Mio cugino Luca-Versiona al Femminile di “Mia

Mio Cugino Luca
Versione al femminile di “Mia Cugina Lucia”
(parte 2)

…(Continua)..
Mi svegliai quando furono circa le 9,30… Luca dormiva come un sasso!
Chiusi leggermente le persiane.
Mi soffermai a guardare Luca mentre dormiva. Non volevo svegliarlo. Delicatamente mi avvicinai a lui per annusarlo.
Sapeva di buono.
Guardai il suo pacco; fui tentata di toccarlo ma resistetti. Dentro me dissi “Basta Lucia, fai la brava”!
Feci una doccia, mi vestii e scesi giù in cucina.. avevo un grande appetito!
Dopo un’abbondante colazione mi misi subito sui libri a studiare, anche per scacciare dalla mia mente tutti quei sensi di colpa che mi stavano invadendo.

Verso le undici sentii scendere Luca; il mio cuore cominciò a battere velocemente. E adesso? Come funziona? Decisi che la cosa migliore era far finta di nulla, come nulla fosse accaduto.
– “Ciao Lu'!” – Mi disse Luca entrando con un gran sorriso.
– “Ciao!!! Ben svegliato signorino! Lo sai che ore sono?” – gli dissi sorridendo. Vedere Luca con quell’enorme sorriso mi aveva rasserenato cancellando ogni senso di colpa che si era costruito dentro me.

Ne fui estremamente felice. “Sei un grande Luca!” pensai; nulla era accaduto, tutto cancellato. Mi sentivo veramente bene, leggera, sollevata.
“Guarda che nell'armadietto ci sono i cereali e nel frigo il latte, se vuoi!” gli dissi.
“Ok, grazie!” – Rispose.
Mi soffermai a guardarlo mentre rovistava nel frigorifero; era proprio un bel ragazzo, aveva un bel culo sodo, tondeggiante e delle belle spalle larghe e massicce.

Sentimmo mio fratello scender le scale ed entrare con noi in cucina; subito salutò tutti e si mise a raccontare della serata con gli amici.

Questo portò tutto alla normalità; io e Luca cominciammo a scambiarci sguardi di intesa per ridicolizzare ogni stronzata che mio fratello raccontava.
Pranzammo verso la una e mezza e poi Luca si mise ad aiutarmi a sparecchiare e lavare i piatti. Giorgio si licenziò andando in camera sua a dormire.
Mentre lavavo i piatti, raccontavo a Luca delle mie compagne di università. Mettevo in evidenza la loro stupidità, quanto erano vuote e prive di spessore, quello spessore femminile che a mio avviso fa la differenza e del quale io mi sentivo invasa.

Uno spessore impalpabile, non quantificabile; ma rendeva Donna una donna. Tutte le femmine sono provviste di culo e tette, ma aldilà di come possano esser fatte, belle o brutte, per far godere veramente un uomo ci vuole ben altro. Non basta aprire le gambe; certo, a molti uomini questo basta ma io volevo far capire che una donna deve essere qualcosa più. Mentre parlavo confusamente di tutto ciò, ad ogni passaggio di Luca dietro me che portava qualche piatto o bicchiere da lavare, sentivo uno strano tremore alle gambe.

Cazzo quanto sono ancora presa da lui, troppo presa!
Ad un certo punto mi si avvicinò, lasciò sul bordo del lavello un bicchiere e dopo averlo riposto mi senti toccare morbidamente il culo. Stavo parlando e continuai a farlo senza fermarmi. Volevo far finta di niente. Ma la sua non era una toccatina; sentivo la sua mano gentile, grande e morbida che mi palpeggiava. Mi sentii alzare la gonna e la sua mano si infilò dentro la mia mutandina.

Mmmhhh…!
Continuavo a parlare a vanvera, cercando di non pensare e soprattutto non farmi coinvolgere, sperando che si limitasse a palpeggiarmi i glutei; quando poi il suo dito cercò spazio tra le mie labbra vaginali ebbi un piccolo sussulto! Cazzo, mi sto ancora eccitando. Devo fermarlo!
“Dai, fai il bravo! Sopra, in camera, c'è Giorgio!” gli dissi.
Avrei voluto divaricare le gambe e farmi scopare alla pecorina ma non potevo! Non era giusto! Mio fratello era di sopra.. e se fosse sceso? Cazzo che figura.

