Le Corna Il Matrimonio Il Sesso La Mia Mente Il Ca

LE CORNA

E' una filosofia la mia, è una dimensione nella quale mi rifugio più volte al giorno, perché non ci si abitua alle emozioni, alcune sono impossibili da metabolizzare e convertirle alla normalità, sarebbe un processo innaturale che lo stesso istinto respinge.
Se me lo avessero detto non c'avrei mai creduto, io cornuto, non è possibile.
Invece si, invece faccio parte di quella realtà che ho sempre guardato dal basso verso l'alto con ammirazione e devozione, come capitava se giravano voci su qualcuno che conoscevo o che conosceva la mia famiglia, o come in quei film in cui bellissime mogli tradivano ripetutamente il marito con mille amanti diversi.

Anche io cornuto, come alcuni invidiabili mariti, come mio zio, che senza rendersi conto della fortuna che ha avuto ha lasciato la moglie quando l‘è venuto a sapere.
Io a differenza sua ho dovuto impegnarmi per esserlo, ho lavorato su mia moglie liberandola dalle inibizioni e dalla dottrina, ma lui questo dono lo ha ricevuto senza sforzo, senza abnegazione. Cosa c'è di più bello.
Invece gli uomini in genere fuggono al mostro come se dovessero prenderne le distanze, urlando come se dovessero essere visti da tutti perché loro non c'entrano nulla, sono innocenti, vittime di un male assoluto.

Io la penso diversamente, piuttosto credo solamente che alcuni uomini valgono così poco rispetto alle loro mogli, che scappano via perché ne sono impauriti, impauriti dalla consapevolezza di non esserne all'altezza. In fondo la cosa più bella delle corna è proprio avere una moglie che le mette.
Per i cornuti come me la moglie è un feticcio, una creatura divina, un miracolo da custodire e contemplare in attesa di un nuovo prurito, di una nuova svogliatura che la attirerà tra le braccia di un altro uomo, che la porterà a conquistarlo.

Adoro quando accade, quando arriva il momento in cui le sue attenzioni si rivolgono ad un altro maschio dimenticandomi del tutto, mi fa sentire la strana ed emozionante sensazione di averla persa, ed io adoro perderla.
In quei momenti in me quindi imperversa un unico pensiero, mia moglie.
Quando mi sveglio, quando vado a dormire, quando lavoro, quando sono con i miei amici non posso fare a meno di pensare a mia moglie, a lei che bacia, che accarezza un altro uomo e si fa accarezzare da lui, a lei clandestina in un auto tra mille auto nel parcheggio di un centro commerciale, a lei che succhia accovacciata sul sedile, a mani grandi e forti che le tengono la testa, ai suoi sorrisi, alla sua soddisfazione, all’appagamento di essere riuscita a conquistare il suo desiderio.

Tutto questo mi rende felice, mi rende felice perché lei è felice e darei la mia vita per la sua felicità.
Sono dell’idea che non c’è differenza tra il mio e l’amore di un qualsiasi altro marito, è cosa lo sprigiona a differire ma non il sentimento. Sentirmi cornuto è come vivere continuamente nell’idillio dei primi mesi, quando tutto funziona perfettamente e sembra non dover finire mai.
Senza alcun indugio posso dire che per lei vale lo stesso discorso.

Mia moglie ha rapporti sessuali con altri uomini, alcuni completamente diversi da me, ma non ha mai sentito il bisogno di trasformare quegli incontri in qualcosa di profondo. Ci sono persone con le quali si incontra ripetutamente mentre con altre è bastata una sola volta, ci sono uomini adulti, ma anche ragazzi, però nulla si è spinto oltre il sesso. È il sesso la sua linfa, è quel desiderio di sentirsi preda e cacciatrice allo stesso tempo, quel bisogno ripetuto di conferme che hanno tutti gli esseri umani, la necessità di sapersi belli, attraenti, capaci di conquistare e di essere conquistati.

Mia moglie può avere bisogno di un ragazzino di diciotto anni come di un uomo di sessanta, può desiderare di essere legata per le mani come invece di essere trattata da Regina, è il suo modo di vivere, il suo modo di stare al mondo e credo che questo sia uno degli aspetti che più di tutti amo in lei.
Mia moglie è una donna libera e per libera intendo nel senso più alto e nobile della parola stessa.

