lucia 7

L’altra mattina sono andato all’università per seguire una lezione di filologia, la professoressa era una bionda sui quarantacinque anni, dallo sguardo languido e dal tono della voce molto acido; indossava una gonna alta un palmo sul ginocchio, calze bianche lucide e decolleté nere con il tacco alto, è magra, bassina, con gambe tornite, insomma una piccola bomba sexy.
Mi sono messo in prima fila, ma spostato su un lato, in modo da poterle vedere le gambe mentre spiegava, inutile dire che della lezione non ho capito niente, ero totalmente immerso nella contemplazione di quelle gambe inguainate nel nylon.

Finita la lezione avevo il cazzo duro e i coglioni gonfi, avevo una voglia matta di sbattermi la professoressa nel suo studio, ma non potevo, rassegnato, mi sono diretto versa l’uscita, pensavo di tornare a casa e di sfogare le mie voglie con Lucia, la mia amante ultra 60enne, ma non ho resistito a lungo e mi sono diretto verso il negozio di lingerie dell’altra mia amante, Eva, che di anni ne ha 50.

Sono entrato nel negozio, e mi sono accorto che non ero solo, c’erano anche alcune clienti, Eva appena mi ha visto mi ha strizzato l’occhio, io mi sono avvicinato e le ho chiesto se potevo vedere dei boxer della mia misura.
“prego, scelga tra questi” Eva mi ha mostrato lo scaffale dietro di lei e io sono andato dietro il banco facendo finta di guardare i boxer. Non appena ho visto le clienti entrare nei camerini, ho tolto di fuori il cazzo dai pantaloni e l’ho strusciato sul culo di Eva.

“Che fai sei impazzito?” mi ha chiesto Eva a bassavoce per non farsi sentire, indossava un vestito di velluto rosso lungo fino alle ginocchia, l’ho alzato e sono rimasto inebriato dalla vista del suo culo fasciato da un collant tuttonudo grigio, allora ho premuto la cappella già umida in mezzo a quelle enormi natiche rotonde, strofinandola sul nylon.
“Basta, sei pazzo, possono vederci, non puoi aspettare qualche minuto?”
“Non resisto, devo sborrarti addosso!” con una mano premevo da dietro il bel seno di Eva, con l’altra mi sparavo una sega, la sborrata non si è fatta aspettare: il primo schizzo è finito sul culo, poi ho abbassato la mira imbrattando le cosce e le gambe, dulcis in fundo mi sono abbassato in ginocchio e ho sfilato le scarpe alla mia porcona, in quel mentre una signora è uscita dal camerino, si è avvicinata al bancone per pagare un indumento, non poteva vedermi perché ero abbassato, così ho preso un piede di Eva e ho strofinato il cazzo sulla pianta, il contatto con il nylon era celestiale, Eva tremava per la paura di essere scoperta, ma doveva far finta di niente, fortunatamente la signora non si accorse di nulla e io potei imbrattarle anche l’altra pianta del piede.

Mentre la signora usciva ho detto ad Eva di non muoversi che il gioco mi stava facendo molto intrigante, mi sono abbassato ancora e ho preso a leccare il piede della mia amante, passavo la lingua sullo smalto rosso delle dita attraverso il collant, quindi ho depositato la mia saliva dentro le scarpe e sotto la pianta e ho rimesso il piede nella scarpa; ho fatto lo stesso con l’altra mentre un’altra cliente usciva dal camerino e veniva a pagare al bancone.

Una volta rimasti soli, mi sono alzato e ho dato un lungo bacio ad Eva, infilandole la lingua in gola.
“Che bastardo che sei, pensa se ci vedevano!”
“l’hai scampata bella, mi era giusto venuta voglia di pisciarti sui collant!”.

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