L’esame di Melania

Comincio a ripostare qui storie scritto su altro sito ormai chiuso:

Melania ancora non poteva credere che la sua professoressa preferita l'avesse invitata a casa sua per darle delle ripetizioni private, certo la cosa le sembrava strana visto che aveva degli ottimi voti in italiano. E poi l'orario era insolito, le dieci di sera; sembrava che ci fosse qualcosa sotto, qualcosa che in un certo senso la eccitava; del resto la stessa Prof.

la eccitava parecchio con quelle forme mediterranee e quelle tette enormi poste sempre in bell'evidenza da quei decolté generosissimi. Spesso senza rendersene conto si trovava con la mano dentro le mutandine mentre la Prof spiegava.
Per quell'appuntamento indossò un top bianco con una bella scollatura che metteva in risalto il suo bel seno, non aveva una quinta come la Prof. ma una bella terza abbondante, appena compiuti diciotto anni si era fatta tatuare sui seni il verso dantesco “Amor che move il sole e l'altre stelle” a semicerchio da spalla a spalla; all'inizio e alla fine della frase c'era una stella viola.

Di solito la scritta rimaneva quasi del tutto nascosta, ora era parzialmente visibile con la parte superiore delle lettere che spuntava dalla scollatura, e questo la faceva sentire estremamente sensuale. Aveva poi indossato una paio di pantaloncini di jeans neri molto corti e aderentissimi, tanto che le modellavano il suo bel culetto quasi come fossero dipinti, ai piedi aveva un paio di anfibi neri da cui spuntavano dei collant a strisce orizzontali bianche e nere che le arrivavano a metà coscia.

Capelli a caschetto neri con una frangetta dritta che le dava un look vagamente emo. Trucco pesante e smalto nero.
La Prof. le aprì la porta in accappatoio e con i capelli bagnati. Melania si sentì imbarazzata.
-Prof! – Esclamò Melania – mi scusi era sotto la doccia, sono venuta troppo presto?
-Ma no scusa tu Melania, sono io che sono in ritardo, entra.
La Prof. fece accomodare la ragazza in un salotto con un divanetto e un tavolino su cui era poggiato in bella evidenza un grosso album di fotografie rilegato in pelle nera.

-Vado a cambiarmi, ci metto cinque minuti.
Melania si guardò intorno, l'arredamento era originale con mobili neri massicci, tende viola e quadri molto sensuali che ritraevano donne e uomini nudi; appeso al muro un grande televisore al plasma, l'unica luce proveniva da una ventina di candele di fogge e colori diverse sparse per la sala. Gli occhi della ragazza si posarono sull'enorme album di fotografie, era lì in bell'evidenza, sembrava che la Prof.

l'avesse fatta sedere in quel posto proprio per invitarla ad aprirlo. Si chinò verso il tavolino e l'aprì a caso. Rimase sbalordita: In una foto c'era la Prof che succhiava un enorme cazzo, in quella successiva quel cazzone era dentro il suo culo. Si poggiò l'album sulle gambe e cominciò a sfogliarlo: la Prof. era sempre al centro dell'attenzione e si esibiva in un campionario di acrobazie erotiche a cui Melania stentava a credere: orge, gang-bang, bukkake, lesbo, sadomaso, pissing.

Melania sentì un brivido di eccitazione, meccanicamente si infilò una mano nelle mutandine e cominciò a masturbarsi. La sua Prof. era proprio la troia che aveva immaginato e di cui a scuola si vociferava, era il suo modello, voleva diventare come lei, e del resto già era sulla buona strada, si era fatta riprendere mentre faceva un pompino a un compagno di classe e quel video era nei cellulari di quasi tutti i ragazzi della scuola, chissà se era finito in qualche modo anche alla Prof.