La maggior parte delle altre donne, fedifraghe o meno, non sanno cosa sia la libertà. Tradiscono i loro mariti ed il più delle volte lo fanno con un solo uomo del quale si innamorano perché diverso da quello che hanno sposato. Non si rendono conto che è la novità ad attrarle, non valutano l’uomo in quanto essere umano con gli stessi identici difetti del proprio marito, credono di avere davanti il principe azzurro che per il resto della vita sarà sempre profumato, intelligente ed galante come nei giorni del corteggiamento e delle prime avventure assieme.

Essere traditi è comunque bello e forse se non avessi avuto quello che ho mi sarei accontentato anche di questo, ma non sarebbe stato come è adesso.
Dentro di me, nei miei pensieri, c’è la gioia di essere cornuto, la felicità dell’essere cornuto.
Quando scorgo la mia immagine riflessa nelle vetrine dei negozi vedo un uomo felice, una persona invidiata da tutti gli altri uomini come me. Lo griderei se fosse per me, farei sapere a tutti che sono un cornuto e che mia moglie mi tradisce continuamente.

Ci sono volte durante le quali so che lo sta facendo in quel preciso istante e sono volte in cui la consapevolezza di essere cornuto si concretizza magicamente con la realtà dei fatti.
Non capita sempre ma succede.
È successo con il proprietario di un locale che se l’è portata nel suo ufficio mentre eravamo li con altra gente. Una scusa stupida e per un ora e mezza sono spariti mentre fingevo che fosse tutto normale.

È stata un’esperienza straordinaria, difficilissima da spiegare nella sua semplicità, ma realmente eccezionale.
Ho galleggiato per tutto il tempo in un pensiero ovattato, come le barchette delle clessidre che da bambini trovavamo nelle uova di pasqua. Sotto di me l’azzurro, sopra il rosso ed in mezzo il bianco dell’acqua.
In quella culla le persone che mi circondavano fingevano di non capire e volevano non capire.
I loro dubbi leciti e legittimi trovavano nella sfacciataggine degli eventi la categorica negazione dei pensieri, come nel più assurdo dei paradossi.

Eppure un affascinante imbarazzo aleggiava su tutti, sulle mie amiche, sui loro fidanzati, sui miei compagni.
Anche i baristi e le cameriere sembravano guardarmi, loro che più di chiunque altro conoscevano il proprietario del locale e la sua matrice di maschio dominante. Chissà quali pensieri avranno avuto, quante parole e risate sulla troia e sul cornuto che non immaginavano minimamente cosa li avrebbe aspettati.
Intanto idee, emozioni ed elucubrazioni convivevano con la naturalezza che dovevo agli altri, nulla da far t****lare, soprattutto il piacevole imbarazzo che stavo provando.

Nel frattempo il pensiero di cosa stessero facendo elargiva adrenalina al mio organismo senza interruzione.
L’immaginazione volava e con lei i miei sensi si amplificavano minuto dopo minuto. C’erano attimi in cui mi sembrava sentire gemiti provenire da un luogo lontano, rumori sordi di poltrone che sbattevano, scrivanie che si spostavano.
Ogni tanto mi assentavo con la mente ed i pensieri finivano inesorabilmente li, a loro, a mia moglie che se ne era andata ridendo e sorridendogli come se noi altri neanche ci fossimo.

Per me è questo essere cornuto e non c’è nulla di più bello.
Mia moglie era andata con un altro uomo in barba alle apparenze, si era chiusa nel suo ufficio fregandosene dell’etichetta e dei pensieri che gli altri avrebbero avuto, se ne era fregata di me e dell’ umiliazione che mi avrebbe procurato e tutto questo perché è così, una fantastica egoista che adoro esattamente per questo motivo.
Chissà come starà godendo pensavo, chissà quanto sarà stata forte la voglia per arrivare a tanto e chissà come sarà felice adesso sbattuta su quella scrivania.

Me la immagino con la gonna alzata mentre il tizio in piedi me la sodomizza fiero e soddisfatto. Un’altra troia da aggiungere alla lista, da raccontare agli amici.
So che il suo cazzo è enorme, è enorme come tutti i cazzi che ho dovuto immaginare ogni volta che mia ha tradito e so che più è grosso, più mia moglie è contenta di prenderlo in bocca, di dietro o nel suo ventre.

