Le mie storie (5)

Il periodo universitario è stato senza dubbio quello durante il quale mi sono divertita di più. Un poco perché il vivere “senza genitori” da una parte porta una naturale malinconia, ma dall'altra permette inevitabilmente delle libertà che normalmente non si hanno. Mio fratello ne approfittava anche troppo di queste libertà, la sua sciatteria e del suo disordine mi facevano andare completamente in bestia. L'unico modo per farlo tornare nei ranghi era contrattare le sue richieste di feste eccetera con la pulizia totale della sua stanza e di tutta la casa.

Poi quasi senza rendermene conto, avrà avuto sui sedici anni, diventato un ragazzone di più di uno e ottanta, una mattina mi ritrovai letteralmente catapultata in uno di quei film anni settanta con Edvige e Gloria guida, che oltretutto sembrava apprezzare tanto visto che aveva una collezione completa di videocassette del genere. Voglio specificare che questo parallelo con quel film fu all'epoca una mia ipotesi, niente di più. Insomma una mattina stavo per entrare in cucina e lo vidi con la mano sul sedere della signora che veniva a riordinare casa.

Ricordo ancora che a quel gesto lei gli disse di stare attento che potevo entrare io (lo fece napoletano stretto,che non mi azzardo a provare a scrivere). Lei avrà avuto sui quaranta anni (all'epoca la vedevo grande, magari sarà stata pure più giovane), un classico donnone napoletano dal fisico mediterraneo e dai seni enormi (credo frutto anche di tre figli), ma dal volto segnato dalla fatica di una vita pesante e anche sfortunata. Insomma quella scena mi lasciò interdetta, ma ancora di più, qualche giorno dopo rimasi letteralmente di sasso quando rientrata a casa, casualmente da un altro ingresso la vidi con la parte di sopra completamente scoperta, muovere la sua testa fra le gambe di mio fratello.

Ricordo ancora che per un paio di notti mi chiesi cosa fare. Non avrei potuto parlarne con lui perché non credo si rendesse conto della situazione, allo stesso tempo non me la sentivo di dire niente a lei poiché ero in difficoltà per il fatto che fosse più grande. Per fortuna dopo qualche settimana (vissuta in maniera molto ansiosa dalla sottoscritta) non ricordo perché ma lei lasciò il lavoro. Sarà stato 1 caso ma di lì a qualche mese mio fratello avrebbe cominciato a portare a casa le prime ragazzine.

Intanto all'università mi ero creata un gruppetto di amiche molto solide, con le quali eravamo molto affiatate. Due di loro erano delle storiche compagne del liceo con le quali inevitabilmente avevo più confidenza. Il sabato ci si vedeva quasi sempre da me per prepararsi alla serata. Io avevo fatto quasi l'abitudine a subire il loro restilyng, anche perché nonostante non mi sentissi a mio agio con determinati vestiti, mi rendevo conto che non potevo andare avanti sempre con pantaloni pullover.

L'unica eccezione alla mia idiosincrasia verso l'abbigliamento e ancor di più l'intimo furono e sono tuttora le autoreggenti. Le scoprii grazie a mia madre che nella sua opera (quasi fallimentare) di rendermi più femminile, all'epoca del liceo mi pagò letteralmente (lo ricordo ancora ben diecimila lire) affinché le provassi. Fu un amore a prima vista! Per me che amavo la comodità erano una manna dal cielo. Niente a che vedere con il fastidio dei collant.

Da allora le porto quasi sempre, anche se per quanto possiate immaginare, non mettendo spesso la gonna, non hanno l'effetto… sperato dai maschietti.
Tornando ai pomeriggi con le amiche, un giorno uno di loro arrivo' tutta sorridente e tirò fuori dalla borsetta un olio per massaggi. Di colpo ci fu un'eccitazione generale, io non ne capivo il motivo, così cercavo maldestramente di accodarmi alla loro discussione. Capii che questa mia amica avrebbe voluto fare “un regalo” al fidanzato, ma solo dopo (molto dopo) capii che quel regalo era “il suo lato B”.