Mentre pensava queste cose sentì una morsa che le afferrava il braccio con cui si stava masturbando.
-Sei una bimbetta curiosa e cattiva Melania!
Melania si voltò verso la Prof. che le teneva stretto il braccio. Indossava un vestitino aderente di Latex bianco attillato che le arrivava appena sotto il bacino, al centro spiccava una lunga cerniera nera verticale. In testa aveva una cuffietta bianca con una croce rossa, posta sui capelli raccolti a chignon, calze autoreggenti bianche, scarpe bianche tacco 12.

Rimase a bocca aperta, le sembrava bellissima con quei seni enormi che premevano sull'abitino bianco quasi a volerlo far scoppiare.
La Prof. portò la mano di Melania alla sua bocca e le leccò le dita.
-La tua fichetta ha un buon sapore, ti vedo sai in classe mentre ti tocchi durante la lezione, credi che non me sia accorta?.
Melania d'improvviso diventò tutta rossa.
-Sai zoccoletta mi è arrivata un'email anonima con un video…
Melania aveva capito subito che si trattava del video del suo pompino ma non disse niente.

Con il braccio libero la Prof azionò un telecomando, d'improvviso, sullo schermo al plasma appeso al muro Melania si vide mentre spompinava il suo amico: era in ginocchio nei cessi della scuola, sorrideva all'obiettivo dell'iPhone che il suo compagno teneva in mano mentre se lo faceva succhiare. A un certo punto le immagini si fecero un po' tremolanti, Melania era con la bocca spalancata e la lingua di fuori, su di essa spiccava un piercing a forma di stella; il ragazzo se lo menò fino a sborrarle in bocca.

Lei ingoiò tutto e con le dita raccolse una goccia di sborra che le colava dal mento, il video terminò con lei che si succhiava le dita e faceva l'occhiolino all'obiettivo dell'iPhone.
-Sei proprio nata per succhiare cazzi. – disse la Prof.
Poi le lasciò la mano e andò dietro il divanetto su cui era seduta Melania, si inginocchiò e le afferrò i seni, le mordicchiò un orecchio e disse: -Sono tre giorni che mi masturbo come un'ossessa vedendo questo video… ora quella boccuccia da troia la voglio riempire io…- Melania sentì la lingua della Prof che la leccava dietro l'orecchio destro, fece per voltarsi verso di lei.

-Non ti muovere!- gridò la Prof. -rimani così. – Da dietro le fissò rapida un largo collare viola borchiato. Melania si sentì invadere da un'eccitazione incredibile che non aveva mai provato. – Ora alzati, troietta e vieni qui davanti a me. – Melania eseguì, la Prof. le sfilò il top -“Amore che move il sole e l'altre stelle” – disse, – vedo che hai studiato la lezione…, la fece spogliare completamente poi le disse di girarsi su se stessa, Melania eseguì e la Prof.

poté ammirare il corpo perfetto della ragazza su cui erano disseminati diversi tatuaggi.
-Quanti tatuaggi hai? – chiese la Prof.
-Per ora cinque, questo è il primo che feci, e si passò la mano sui seni indicando il verso dantesco, poi questa stella intorno l'ombelico – si girò e mostrò una striscia sinusoidale di stelle multicolori nella parte bassa della schiena, una stella gialla sul polpaccio, e una azzurra sul collo sotto l'orecchio sinistro.

– Ho intenzione di farne altri, solo stelle. Ognuna di queste stelle ha un significato speciale per me.
La Prof. si avvicinò a Melania e le strinse entrambe i capezzoli, poi le diede un bacio che la ragazza ricambiò -Ora apri bene la bocca come quando aspettavi la sborra calda del tuo amichetto. -Melania eseguì. -Rimani così, non chiuderla fino a quando non te lo dirò io.
La Prof. le mordicchiò la punta della lingua, poi le sputò in bocca, le strinse di pìù i capezzoli e sputò di nuovo due volte.

