uomo. Poi, con delicatezza estrema, aggirai i fianchi di mia madre con le braccia e le presi i seni tra le mani, massaggiandoli delicatamente in senso circolare. Lei stava per svenire e si appoggiò con le mani al comò, io da dietro continuavo a palparle i seni, la pancia i fianchi, ero dietro di lei, e mi appoggiai al suo corpo, come se volessi possederla.

Mia madre, suo malgrado, sospirò, mentre i suoi capezzoli si indurivano sotto le dita. Sott’ occhi vidi il cazzo dello zio saltare sull’ attenti, colto di sorpresa. Continuai a dedicarmi a mia madre, con la mia azione fisica, i****tuosa, ma carica di tutta la mia pietà per quella povera donna e di tutto l’ amore possibile. Incredibile a dirsi, ma per un attimo fui grata a quella carogna di mio zio, imponendomi quel rapporto così intimo con mia mamma, mi permetteva di dare sfogo a una passione che, altrimenti, non avrei mai potuto esprimere.

Lei si lasciò andare, lo sentii … e vidi i peli del suo collo rizzarsi, mentre le massaggiavo la schiena, giù e giù, fino all’ osso sacro …allora invogliata dal suo inarcarsi, scesi con la mano tra le natiche, superai il buchetto bruno del suo culo e raggiunsi la vulva della mamma, di conformazione gonfia e paffuta: carnosaEra un piacere tenerla in mano, tutta nel palmo. Per fare del mio meglio mi posi sul suo fianco, di modo che, comodamente, potevo raggiungere sia i seni che la schiena con le mani.

Mi feci coraggio, e baciandole il viso, cercai col dito medio la sua fessura sotto il pube completamente rasato. Mi inoltrai di pochi centimetri in quello spacco caldo e mi ritrovai con le dita nel bagnato, dentro la figa infatti, mia madre era già in un lago di piacere. La feci voltare verso di me e, e facendo in modo che lo zio vedesse bene, la baciai in bocca, la lingua apriva le labbra di lei e cercava la sua, il bacio più dolce della mia vita.

Le esploravo la bocca con la lingua, godendomela tutta, le passai sui denti, sulle gengive, le trovai la lingua e appiattii la mia sulla sua, come per assaggiarla. La costrinsi a produrre saliva e la bevvi come un liquore ardente …in figa intanto avevo inserito due dita e tiravo verso l’ alto, come se l’ avessi presa all’ amo. La mia mamma, per assecondare la penetrazione delle mie dita, si sollevava sulle punte dei piedi e apriva le cosce … ero in sollucchero, e anche lei …- Falla sedere sul letto – ordinò mio zio in preda al piacere, col cazzo tra le dita – … e leccala …Sei brava, Giovannella! –Mia madre ebbe un sussulto, ultimo tentativo di ribellarsi all’ i****to, ma soprattutto cercando di evitarmi il rapporto con lo zio.

Non voleva che fossi deflorata da quel maiale e facessi la sua stessa fine di succube. Usata come una puttana per il suo piacere. Delicatamente la accompagnai sul letto e lei si sedette, come quando qualche volta le avevo visto fare quelle sere che dormivo in camera sua: recitava le orazioni mentre si toglieva le calze e la biancheria intima, seduta proprio come adesso. Mi inginocchiai a suoi piedi, e le poggiai la testa sulle gambe, che lei mi accarezzò con gesto materno, poi delicatamente, come se chiedessi la sua collaborazione, le allargai le cosce il più possibile, per farmi spazio fino alla sua fessura.

Era troppo, non ce la facevo più, e affondai la faccia nella sua figabaciando, leccando, succhiando gli umori di mamma, ritrovando tutti i profumi e le gioie dell’ infanzia perduta, lei mugolava di piacere. “Visioni periferiche dall’ufficioL'ufficio è al terzo piano di una sgangherata, scrostata e cadente palazzina alla periferia estrema della città. Una sfigatissima ditta di traslochi, i cui due unici soci, Mario ed io, moriranno di certo nell'indigenza più assoluta, vista la cronica scarsità di lavoro.