Basta devo darmi una calmata! Inoltre quella sera ero già d’accordo di incontrarmi con Giuliano, il mio fidanzato, per un aperi-cena. Non potevo e, paradossalmente, non volevo dargli buca; dovevo continuare normalmente la mia vita. Luca era mio cugino, Giuliano il mio ragazzo!
Uff, che casino. Non avevo nessuna voglia ma non potevo neanche mandare a fanculo la mia normalità per questi colpi di testa.
Mente cercavo di riempire l’aria con parole a vanvera la mia mente pensava a come organizzare la serata.

Non volevo distaccarmi da Luca, lasciarlo a casa solo. Pensai quindi di invitare alcune mie amiche tra cui la Francy, una stronzetta abbastanza carina alla quale affidare Luca. Chissà come se la sarebbe cavata con Francy.
Un po’ gelosa, un po’ curiosa, decisi di coinvolgerlo. “Luca, stasera ho appuntamento con amici per un aperi-cena. Vieni con me vero?”
“Ok” rispose Luca, “a patto che mi porti a casa per cambiarmi”.
“Nessun problema” risposi.

Bene, Luca è con me! Mi sentivo meglio. Sapevo che lui sarebbe stato con me tutta la sera e la cosa mi eccitava.
Finii la cucina e mi misi sul tavolo a studiare. Luca era sdraiato sul divano intento a leggere il giornale. Mi sentivo bene, tutto quello che desideravo era li con me. Con grande fatica cercavo di concentrarmi sugli appunti che avevo davanti quando ad un tratto, spostando l’ammasso di fogli e libri che mi circondava, feci cadere il mio piccolo astuccio ed un libro; “Cazzo!” tutte le biro colorate sparse a terra.

Fu più forte di me; non riuscii a trattenere la mia fantasia che già intravedeva una scenetta stupida dove Luca, il suddito, raccoglieva a terra le mie cose, sotto il tavolo. Senza pensarci più di tanto dissi a Luca “Raccoglimi le penne!”.
Che figata, un ordine, un imposizione! Temevo una sua reazione negativa.
Invece, come avevo sperato, si alzò dal divano con uno sbuffo, si abbassò sotto il tavolo e con calma e diligenza, si mise a raccogliere il tutto.

Ero la padrona! Questo ruolo mi eccitava da matti!
Per ricompensa aprii leggermente la gambe, ero certa che non a lui non sarebbe dispiaciuto ma neanche a me! Con il piede cercai il suo viso, lo trovai e cominciai ad accarezzarglielo in modo sensuale. Lui non perse tempo e subito cominciò a leccarmelo. Sentire le dita dei miei piedi che venivano risucchiate dalle sue labbra carnose, umide e calde era una sensazione impagabile.

Lo fermai, giusto per il gusto di farlo incazzare; gli dissi “Fai il braaavooo!”
Lui, mesto, finì di raccogliere il tutto e si rimise sdraiato sul divano. Io, cercando di tener a bada i miei impulsi con mille difficoltà, mi misi a studiare.
Verso le cinque ritirai il tutto e dissi a Luca che sarei andata sopra a cambiarmi e prepararmi. Luca mi sorrise ed annuì.
Dopo una bella doccia, cercai di vestirmi nel modo più provocante possibile.

Non volevo pensare per chi lo stessi facendo, per Giuliano, per Luca o per me stessa. Mi misi un vestitino nero attillato e scamiciato, sapevo che rendeva bene le mie forme. Mi asciugai i lunghi capelli cercando di renderli più voluminosi possibile. Mi truccai, non esageratamente, ed indossai delle scarpette nere a mezzo tacco. Mi misi un collier in oro bianco, presi la mia borsetta a busta nera e finalmente davanti allo specchio mi reputai pronta! Mi sentivo fighetta e provocante, proprio quello che volevo essere!
Nel frattempo avevo sentito mio fratello urlare; mi avvisava che stava uscendo e che forse non sarebbe rientrato.

Meglio, pensai. Questa cosa mi eccitava ancor di più e mi diede stimolo per preparami al meglio per la serata!
Scesi al piano sotto e guardando Luca con un certo orgoglio femminile gli chiesi “Andiamo?”- “Ok” rispose. Luca mi stava guardando con occhi sgranati; la sue espressione parlava da sola.