– Ora ingoia!
Melania deglutì senza fiatare.
Poi la Prof. le diede uno schiaffo e attaccò un guinzaglio al collare -Mettiti carponi e seguimi come un cagnolino. Melania era eccitatissima, non sapeva cosa aspettarsi ma sapeva che avrebbe fatto tutto quello che le avrebbe chiesto la Prof. Mentre camminava a quattro zampe vide che la Prof non aveva le mutandine e ammirò il suo culo sodo e la sua fica mentre camminava sculettando.

Entrarono in un stanza con le pareti completamente nere, anche qui l'unica luce veniva da una moltitudine di candele sparse un po' dappertutto. Al centro c'era una panca sulla quale erano poggiati una shitola piena di una moltitudine di oggetti e tre divaricatori anali conici di colore rosso, erano in ordine dal più piccolo a più grande, e a Melania sembravano una fila di Matrioske russe. La Prof. la fece rimanere in ginocchio di fianco alla panca ordinandole di appoggiare i gomiti a terra.

Poi le legò le mani davanti, si mise in ginocchio dietro di lei e cominciò a leccarle il buco del culo, prese un dildo conico e glielo infilò dentro, era piccolo e entrò senza problemi nel culetto di Melania. Fece alzare il busto della ragazza in modo che le natiche poggiassero sui talloni. Le ordinò di nuovo di aprire la bocca, le sputò di sulla lingua, prese un morsetto dalla shitola sulla panca, lo serrò su uno dei capezzoli di Melania e la fece rimettere nella posizione di prima.

Tolse il dildo, leccò ancora un po' il buchetto e prese un divaricatore più grande. Questo fece un po' di fatica ad entrare ma alla fine la Prof. riuscì a infilarlo tutto. Poi fece la stessa identica operazione di prima: sputo in bocca e morsetto sull'altro capezzolo. I morsetti erano molto dolorosi, Melania si sentiva il culo aperto e le faceva molto male, ma stava godendo come una matta. Infine la Prof. prese il dildo più grande.

Ormai il culo di Melania era molto aperto ed entrò sena problemi fino a metà, poi cominciò a spingere sempre più forte fino a farlo entrare tutto, Melania cominciò a gridare dal dolore, ma mai si sarebbe sognata di dirle di smettere, si sentiva impotente, completamente in balìa di questa donna bellissima.
La Prof. la fece sollevare di nuovo, le slegò le mani e gliele rilegò dietro la schiena insieme alle caviglie, in modo che il busto della ragazza fosse leggermente reclinato all'indietro.

Il dildone nel culo le faceva un male tremendo e Melania cominciò a gridare. La Prof. le diede uno schiaffo e prese dalla shitola una ball-gag rossa con la quale le tappò la bocca. Poi prese una candela e cominciò a versarle piccole gocce di cera calda sul corpo, prima sulle spalle, poi sui seni. Ne prese un'altra e ripeté l'operazione versando la cera sul bacino e sull'ombelico. Poi con entrambe le mani prese due grosse candele nere e ne versò la cera sulla fichetta depilata di Melania che si contorceva ed emetteva sordi gemiti dalla bocca chiusa con la palla.

Quando posò le candele la Prof. si mise davanti alla ragazza e con un rapido gesto si abbassò la zip dell'abitino di latex. I suoi seni prorompenti esplosero fuori come due palloni dopo che si spingono sott'acqua. Rimase solo con le calze e le scarpe tacco 12. Si accarezzò i seni e disse: -Ti piacciono le mie tette?- Melania era estasiata da quella visione, annuì energicamente -Ora ti toglierò la palla dalla bocca, se fai la brava te le farò un po' leccare – Melania continuò ad annuire.