Mi vergogno un po' a dirlo, ma essendo stata sempre tardona, io per moltissimo tempo avevo pensato che il “prenderlo da dietro” significasse sentire l'uccello muoversi tra le chiappe. Così più di una volta ai tempi del liceo avevo fatto questa “pratica” credendo di essere un passo avanti alle mie amiche. Solo più tardi avrei capito che cosa volesse dire il sesso anale. Ma tornando al sabato con le amiche, in quell'occasione mi resi conto che nel gruppetto ,ero quasi l'unica a non averlo fatto.

C'era chi diceva che provava dolore, chi invece ne magnificava gli orgasmi, io nel mio silenzio cercavo di raccogliere più notizie possibili, e naturalmente la curiosità montava. Grazie ai miei genitori, grazie anche al mio carattere, di tabù soprattutto nel sesso non ne ho mai avuti. In quel periodo non frequentavo nessuno, ma più ne parlavo con le mie amiche e più mi ero solleticata dal capire cosa si provasse. Addirittura 1 pomeriggio le mie amiche per spingermi al grande passo, stilarono anche 1 lista dei possibili pretendenti al mio generoso sedere.

Ma per tornare 1 attimo seria non sarei mai stata capace di prendere l'iniziativa per 1 cosa del genere. Tutte le situazioni di 1 certo tipo che mi sono capitate nella vita, sono sempre e solo state frutto di casualità,, di circostanze create al momento. Solo con quelli più imbranati di me riuscivo a prendere il comando (cosa peraltro successa molto raramente). Così dovetti aspettare qualche mese, fin quando alla nostra comitiva non si aggiunse 1 ragazzo che se non ricordo male era cugino o amico di 1 amica del gruppo.

Stranamente fin dalla prima sera in cui ci conoscemmo, ci fu empatia. In genere io un po' perché per il mio aspetto fisico (soprattutto la statura) ho sempre dimostrato meno della mia età, sono sempre stata “corteggiata” da ragazzi più piccoli oppure, incredibilmente, da persone piuttosto più grandi. I coetanei mi hanno sempre considerata poco o niente. Invece con lui, ci fu subito feeling, anche perché era molto simpatico, e per me quella è la qualità principale, molto più dell'aspetto fisico.

Dopo qualche uscita, finimmo a farlo in macchina. Ricordo ancora che aveva una Fiat mezza rotta, mi portò nella classica camporella, lui seduto al posto vicino al conducente, ed io sopra di lui a muovermi su e giù. Non potete avere idea di quanto fosse scomodo. Durante questi momenti però, nonostante mi venisse voglia di chiedergli di “mettermelo indietro”, proprio non ci riuscivo. Doveva succedere, e successe una sera a casa mia, la ricordo bene perché c'era in televisione la partita del Napoli.

Mio fratello era allo stadio (come sempre), ed io invitai il mio amico a tenermi compagnia. L'attrazione fisica fra noi era parecchia, e sinceramente non credo proprio di ricordare il risultato della partita. Ricordo invece benissimo che mentre ero sul mio letto a pecorina, gli dissi di aprire il mio comodino e prendere la crema che c'era dentro. L'avevo comprata già da alcuni mesi, naturalmente era ancora perfettamente chiusa, lui mi chiese che cosa dovesse fare, ed io finalmente gli dissi che lo volevo indietro.

Era la prima volta anche per lui, gli feci oleare bene il preservativo, mi feci mettere la crema all'ingresso del buchino, e poi trattenni il fiato mentre lui lo spinse dentro. Fu 1 attimo, sentii un po' di dolore, poi lui cominciò a muoverlo e piano piano mi resi conto che cominciava a piacermi, pure parecchio. Ci vedemmo per alcuni mesi, lo facemmo altre volte da dietro, poi piano piano ci perdemmo di vista, lui mi aveva sempre confessato di continuare a pensare alla sua ex.

Io d'altra parte, per quanto mi trovassi bene dal punto di vista strettamente sessuale, non ero assolutamente innamorata.
Per parecchio tempo non dissi a nessuna amica mia che anche io avevo dato il mio grosso sederone, ma io per certe cose sono strana….

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