Menage a trois

Aldo la sera come sempre attendeva in auto sua moglie fuori del negozio dove questa lavorava come impiegata. Anche quella sera vide il negozio chiudere e le commesse uscire dal portoncino accanto al negozio. Sapeva che sua moglie sarebbe arrivata di li a mezz'ora, perché rimaneva col proprietario a chiudere i conti. Ma quella sera una delle commesse si diresse verso la sua macchina e bussò al vetro. Mentre abbassava il vetro del finestrino notò che la ragazza aveva il volto contratto dalla rabbia.

“Cornuto! Cornuto!” sibilò la ragazza al suo indirizzo “Quella troia di tua moglie mi ha fatto licenziare! Se la fa col signor Giulio, capito cornuto!? Tua moglie è la sua amante e tu sei un cor-nu-to-neee!!” poi fuggì via montando nella macchina di un uomo che l'attendeva li vicino.

Aldo a quelle parole rimase come fulminato. Era shoccato. Prima di riprendersi e capire passarono alcuni minuti. Poi fu preso dall'emozione e due lacrime sgorgarono dai suoi occhi.

Erano lacrime di rabbia, ma anche di spavento. Dunque! i suoi sopetti allora erano giusti. Lui voleva non vedere ma aveva già sentore che qualcosa non andasse. Sua moglie era si sempre gentile e affettuosa con lui ma da tempo evitava il sesso con lui. Se lui la cercava qualcosa cedeva ma dentro era sempre asciutta e accusava una fastidiosa vaginite e faceva di tutto con le mani per farlo venire prima possibile. A lui in fondo stava bene, perché era sempre stato scarso sessualmente e il suo massimo piacere era la masturbazione.

Quando sua moglie andava a letto lui andava al pc e apriva su xhamster e si masturbava. Lei sembrava non accorgersene ma aveva capito che si segava col porno di xhamster ma a lei stava bene così e tutto andava avanti senza scosse. Poi Aldo notò che sua moglie spesso usciva dal lavoro struccata; sentiva su di lei uno strano odore che in qualche modo ricordava il sesso. Lei non gli dava più come prima il bacetto sulle labbra quando entrava in auto: sembrava evitarlo.

Ora, dopo le parole della ragazza, tutto gli appariva chiaro: era un cornuto e sua moglie se la faceva col Capo. Un classico, pensò con amarezza. Pian piano si riprese e rifletté sul da farsi. Non poteva rompere subito con sua moglie, farle una scenata definitiva anche perché avevano un figlio piccolo e il mutuo della casa in comunione. Poi lui l'amava e perderla lo atterriva. Decise di prendere tempo per riflettere meglio e cercò di mostrare tranquillità a sua moglie che nel frattempo era arrivata alla macchina.

Solito saluto, ma stavolta Aldo si protese verso di lei per cercare il bacetto. Lo fece all'improvviso e raggiunse le labbra della moglie. Lei non fece in tempo a girare la testa e Aldo potè sentire chiaramente odere di sesso maschile sulle labbra di lei e nel suo respiro. Lei sobbalzò e si ritrasse, ma vedendo il sorriso tenero sul volto del marito si tranquillizzò. Lui avviandosi verso casa le passò il braccio destro sulle spalle traendolla a se:

“Come sei carina amore mio… Ti adoro! Mia piaci sempre più” le disse.

Lei si ritrasse ma lui insisté nel trattenerla e la baciò di nuovo sporgendosi verso di lei. L'odore di sesso era anche sulla guancia.

“Attento alla guida, scemo!” le disse lei, ma non poté sfuggire al nuovo bacio e parlando il suo fiato rivelò con chiarezza l'ore di sesso maschile. Lui si rese conto che lei lo aveva preso in bocca e che lui quasi certamente Giulio vi aveva eiaculato.

Il resto del viaggio fu come sempre. Ma ad un certo punto Aldo elaborò un piano: voleva che lei si tranquillizzasse e che gli desse modo di scoprire tutto; anzi, di farsi confessare tutto facendole capire che egli avrebbe accettato le corna. In tal modo -pensava il cornuto- non l'avrebbe persa. Spesso -era convinto- le mogli ostacolate dal marito quando trombano con un amante lo lasciano, mentre se lui avesse accondisceso al rapporto della moglie col Capo la cosa poi si sarebbe smontata da sola.

Di questo era convinto, perché sapeva di due suoi amici che avevano vissuto lo stesso dramma e avevano accettato le corna. Dopo un paio di anni in un caso e pochi mesi in un altro, le due moglie avevano ripreso tranquillamente il rapporto senza sfasciare la famiglia.

