Monica lettrice con la fantasia della sottomission

Mi scrive qualche mese fa Monica, qualificandosi come assidua lettrice sia dei miei racconti che del mio blog che le ha fatto capire di trovarsi davanti a una persona esperta e che e’ sempre stata segretamente interessata alla sottomissione una cosa che con suo marito non avrebbe mai potuto fare o proporre.
Monica e’ una donna di 32 anni sposata con un imprenditore di Genova e coordina il gruppo di commerciali dell’azienda del marito.

Le faccio subito presente rispondendo alla sua mail che sono un padrone autoritario, severo ed esigente e che non accetto tra le mie schiave qualsiasi cagnetta che abbia delle pulsioni da sottomessa. Monica mi fa presente che e’ conscia della cosa e che mi ha scritto proprio per questo dicendo chiaramente che un padrone molliccio e accondiscendente non la attira.
Io le faccio presente che prima di essere accettata tra le mie schiave dovrà passare alcune prove e lei si dichiara pronta ad affrontarle.

Vedi le dico siccome una schiava deve essere tale nei confronti del suo padrone prima nella mente che nel corpo ti dovrai sottoporre a delle prove che potrebbero essere umilianti e metterti in imbarazzo anche con le persone più’ care.
Come prima cosa le ordino di buttare tutte le mutandine nelle immondizie, che da oggi in poi dovrà sempre utilizzare gonne molto corte e non indossare mutandine. Monica protesto’ subito dicendo che sul lavoro serviva comodità’, e che non avrebbe mai potuto giustificare questo cambiamento di atteggiamento con suo marito e aveva paura di mettere a repentaglio il suo matrimonio, io le risposi semplicemente che questa era la prima prova alla quale la sottomettevo, che lei poteva rifiutarsi ma che il nostro rapporto si sarebbe concluso qui.

Per tre giorni non ebbi più risposta che pensai si trattasse di una delle tante schiave da tastiera che ogni tanto scrive, sennonché’ al quarto giorno mi rispose dicendo che avrebbe accettato, infatti la sua testa le diceva di rifiutarsi, mentre la sua passerina aveva una gran voglia di avere un padrone, mi mostro’ le foto delle mutandine nelle immondizie e di lei con la minigonna e senza mutandine sia a casa che in ufficio.

Bene le dissi ora dopo questa piccola prova puoi essere ammessa tra le mie schiave ovviamente dopo aver firmato un contratto di schiavitù con il quale si sarebbero fissate le condizioni della sua schiavitù, le dissi chiaramente che l’accettavo solo perché, mi mancava una donna sposata nel mio parco cagne.
Fissamo quindi un appuntamento a Milano dove mi dovevo recare per lavoro e mi sarebbe dovuta venire a trovare in albergo, vestita come le avevo ordinato e li le avrei illustrato il suo contratto di schiavitù.

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