Padrona Sonia (Mistress Sonia) 2

L’appartamento

Erano passati pochi giorni dal primo incontro tra la Padrona Sonia e lo schiavo Silvio, così si chiamava il buon giovane, il quale aveva gia cominciato a trasferire le proprie cose nell’appartamento affittatogli dalla Signora, non voleva perdere tempo. Il salotto era colmo di s**toloni, mobili ammucchiati e vestiti. Un po di disordine in questo momento era decisamente perdonabile anche dalla Padrona più severa. I due si erano sentiti al telefono parecchie volte parlando solo dell’appartamento, mai discorrendo del futuro rapporto tra i due.

Il ragazzo giorno per giorno sistemava alcuni particolari risolvendo il disordine in un ordine quasi meticoloso, il venerdì sera tutto era al suo posto, tutto luccicava. L’appartamento era composto da un ampio salotto, illuminato da una grande finestra, davanti alla quale si alzavano due ficus benjamin ben rigogliosi, mentre sul davanzale giacevano delle splendide orchidee, al centro un tavolino basso contornato da due divani di pelle nera. Dal salotto verso sinistra, si accedeva ad una piccola cucina e in un sgabuzzino, mentre a destra si accedeva ad una cameretta, un bagno di modeste dimensioni e una grande stanza.

Lo schiavo aveva scelto la piccola stanza come la sua camera da letto, mentre voleva adibire la stanza grande al dungeon per la Padrona. Verso le 21. 00 del venerdì sera, il cellulare dello schiavo squillò, era Lei la Padrona:

– pronto

– ciao schiavo

– buona sera Signora

– allora sei pronto?

– Si Signora, quando viene?

– Domani pomeriggio alle 16.

00.

– Va bene mia Signora, preparo qualcosa?

– Stai sereno, vai a dormire presto ti voglio in forma,.

– Si Signora mi faccio la doccia e vado a nanna.

– Bravo cucciolo

La Padrona chiuse così la telefonata, ovviamente lo schiavo obbedì e si coricò a letto, ma fu una notte tormentata, riuscì a chiudere occhi non più di due-tre ore.

Alle 7. 00 era gia in piedi, prendendo uno straccio e ripassando tutto per bene, anche le finestre tutto lucido. Finite le pulizie decise di uscire a prendere qualcosa, meglio essere pronti che non si sa mai, andò in un piccolo supermarket e prese del riso, della pasta corta, del sugo, un bottiglia di chardonay, una confezione di acqua minerale, due bottiglie di cocacola light e dei biscotti; in fioreria prese 11 rose rosse; di ritorno a casa sistemò tutto al proprio posto, non aveva nemmeno voglia di mangiare, la tensione saliva.

Si diresse verso il futuro dungeon che al momento era deserto se non per un letto semplice e un paio di sedie. Il tempo passava lentamente, lo schiavo si fece una lunga doccia si sbarbò per bene, infilò un paio di bluejeans e una maglia bianca, e si mise in attesa. Verso le 15. 25 squillò il cellulare:

– pronto

– ei vieni giu che mi aiuti

– si Padrona arrivo – rispose lo schiavo fiondandosi per le scale

– eccomi Signora

La Signora era vestita molto semplice, con dei bluejeans e una camicetta bianca, ai piedi un paio di ballerine anche queste candide.

– prendi la confezione di cocacola light e quella s**tola e portala su, poi torna non voglio affaticarmi

– si Padrona, subito

lo schiavo quasi volò su per le scale appoggiò tutto sulla tavola in cucina e ridiscese rapidamente.

– rieccomi

– ora prendi quella valigia e quella busta della spesa

– va bene

i due salirono: la Padrona davanti e lo schiavo dietro, lei saliva lentamente, lui si deliziava gli occhi alla vista delle splendide forme della Signora.

Arrivati in appartamento la Padrona si accomodò sul divano, mentre lo schiavo portava il tutto in cucina. Subito lo schiavo ritornava in salotto e si mise al suo posto, in ginocchio dinanzi alla Padrona.

– bene bene, mi piace il tuo atteggiamento, molto remissivo.

– grazie Padrona

– vedo che hai sistemato abbastanza qui, dovrai migliorare alcuni aspetti, ma non è male.

– Va bene Padrona

– Allora, cosa sei disposto a fare per me

– Tutto mia Signora

– Tutto? Tutto?

– Si Padrona, mi trovo bene con Lei, e quindi voglio spingermi lontano.

– Ottimo, allora spogliati e servimi qualcosa da bere…

– Si Padrona, corro

Lo schiavo andò in cucina, si tolse i vestiti, prese la bottiglia di chardonnay e un bel bicchiere ampio e lo mise su un vassoio. si diresse a passo rapido in salotto.

– eccomi Signora

– ah, ti sei attrezzato, pensavo arrivassi con una cocacola ahahaa

– spero lo gradisca

– certo piccolo, appoggia sul tavolino e dimmi tu non bevi vino se ben ricordo.