Io la conosco la mia principessa, conosco il suo stato d’animo in quei momenti, vuole toccarlo, vederlo, sentirlo, non aspetta altro ed io fuori da li ho i suoi stessi identici bisogni di saperglielo fare.
Vorrei che la mia vita fosse tutti i giorni così.
Tornando non sembrò neanche troppo scomposta, solo io avevo la certezza di cosa avesse fatto. È una specie di simbiosi che ci lega ci fa comunicare a distanza.

Gesti, parole, occhi, anche semplici pieghe del vestito possono rispondere alle nostre domande ed io sapevo che lo aveva fatto. Gli altri galleggiavano sempre nel dubbio ma io No.

IL MATRIMONIO

A cosa serve il matrimonio, a cosa serve essere sposati.
Non credo che in merito abbiamo tutti la mia stessa posizione, le donne in generale vedono l’inizio di un film del quale finalmente saranno loro protagoniste, una favola che inizia camminando con un abito sognato una vita intera.

Nulla è poi lontanamente simile alla realtà.
Purtroppo le persone riversano nel matrimonio la loro esistenza, le loro ambizioni, tutto ciò che è stato viene accantonato, scansato. Una nuova partenza che magicamente cambierà i loro giorni a venire, un po’ come accade con i figli finché non ne hanno avuto uno.
Nessuno sembra in grado di capire che il prima ed il dopo rimarranno tremendamente simili, il tempo libero, le scelte, il lavoro, nulla subirà le variazioni che credono.

Le persone delegano ai sogni le speranze di un cambiamento ma non provano minimamente a rimboccarsi le maniche per ottenerlo davvero. Tutto il loro mondo si ferma all’obiettivo, come in un gioco dell’oca, una volta vinto ci si alza dal tavolo orgogliosi ma senza saper che fare. Il matrimonio, un figlio, per loro sono traguardi, non griglie di partenza. Fatto il bimbo e creata la famiglia si è completi, ma i giorni passano e le esigenze si moltiplicano e per queste persone è come sopperire perché non hanno mai pensato a ciò che sarebbe accaduto dopo, ma peggio ancora, non hanno più sogni ai quali delegare le loro speranze.

Quello che è accaduto a me è stato esattamente l’opposto. Il matrimonio ha significato costruire un mondo dove noi due decidiamo chi far entrare e chi tener fuori, un inizio vero grazie al quale ho potuto dedicarmi a ciò che ho sempre desiderato assecondando anche i miei sogni, i miei desideri, le mie distrazioni.
È stato il matrimonio a dare un colore alla mia condizione di cornuto, come un sigillo che in una qualche misura mi ha regalato l’inconscia consapevolezza che nessuno me la porterà via.

Possono usarla o essere usati da lei, ma resterà mia moglie anche con il loro cazzo in bocca.
È questo per me il matrimonio, ciò che definisce il reale cambiamento di vita che esso rappresenta.
È mia moglie la donna che raccontano di aver sporcato con il loro sperma, è mia moglie quella conquista di una sera ed in parte è mio quel buco del culo che hanno posseduto e che lei gli ha permesso di possedere.

Quanti maschi l’avranno presa, dieci, cento, mille? Per ognuno è stata qualcosa di diverso, una troia, una soddisfazione, una gioco, una conquisa, ma per me è sempre stata mia moglie.
Il mondo intero potrebbe fotterla e per me non cambierebbe nulla, al massimo sarebbe solo un bellissimo sogno che si realizza, ma noi rimarremmo comunque legati assieme, io rimarrei comunque suo marito, il suo salvatore, la sua ancora di salvezza nei momenti di sconforto.

Mia moglie deve essere solamente felice, mia moglie deve preoccuparsi solamente di aver il maggior numero di orgasmi possibili, con chiunque, con chi vuole, con uno o più uomini assieme, con chi stima, con chi ama o con chi odia a tal punto da farsi scopare.
È così bella mia moglie che tutti dovrebbero avere la possibilità di averla per mostrargli le loro abilità di amanti. Tutti gli uomini sono capaci di far sognare una donna e lei dovrebbe sognare con tutti loro.