Presi la macchina di mia mamma e ci dirigemmo verso la casa di Luca. Mi sentivo continuamente i suoi occhi addosso; non parlava, non faceva nulla di particolare ma ero sicura che lo avevo provocato! Quando arrivammo sotto casa sua mi chiese se volevo salire con lui.

“Calma ragazzo mio, calma… la serata è ancora lunga! Soffri un pochino!” pensai. Così gli risposi “E’ meglio di no! Ti aspetto in macchina. Sbrigati!”. Bofonchiò qualcosa e se ne andò.

Quando scese, lo guardai e stavolta rimasi io senza fiato. Luca era veramente un bel ragazzo! Indossava una camicetta nera leggermente sbottonata, aderente da fargli risaltare i pettorali, maniche arrotolate sull’avambraccio che rendevano gli stessi possenti e forti, un paio di jeans aderenti che esaltavano quel paccone che aveva in mezzo alle gambe mentre dietro delineavano quel suo bel culo rotondo e sodo, le gambe tornite risaltate dal jeans aderente; calzava poi dei mocassini neri senza calze.

Salì in macchina e sentii subito il suo profumo fresco e pulito mescolato all’odore della sua pelle. I capelli neri, boccolosi, inumiditi e sistemati con il gel erano luccicanti. Seduto al mio fianco scorsi e fotografai nella mente ogni dettaglio del suo profilo; il viso abbronzato e ben delineato, con queste generose labbra carnose, un collo sinuoso ma tornito che perfettamente si incastrava sulle larghe spalle, i pettorali che vedevo solo parzialmente dallo scorcio della camicia leggermente sbottonata, questo pacco ingombrante che cercava di sistemarsi mentre allacciava la cintura di sicurezza, le cosce lunghe e massicce fasciate dal jeans aderente sino ad arrivare alle caviglie nude e poco pelose dalle quali si pronunciava un sensuale collo del piede coperto dal mocassino nero.

Il cuore cominciò a battermi sempre più forte. Wow. Deglutii, ingoiando a fatica tutta la saliva che mi si era formata prima che mi uscisse dalla bocca, accesi la macchina e ripartimmo.

Arrivammo in centro e ci dirigemmo verso il “Movie” un noto locale modaiolo. Entrammo e ci sedemmo al tavolo già occupato da Chiara, Francesca, Raffaella e Giuliano. Erano le mie amiche ed il mio ragazzo. Abbracciai tutti per un saluto e presentai Luca.

Feci sedere Luca in mezzo tra Francesca e Raffaella; io sedetti ovviamente vicino a Giuliano. Ordinammo da bere e vidi Francesca subito all’opera con mio cugino. Bene mi dissi, ora potevo occuparmi di Giuliano. Ero contenta, ma sentivo qualcosa di strano dentro di me. Vedere Luca con Francy mi faceva piacere, mi dava un certo sollievo; mi sentivo meno il peso ed il rimorso di quel rapporto che si stava instaurando con Luca.

Allo stesso tempo ne ero gelosa.
Cominciai a parlare a macchinetta con Giuliano, e per non vedere e per non pensare. Intanto al tavolo si aggiunsero persone della nostra compagnia. Quando scorsi con la coda dell’occhio Luca che faceva il cascamorto con Francesca, mi sentii trasalire da un’ondata di calore. Gelosia? No, non poteva essere, lui è mio cugino, “Cazzo Lucia, è tuo cugino!”. Decisi di allontanarmi con Giuliano. Ci avvicinammo al bancone e lui, come sempre, cercò di avvicinarmi tenendomi per i fianchi.

In effetti per parlare all’interno del locale era necessario avvicinare la bocca all’orecchio del tuo interlocutore. Musica e brusio impedivano una conversazione normale. Dal bancone non potevo fare a meno di girarmi verso il tavolo di Luca. Dovevo vedere che cosa stava facendo. Francesca gli era sempre più appiccicata ed io mi stavo innervosendo. “Guarda te questo stronzetto, fai il cretino, vedrai poi che punizione shitta!” pensavo. Questo pensiero alla fine mi tranquillizzava perché mi proiettava a fine serata, quando io e Luca avremmo dovuto rincasare per poi chiuderci nella mia camera; lì, nella penombra della notte, sarebbe stato tutto mio.