– No Padrona

– Quindi non lo accetteresti dalle mie labbra?

– Si Signora da li si

– Bravo, e dimmi il tuo vassoio da mettere sui capezzoli non lo hai qui?

– Si Padrona

– E perché non lo hai usato?

– Non volevo osare troppo, non mi era stato ordinato.

– Bene devi fare solo cio che ti ordino

– Si Padrona

– Ora vai a prenderlo

– Si corro Padrona

In un attimo lo schiavo fu di ritorno con il vassoio.

– mettitelo da solo

– si Padrona – in pochi secondi il vassoio era fissato con la cintura ai fianchi e le mollette ai capezzoli.

– Stai bene così

– Grazie Padrona

– Ora mettiamo su la bottiglia di vino e il bicchiere, ti fa male?

– No Padrona

– Aahaha, vai in cucina e ritorna.

– Si Padrona – rieccomi

– Mettiti in ginocchio e aspettami qui, dove ai messo le mie cose

– In cucina

– Rimani li fermo se le mollette si staccano lasciale staccare e lascia cadere la bottiglia

– Si Padrona.

La Padrona si diresse verso la cucina, preparando i propri attrezzi, approfittò per cambiarsi. Si era infilata un completo lungo di latex lucido che esaltava tutte le curve. Poi tornò in salotto con un paio di fruste e una caraffa.

– schiavetto alzati

– si Padrona

– appoggia la bottiglia sul tavolo

– si Padrona – lo schiavo prese la bottiglia e il bicchiere e li mise sul tavolino.

– Chi ti ha detto di mettere anche il bicchiere sul tavolino

– Oh mi scusi Padrona – lo schiavo rimette il bicchiere sul vassoio

– Tardi tardi, devi ascoltare bene, questo è una punizione!

– Grazie Padrona e mi scusi ancora

– Vai in cucina e metti sul vassoio tutte le bottiglie di coca che riesci a portare, aggiungi un altro bicchiere

– Si Padrona – lo schiavo mise solo due bottiglie per non fare figure, e un bicchiere, questo semplice pensando che era per lui.

E ritornò in salotto.

– Oh sei qui, come mai un bicchiere diverso?

– Immagino sia per me, e allora ne basta uno semplice.

– Ahaha sei una forza, però idea non male.

– Grazie Padrona

– Cammina un po per la stanza

– Si Padrona

Mentre lo schiavo camminava per il salotto la Signora lo frustava leggermente, per leggere e capire lo schiavo che aveva di fronte, regolarmente aumentava l’intensità e la quantità di frustate, lo schiavo resisteva ma a volte le bottiglie dondolavano rischiando di cadere.

– se cadono sarai punito, lo sai vero.

– Si Padrona

Il test-punizione prosegui per parecchio tempo, la Padrona forzava la mano tentando di far cadere le bottiglie, ma lo schiavo resisteva, cercando con lo sguardo gli occhi della Padrona, per farle capire che era quasi al limite. All’improvviso la padrona colpì direttamente le bottiglie che caddero a terra, e incominciò a ridere.

– sono cadute

– si Padrona

– e quindi?

– Dovrò essere punito

– Ahahaaa, aahahaa penso proprio di si. Appoggia tutto sul tavolino e togli il vassoio.

– Si Padrona

La Signora si sedette sul divano.

– versami del vino schiavo!

– Si Padrona

– In ginocchio, in ginocchio!!!

– Scusi Padrona

– Va bene dai, stai concentrato!!

– Ecco Padrona

– Bene ora sdraiati sul divano e appoggiati sulle mie cosce

Lo schiavo si distese con il sedere in su, sulle cosce della Padrona, il micropene leggermente eretto venne stretto tra queste.

La Signora cominciò a sculacciare lo schiavo.

– ora facciamo il culetto rosso!!

– Grazie Padrona me lo merito.

Lo sculacciamento proseguì per almeno 15 minuti, lo schiavo rimaneva in silenzio, stringendo i denti, voleva fare una bella figura con quella Padrona tanto desiderata.

– bravo schiavo sai res****re

– grazie padrona

– in ginocchio ora

– si Padrona

– prendi il tuo bicchiere

– si, eccolo Padrona

La Padrona cominciò ad accarezzare il sesso dello schiavo, dolcemente dolcemente, guardando la reazione che suscitava nell’oggetto.

– mai bevuto la tua pipi?

– Si Padrona

– Davanti ad una Padrona?

– No Signora

– Be, è giunta l’ora, prendi il bicchiere e riempilo.

– Si Mia divina

Lo schiavo in un attimo aveva colmato del suo acre nettare il bicchiere.

– ora mio caro, mentre io mi godo questo buon vino, tu berrai la tua pipi, guardandomi negli occhi.

– Si Padrona

Lo schiavo ingurgitò d’un fiato, fissando la Padrona ipnotizzato dalla dolcezza con cui, Lei, beveva la sua ambrosia.