Quanti sono i mariti che con lei riscoprirebbero soddisfazioni che in casa sembrano essersi perse, solo nel nostro palazzo ne conto almeno tre.
Questi dovrebbero venire da me e sedersi sulla mia poltrona, al resto penserebbe lei, gli succhierebbe il cazzo con tanta di quella devozione che il loro amor proprio tornerebbe allo splendore di dieci o venti anni prima, diffonderebbe così tanta fiducia che affronterebbero la vita in maniera diversa.
Purtroppo invece a ceti uomini il matrimonio li schiaccia, li annienta, addirittura li sconfigge.

La metà di loro darebbe qualsiasi cosa per tornare indietro, per cambiare le cose.
Quando durante la quotidianità mi capita di aver a che fare con ragazzi in procinto di sposarsi io sono l’unico a dir loro che stanno facendo una cosa bellissima, gli altri più o meno seriamente li dissuadono, li sconsigliano, io li incoraggio.
Il matrimonio non è la tomba dell’amore, il matrimonio è l’essenza della vita e le corna il più bel dono che esso possa dare.

IL SESSO

Mia moglie lo prende in culo.
Un pensiero schietto, fulmineo. Feroce.
Ci sono volte in cui mi fermo ad analizzare il perché delle cose, il loro valore, la loro importanza, ma anche la loro incredibile e disarmante semplicità.
Non è un gioco il mio, non è un esercizio di stile, mia moglie si fa sodomizzare senza obiezione e senza opporre resistenza ed io, oltre ad esserne felice, da tutto questo sono anche molto affascinato.

Cosa la spinge a dirottare il piacere certo e concreto dell’orgasmo verso un probabile dolore, verso un possibile fastidio. Mi ha raccontato di un uomo che l’ha portata con se esclusivamente per possederla dietro, la poggiata al muro di un bagno e la sodomizzata fino a venirle dentro. Quanto fascino deve aver avuto costui per convincerla ad alzarsi da un tavolo dove conversava con altre dieci persone, cosa l’ha spinta a dire si, ad accettare di essere usata senza ottenere nulla in cambio.

Gli uomini per indole amano i rapporti impari. L’atto sessuale quando diverge dalla sacralità della procreazione crea dinamiche dalle quali siamo tutti dipendenti. Porgere il cazzo nella bocca di un’altra persona, dominarla o in qualche maniera usarla ed umiliarla per il nostro piacere sono dinamiche naturali, forse inconsce ma naturali. L’incontro di una bocca con un pene equivale a dissacrare la delicatezza e la purezza attraverso la possenza e la virilità e lo stesso può valere se a congiungersi sono anatomie meno nobili ma nate comunque per scopi differenti.

Anche le posizioni spiegano cosa intendo, esse assumono un importanza estetica esaltante, volti distanti o impossibilitati a guardarsi, sensi che si amplificano perché occultati dalle circostanze.
Tutto questo ha un valore emotivo non indifferente, ma subirlo cosa dona?
Me lo chiedo continuamente pensando a mia moglie.
È la sfida che la attrae? La possibilità di dimostrare di esserne all’altezza, di esserne capace, di non provare dolore nei confronti di una virilità sovradimensionata, oppure è coprire quel ruolo di preda impotente ed indifesa che la spinge a dire si, ad offrirsi per cinque minuti di soddisfazione altrui.

Mi piacerebbe capirlo, mi piacerebbe essere nella sua mente in quel momento, ascoltare i suoi pensieri soffocare il dolore, oppure accentuarlo sapendosi inculata da un maschio che la sta dominando.
Una vota soltanto mi ha permesso di vederla, di assistere al momento di un rapporto anale mentre era con un suo amico in casa mia.
Attendevo in sala da pranzo, loro erano già in camera da letto. Dopo trenta minuti mi mandò un messaggio con scritto “vieni ora”.

Entrai nella camera e la trovai carponi con un uomo completamente nudo dietro di lei, io non lo avevo mai visto. In un silenzio tombale le sue mani si portarono alle natiche allargandole e il tizio quindi la penetrò.
Poche volte nella vita il piacere suscita debolezza e senso di svenimento. Per me quella fu forse la prima in assoluto.
Davanti agli occhi il buco del culo di mia moglie ed il cazzo di uno sconosciuto che lo stava elegantemente possedendo.