Ad un tratto, in un incrocio di sguardi con Luca, lo vidi strizzarmi l’occhio. “Brutto stronzo” pensavo “ti stai facendo palpeggiare da quella cretina e mi strizzi pure l’occhio? Allora beccati questo!”. A quel punto, presi Giuliano, che non aspettava altro, e me lo baciai, simulando tutta la passione che potevo.
Così facendo Giuliano prese quel gesto come un via libera da parte mia; quindi continuò a baciarmi ripetutamente finche non mi chiese di uscire dal locale per appartarci un attimo nella piccola via retrostante il locale.

“Cazzo, mancava solo questa” mi dissi tra me e me.
Ma alla fine mi sentivo in colpa verso Giuliano, quella situazione l’avevo creata io e quindi mi resi disponibile. Uscimmo ed una volta appartati, dopo qualche bacio dovetti appagarlo. Mi limitai a masturbarlo, cercando di fare più in fretta possibile. Non ne avevo assolutamente voglia ma in fin dei conti ero stata io a provocarlo. “Tanto viene in fretta”, pensai.
Ed infatti, squallidamente, poco dopo mi trovai a girare il suo pene in direzione del muro perché stava venendo.

Seguirono le sue consuete frasi conclusive tipo “Ti amo”, “mi fai impazzire”, “ti adoro” ma sinceramente non me ne fregava un cazzo. Volevo rientrare il prima possibile per vedere che cosa stava combinando Luca. Giuliano aveva percepito qualcosa di strano in me e cominciò a farmi mille domande. Più cercavo di rasserenarlo, dicendogli che ero stanca, che avevamo avuto un lutto in casa ed altre stronzate, più lui voleva indagare. Sicuramente è stata la recita peggiore della mia vita, tanto che dopo un’ora di interrogatorio con un mio evidente disagio accompagnato da risposte superficiali e stronzate inventate, Giuliano mi mandò a cagare e se ne andò via!
“Bene!”, mi dissi, “Chissà cosa dovrò fare adesso per recuperare questa serata di merda con Giuliano”.

Abilmente però, da una profonda sensazione di torto marcio, cominciai a risalire fino a non sentirmi neanche tanto in colpa; dopotutto, almeno una parte di quello che avevo raccontato era vero. Quindi era lui lo stronzo, che pensava chissà cosa, dandomi pure della bugiarda. Archiviai la cosa con la piena ragione in tasca e ritornai nel locale ansiosa di rivedere Luca.
Arrivata all’ingresso trovai altri due amici che immediatamente mi blindarono e mi trattennero a chiacchierare.

Quando finalmente riuscii a liberarmi da loro, tornai al tavolo di Luca e gli chiesi se potevamo rientrare a casa. Quasi mi intenerì vederlo in quello stato, con i capelli leggermente scompigliati ed in evidente stato di ubriachezza. L’avevo piantato lì per tutta la sera.
Salutammo tutti. Luca mezzo brillo dedicava ad ognuno dei presenti al tavolo un caloroso abbraccio. Quando salutò Francesca invece andò un po’ oltre. Ecco che mi stavo già incazzando.

Però dopotutto era colpa mia, lui povero aveva dovuto adattarsi alla mia serata ed in qualche modo cercare di farsela passare.
Uscimmo finalmente dal locale per dirigerci verso l’auto.
Luca cominciò a chiedermi se fosse tutto ok.
– “Si, si, a postissimo!” risposi. – “E tu? Mi sembra che ti sia divertito! Carina Francesca vero?” aggiunsi.
– “Si, forte! Chiacchierona e … Sveglia!” rispose Luca sorridendo.
– “Eh si, furbina lei!” disse io particolarmente infastidita.

– “E tu con Giuliano?” mi chiese a denti stretti.
– “Giuly, si.. Tutto benissimo! Ci frequentiamo da un po' di tempo… E' carino vero? Che ne pensi?”
– “Si, si..” rispose Luca – “Mi piace, un bel tipo. Mi sembra anche simpatico! E poi mi sembra un ragazzo intelligente, colto…”
– “Eh, si!” – risposi io – “Si è laureato quest'anno con il massimo dei voti in economia e commercio! E pensa che ha solo ventiquattro anni!”.

Mentre lo dicevo mi si stringeva lo stomaco per la nausea. La scena vissuta poco prima mi aveva letteralmente disgustato. Non che fosse colpa sua, povero, ma il risultato era comunque quello. E poi alla fine avevo ragione io! Era Giuliano lo stronzo!
-“Eh, si vede che è un tipo a posto! Siete insieme vero? Cioè, e' il tuo ragazzo?” disse Luca.
– “Si!” Risposi. – “Siamo insieme da un anno e mezzo!”.