Salgo le scale per ritirare alcuni fogli riguardanti il (poco) lavoro del mattino successivo. Entro (con il fiatone, maledette sigarette nell'anticamera di quell'unica stanza che è il nostro sontuoso (!) ufficio. Sono quasi le otto della sera, fa caldo, mi girano le palle e non vedo l'ora di farmi una doccia. So che il mio socio è ancora lì: d'altronde, a casa, da quell'arpia della moglie, Mario ritorna proprio quando non può farne a meno.

Ed è difficile dargli torto, conoscendo la megera. Cazzo. Ci risiamo. I mugolii mi giungono distintamente alle orecchie. Il socio si sta dedicando alla sua attività sportiva preferita. Socchiudo la porta e mi affaccio nella stanza. Mario, stravaccato nella traballante poltroncina dell'unica scrivania, il pisello fuori dalla patta, una giovane mora infilata tra le sue gambe e impegnata in quella che mi sembra essere una discreta pompa. Sospirando mi appoggio allo stipite, scrutando la scena con assoluto disinteresse.

Vaffanculo. I documenti che mi servono sono proprio sulla scrivania. Ci manca solo che il socio me li schizzi con la sua imminente manifestazione orgasmica. Non mi resta che aspettare. La ragazza, tutta presa dalla sua attività orale, non mostra segno di aver avvertito la mia presenza. O magari se ne è accorta, e spera soltanto di non doversi infilare in bocca un altro cazzo. – Direi che abbiamo trovato la nuova segretaria, eh ? -ulula Mario, il viso congestionato, la voce arrochita.

La testa della nuova assunta continua ad andare in su e in giù, ipnotica, senza mai una variazione di ritmo. – Uhhhh… il posto è tuo, figliola… non te lo leva più nessuno… uhhhh… -A volte penso che abbiamo sbagliato attività, Mario ed io. Un bell'ufficio di collocamento, ecco quello che avremmo dovuto mettere su. Cambia la segretaria ogni quindici giorni: ne trova sempre una più troia. – Socio… questa e' bravissima… una vera maestra della succhiata… -Magari in ufficio la ragazza non sa fare un cazzo (cioè… il cazzo lo sa fare… insomma, ci siamo capiti…), ma a Mario va bene così.

Un grugnito, due, tre…Un mezzo sospiro. Mario è venuto nella bocca dell'imperturbabile succhiatrice. L'assunzione della nuova segretaria è cosa fatta, timbrata, firmata e certificata. Mario ripone il randello, tirandosi su la zip del pantalone. La nostra nuova segretaria, ora in piedi, si pulisce le labbra con un fazzolettino. E' stata brava, bisogna ammetterlo. Ha ingoiato praticamente tutto, salvando i miei preziosi (si fa per dire) documenti dall'esplosione del mio socio. – Devo prendere quei fogli che sono sulla scrivania — Eccoli… sono tutti tuoi… -Mario me li allunga.

Mi avvicino e li afferro. Sul primo, qualcuno (Mario) ha disegnato un culo di donna. Non me la prendo più di tanto. Almeno sono asciutti. La ragazza (ormai collega) si sta ripassando il rossetto. A vederla da vicino è un vero e proprio cesso. Ma il socio non ha gusti troppo raffinati. Mi volto per tornare alla porta. – Ehi… aspetta… vi racconto l'ultima… -Rassegnato attendo l'ennesima cagata. Mario nella vita fa solo due cose: o scopa, o racconta barzellette di merda.

Il cesso appena assunto sembra non aver nemmeno capito cosa l'aspetta. – Allora… sapete come si capisce che si sta arrivando alle Isole Vergini ? -Silenzio. Da parte mia. E della nuova collega, che credo usi la bocca solo per fare bocchini. Mario gongola, immaginando chissà quali evoluzioni dei nostri stanchi neuroni. La realtà è che non frega un cazzo a nessuno delle sue stramaledette isole. – Eheheheh… non ci arrivate… va bene… allora… si capisce che si sta arrivando alle Isole Vergini dal fatto che il mare pullula di pesci-sega… -La sua risata è un fragoroso e rimbombante tuono.

Esco e prendo le scale, inseguito da quei nitriti. L'ultimo pensiero, prima di resettare il tutto, è per la ragazza. Secondo me si licenzia. E senza preavviso.

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