Da quella sera Aldo prese a lodare il Signor Giulio ogni volta che ne parlavano. Poi diceva alla moglie di non preoccuparsi di lui che aspetava in auto alla sera, ma di stare col signor Gilio a fare le cose con calma.

Infine due sere dopo a cena giocò il Jolly. Inventò alla moglie una storia dove un suo amico aveva scoperto la moglie a csa con l'amante e l'aveva mandata via ma che lui lo aveva convinto a riconciliarsi con lei, perché una moglie può avere benissimo una infatuazione passeggera, ma che quello che contava era il matrimonio. Durante la narrazione di questa storia sua moglie lo ascoltava con attenzione, ma anche con sospetto. Lui però fu convincente e ribadì più volte che le corna fatte come sfogo o come infatuazione passeggera della moglie per un altro uomo andavano comprese e accettate se un marito davvero era innamorato della moglie e che la famiglia veniva prima di tutto.

Dopo un pò sua moglie rilassò la sua espressione. Poi disse:

“Ma tu accetteresti le corna se te le facessi? Dai! Non prendermi in giro!” disse all'improvviso sua moglie, guardandolo fra il serio e il faceto.

“Se tu me le facessi perché sei innamotata di un altro e non mi accettassi più dovremmo separarci, ma se tu mi dicessi che hai preso una cottarella fine a se stessa, ma che il tuo amore profondo è per me, si! che accetteri le corna.

Mai e poi mai vorrei prderti… Ti lascerei vivere tranquillamente la tua love-story, amore mio. Io ti amo e accetterei che tu ti levassi lo sfizio…. Sei sorpresa?…”

Sua moglie guardava nel piatto. Poi alzò lo sguardo verso di lui ma non parlò. Il momento era pieno di tensione. Aldo vedeva che sua moglie era dubbiosa, ma furbamente mostrò di dare poco peso alla cosa per farla riflettere con calma. Anche durante il dopo cena alla tivù sua moglie parlò poco.

Fu quando stavano per andare a letto che sua moglie parlò:

“Aldo, amore mio… Senti… Ti devo dire una cosa… Fra me è… Giulio c'è una storia…” Aveva lo sguardo basso mentre faceva questa confessione: era imbarazzata; ma poi alzò lo sguardo e fissò neglio occhi suo marto e concitatamente aggiunse:

“… Ma è solo una cosa venuta dalla complicità, da un' amicizia nata fra noi. Lui ha la moglie ammalata e non può avere rapporti con lei; lui mi ha fatto pena; lo vedevo sempre triste, giù di umore.

Io volevo sapere ma lui non mi deceva nulla; poi un giorno che era molto giù mi ha fatto la confessione. Mi ha fatto tanta pena, tenerezza… capisci amore?” lei guardava Aldo in volto per vederne le reazioni,

“Malata di cosa?” cheise Aldo?

Dentro di se la moglie esultò: non aveva fatto casino, non era saltato su alla confessione di lei. Insomma, tutto sembrava andare per il meglio. Era felice che non fosse scoppiata una tragedia.

“Vaginite… Sua moglie ha una brutta vaginite. Su cura ma lui mi ha detto di avercelo troppo gosso e che quando provano a ‘farlo' poi lei sta male… Metti poi che lui è uno che tromba un'ora di seguito… La moglie invece dopo mezzo minuto deve smettere per il dolore”

“Troppo grosso??? Ma grosso quanto?” chiese quasi sbalordito Aldo immaginandosi un cazzo da cavallo. Sua moglie a capo chino accennò alla misura con le mani: una mano tesa e l'altra mano a metà avambraccio fece capire ad Aldo di quali dimensioni si trattasse: “Eppoi grosso… nodoso, con una cappella larga… Due coglioni da toro…” aggiunse la moglie a rincarare la dose.

Lei vedondolo sbalordito aggiunse ulterioriori dettagli. Capì di essere sulla strada giusta: “Sai amore,” le sussurrò quasi timidamente, come se fosse imbarazzato: “Sai che non riesco a stringerlo con la mano?… e anche… ehm ehm… anche in bocca mica mi ci entra bene…”

Aldo era sconvolto, ma dentro di se qualcosa di imprevisto prendeva corpo: era eccitato! Si! eccitato. Ebbe l'erezione e sua moglie se ne accorse subito dal pigiama che mostrava chiaramente il modesto bozzo del pene.

Sua moglie comprese la nuova situazionein in un baleno. L'istino prese il sopravvento e protendendosi si avvicinò a lui mettendogli la mano sui calzoni del pigiama, prorio sul membro, stringendoglielo. Lui cercava di scansarla, ma lei gli si fece sotto e avvicinando il volto a quello del marito protese la bocca e lo baciò sulle labbra.