In quel mentre mi stava venendo da vomitare.
Dopo qualche secondo di pausa Luca mi disse “Ma quindi ieri notte…..”
Cazzo voleva dire adesso, che gli ho fatto le corna? Che avevo due ragazzi?
“Ma che c'entra!” prontamente risposi “Tu sei il mio cuginetto! Mica sei il mio ragazzo! Mica ti devo sposare! E poi tu sei il mio schiavetto, non te lo dimenticare mai!”
Quella risposta mi fece sentire immediatamente meglio! Luca era mio cugino, non il mio fidanzato.

Ci usavamo solo per gioco, il mio gioco!
Quella risposta oltre a distendere i miei nervi mi fece anche un po’ salire la pressione. Non vedevo l’ora di tornare a casa!

Il ritorno in macchina fu molto eccitante. Guidavo e fantasticavo su quello che sarebbe accaduto durante la notte. Il mio sguardo alternava la vista della strada al suo pacco.

Arrivammo a casa, salimmo in camera e mi spogliai. Lo fece anche Luca.

Mi misi rapidamente una vestaglietta, mi tolsi mutande e reggiseno e mi chiusi in bagno. Finalmente! Adesso stavo bene. Adesso con lo stesso entusiasmo di una adolescente potevo cominciare a giocare.

Come la sera prima immaginai Luca a spiarmi dalla serratura. Come la sera prima cercai di dare uno spettacolino di “vedo e non vedo” per il “servetto” che mi spiava! Ed il servetto era anche un bel ragazzo e molto eccitante.

Quando uscii dal bagno vidi Luca barcollante ed impacciato che cercava di raccogliere dei panni da terra; in quel mentre ebbi la certezza che mi stesse spiando. Vidi anche che nel gomitolo di panni che teneva in mano c’era anche il mio intimo. “Il suddito porco annusa le mie mutande!” mi dissi. Ecco che mi stava di nuovo salendo il sangue al cervello! “Perché uno così deve proprio essere mio cugino?” mi chiesi.

Mi coricai a letto a pancia sotto e spensi subito la luce. Ero nervosa ed eccitata. Non sapevo più come comportarmi. Rodevo per Giuliano, poiché in fondo avevo torto. Mi incazzavo al solo pensiero di Francesca che si era spupazzata il mio schiavetto tutta la sera. Poi invece mi eccitava sapere che ora Luca era lì con me a potevo godermelo in tutta tranquillità. Mio fratello non era rincasato e sapevo che non lo avrebbe fatto.

Quindi la casa era tutta per noi. Nessuno vedeva, nessuno sentiva.
Intanto Luca uscito dal bagno si era coricato nella sua brandina.
Allontanati i pensieri che poco mi interessavano, restava comunque il pensiero di Luca con Francesca. Un pensiero tormentato tra eccitamento e gelosia. Infine mi ritornò alla mente l’immagine di quando vidi Luca uscire da casa sua, o di quando andando in macchina lo vedevo di profilo. Ecco, adesso volevo solo lui!

Decisi di cominciare il mio gioco; questa volta era veramente nuovo!

“Cosa cazzo hai fatto, maiale, con la Francy questa sera?” gli chiesi.

“E tu con con Giuliano?” disse lui.
“Silenzio, le domande le faccio io! Tu se lo schiavetto, quante volte te lo devo ricordare? Quindi? Racconta, porco, cosa le hai fatto?” rimbeccai immediatamente. Ed aggiunsi “Mentre parli devi toccarmi i piedi e poi baciarmeli!”

Ecco, questo era il mio gioco! Nonostante fossi incazzata, pensare ad un suo racconto mentre si umiliava ai miei piedi mi eccitava da morire.
Luca cominciò a raccontare qualcosa ma sentivo che ci girava troppo intorno.

Non aveva ben afferrato il gioco, lui doveva raccontarmi porcate, vere o finte che fossero. Lo incitai.
“Racconta bene i dettagli che mi interessano, schiavo porco! E toccami bene i piedi!” gli dissi.