– bene schiavetto, di la ho visto un mazzo di rose rosse…

– oh che testa mia Signora, sono per Lei.

– Be allora cosa aspetti

– Mi scusi vado a pr..

– Fermo

– Devi essere concentrato!!!

– Mi scusi

– Sei sempre perdonato, ma ovviamente dovrai essere punito.

– Si Signora

– Prendi una cordicella e legala stretta ai tuoi testicoli

– Si Padrona subito

Lo schiavo, davanti alla Padrona, si legò il sacchetto bello stretto.

– ora passami quella bottiglia

– si Padrona

La Signora la legò alla cordicella.

La alzò e la rilasciò.

– ahi, grazie Padrona

– ora puoi andare a prendere le rose

– si, subito Padrona

lo schiavo si diresse in cucina, con quella bottiglia che penzolava e tirava, raccolse le rose e ritornò in salotto, fece un gesto per inginocchiarsi dinanzi alla Signora, ma lei lo fermò e si alzò.

– stai in piedi

– si Padrona – disse lo schiavo porgendole le rose.

– Grazie schiavo- rispose teneramente la Padrona ricevendo il mazzo. La Signora ammirò a lungo le rose e le collocò sul tavolino, dopo di ché si sedette sul divano.

Lo schiavo devotamente composto con le braccia dietro la schiena e la faccia rivolta verso il basso, aspettando un qualunque gesto della Padrona, la quale stava seduta con le gambe accavallate con quel bicchiere di chardonnay in mano che guastava a piccoli sorsi.

D’un tratto la Signora alzò gli occhi e con un piede incominciò a far dondolare la bottiglia, prima dolcemente e poi forte, a volte sollevando la bottiglia, sempre con il piede per farla ricadere, se il liquido al suo interno era agitato, lo schiavo non lo era da meno, era teso e felice, sopportava con gioia il trastullo della Padrona. la Padrona a questo punto vuotò il biondo vino e ordinò allo schiavo:

– prendi il bicchiere, vai in cucina e lavalo!

– Si Padrona subito

– Cerca di far ondeggiare quella bottiglia che mi diverte

– Si, certo mia Signora

Lo schiavo fece presto entrò in cucina eseguì l’ordine impartito da Sonia e ritornò al cospetto di costei.

– bene schiavo sono ormai le 19. 00, io vado a casa.

– Ma, padrona di gia?

– Dopo esco con le mie amiche, inoltre non permetterti mai più di avere quel tono con me, abbiamo passato delle belle ore assieme.

– Mi scusi, non era mia intenzione mancarle di rispetto.

– Dal momento che non ti basta, terrai la bottiglia fino a quando non ti chiamerò io

– Si Signora

– Spero di non dimenticarmi – sogghignò la crudele Sonia

– … lo schiavo non rispose…

– ho anche dei compiti per te, dovrai iniziare ad attrezzare il dungeon, sistema le mie cose nel armadio, e non giocarci, l’armadio trovalo tu… cerca di pensare a come soddisfarmi a rendermi felice

– si Padrona, sarà un piacere esaudire ogni suo desiderio.

– Allora io vado, mi cambio al volo e vado via, salutami come si deve!!

Lo schiavo si inginocchiò accolse il piede della Padrona tra le proprie mani e lo baciò, poi si rimise in posizione consona a testa bassa, non una parola usci dalla bocca della Signora, si alzò e mentre si sollevava dal divano baciò sulla fronte lo schiavo, il quale rimaneva immobile, fino a quando la Padrona gia cambiata gli disse:

– ciao schiavo buona serata

– buona serata a Lei mia Padrona.

lo schiavo rimase impietrito per almeno dieci minuti poi si alzò e si diresse in cucina curiosò nello s**tolone e nella valigia della Padrona, i quali contenevano, strap-on, dildi, clamps, fruste, pinze, completi in latex, in particolare di colore nero, un vestito da colf, ancora nella confezione e altri strumenti. Poi si affrettò a portare tutto nel dungeon, che ancora era spoglio, si fermò a lungo ragionando su come attrezzare quella stanza, cercando di indovinare lo stile e le voglie della Padrona, aveva sempre la bottiglia appesa ma era così preso a pensare alla sua Lady che non di faceva caso.

Dopo la cena, composta da un riso in bianco semplice, si mise a lavorare al dungeon, a togliere dei pensili e spostare il vecchio letto e i comodini, iniziò a pulire a fondo per bene. All’improvviso erano di certo passate le 21. 00 giunse una chiamata al cellulare dello schiavo, era Lei:

– pronto

– ciao schiavo – rispose una voce allo schiavo sconosciuta

– ma, chi è

lo schiavo udì una forte risata di almeno due ragazze

– Sonia ha detto che puoi togliere la bottiglia

– Ma, come, chi, …..

– Allora?? Allora hai capito

– Si si Signora ma non so con chi sto parlando

La telefonata s’interruppe e lo schiavo non ebbe il coraggio di chiamare la propria Padrona, chi era quella ragazza misteriosa?.

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