lucia 12 – a casa di egle

Una mattina suonarono alla porta di casa, Lucia era uscita così andai io ad aprire, era Egle, la vicina 70enne che avevo scopato una settimana prima.
“Buongiorno Egle, entra prego. ”
“Lucia non c’è?”
“No, vuoi dire a me?”
“Io vado da mia figlia per una settimana, di solito quando parto lascio le chiavi di casa a Lucia così mi dà l’acqua alle piante, puoi dargliele tu appena torna?” mi allungò le chiavi di casa sua.

“Puoi andare anche tu se ti va. ” Aggiunse sorridendomi.
“Starai via una settimana, come farò senza te?”
“ma via non prendere in giro, con tutte le donne che hai. ” Disse a bassavoce.
“parti subito?”
“ho il treno dopo pranzo perché?”
“Volevo salutarti come si conviene…” dissi posandole una mano su un fianco.
“ma… ora… veramente…” Non la feci continuare, la portai nella mia stanza e presi a baciarla sul collo, la vecchia non era di marmo e infatti si rilassò immediatamente.

Mi infilò la lingua in bocca e limonammo alla grande, poi presi il lembo del vestito che portava e lo tirai su, sotto aveva collant velatissimi grigio fumé, notai che non portava le mutande.
“Lo sapevo che volevi scopare, non ti sei messa le mutandine!”
“ormai non le uso più, e siccome soffro di incontinenza mi viene più facile pisciare. ”
“Brava la mia lurida, allora vediamo questa figona. ” La buttai sul letto e le abbassai i collant fino a metà coscia, le alzai le gambe ed estrassi fuori il mio cazzo pronto per la cavalcata.

Puntai la caverna di Egle e infilai dentro la mia mazza.
Iniziai a darle dei colpi molto secchi, infilando la nerchia ben dentro la sua figa, il suo culone enorme poteva reggere benissimo i miei assalti benché io ci dessi dentro con forza.
“fai più piano che si sente da fuori!” Disse Egle.
“pensa a godere e fregatene!” le risposi mettendo una mano sotto al vestito e palpandole le mammelle straripanti.

La scopata andò avanti per un bel po’ poi mi decisi a concluderla e mi buttai sul corpo di Egle e venni nel suo utero. La vecchia riuscì a stento a controllarsi e a non gridare.
Estrassi il cazzo e mi pulii sui suoi collant, nell‘interno naturalmente.
“Non toglierteli, li devi tenere tutta la giornata, quando vorrai potrai infilarti una mano dentro e leccare la mia sborra, va bene?”
“Va bene come vuoi tu!”
Egle andò via e io ripresi a studiare.

Quando tornò Lucia le dissi delle chiavi e quando l’indomani mi avvertì che stava andando da Egle a mettere acqua alle piante le dissi che sarei andato pure io con lei.
Entrammo nell’appartamento e mentre Lucia si occupava delle piante io andai nella stanza da letto di Egle a rovistare nel suo armadio.
“che fai? Non toccare!”
“lo sai che mi piace tantissimo rovistare nella biancheria degli altri.
“sei un porco, stai violando la sua intimità!” mi disse Lucia.

“Le ho già violato cose più importanti. Dai vieni qui che ci divertiamo un po’. ”
Aprii l’armadio e guardai i suoi vestiti, niente di interessante, tutti abiti pesanti da vecchia, poi aprii un’altra anta e vidi alcuni cappotti e in fondo una pelliccia nera avvolta nel cellophane. La tirai fuori e la buttai sul letto.
“dai spogliati, cosa aspetti. ” Lucia un po’ controvoglia iniziò a spogliarsi mentre io rovistavo. Aprii un’altra anta ancora e trovai vestiti più leggeri, raso, seta, ne trovai uno molto bello, era rosso, a fiori, scollato, con gonna ampia non molto lunga, doveva essere degli anni ’50.

“Prova questo, dovrebbe starti bene. ”
“Ma non abbiamo la stessa taglia. ”
“E’ un abito vecchio, di quando era più giovane, tu provalo. ” Lucia si era spogliata lasciando su solo i collant bianchi lucidi.
“vediamo se troviamo qualche bel capo intimo. ”
Rovistai nei suoi cassetti e trovai solo reggiseni e mutande di cotone, poi aprii quello più in basso e trovai un bustino nero con reggicalze.
“guarda guarda che cosa ho trovato!” lo presi e lo diedi a Lucia.

C’erano anche delle sottane e in angolo trovai un paio di calze velatissime, le presi al volo e vidi che erano calze nere con la riga dietro e il rinforzo sul tallone, sulla punta e sulla pianta.
“fantastiche! Ho il cazzo che mi va a fuoco!” diedi tutto a Lucia che e indossò senza batter ciglio.
“adesso le scarpe…” dissi andando verso la scarpiera, la aprii e guardai dentro, niente di interessante.

Stavo per andare a casa per prendere un paio di Lucia quando questa mi disse:
“ne ha delle vecchie nello sgabuzzino. ” Andai a vedere e in una busta trovai alcune paia di scarpe vecchie, ne trovai un bel paio con cinturino in vita e zeppate, erano nere, dovevano essere degli anni ’60 o ’70.
“Brava!” dissi tornando nella stanza da letto e baciando Lucia, mi inginocchiai e le misi le scarpe, erano forse di un numero più grande, ma non si poteva far di meglio.

Lucia mise anche la pelliccia, era perfetta!
“siediti alla toletta e truccati, metti il rimmel sugli occhi, molto rimmel, azzurro. E poi rossetto sulle labbra. ”
Lucia dovette cercare un po’, Egle non aveva trucchi a portata di mano, trovati prese a truccarsi come le avevo detto, cinque minuti dopo era pronta.
“adesso ci facciamo questa scopata o no?” esclamò un po’ stufa.
“come no!” mi spogliai rapidamente e tirai fuori il mio cazzo, era diventato enorme, feci sedere Lucia sul bordo del letto e le diedi il cazzo da succhiare; il rossetto si sbavò e mi colorò il cazzo di rosso.

“succhia, brava, ingoia tutto!” Lucia ci diede dentro e ingoiava tutta l’asta insalivandola totalmente, dalla sua bocca scendevano rivoli bianchi e appiccicosi.
Dopo alcuni minuti la feci stendere sul letto le spalancai le gambe e le leccai la fregna umida e vogliosa, poi indirizzai la cappella del cazzo sull’entrata della sua figa e la penetrai con forza, Lucia iniziò a mugugnare mentre la leccavo sulla faccia e sulla bocca.
Chiavai come un forsennato, stringendomi alla mia amante, il pelo della pelliccia mi stuzzicava il corpo facendomi arrapare sempre di più.

Venimmo insieme in un grido unisono, riempii l’utero di Lucia svuotandomi totalmente, eravamo stanchissimi e restammo sul letto a riprendere fiato e forze.
“non toglierti questi vestiti, voglio che li indossi per tutta la settimana, quando Egle tornerà gli dirò che li terrai tu, tanto a lei non vanno più bene. ”
“Come vuoi. ” Disse Lucia accarezzandosi la pelliccia e stringendola sul suo corpo.

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