Lui riprese il racconto e questa volta era ben dettagliato. Cominciai ad eccitarmi ed a toccarmela. Luca doveva ben vedere e sentire questa volta. Io faccio quello che voglio e lui da suddito deve subire! Quando arrivò a raccontare di Francesca che le infilava la mano nei jeans tra gelosia ed eccitamento ordinai a Luca di succhiarmi le dita dei piedi.

Adesso poteva stare zitto.
Mentre mi succhiava con quelle labbra morbide e carnose, cominciai a penetrarmi con le dita. Ero eccitatissima e bagnatissima. Quello stronzo aveva fatto il cretino con una mia amica. Adesso era in punizione.
Mi succhiava le dita dei piedi in modo fantastico, ma ora non mi bastava più.
“Adesso leccami il culo. ” Gli ordinai. Ma la mia voce non era più squillante ed incazzata; ero troppo eccitata e quello più che un ordine penso sia stata un implorazione!

Lui risali le mie gambe con la lingua ed arrivò ai miei glutei.

Che goduria. Mi stavo sciogliendo. Sentivo il calore del suo corpo sopra di me. Sentivo la sua pelle liscia e morbida sfregare la mia. Sentivo le sua gambe muscolose farsi spazio tra le mie.
Volevo sentire di più.
Mi inarcai leggermente per aprirmi quanto più possibile al suo viso. Volevo mi odorasse, mi mangiasse, volevo mi prendesse.
Lui con le mani mi aprì le natiche e cominciò a leccami. Sentivo la sua lingua che voleva penetrarmi.

Io continuavo a masturbarmi. La sua lingua piano piano leccava il mio ano e poi scendeva sulla mia figa, succhiando le mie dita fradice che la penetravano; poi dolcemente con la lingua tornava su e ricominciava. Questo movimento, morbido e costante mi stava facendo impazzire. Sentirlo leccarmi il culo mentre io a pancia sotto mi masturbavo mi dava una grande sensazione di dominio; lui sotto a succhiare i miei umori, come uno schiavo costretto a fare cose indicibili, mi eccitava da morire.

La punizione massima! Sentivo risalire questa eccitazione da tutte le parti, il mio corpo stava entrando in fibrillazione quando ecco che arriva l’orgasmo! Violento, caldo, disarmante, pieno, invadente.
Avrei voluto urlare “Siiii, siiii, leccami il culo schiavo, siiii, godoooo, godoooo!!”.
Che sensazione. Uno spasmo unico. Tutto il mio corpo si contraeva per gli spasmi. Un piacere assurdo. La mia mente ormai era sconnessa dal corpo ed annebbiata. Non capivo più niente.

Intanto sentivo Luca che ancora giocava con il mio corpo. Ero sfinita e goduriosa; non riuscivo bene a connettere ciò che stava facendo ma lo lasciai fare perché qualsiasi cosa mi continuava a dare una grande goduria.
Ad un tratto cominciò a penetrarmi. La mia sensibilità era raddoppiata e con lei tutte le sensazioni orgasmiche. Continuavo a godere, sempre di intensamente, non la smettevo. Sembrava mi avessero collegata alla corrente elettrica con una continua scossa di solo e puro piacere.

Un piacere che non accennava a smettere, anzi saliva sempre più! Mi stava scopando, bene, deciso, sicuro.
Immaginavo la rivolta degli schiavi, la sommossa dei proletari contro una regina capricciosa e troia! Scopami, cazzo, scopami.
Ad un tratto mi sentii afferrare i polsi, porli giunti dietro alla mia schiena ed afferrati con una presa possente della sua mano. Poi mi sentii afferrare dietro al collo e mi sentii spingere la faccia contro il materasso.

Costretta è vincolata mi sentii sventrare dal suo cazzo potente e rigonfio. Non potevo muovermi. Cazzo come godevo!. La costrizione mi faceva impazzire! Questa inversione di ruoli era fighissima! La giusta lezione di forza per quella troia a compenso di tutte le punizioni inflitte a quello schiavo.
Mi scopava come una puttana! Luca, l’innocuo cuginetto, il sottomesso. E nel fare tutto ciò per se stesso riempiva me di goduria infinita. Ero in estasi.

Ogni colpo affondato rappresentava un culmine di piacere mai raggiunto!
Percepii uno shitto violento; Luca stava venendo e nel farlo, inondò completamente la mia schiena e le mie mani. Sentivo una pioggia calda che mi stava ricoprendo, il tutto accompagnato dagli spasmi di quell’enorme cazzo che strusciava all’interno dei miei glutei.
Poi si accasciò leggermente su di me e con voce spezzata ed animante mi disse “Che goduta!”.
Cercai di riprendermi, poi gli sorrisi compiaciuta e soddisfatta.