Entrava ed usciva pacatamente, dilatandolo come non avrei mai potuto immaginare.
Quel piccolo fiorellino che appena mi era possibile leccavo ascoltando i racconti delle sue avventure, ora sembrava un enorme bocca di pesce gatto che cercava di ingurgitare la sua grossa preda.
“E’ per questo che mi piace farlo ed è per questo che non lo faccio fare a te”.
Mi disse così ed in quella amara verità racchiuse tutto il senso della mia vita.

Mi mandò via dopo dieci minuti appena, il rapporto anale era terminato e non c’era motivo per cui restassi con loro.
Le sue allusioni e la sua crudeltà mi cullarono e continuano a cullarmi ancora oggi ed ogni volta che sento il bisogno di rifugiarmi in qualcosa di rassicurante.
Forse alle mille domante, nella sua semplicità, la risposta è una soltanto. Mia moglie si fa inculare perché è femmina. Una risposta elementare, ma l’unica plausibile e allora ben vengano uomini affascinanti, ben vengano avventure nei bagni, che il suo corpo continui ad unirsi a quello degli altri e che gioiscano nel sentirsi vivi.

LA MIA MENTE

Cosa possa aver shiturito in me questo modo di essere non credo di saperlo.
A dir la verità ho smesso di pensarci quando ho capito che una risposta avrebbe potuto metter fine alle mie passioni, al mio modo di essere.
Non è una novità spiegare che cornuto mi ci senta sempre, che suscita in me un orgoglio maggiore di qualsiasi altra cosa, ma a volte mi piace capire quanti e quali siano gli aspetti che mi rendono così sereno e felice di esserlo ed allora penso, peso ai motivi elencandoli in una sorta di gioco infinito che conosco soltanto io.

Amo farmi scopare mia moglie perché è bella, perché sarebbe un peccato se la scopassi solo io o una persona sola, amo farmi scopare mia moglie perché il mio cazzo non è abbastanza grande e perché nessuno ce l’ha mai abbastanza grande da potergli chiedere di andare soltanto con lui, amo farmi scopare mia moglie perché sentirla considerata una puttana per me è un privilegio vero.
Avevo forse dodici anni quando vidi per la prima volta nella mia vita una prostituta.

Scendeva dall’auto di un uomo vestita solo di una pelliccia bianca e dell’intimo nero. Quando chiesi chi fosse e perché uscisse vestita così mi dissero la verità, era una donna che per lavoro andava con altri uomini. Generico e poco chiaro ed io non conoscevo ancora il sesso e la malizia, ma sapevo che non era un lavoro normale quello. Lo percepii come una specie di missione ed allo stesso tempo una costrizione.

Mia madre e le madri dei miei amici erano sempre state con un solo uomo, sempre affezionate ad un solo uomo, come poteva una donna essere la donna di tutti gli uomini.
Non lo dissi a nessuno, ma me ne innamorai.
Naturalmente non di lei, non della prostituta che avevo visto, mi innamorai di quel modo di essere, di quell’idea sfuggente di donna difficile da conquistare ed impossibile da tenere per se, una donna che va con altri uomini, per lavoro, come fosse normale.

Qualcuno a casa aspettava il suo rientro, doveva esserci qualcuno accanto a lei, un marito, un fidanzato, un compagno che sapeva quello che faceva eppure non diceva nulla. Volevo essere lui, volevo essere quell’uomo e lo volevo più di ogni altra cosa al mondo.
A volte penso a quanto la volontà possa aiutare l’essere umano. Ho costruito il mio destino quasi come l’avevo immaginato e sognato, forse non me ne sono neanche reso conto del tutto ma alla fine ho raggiunto un equilibrio, un traguardo.

Sono riuscito a scegliere la persona giusta, ho avuto il coraggio di farle sapere chi ero, cosa cercavo e quale fosse per me il modo migliore di essere amato e lei lo ha capito, lo ha accettato ed ora anche lei vive una vita soddisfatta e serena, una vita diversa da quella che credeva affrontare ma pur sempre piacevole.
Il nostro amore è una continua complicità, un intesa perfetta fatta di sesso e dominazione ma anche di affetto e di pari opportunità, lei va con altri uomini, lei sa come farmi soffrire ed allo stesso tempo rendermi felice e per questo la amo più di ogni altra cosa al mondo.