La Prof. allentò la fibbia della gag-ball e gliel'abbassò sotto il mento, poi si chinò e con le mani offrì il suo seno destro alla bocca di Melania. La ragazza cominciò a leccare e succhiare avidamente, La prof passò quindi al seno sinistro, infine fece in modo che entrambe i capezzoli fossero alla portata della sua bocca. Melania non sentiva più alcun dolore, era concentrata solo su quegli enormi capezzoli turgidi. La Prof.

si alzò e portò la fica pelosa all'altezza della bocca di Melania. La ragazza era inebriata dall'odore dell'umore di quella fica, la Prof. le premeva la testa con entrambe le mani e strusciava il bacino avanti e indietro.
-Fammi godere troietta! fammi sentire quella lingua. -La Prof emetteva lunghi gemiti di piacere e la lingua di Melania si muoveva vorticosamente cercando di stare al ritmo dei movimenti del bacino. Infine la Prof. tirò i capelli a caschetto neri della ragazza ed emise un lungo grido di piacere.

Melania si sentì invadere la bocca dall'umore della Prof. uno squirting! La Prof si posizionò meglio davanti alla ragazza e titillandosi il clitoride continuò a far uscire lunghi schizzi di umore che finivano nella bocca di Melania. La ragazza ingoiava tutto come se fosse il nettare più buono della terra. Quando lo squirting terminò La Prof. si chinò e diede un lungo bacio a Melania.
-Ti piace il mio umore troietta? – disse la Prof dolcemente mentre le titillava il clitoride dopo averle scrostato la cera che le aveva versato prima.

– Sì, sì, ne voglio ancora, ancora!! mmmmmm-
Il tocco delle dita della Prof. sulla sua fica la fecero esplodere in un orgasmo lunghissimo.
-ancora… ancora prof, ne voglio ancora, voglio bere dalla tua fica..
-Non ne ho più di umore, ma sarai accontentata lo stesso…
La Prof appoggiò di nuovo la fica sulla bocca spalancata di Melania e si massaggiò un po' il clitoride, poi cominciò a pisciare, Melania cercava di deglutire più che poteva quel liquido caldo, ma il fiotto era troppo potente e molta piscia cominciò a colarle dal mento e dalle guance.

Dopo aver finito, la Prof le leccò il mento, le guance e il collo cercando di succhiare quanta più piscia poteva, poi avvicinò le labbra alla bocca ancora spalancata di Melania e le spruzzò dentro quanto aveva raccolto.
Subito dopo la Prof. tirò fuori dalla shitola una bacinella di vetro e un clistere a forma di grossa siringa. Posizionò la bacinella sotto la fica di Melania e le ordinò di pisciare. Quando la bacinella fu piena, la Prof.

ne aspirò il contenuto con il clistere fino a riempirlo, quindi si sdraiò supina davanti a Melania, alzò le gambe e si infilò il clistere nel buco dell'ano, con entrambe le mani premette dolcemente lo stantuffo del clistere fino a riempirsi il culo del piscio di Melania che intanto si mordeva il labbro estasiata per quello spettacolo. Poi la Prof. si accovacciò sopra la bacinella e fece uscire di nuovo il piscio dal culo.

Quando ebbe finito prese la bacinella e tornò da Melania, -Il tuo piscio passato attraverso il mio corpo… non è eccitante troietta?-
Per tutta risposta Melania spalancò di nuovo la bocca pronta a ricevere quel liquido. La Prof glielo versò piano piano, in modo che la ragazza poté ingollare tutto senza problemi. Poi la slegò, le tolse i morsetti e il dildo dal culo. Melania non si era mai sentita così aperta, la fece alzare in piedi e le diede un lungo bacio.

-Sei contenta di avermi riempito la bocca Prof…?
-Hai superato l'esame, ora mi divertirò molto con te faremo molte cose porche insieme.
Si sedettero sulla panca e la Prof tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla shitola. Ne accese una e ne offrì una a Melania.
-Sai Prof. – disse Melania mentre buttava fuori il fumo, mentre bevevo il tuo piscio ho pensato che la prossima stella che mi tatuerò sarà dedicata a te, dove vuoi che la faccia?
La Prof.

l'osservò, aveva ancora la ball-gag sotto il mento che le copriva il collare viola.
-Qui- disse la prof indicando la palla, e deve essere rossa.

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