Avrei voluto dirgli quanto avessi goduto io, quale orgasmo avessi mai raggiunto grazie a lui, quanto lo adoravo e soprattutto quanto lui fosse giusto per me! Tutto era nato per uno stupido gioco; sapevo però che per poter restare bello, tale doveva rimanere.
Quindi gli dissi “Cerca di ricordarti che sei tu il mio schiavetto e solo io posso usarti per godere!”
Scoppiai a ridere, quasi a sfogare l'ansia e l'imbarazzo, di tanti anni di attesa, con sensi di colpa che mi eccitavano ed allo stesso tempo mi facevano star male.

Era stata fatta piazza pulita di tutto, guardavo Luca diritto negli occhi senza più ombre. Sapevo benissimo cosa pensava anche lui, il suddito porco!
Lui rispose sorridendo – “Sarò sempre al tuo servizio, padrona!”.
Allora io gli dissi “Ok, così mi piaci cuginetto! Adesso torna nella tua brandina che sono stanca!”.
“Ok padrona!”- rispose con un mezzo ghigno. Ed aggiunse –“Padrona stronza!”- Io sogghignai mentre lui si coricò nella sua branda, sicuramente soddisfatto e godurioso.

Dormii come mai avevo dormito bene in vita mia!

I miei tornarono insieme ai miei zii dopo nove giorni. Il parente non morì e si riprese. Ma il viaggio fatto non fu tempo perso poiché vennero a casa con un testamento firmato.
“Alla fine quel vecchio porco c'è l’ha fatta” pensai e, ricordando la sua enorme verga sotto quei pantaloni, ne fui felice.

Comunque, in quei nove giorni con Luca fu un delirio; un delirio di sesso e orgasmi!
Lo facemmo più volte al giorno, creando siparietti sempre diversi ed in tutti i luoghi della casa, approfittando della continua assenza di mio fratello che di giorno lavorava ed alla sera usciva con la sua nuova amichetta a volte senza neppure rincasare.

Ovviamente io ero sempre la padrona che dava punizioni allo schiavetto; se cercava di ribellarsi lo minacciavo che non avrei più giocato!
Ma alla fine lo schiavetto riusciva a prendere il sopravvento e violentava la sua padrona, che era sempre ben contenta e soddisfatta della rivolta dello schiavo.
Non sono mancate anche alcune uscite serali, con il mio gruppetto di amici e amiche. Luca aveva sempre la Francy appiccicata, che osava sempre più con i suoi palpeggi, mentre io continuavo a frequentare Gliuliano.

Questo ci eccitava.
Una sera ci siamo anche appartati in quattro io con Giuliano e Luca con Francy la regola posta tra me e Luca era di tenersi sempre d'occhio. Quindi anche da appartati lei poteva vedere cosa facevo io ed io vedere cosa faceva lui.
Quella notte, quando rientrammo a casa, io e Luca ci scopammo come non mai, entrambi super eccitati per quanto accaduto.

Al rientro dei nostri genitori, tornammo alla nostra vita normale.

O quasi.

Oggi sono laureata, felicemente sposata con Riccardo, un imprenditore che spesso vive fuori casa perché ha affari in tutto il mondo.
Ecco perché sono felicemente sposata!
Ho due bellissimi figli che adoro ed amo infinitamente, Adele e Federica.

Anche Luca è sposato ed ha figli. La moglie si chiama Debora ed i suoi piccoli si chiamano Andrea e Laura.
Lui dice di essere felicemente sposato!
Ci frequentiamo con regolarità; i suoi bimbi si trovano con i miei a giocare insieme.

Non vogliamo sapere a cosa giochino, l'importante è che siano felici.

Ora scusate ma lo schiavetto Luca, “felicemente sposato” e fortemente in ritardo al nostro abituale appuntamento, sta finalmente arrivando.
Come solito ci rinchiuderemo fino a domani nel nostro appartamento segreto. Mangeremo pane, formaggio, salame ed olive, accompagnati dal vino contadino che compriamo dal fornitore di mio padre!
Poi, mentre riassetterò la cucina penserò alla punizione da infliggergli per questo ritardo, anche se una mezza idea me lo sono già fatta!.

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