Mi racconta le sue avventure, me le descrive e mi indica i luoghi dove poi mi reco da solo in un pellegrinaggio emozionante ed intimistico.
Amo quei posti. Parcheggi, anfratti isolati, portoni di palazzi o negozi dove ha avuto avventure con i proprietari. Arrivo li ed immagino come sia andata, come sia stata presa, come si sia offerta per la loro felicità.
Lo avrà preso in bocca accucciata ed accovacciata per non essere vista? Lo avrà succhiato coperta da un cappotto? O magari lo ha fatto alla luce del sole senza neanche preoccuparsi troppo.

L’avranno vista forse? Sarà passato qualcuno che conosco e che l’ha potuta riconoscere? Forse si, forse lo sanno tutti. Forse qualcuno credendola facile le ha anche chiesto di succhiarglielo, alla prima occasione se l’è tirato fuori brandendoglielo davanti agli occhi e dicendole di prenderlo in bocca. Voglio pensare che sia successo, voglio pensare che qualche conoscente neanche troppo intimo si sia permesso di fare una cosa del genere e che lei abbia dovuto accettare.

Amo questi processi mentali, queste storie al limite dell’inverosimile in cui mia moglie è vittima e carnefice di se stessa, degli altri, di tutti.
Se dovessi smettere di usare la mia mente, di elaborare le sue avventure esasperandole fino a sentirne l’odore credo realmente che morirei.

IL CAZZO

C’è una cosa che accomuna tutti gli uomini di tutte le razze del mondo. Il cazzo.
Nascosto tra le pieghe dei pantaloni e celato per comune senso del pudore il cazzo è la più alta rappresentazione del sesso che ci sia.

Non c’è piacere e non c’è peccato che non costringa l’uomo al pensiero del cazzo, il mezzo con il quale arrivare al fine, la rappresentazione della nostra forza e della nostra virilità.
Il cazzo può offendere, può dare sollievo, il cazzo può regalare emozioni.
Ogni uomo, ogni individuo incontrato per strada non è che un cazzo raccolto nei pantaloni, non è che un oggetto sessuale al quale attaccherei mia moglie per la bocca e dove la lascerei per ore senza darle la possibilità di respirare.

Il maschio in fondo non è nulla senza l’idea di avere un cazzo tra le gambe, senza l’utilità che esso stesso fornisce al suo corpo rendendolo appena qualcosa di più.
Un uomo che va in bagno ad esempio è soltanto un uomo che va in bagno, ma un uomo che urina per strada è un uomo che per strada si tira fuori il cazzo e lo mostra a tutti. La differenza ovviamente non è in loro, ma nel mio modo di guardarli, nel mio modo di considerarli per ciò che si tengono in mano piuttosto che per ciò che sono.

È più forte di me, è un richiamo, un associazione istintiva che mette mia moglie inesorabilmente vicino all’organo sessuale maschile, come se entrambi non sarebbero nulla senza l’altro. Così non posso fare a meno di pensare che la cosa più giusta in assoluto sarebbe farla scendere dall’auto, dirle di aiutare quegli sconosciuti tenendoglielo in mano aiutandoli ad urinare.
Sono gesti semplici ma ricchi di erotismo perché in fondo l’erotismo è solo rendere piccante ciò che consideriamo la normalità.

Una donna scende dall’auto e le si vedono le autoreggenti, si china e le si alza la gonna, mia moglie si avvicina e lo prende in mano ad uno sconosciuto.
Credo che per quanto possa sembrare assurdo o strano, il cazzo sia nato per stare tra le mani di mia moglie, tra le mani come nella sua bocca, nel suo corpo. Non ho idea se per gli altri mariti valga lo stesso che per me, ma il cazzo abbellisce il suo volto.

So che sorride quando l’uomo di turno se lo tira fuori, sembra quasi che aspetti quel momento da sempre.
Me lo ha detto un mio amico al quale un suo amico ha raccontato di esserselo fatto succhiare da mia moglie.

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