“Sai amore che quando gliel'ho visto la prima volta mi sono spaventata? Io prima avevo visto dal vero solo il tuo e il suo è tre volte il tuo… Ma volevo aiutarlo, capisci?..”

Aldo annuiva.

Ora aveva reclinato indietro la testa e lasciava che sua moglie gli traesse il pene dal pigiama e iniziasse a masturbarlo. Era praticamente in mano della moglie che lo guidava, controllando la masturbazione, verso il piacere. Gemeva Aldo e sussurrava si si.

“Amore,” aggiuse ancora sua moglie: “Mi accetti anche così infedele? Io amo te e solo te, capisci? Solo te. Con lui è una cosa di solo sesso; una sorta di aiuto, di complicità, di amicizia, di intimità… Mi vuoi bene lo stesso Aldo?… Mi accetti?… Mi capisci?” Aldo seguitava ad annuire ormai pilotato da lei che masturbandogli il piccolo pene durissimo e prossimo al parossimo, lo aveva ormai in suo completo potere.

“Amore,” sussurrò Aldo in estasi: “Sei una donna onesta e sincera, sai? Ti voblio eccome… Voglio che tu aiuti Giulio e che tu sia sua. Fallo trombare per bene, vedrai che sarà anche più sereno anche il lavoro se ne gioverà, Io ora lo so e anzi! guarda, sono io che ti chiedo di trombarci. Voi due siete fatti l'una per l'altro, lo capisco bene, sai amore? Ora sono io che voglio…”

La mano di lei seguitava a tenerlo sull'orlo dell'orgasmo regolando la masturbazione.

Voleva da lui una resa completa, un'accettazione completa. Voleva che suo marito diventasse il suo cornuto ruffiano per poter fare con Giulio tutto ciò che voleva. Il suo piano era di potersi portare Giulio a casa, perché in ufficio era comunque pericoloso e scomodo. Ora che aveva capito quanto suo marito si eccitasse con le corna giocò tutte le carte; voleva eccitarlo ancora di più:

“Sai amore che Giulio è un gran porco? ha fatto diventare anche me una troia sfacciata e vogliosa di cazzo… Lo prenderei sempre… Sai che a volte durante il lavoro ci chiudiamo in ufficio e mi tromba al volo? Devo sempre stare senza mutande… Che porca… AH! Ma se crede che il culo gielo dia così in piedi, si sbaglia… Sai che gli garba tanto il mio culone e ce lo punta sempre, ma io ho paura… Non voglio che me lo sfondi… Non so come fare… Gli dico di no, ma lui insiste…” Ora Aldo gemeva e si dimenava; era estasiato dalle parole di lei e immaginava le scene, preso da un eccitazione mai provata.

“Daglielo, daglielo amore, vedrai che se anche tu lo vuoi davvero nel culo riuscirai a rilassarti abbastanza… Bisogna che tu lo voglia davvero e allora il buco ti si rilasserà… Se poi vuoi io posso abituarti il buchetto, sai?” Sua moglie gli era ddosso e gli sussurrava, mentre lo masturbava, che lo voleva ma che aveva paura.
Ora Aldo estatico immaginava la scena di sua moglie a pecorina con Giulio dentro il suo culo e gemeva forte.

La tensione era al massimo. La misura era colma.

“Amore,” gli sussurrò sua moglie che comprese che era giunto il momento e che aveva ottenuto una vittoria completa: “Vuoi davvero essere il mio cornutone?”

“Siiiii siiiiiiii lo voglio lo voglio!”

“Vuoi essere il mio cornutone ruffiano che mi aiuta a trombare con Giulio?”

“Siiiiiiiiii Lo voglio eccome se lo voglio!! mmmmmmmmmm Oddio amore, mi fai venire a pensarci, sai?

“Mi aiuterai a stare con lui qui in casa, così possiamo trombare con tutta calma? Sai che se lo porto qui lo facciamo meglio.

Possiamo fare la doccia, usare in bagno, avere il lettone a disposizione mi aiuterebbe a trombare meglio… Eppoi,” aggiuse maliziosa: “Anche per dargli il culo qui sarebbe meglio… ” e nel dire questo gli strinse il mebro e lo scosse velocemnte due tre volte. Aldo esplose con un grido:

“Siiiiiiiii… Vengoooooooo. Si si pportalo qui!! Portalo qui e dagli il culo! Lo voglio io ora, sai!? E' la cosa che desidero di più!!” Lo sperma di Aldo spruzzava.

“Cornutone mio… Cornutone mio… Cornutone mio,” gli diceva teneramente sua moglie mentre il pene ancora sussultava stretto nella sua mano: “Ti amo…”.

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